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MATEMATICA II
• MODULO - è la distanza di un punto dall'origine.
→ In Rn è coniugato attraverso le sue componenti.
Si identifica anche come NORMA EUCLIDEA.
Considero un intervallo [a,b]
So che in R dato un punto Xo,
questo sarà interno o esterno a seconda
se l'intorno di Xo appartiene o meno all'intervallo.
In Rn introduciamo un nuovo sistema che prenderà il nome di:
INTORNO CIRCOLARE di Xo. Si indica con Bε(xo)
Bε(xo): { X∈Rn | X - xo | < ε }
Geometricamente rappresentata un cerchio di raggio ε e centro in Xo.
Adesso posso definire punti interni e punti esterni per X∈R.
• PUNTI INTERNI: Un punto Xo si dice interno se esiste un intorno circolare del punto che sia contenuto interamente nell'insieme di partenza.
• PUNTI ESTERNI: Un punto Xo si dice esterno se è interno all'insieme complementare di A.
• FRONTIERA (o BORDO): è un punto Xo detto di frontiera se non è né interno né esterno. Considerando dunque l'intorno circolare di Xo troviamo sia punti interni ad A che punti interni al suo complementare.
Parlando di insiemi, è necessario distinguere tra insieme aperto e chiuso.
• INSIEME APERTO: Dire che un insieme A è aperto vuol dire che prendendo un qualsiasi punto Xoϵ A riesca a determinare un intorno circolare (di Xo) contenuto in A. Un insieme aperto è formato da tutti punti interni.
• INSIEME CHIUSO: Un insieme A si dice chiuso se è il suo complementare a un insieme aperto. Quindi è chiuso se comprende anche i punti di frontiera.
- INSIEME LIMITATO Un insieme A è detto limitato se esiste una sfera centrata nell'origine di raggio M che comprende l'insieme A.
Questo da un punto di vista geometrico.
Anaitàicamente: Un insieme si dice limitato se:
∃M∈ℝ∋|X|≼M ∀X∈A
Indica che la distanza di ogni X∈A dall'origine deve essere minore o uguale al raggio della sfera con centro nell'origine.
- PUNTO DI ACCUMULAZIONE Un punto Xo si dice di accumulazione se ∀ε>0 A∩Iε (xo)− {xo} ≠ ∅ (con Xo∈ℝm).
In altre parole Xo è un punto di accumulazione se A si espande con l'intersezione tra l'insieme A e l'intorno circolare di raggio r (con r>0) è un insieme non vuoto.
Consideriamo ora le FUNZIONI CON PIÙ VARIABILI. Queste funzioni sono del tipo:
f: A ⊆ ℝm → ℝ
Cioè, sono funzioni definite in sottinsiemi di ℝm e hanno valore in ℝ. Ad un generico punto (x, u) ∈ ℝ2 (ad esempio) corrisponde un punto f(x, u) → (x, y; f(x, y)).
Esempio. Ho la funzione f(x, y) = x2 + y2.
È del tipo: f:(x, u) ∈ ℝ2 → x2 + y2 ∈ ℝ
Graficamente è l'estensione di una parabola in uno spazio tridimensionale.
Questo grafico prende il nome di paraboloide.
(Ovviamente il grafico cresce all'infinito, è stato troncato per necessità.)
Continuità
Data una funzione f: A ⊆ ℝm → ℝ è continua se ∀
∀ε > 0 ∃ δ > 0 / |f(x) - f(x0)| < ε, ∀x ∈ A e |x - x0| < δ ε
lim x → x0 f(x) = f(x0) con x, x0 ∈ ℝm
Possiamo dire che le funzioni definite in ℝm presentano la stessa
def. delle funzioni definite in ℝ da cui derivano.
Derivata parziale
Sia f: A ⊆ ℝm → ℝ e A è un insieme aperto
Per calcolare la derivata parziale in xi:
x = (x1, x2, ..., xi, ..., xm)
Calcolo il rapporto incrementale rispetto xi: (vuol dire che tutte le
coordinate restano costanti tranne xi):
lim h→0 [f(x1, ..., xi + h, ..., xm) - f(x1, ..., xi, ..., xm)] / h
Se questo limite esiste ed è finito, diremo che f è derivabile parzialmente
te rispetto xi e si indica con: ∂f(x)/∂xi o Dif(x), fxi(x)
Esiste anche un metodo alternativo.
In ℝm esiste un versore i-esimo ei = (0, ..., 1, ..., 0)
quindi il limite può essere rescritto come:
lim h→0 [f(x + h⋅ei) - f(x)] / h
si conserva h solo per la coordinata xi.
Proprietà
- Di(αf(x) + βg(x)) = αDif(x) + βDig(x)
- Di f(x)/g(x) = Dif(x) ⋅ g(x) - f(x) ⋅ Dig(x)/g2(x)
Notiamo che le regole di derivazione sono le stesse di ℝ
13 MARZO 2019
Finora abbiamo considerato funzioni del tipo:
f: A ⊂ ℝn → ℝ, A è aperto
Andiamo a vedere perché l'insieme A è un aperto.
Immaginiamo di avere una funzione definita su un cerchio di raggio 1 e centro l'origine degli assi.
Verifichiamo se f(x,y) è derivabile parzialmente rispetto a x nel punto (1,0)
limh→0 f(1+h,k) - f(1,0)/h (k è l'incremento)
Il problema è come appena andiamo ad incrementare la y perché
fuori dal cerchio e dunque k in quel punto non ho informazioni sulla funzione
Posso anche verificare l'esistenza di fx(0,1)
limh→0 f(h,1) - f(0,1)/h
ma con l'incremento di x
esco ancora una volta dal cerchio
Il cerchio è un tipico esempio di insieme per cui non posso definire la derivata parziale per tutti i punti appartenenti al bordo
Un altro sistema di questo tipo potrebbe essere il seguente:
Se valuto la derivabilità nell'origine, incrementando δx e δy esco fuori dal dominio; dunque
la funzione definita in questo insieme non è derivabile nell'origine.
Per questo, a priori, lavoriamo con insiemi
aperti che non possano dare problemi con i bordi
- Una funzione composta è costante quando x̄(t) ha come componenti (cos t/sin t).
- Quando calcolo β(x(t)) considero soltanto i punti della funzione che hanno come componenti quelle di x̄(t) :
la funzione in quel punto vale 1 perché: cos2t + sin2t = 1
Da un punto di vista geometrico abbiamo una circonferenza.
Posso dunque concludere che se costringo la funzione a muoversi lungo i parametri già calcolati, vale a dire che è costretta a muoversi lungo una circonferenza.
Derivata SECONDA delle funzioni composte
d2 / dt2 β(x(t)) = d / dt (d / dt β(x(t)))
quindi: la funzione deve essere differenziabile
f ∈ C2(A) = f ∈ continua e ha derivate continue
F'(t) = d / dt β(x(t)) = [Dβ(x(t)); x'(t)]
allora:
F''(t) = d2 / dt2 β(x(t)) = [Dβ(x(t)); x'(t), x'(t)] + [Dβ(x(t)), x^(t)]
∑i,j=1m βxixj(x(t)) · x'(t) · x'j(t)
Prima di andare avanti c'è bisogno di fissare alcuni concetti:
Consideriamo una matrice qualunque A e un vettore λ→, il prodotto della matrice A per il vettore λ→ produce Aλ→ dove gli elementi somn indicati con ai,j.
Voglio calcolare (Aλ, λ) = ∑i,j=1n ai,j · λj · λi
Questa sommatoria è detta FORMA QUADRATICA associata ad una matrice.
La FORMA QUADRATICA è un polinomio di secondo grado. Si chiama forma quadratica perché se moltiplico ogni componente di λ→ per uno scalare "s" mi dà s2.