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Linguistica - linguaggio e interpretazione riflessioni filosofiche e ricerca empirica Pag. 1
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Facciamo riferimento al linguista sul campo per un carattere normativo, poichè vuole dimostrare in che maniera

questo lavoro deve essere svolto accettando le condizioni di “olismo e comportamentismo” stabilite dal filosofo,

però non eseguito dallo scienziato.

Per esempio Dummett (1986) vuole asserire che il concetto di linguaggio è importante per quanto concerne la

filosofia, essenzialmente per la teoria del significato, in più ci vuole fare comprendere che la nozione di linguaggio

è domandata, in un certo modo di vedere, per una spoegazione del linguaggio.

Quindi è un consiglio che concerne lo studio empirico del linguaggio, delle persone, di quello che le persone sono

a conoscenza e svolgono.

L’idea per determinati punti di vista è differente, poichè vi è un conflitto tra l’idea di Dummet e la supposizione

tradizionale; infatti nella pratica empirica (esperienza) non serve un senso generale in cui vogliamo distinguere il

linguaggio come per esempio olandese e tedesco siano due lingue diverse, che gli individui sappiano in maniera

parziale o sbagliata.

Per questi motivi queste nozioni non sono affatto utili nell’indagini empiriche sul linguaggio, sulla psicologia.

Dummett pensa che sia fondamentale il concetto del linguaggio quando racchiude elementi sociopolitici, storici,

culturali, teleologico-normativi complicati.

Per esempio lo studio per imparare il linguaggio.

Quando usiamo il linguaggio ordinario asseriamo che un bambino, uno straniero adulto stanno migliorando nell’

imparare l’inglese, però non possiamo stabilire in nessuna maniera quello che sanno di qualsiasi cosa si possa

essere.

Infatti l’utilizzo ordinario non può in nessuna maniera raccontare come questo avvenimento nasca.

Il problema sorge nel momento in cui si vuole dare fiducia ai concetti come l’abuso del linguaggio, le norme

sociali, la pratica sociale, il seguire le regole, le quali soventemente sono messe come se fossero in maniera

comprensibile, mentre sono messe in maniera incomprensibile.

Per quanto concerne di quello detto precedentemente, nella scienza i dati e le indagini hanno una peculiarità

strumentale, poichè hanno una certezza empirica che permette di definire le peculiarità essenziali del mondo nel

campo di un meccanismo di indagine che è iniziato mediante idealizzazioni che sono soventemente implicite.

Secondo Dummett lo studio del linguaggio non serve per l’indagine.

L’idea di Dummett e di altri studiosi che il linguaggio è una pratica sociale pone altri quesiti e diventa

comprensibile nel momento in cui si attua a esempi reali.

La risposta a questo quesito si pensa che sia lo stato inziale della facoltà del linguaggio a racchiudere qualità

concernenti la dipendenza referenziale (teoria del legamento) e che nel momento che determinate scelte siano

stabilite dallo stato iniziale, siano date forme in modo semplice di esperienza.

Quindi possiamo dedurre che i consigli di Dummett e di altri studiosi per quanto concerne la pratica sociale se le

vediamo dal punto di vista letterario parerebbero false secondo gli avvenimenti dell’eseprienza (empirici).

Quando il linguaggio viene considerato come una pratica sociale, Dummett o altri asseriscono che il linguaggio sia

una capacità che può esercitata nelle attività parlando, capendolo, leggendolo, comunicando con se stessa cioà

con la medesima persona.

Quest’idea è in conflitto con l’idea del linguaggio visto come una procedura generativa.

L’avere la capacità di sapere utilizzare una lingua ha due punti essenziali:

1. A mio parere la maniera adatta di determinare lo studio della conoscenza umana, essenzialmente la

conoscenza della lingua, nel campo generale delle scienze naturali, si è provato che sia un metodo utilissimo;

2. E’ nel completo accordo con l’utilizzo frequente preanalitico dei termini esaminati, punto non importante però

non del tutto senza significato.

Mentre il metodo di abilità pratica si è provato che sia del tutto improduttivo.

Ora voglio esaminare il paradigma di Quine della traduzione radicale in cui i linguisti sul campo esaminano che

Jones sorregge la tesi in termini di esame dell’atteggiamento di Jones o della comunità della Giungla si pensa che

sia omogenea; se invece la tesi non sarebbe pensata in maniera disomogenea nemmeno uno dei prodotti è

approvato.

Inoltre Quine ha svolto molti paradigmi che fra lo sono discordanti.

I problemi concernenti i paradigmi discordanti nella letteratura filosofica sono esaminati a differenza di qualche

aspetto della teoria del significato di cui non sappiamo quasi niente.

Se questa idea è adatta, dovrebbe essere efficace a differenza di tutte le altre nostrr funzioni di abilità linguistica, e

Quine ha appoggiato questa argomentazione.

Quine nel momento in cui si riferisce alle idee richieste finisce per asserire che la conoscenza assegnata

all’informatore Jone deve essere costruita in modo essenziale sui dati concernenti il suo atteggiamento cioè con i

dati da lui dichiarati.

Infatti nessun scienziato sarebbe disponibile seguire tale tesi.

Perciò ogni linguista che svolge il suo lavoro in base ai criteri della scienza utilizzerà dati sviluppati dallo studio per

esempio del giapponese per facilitare teorizzare le idee essenziali concernenti la comprensione che Jones ha

della lingua Inglese.

Questa idea è giusta poichè concerne la tesi dello stato inziale che ha un ruolo fisso, bilogico che riproduce i dati

che ha sua disposizione il bambino quando a imparato l’utilizzo della lingua, in maniera identica alle altre lingue.

Quine e tutte le persone che sono state condizionate dal suo paradigma asseriscono, per quanto riguarda il

linguista sul campo, di allontanarsi in maniera totale dai meccanismi delle scienze, esaminado una minuscola

parte a sua collocazione che è d’accordo con i dogmi comportamentistici.

Il medesimo esame potrebbe essere svolto in maniera differente, per esempio il bambino ed il linguista sono

davanti a funzioni del tutto differenti: il bambino impara a conoscere la lingua in modo meccanico, mentre il

linguista cerca di individuare che tipo di abilità il bambino impari e che peculiarità innate nella mente siano

imputabili a questo meccanismo per sviluppare l’abilità.

Se le considerazioni di Quine fossero attuate sarebbero molto più esagerate di questo esempio che ho enunciato.

Inoltre Quine discute sul punto della ricerca del mondo naturale, però privilegia per quanto concerne lo studio

degli esseri umani al di sopra del collo nel momento in cui lo studio sia incominciato dai linguisti in base al

termine.

I percorsi per quanto concernono la tesi della struttura neurale del cervello e la teoria del significato saranno

eliminati dalle condizioni che Quine ha stabilito per quanto riguarda il lavoro del linguista d’accordo con il

paradigma stabilito nella letteratura filosofica.

Forse Quine vuole appoggiare l’evidenza psicologica e quella linguistica a livello epistemologico, ma quest’idea

non può essere difesa.

Ora spieghiamo le due evidenze enunciate precedentemente:

1. Evidenza psicologia quando i dati empirici non racchiudono i dati per la cooperazione di teorie;

2. Evidenza linguistica quando i dati empirici non racchiudono i dati per ragioni di traducibilità generale.

Questo confitto di Quine deve essere posto nelle restrizioni sulle organizzazioni coordinate che riguarda la

descrizione generale ad esempio diversità totale in termini di statuto grammaticale.

Quine finisce per asserire che l’uniformità singolare messa in risalto da questa restrizione dà una traccia di

familiarità fra le differenti lingue, la cui grammatica si va ad adottare alla restrizione valutata.

Inoltre vi sono altri esempio per quanto concerne l’esclusione di accettare che lo studio del linguaggio sia eseguito

nella maniera delle scienze naturali. Per esempio l’articolo di Davidson A Nice Derangement of Epitaphs in cui

esamina la teoria il cui scopo dello studio descrittovo del linguaggio sarebbe creare una teoria in cui si manifesta

una riproduzione di un modello dell’abilità linguistica dell’interprete, in cui noi descriviamo tutto ciò che può

realizzare l’interprete, utilizzando una teoria.

Qualunque persona che si avvicini a questi problemi descritti sulle scienze naturali diciamo che è errato.

Vi è un’enorme diversità asserire che per la tesi un qualunque procedimento nell’interprete equivalga alla teoria.

Quindi gli scienziati che creano una teoria che espone quello che può fare un interprete, in seguito assegneranno

all’interprete determinati funzionamenti rigidi che possegono le peculiarità implicate dall’osservazione esposta.

Successivamente lo scienziato naturale dovrà provare le teorie in un’ampia varietà di dati, ad esempio in termini di

evidenza empirica proveniente da diverse lingue.

L’idea di Davidson ferma questi modi di utilizzare i metodi della ricerca concreta nelle scienze naturali.

Sorge la medesima problematica nel momento in cui Quine, Lewis (1983), Dummett e altri si oppongono ai

liguistici che vogliono assegnare a chi parla e chi ascolta un determinato sistema di regole internazionali ,

individuando in seguito d’accordo con i metodi delle scienze natuturali di individuare se la teoria dell’interprete sia

veritiera o no.

Quindi sorge un problema filosofico in cui vi è un’ampia varietà di atteggiamenti, perciò si conclude che sia

possibile creare teorie infinite adattabili con i dati, però a volte in base alla visione di Quine ci sono dei dati

psicologici che possono valutare se questa teoria possa essere falsa o vera.

Questa tesi è indubbia, per motivi che sono stati provati incominciando dal secolo XVII.-

Il problema di questa toeria può essere visto da un’altra angolazione, cioè il tema dei confini di sintagma.

Ad esempio abbiamo due tipologie di certezza empirica per disporre il confine fondamentale: 1) evidenza

linguistica in cui giovanni esamina la questione, evidenza concernente il collegamento con il referente

giapponese; 2) evidenza concernente la dislocazione intuitiva dei clic.

Facciamo un ipotesi che i clic siano trasferiti nel confine soggetto-predicato, queste soluzioni possono essere

capite come una conferma empirica della struttura SN – V SN.

Inoltre vi possono essere altre notevoli sperimentazioni che possono essere espresse in principio come la

sperimentazione precedente.

Per quanto concerne i confini di sintagma, altri atteggiamenti del linguaggio secondo l’evidenza linguistica, Quine

è ostile ad approvarli, mentre se la medesima conclusione concerne l’evidenza psicologia Quine l’approverà.

I linguisti per quanto riguarda il campo teorico della

Dettagli
A.A. 2013-2014
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher erica.depasquale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof De Filippi Raffaella.