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I FATTORI CHE INFLUENZANO LA GRAMMATICA UNIVERSALE
IL bambino mette le parole che sente in un intreccio di rapporti che sarebbero conciliabili con i fondamenti della
grammatica universale, che quest’ultimi sono le basi di pensiero, linguaggio e sono usuali a tutte le lingue umane.
In più si crede che questi elementi facciano parte di uno schema concettuale, entro alcuni confini durante cui il
meccanismo di crescita linguistica forma uno delle caratteristiche dello sviluppo cognitivo.
Bisogna sapere che i vari fattori che formano lo sviluppo umano racchiudendo i processi di trasformazione
genetica individuati creino dei prodotti avvertiti in stadi più evoluti della crescita cognitiva.
Bisogna considerare nuovamente che si rivelano collegamenti di significato che sono suddivisi in verità di
significato e in verità di fatto. Ad esempio Giovanni ha ucciso Guglielmo, quindi Guglielmo è morto oppure
Giovanni ha consigliato Guglielmo a frequentare l’università, quindi Gugliemo ha deciso a un determinato
momento della sua vita a frequentare l’universita, questi due esempi sono verità di sginificato ma non di fatto.
Però secondo Quine la suddivisione fra verità di significa e di fatto è più incerta, più piena di questioni della sua
suddivisione tra grammaticale e agrammaticale che per lui è decisiva per quanto concerne la ricerca del linguista,
bensi l’idea contraria è giusta.
Quindi la tesi fra principi di verità di significato e verità fatto non si può discutere, poichè concerne solamente un
problema di credenze.
Lo statuto dichiarato come verità di significato o verità di fatto può solemante essere deciso per mezzo
dell’indagine empirica, a questa ipotesi possono essere date idee di molteplice natura, ad esempio le indagini
sull’apprendimento del linguaggio, i mutamenti fra le diverse lingue.
Potremmo quindi formare teorie in diasaccordo fra di loro e proporle a prova empirica (esperienza).
Infatti per quanto concerne la verifica empirica vi sono due tipi di approccio:
1) Le persone che affermano che il collegamento tra persuadere, decidere ecc è di tipo concettuale progetterà la
struttura dei concetti, i loro principi primitivi, i principi per mezzo dei quali questi elementi vengono aggiunti,
collegati ad uteriori sistemi cognitivi ecc.; si vorrà inoltre provare che le caratteristiche del linguaggio, le
caratteristiche dell’apprendimento e utilizzo del linguaggio sono spiegati nella stessa maniera della struttura
innata della facoltà del linguaggio, nella medesima o diverse lingue;
2) Altre persone sostengono che il collegamento concerni una credenza, quindi dovrà avere la funzione di
ampliare una teoria generale su ed in che maniera si stabiliscono le credenze che portano alla conclusioni
adatte in questa circostanza, ma anche in altre circostanze.
Bisogna quindi provare che queste teorie empiriche sono reali?
Vogliamo quindi asserire che la teoria della struttura concettuale innata può essere considerata l’unico metodo
che abbia avuto un risultato, mentre la teorie empiriche per quanto riguarda l’incomprensibilità, problemi aperti
non hanno avuto nessun risultato, se non che vi possono essere dei metodi diversi costruiti sulla stabilizzazione
delle credenze o semantiche non abbiano queste complicazioni.
Possiamo inoltre asserire che l’idea di Putnam che gli esseri umani durante l’evoluzione abbiano un insieme
innato di concetti che racchiudono in sè carburnate, burocrate non decide che lo sviluppo sia stato capace di
anticipare tutte le situazioni accidentali fisiche, culturali, è sbagliata già dall’inzio. Bisogna osservare che per molto
tempo anche l’immunologia ha approvato un idea che presenta delle affinità. Comunque questa teoria potrebbe
essere non vera.
Niels Kaj Jerne ha vinto il premio nobel per le idagine in cui ha cercato di dimostrare che quell’affermazione è
erronea od infondata in base a cui un animale non può produrre anticorpi, se non che abbia prodotta già questi
anticorpi prima che sia arrivato l’antigene.
Le tesi di Jerne in linea di principio potrebbero essere esatte.
Visto che gli argomenti sono simili alle tesi di Jerne potrebbero essere esatti gli argomenti sui significati delle
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parole, sulle parole carburante e burocrate, sui termini della scienza, della matematica, del discorso ordinario.
Quindi anche se ci lascia del tutto sbalorditi la conclusione che la natura ci possa avere dato un insieme innnato di
nozioni, le prove ci hanno datto questa possibilità.
Non è affatto chiara la teoria delle persone come Putnam ed altri che non rifiutano la tesi dell’innatismo.
Infatti non vi è quindi nessuna asserzione che gli anticorpi non si siano formati da risorse non innate dal corpo e
dal suo sistema immutario. Per questo motivo le persone che sorreggono la tesi dell’innatismo non difendono in
effetti quest’idea; ma utilizzano determinate idee sulla natura della mente principalmente sulla facoltà del
linguaggio.
Putnam esegue una contro-idea dell’argomento appena proposto con il sistema immunitario, che secondo lui i
concetti sorgono molte volte dalle teorie, numero di teorie che vi possono essere è infinito, da pensare che
l’ipotesi che lo sviluppo abbia finito anticipatamente tutte le eventualità. La tesi può essere giusta, bensi di poca
importanza.
Inoltre questa ipotesi si rifà all’ipotesi iniziale di Putnam concernente le parole carburnate, burocrate per questi
avvenimenti infatti come per qualunque altra teoria empirica sulle strutture innate, non sono affatto importanti.
Così Putnam al medesimo modo sorregge la tesi “dell’olismo semantico” insieme al principio di Quine in base a
cui la revisione può centrare qualsiasi cosa, fanno si che possano mettere in crisi qualche argomentazione finale
concernete la struttura dei sistemi concettuali, generalmente del linguaggio. Questa teoria potrebbe comunque
essere discussa.
Da questa ipotesi parte un’altra considerazione che i collegamenti semantici possono non essere stabili e fissi che
ciò dipende dal nostro patrimonio genetico.
Però le idee di Putnam non dimostreranno mai che non vi è una struttura semantica, concetturale rigida fondata
sulle proprietà della mente umana.
I problemi concernenti i collegamenti semantici nel linguaggio naturale dovrebbero avere una soluzione secondo
uno studio empirico, secondo Putnam queste prove vi sono e sono comprensibili.
Ora possiamo esaminare l’idea di Davidson, scritta nell’articolo del Nice Derangement of Epitaphs (1986). Infatti
secondo il punto di vista di Davidson questa ipotesi non deve essere approvata per tre motivi essenziali che
Davidson nomina lingua prima o teoria fondamentale.
1) La teoria pricnipale è sistematica poichè l’interprete che ha questa teoria è capace a tradurre le espressioni
linguistiche secondo le loro parti, la loro struttura della medesima espressione;
2) Questo approccio di interpretazione è un patrimonio comune;
3) Gli elementi che creano il sistema sono stabiliti da convenzioni imparate o regolarità
La terza ipotesi non si può sostenere per cause non dipendenti.
Vogliamo affrontare il problema nella maniera posta da Davidson cioè gli elementi che formano il sistema sono
disponibili in anticipo rispetto all’interpretazione.
Per smentire quest’idea di Davidson si può asserie che l’interprete migliora la sua teoria andando a trasformare la
teoria fondamentale in una teoria contingente corrispondente ad una determinata circostanza comunicativa.
Questa teoria contingente 1) non può soddisfare generalmente l’abilità linguistica dell’interprete; 2) non può
formate una teoria di quello che una persona nomina lingua naturale concreta.
Davidon dopo avere esaminato questi avvenimenti sostiene che per un procedimento che porta a separare il
significato da un qualsiasi espressione linguistica non vi è più nessun motivo per nozione di lingua, di una
grammatica, quindi dobbiamo, secondo Davidson, avere la capacità per ogni avvenimento di concordare una
teoria contingente.
Davidson alla fine del conflitto afferma che una teoria contingente in qualche maniera proviene da una teoria
fondamentale che accontenti la prima condizione, forse alcune traduzioni della terza condizione anche se la
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comunità non è d’accordo.
A differenza delle tesi di Davidson possiamo ora ipotizzare che esista una facoltà di linguaggio rigida in cui
rappresenta i dati linguistici visti in un sistema di regole, di principi che danno alle espressioni linguistiche delle
chiarificazioni. Questo sistema acquisito lo definiamo funzionamento generativo.
In accordo totale con il metodo comune vogliamo provare a formare un parser cioè un meccanismo assegnato al
cervello, che racchiuda il procedimento generativo e che produca le espressioni linguistiche esposte in descrizioni
strutturali in un modo che siano tradotte da altre parti delle mente.
Vi è un altro problema che non può essere studiato nella pratica, cioè la realizzazione di un interprete che
racchiuda il parser come una parte essenziale unitamente alle altre capacità della mente, inoltre approvi input
linguistici e input extralinguistici.
Infatti lo studio della comunicazione nel mondo reale dell’esperienza deve convergere con lo studio di questo
interprete, però non è oggetto di ricerca empirica poichè lo studio di ciscuna cosa non sarà mai studio di indagine.
Possiamo così asserire che anche le scienze linguistiche hanno la stessa ipotesi dello studio della comunciazione,
cioè non possono in alcuna maniera essere soggette ad indagine empirica.
Queste ricerche esaminate non sono importanti per il problema dell’esistenza di un meccanismo generativo
internalizzato.
Possiamo così asserire che nessun discorso di Davidson ha importanza per quanto concerne la teoria
fondamentale che forma una parte fissa e variabile dell’interprete.
Durante il suo dibattito Davidson puntualizza alcuni utilizzi sbagliati della lingua. Possiamo esaminare nuovamente
Jones che allo stesso modo della maggiore parte delle persone, dica Hoperfully; well he able to salve that problem
o utilizzi la parola disiterested nel significato di “non interessato”. Diverse persone qualificate ci dicono che questo
utilizzo della lingua è errato, o che è in disaccordo con le regole dell’inglese. In questo caso Jones sta facendo un
utilizzo sbagliato della lingua inglese.
Quindi queste nozioni di abuso della lingua, che possiamo chiamare il senso della comunità, possono essere
essenziali per studiare la sociologia dell’individuazioni di gruppo, dell’autorità ecc, però non sono