Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Linguistica  Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Ilaverlo plasmato no a farne uno strumento linguistico versatile, adatto alla trattazionedegli argomenti più disparati.

• Nella Divina Commedia si possono rintracciare prestiti provenienti dalla grande letteraturafrancese e provenzale, latinismi, forme della poesia siciliana e voci toscane, ma non orentine.

• Al plurilinguismo e al pluristilismo di Dante, che amava miscelare basso e alto, tragico e comico,si è soliti contrapporre il monolinguismo di Petrarca.

• Canzoniere, Petrarca si serve di una lingua selezionatissima, rarefatta, e siNel infatti,mantiene quasi costantemente su un unico registro stilistico

• I versi di Petrarca diventano – oltre che un repertorio di forme, parole, temi e immagini – la primagrammatica dei poeti italiani che vogliono allontanarsi dal proprio volgare municipale.

• Diversamente da Dante e Petrarca, che possono rapportarsi a un linguaggio poetico in buonaparte già formato, Boccaccio non ha alle spalle

Una significativa tradizione di prosa narrativa involgare.

  • Decameron, Per il Boccaccio mette a punto un impasto linguistico che coincide con il fiorentino parlato dalle persone colte, con qualche apertura a forme e parole di altri volgari.
  • Il successo di quest'opera presso i contemporanei si deve soprattutto alla lingua vivace e emozionante delle novelle.

Codificazione grammaticale

La tesi dell'uso del latino come unica lingua letteraria possibile ha ancora molto seguito, ma si avvia al declino.

  • La teoria che vede nella lingua cortigiana lo strumento più adatto a superare la frammentazione linguistica dell'Italia comprende posizioni molto diverse:
  • Mario Equicola rivolge la sua attenzione alla lingua scritta molto latineggiante in uso nella corte di Roma;
  • Baldassarre Castiglione propone come lingua "italiana e comune" quella non solo scritta ma anche parlata dai gentiluomini delle corti italiane, basata sull'antico toscano ma aperta a

Tutte le forme regionali che si erano affermate nell'uso. La posizione definita italiana o italianista, di Gian Giorgio Trissino, sostiene che Dante e Petrarca avevano scritto non in orentino o in toscano ma, appunto, in italiano.

  • I fiorentinisti affermano la naturale superiorità del fiorentino vivo, l'unico adatto a farsi lingua letteraria dell'intera penisola. È questa la posizione che assume anche Niccolò Machiavelli.
  • La tesi classicista e arcaizzante di Pietro Bembo trasferisce dal latino al volgare il principio di autorità: come per il latino Cicerone era il modello della prosa e Virgilio della poesia, così per il volgare bisognava imitare Petrarca (e non Dante) in poesia e Boccaccio in prosa.
  • La proposta bembiana risulta quasi subito vincente.
  • Nella seconda metà del Cinquecento, quando le linee fondamentali della norma bembiana sono ormai ampiamente diffuse e accettate, due letterati fiorentini introducono alcuni

Correttivi alle idee di Bembo, sanando la frattura con la linea orentinista che era stata di Machiavelli.

  • Benedetto Varchi nel suo dialogo L'Hercolano ripropone le idee di Bembo, rivalutando però il orentino parlato dalle persone colte come necessario complemento ai modelli indicati dalla proposta bembiana.
  • Leonardo Salviati nel suo Degli Avvertimenti della lingua sopra'l Decamerone estende il canone degli autori da imitare a tutti i testi orentini del Trecento, inclusi quelli pratici, non letterari.

Fattori di unificazione

Nel corso del Cinquecento l'italiano letterario acquista una sinomia unitaria grazie alle teorie bembiane di fusione delle e alla loro applicazione nella nascente industria libraria. A tal proposito Ludovico Ariosto sottopose "L'Orlando furioso" ad una accurata revisione che portò alla pubblicazione dell'opera in tre edizioni, via via più aderenti alle

per l'istituzione di una lingua comune per la liturgia e la predicazione. La stampa ha contribuito alla diffusione di testi in italiano, rendendo accessibile la lingua scritta a un pubblico più ampio. Inoltre, la letteratura popolare e il teatro hanno contribuito a consolidare l'uso dell'italiano parlato, grazie al successo del melodramma. Tuttavia, nonostante questi fattori, l'italiano parlato rimaneva ancora molto influenzato dai dialetti locali. Solo nel corso del Novecento, con l'istituzione dell'istruzione obbligatoria e l'espansione dei mezzi di comunicazione di massa, l'italiano parlato ha subito un'ulteriore italianizzazione. È interessante notare come, nonostante l'italiano scritto fosse già consolidato grazie alle norme linguistiche stabilite da Bembo, l'italiano parlato abbia richiesto un processo più lungo e complesso di standardizzazione. Oggi, l'italiano parlato è ampiamente diffuso e utilizzato in tutto il paese, anche se i dialetti locali continuano ad avere una forte presenza e influenza nella comunicazione quotidiana.

Per la diffusione di una letteratura devota di largo consumo.

  • Quello dei testi devozionali è solo uno dei loni della "letteratura di consumo".
  • L'etichetta di letteratura di consumo si applica a una molteplicità di testi accomunati dal pubblico al quale si rivolgono: una vasta platea di lettori scarsamente alfabetizzati, ma comunque in grado di leggere.

Il fenomeno della letteratura di consumo esplode, però, tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, con l'affermazione del romanzo.

  • La necessità di soddisfare la domanda crescente di un pubblico così vasto è all'origine di un tratto comune a tutti i romanzi che fanno registrare alte tirature: la serialità, ancora oggi i nostri romanzi che si manifesta non solo negli intrecci e nella caratterizzazione dei personaggi, ma sono le serie tv, anche sul piano linguistico.

Nel Seicento, la Commedia dell'Arte - basata su un

soggetto prestabilito o canovaccio, che lascia ampio spazio all'improvvisazione - ricorre alla caratterizzazione idiomatica di personaggi convenzionali: le maschere.

Carlo Goldoni parlato teatrale: A si deve l'invenzione (o reinvenzione) del una lingua composita che accoglie, nelle sue opere in italiano, regionalismi, forme dialettali non plebee, modi colloquiali toscani, parole auliche e anche francesismi, c'è una lingua composita. Nelle sue commedie ci si toglie la maschera ed entra in gioco il parlato.

Molto diversa, perché legata alla tradizione lirica petrarchesca e quindi di registro elevato, è la lingua del melodramma.

Si tratta di un genere che nasce alla fine del Seicento, ma tocca il vertice della sua popolarità nell'Ottocento, soprattutto con il successo delle opere verdiane, di use anche presso un pubblico medio-basso grazie alle esibizioni, fuori dai teatri lirici, di cori o complessi bandistici ed

strumentisti come i suonatori di organetto e sarmonica.

L'Unità d'Italia

Con la proclamazione del Regno d'Italia e le successive annessioni di Veneto e Friuli (1866), Roma (1870), Trieste, Gorizia e Trentino-Alto Adige (1918) l'Italia raggiunge sostanzialmente il traguardo della unificazione politica; resta ancora lontana, invece, l'unificazione linguistica.

L'italiano letterario che si è sviluppato e di uso a partire dalla seconda metà del Cinquecento è un patrimonio condiviso da una ristretta cerchia di intellettuali: la gran parte della popolazione parla unicamente il proprio dialetto ed è per lo più analfabeta.

Il nuovo assetto politico centralistico, tuttavia, e l'emergere di nuove condizioni demografiche, economiche, sociali e linguistiche innescano un cambiamento che porta gradualmente alla formazione della lingua nazionale.

I fattori principali che nel tempo hanno contribuito all'unificazione linguistica sono:

I principali fattori che hanno contribuito alla formazione di una coscienza linguistica sono stati:

  1. La creazione di un apparato amministrativo e burocratico unitario;
  2. L'istituzione della leva obbligatoria nazionale;
  3. L'urbanizzazione; nel 900 le città diventano dei grossi poli industriali e diventano un modo per far sì che le persone possano uscire dalla ristretta vita delle campagne e farsi vedere al mondo.
  4. L'industrializzazione; fenomeno importante che permette un contatto perché si sviluppano più luoghi di incontro, si pensi all'importanza dei caffè che avevano una funzione di ritrovo (anche se si pensa ai bar). Principio di emulazione -> consapevolezza che quel luogo fa sì che io sviluppi certe competenze.
  5. L'azione della scuola, che porta progressivamente alla riduzione del tasso di analfabetismo;
  6. L'emigrazione interna ed esterna; andare alla ricerca di nuovi posti che ci permettono di comunicare.
L'incontro e il dialogo di persone diverse è fondamentale. La nascita di nuovi mezzi di comunicazione capaci di raggiungere un pubblico molto vasto (la radio, il cinema sonoro, la televisione). Scuola e alfabetizzazione Con l'unità d'Italia il problema dell'adozione e della diffusione di una lingua nazionale diventa per la prima volta una questione politica. - Nel 1868, il ministro della Pubblica istruzione Emilio Broglio nomina una commissione, presieduta da Manzoni, perché elabori proposte in tal senso. Manzoni riuscì a dare una sorta di modello da seguire con i promessi sposi, dopo di questa l'italiano è riuscito a prendere sembianze di quello che è ancora oggi partendo dal fiorentino. - Manzoni presenta al ministro una relazione in cui espone gli aspetti principali della sua proposta: uno dei punti fondamentali è proprio il ruolo della scuola. - Solo dopo l'estensione al territorio nazionale.della legge Casati e l'emanazione della legge Coppino inizia a formarsi il sistema scolastico nazionale e viene introdotto il principio dell'obbligatorietà dell'istruzione elementare. Manzoni scriverà una lettera e con questa farà sì che la scuola diventi il modello in cui poi diffondere la cultura della lingua italiana. Da allora in poi si riduce progressivamente l'analfabetismo. La scolarizzazione procede però con ritmi diversi: più rapida al Nord, al Centro e in generale nelle città, più lenta nelle regioni meridionali e nelle zone rurali. Manzoni dà comunque un contributo decisivo all'apprendimento della lingua italiana sui banchi di scuola grazie al successo dei Promessi sposi, che diventano un caposaldo nella formazione della coscienza nazionale. Ci sono opere che diventano dei modelli, si pensi come ancora oggi si parli di Pinocchio. In questa prospettiva si deve considerare.La fortuna di libri per l'infanzia come Pinocchio di Carlo Collodi.
Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher beccaaaa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Guasconi Eleonora.