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FONOLOGIA E STUDIO DEI SUONI
Fonologia e fonetica si occupano dello studio dei suoni.
La base della fonetica è il fono, ossia il suono. Tutti i suoni prodotti dall’apparato fonatorio (faringe, laringe,
palato, lingua, denti, naso). Suono è diverso da rumore. Studia le caratteristiche del suono: come si producono,
come si propagano e come li percepiamo. Alcuni suoni in alcune lingue hanno valore linguistico, in altre sono
rumori (click o suono ingressivi tipici di alcune zone della Repubblica Sudafricana. Ci sono suoni bilabiali che
assomigliano a dei baci e che sono consonanti). Studia l’aspetto fisico del fono.
La fonetica articolatoria studia quindi come i articolano i suoni e com’è fatto l’apparato articolatorio umano: l’aria
è emessa dai polmoni, sale lungo la trachea, attraversa la laringe (sede delle corde vocali). Dopo aver superato la
faringe, l’aria giunge alla cavità orale o nasale ed esce dalla bocca o dal naso.
Il flusso d’aria può essere egressivo (l’aria esce), oppure ingressivo (l’aria entra). Ci sono organi articolatori: pliche
vocaliche, palato molle, mandibola, lingua e labbra che possono modificare il flusso d’aria e ottenere suoni diversi.
Per classificare i suoni ci sono 3 parametri: modo di articolazione, punto di articolazione, sonorità. I vari organi
della fonazione (labbra, lingua, velo palatino) possono essere posizionati in modo diverso nella produzione di un
suono. Sono detti modi di articolazione (posizione degli organi).
Il flusso d’aria necessario per produrre un suono può essere modificato nei punti di articolazione (labbra, denti,
alveoli, palato, faringe,…).
La sonorità è data dalle corde vocali: se vibrano si ha un suono sonoro, se non vibrano un suono sordo.
La fonologia si occupa di capire quali suono dell’apparato fonatorio fanno parte della grammatica mentale del
parlante. Alla base della fonologia ci sono i fonemi, ossia la più piccola unità di suono che ha valore distintivo.
Si parla di coppie minime, ossia coppie di parole di significato diverso che hanno tutti i suoni uguali nella stessa
posizione, tranne 1 (palla e balla). P e B sono 2 fonemi della lingua italiana. È qualcosa di astratto, immagine
mentale che mira alla competenza. I fonemi sono infiniti, ognuno pronuncia la parola in modo diverso.
Il flusso d’aria necessario per produrre un suono può essere modificato in punti dell’apparato vocale chiamati
punti di articolazione.
L’alfabeto fonetico internazionale risponde all’esigenza di usare gli stessi simboli per gli stessi suoni in tutte le
lingue.
La R francese è uvulare, quella italiano è alveolare. La R francese è molto profonda, prodotta a livello dell’ugula.
/r/ (fonema R) può corrispondere a [r] o a [R]. una è la r italiana, una francese. Se un francese usasse la sua R
mentre parla in italiano, gli italiani lo capirebbero uguale (non cambia l’immagine mentale). Con un cinese che
invece pronuncia questa lettera come L è più complicato, poiché in Italia c’è sia la R che la L.
R e r sono quindi foni e non fonemi, poiché sebbene i suoni siano diversi l’immagine mentale non cambia.
Le lettere aspirate tipo toscane non sono fonemi, ma varianti. Non distingue i significati. In inglese invece sì
(thanks, tanks).
I suoni possono essere classificati in 3 classi: consonanti, vocali e semiconsonanti. Nella produzione di vocali l’aria
non incontra ostacoli, esse sono sempre sonore. La cavità orale è massimamente aperta per produrre una vocale
come [a] e massimamente chiusa per vocali come [i] e [u].
Per produrre una consonante l’aria viene bloccata o passa attraverso una fessura molto stretta.
Le semiconsonanti condividono proprietà delle vocali e delle consonanti.
Vocali, semivocali, nasali e liquide sono sonoranti. Tutte le sonoranti sono sonore. Quelle non sonoranti sono
dette ostruenti ed incontrano ostacoli.
L’italiano ha selezionato circa 30 suoni.
Nella stessa casella il suono a sinistra è un suono sordo, quello a destra è sonoro. Se c’è un solo suono è sonoro.
In italiano solo le vocali possono fare l’allungo della sillaba, solo le vocali hanno valore sillabico. In inglese anche le
consonanti nelle sillabe atone (consonanti sonore). In lingue come il serbocroato, anche le sillabe toniche possono
avere valore sonorante.
Modi di articolazione:
Le occlusive derivano da un’occlusione momentanea dell’aria a cui segue una specie di esplosione [p, b, t, d, k, g].
Sono i suoni più diversi dalle vocali. Il bambino le impara per prime.
Fricative: l’aria passa attraverso una fessura stretta, si possono prolungare [f, v, s, z, ʃ]
Affricative: iniziano con un’articolazione di tipo occlusivo e terminano con un’articolazione di tipo fricativo [ts, dz,
ʧ, ʤ]. Consonanti miste. Ini italiano sono 4, inglese 2 (ʧ, ʤ).
Nasali: il velo palatino si posiziona in modo da lasciar passare l’aria attraverso la cavità nasale [m, ɱ, n, ɳ, ɲ].
Liquide: possono essere: laterali alveolari (la punta della lingua tocca i denti, il resto rimane bassa e l’aria fuoriesce
dai lati della lingue. [l]); laterali palatari [ʎ]; liquida vibrante (tocca ad intermittenza [R]).
Vibrante: c’è una vibrazione all’apice della lingua [B] o dell’ugola [R]. La [r] italiana è polivibrante.
Approssimanti: gli organi articolatori si avvicinano senza toccarsi [j, w] (semiconsonanti). In italiano [i, u] sono
semiconsonanti quando precedono vocali toniche, semivocali quando seguono una vocale tonica.
Le doppie non allungano ma rinforzano.
Luoghi di articolazione:
L’italiano usa 7 punti di articolazione: non ci sono consonanti interdentali, uvulari, faringali o glottidali.
1. Bilabiali: sono prodotto da un’occlusione [p, b, m]
2. Labiodentali: il suono attraversa una fessura formata dagli incisivi superiori appoggiati al labbro inferiore [g, v,
ɱ]
3. Dentali: parte anteriore della lingua tocca la parte interna degli incisivi [t, d].
4. Alveolari: la lingua si avvicina senza toccare gli alveoli per suoni come [s, z, ts, dz]. Tocca gli aveoli per [n, l, r].
5. Palato-alveolari: la lingua si avvicina agli alveoli ed a il corpo arcuato [ʃ, ʧ, ʤ].
6. Palatali (o anteriori): la lingua si avvicina al palato [ɲ, ʎ, j]
7. Velari (o posteriori): la lingua tocca il velo palatino [k, g, w].
[s] sorda= sasso
[z] s sonora= rosa. Variante della s sorda. Razza e razza-> con la sorda è razza umana, con l’altra il pesce.
In inglese ci sono consonanti interdentali (Think). Anche la H aspirata (horse). Esistono anche consonanti uvulari,
faringali e glottidali che sono suoni ancora più indietro (h- fricativa glottidale. R francese- liquida uvulare).
In spagnolo le occlusive sonore diventano fricative quando si trovano tra due vocali. Non sono fonemi ma varianti,
usate per pronunciare meglio.
In toscano, quando due lettere si trovano tra due vocai diventano deboli (c->x- fricativa velare sorda).
Fricativa bilabiale del tedesco-> f di pfeffer.
Fungo- la n diventa nasale velare (come quella di sing), non ha valore fonematico. Diversa da n di dente.
Inferno- n che sembra un po’ una M (nasale labio-dentale).
I suoni possono essere semplici o geminati [tt, dd, kk]. La lunghezza di un suono è indicata da un suono simile ai
due punti [t:, d:].
Il simbolo IPA per l’accento è [‘] posto prima della sillaba accentata [‘kaza, lamp’pjone]. In IPA non esistono
maiuscole e non si segnano gli apostrofi [l’amico= la’miko].
Le vocali sono presenti in tutte le lingue, ma alcune vocali non vengono scritte. I suoni vocalici consentono il libero
passaggio dell’aria (parte dai polmoni, arriva alla laringe ed esce, non incontra ostacoli).
Tutte le vocali sono prolungabili e continue (le consonanti sono continue o momentanee). Le vocali sono sonare
(fanno vibrare le corde vocali). Le vocali hanno sempre valore sillabico (possono costituire il nucleo della sillaba. La
sillaba fa parte della GU). Le consonanti in italiano hanno valore sillabico. In altre lingue alcune consonanti (dette
sonoranti) si avvicinano alle vocali (l, r, m, n).
Bottle-> [bɔ-tl]. Nella prima sillaba l’accento cade su “o”, nella seconda su “l” (costituisce il nucleo della sillaba,
funge a vocale). TL è sillaba atona.
In serbocroato esistono parole come TRST (Trieste) in cui non ci sono vocali. Il nucleo della sillaba è R. in italiano
solo le vocali hanno valore sillabico. Tante sono le vocali, tante sono le sillabe (oceano ha 4 sillabe).
Iato: incontro di vocali (oceano).
Dittongo: semivocale+ vocale
Trittongo: miei [mjei]
In italiano le vocali con valore distintivo sono 7. Al sud c’è un sistema pentavocalico (influenzato dallo spagnolo).
Ci sono tante coppie minime (pésca-pèsca, vénti-vènti). E ed è sono la prima coppia minima. Anche O ed HO
(bòtte-botte, corsa-còrsa). Cera- c’era (in fonosintassi, più di una parola), loro- l’oro.
Si distinguono in base all’apertura o alla chiusura della cavità orale. Quando la cavità orale si chiude (i, u), il dorso
della lingua tende ad andare verso il palato duro o verso il velo palatino (molle). In base a ciò le vocali si dividono
in anteriori (palatali), centrali o posteriori (velari).
Le vocali possono essere alte (o chiuse), basse (o aperte), o medie (divide in medio-alte o medio-chiuse).
In quelle basse la lingua rimane bassa e la cavità orale è massimamente aperta (emesse dal bambino quando
piange). Il bambino impara poi quelle chiuse (i, u). Solo la A è centrale. Forma triangolare che riprende la forma
dell’apparato fonologico. posteriori
centrali
ʉ ɯ u
ɨ ʊ
ɵ
ə
œ
Vénto- venticéllo. Sotto accento (sillaba tonica) abbiamo 7 vocali, in sillaba atona abbiamo 5 vocali. In fondo alla
parola, la vocale non può essere aperta perché è atona.
Schwa: vocale distinta. Non è né alta né bassa, né anteriore, né posteriore. Non esiste come fonema. Non ha
valore distintivo in italiano, ma in inglese sì.
Esistono vocali miste, ossia formate da due vocali come quelle tedesche con l’umlaut, in francese, ecc. ü, ö,…
Parametri da considerare: apertura della cavità orale e posizione della lingua (anteriorità/ posteriorità).
Omofoni: parole che si pronunciano allo stesso modo. Omografi: parole che si scrivono allo stesso modo (pesce/
pesca).
In un sistema coerente un suono corrisponde a un segno e viceversa. Italiano incoerente: E-> e/Ɛ; k-> c, q. Ha 2 o 3
simboli per un suono: ɲ= gn; ʧ= ci; ʎ= gli.
Tutte le lingue hanno incoerenze.
Suoni geminati= doppie.
Confini= confine di morfema (+). Veloce (+) mente.