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CINEMA DIGITALE
Il passaggio dall'immagine analogica a quella digitale, che consente di intervenire non solo in fase di post-produzione ma anche durante le riprese, ha introdotto nuovi parametri espressivi nel linguaggio cinematografico e sta trasformando radicalmente l'intero processo produttivo e distributivo. La storia del cinema digitale cominciò con alcuni contatti occasionali con le nuove tecniche di computer graphics nate negli anni '60. La data del primo incontro tra queste due realtà è il 1968, anno dell'uscita di "Odissea nello spazio" del regista americano Stanley Kubrick, che per primo decise di esplorare le potenzialità del computer avvalendosi dell'aiuto di Douglas Trumbull e di John Whitney sr. Tuttavia lo sviluppo della computer animation (la tecnica che consente di produrre immagini e sequenze animate generate dal computer) troverà una propria collocazione nel mondo della pubblicità, della grafica televisiva e.Della ricerca scientifica. I contatti tra il mondo del cinema e quello delle tecniche digitali rimasero piuttosto limitati sino agli inizi degli anni '90, quando si registrò una vera esplosione di produzioni cinematografiche che impiegavano i computer sia in fase di ripresa che per la post-produzione (ovvero per il montaggio e per gli effetti speciali inseriti digitalmente in un secondo tempo).
Gli alti costi e le tecniche ancora elementari relegarono le immagini di sintesi al ruolo di accessorio complementare della narrazione, oppure di strumento per la realizzazione di modifiche nella registrazione della realtà, il cosiddetto "effetto speciale": è il caso, per esempio, del fantasma che scende dalla vetrata nel film The young Sherlock Holmes, opera di John Lasseter che firmerà più tardi Toy Story, Abyss, Predator, Le Grand Bleu o anche gli effetti di e. Un esempio in negativo è quello di , dove Luc Besson aveva commissionato la soggettiva.
sintetica di un delfino che nuota sott'acqua ma il problema venne poi risolto utilizzando un animale addomesticato. Man mano che le nuove tecniche venivano introdotte, la spettacolarità delle sequenze veniva sostituita da un uso più complesso della risorsa digitale, che consentiva di intervenire nello sviluppo del soggetto e della narrazione vera e propria. Così è stato per Terminator 2 (1991) di James Cameron, grazie all'innovazione tecnologica del morphing, che rappresentava visivamente la trasformazione della materia. Un altro filone è quello dei film d'animazione, le cui specifiche linguistiche e la durata ridotta permisero di valorizzare, fin da subito, le iniziali limitazioni tecniche e di contenere i costi. Già alla fine degli anni '80, la Disney produsse Oilspot and Lipstick, inconfondibile per lo stile ma realizzato con le nuove tecnologie computerizzate. Dai primi esperimenti nacque
Un'équipe stabile chetecniche, la Walt Disney Pictures CGI Department, con la quale vennero create le sequenze piùLa Sirenetta La Bella e la Bestia Tarzansignificative di film come (1991), (1992) e (1999).
Accanto al colosso Disney nacquero in pochi anni case di produzione come la Pixar o come quella fondatada Steven Spielberg e George Lucas. Alla fine del '900 si può parlare di "fotorealismo digitale" conmacchine sempre più sofisticate che sono in grado di cambiare la realtà in tempo reale: un paesaggioinnevato si trasforma in un panorama estivo, un attore giovane invecchia in pochi secondi, il pontedeserto di una nave si riempie di persone filmate altrove e poi "moltiplicate" nel numero, come èTitanicaccaduto in di James Cameron. Le nuove tecnologie stanno gradualmente sostituendo i ruoli e lefasi del processo produttivo del cinema tradizionale. La produzione e la post-produzione sono semprepiù vicine: il
supporto digitale permette di intervenire sul girato durante le riprese, reti e satelliti accorciano le distanze nelle fasi di lavorazione, mettendo in contatto operatori ed équipe di lavoro. visual digital effects supervisor Nascono nuove figure professionali come il supervisore agli effetti speciali: più specializzato dei tecnici tradizionali, è indispensabile al regista e, secondo alcuni, studios virtual set destinato a sostituirlo. Anche gli set cinematografici si trasformano: i set fisici riducono gli spazi perché esiste la possibilità di creare scenografie "virtuali" e di inserirvi poi gli attori che recitano. Gli attori stessi possono essere virtuali, modelli digitalizzati, animati dal regista al computer.STORIA DEL CINEMA
Société Lumière Cinématographe L'invenzione della cinematografia per la ripresa e proiezione di pellicole, detta cinepresa, fu depositata a Parigi il 13 febbraio 1895 e resa pubblica il 28 dicembre del medesimo anno. A quellaprimaL'Arrivo del treno alla stazione di Laproiezione, i Lumière presentarono alcuni brevi filmati (fra cuiChotat L'Uscita degli operai dalla fabbrica Lumièree ) che incontrarono il gusto del pubblico erichiamarono l'attenzione della stampa. Nel corso del 1896 in molte città e Paesi europei furonoorganizzate proiezioni cinematografiche, prima occasionali, poi continuative e stabili. Il fenomeno sidiffuse anche negli Stati Uniti, dove peraltro era già presente il Kinetoscopio di Thomas Alva Edison eWilliam Dickson, un apparecchio per una visione individuale delle immagini semoventi. Alla fine del XIXsecolo, il cinematografo divenne pratica abituale e diffusa di intrattenimento popolare, tanto che sicominciarono a costruire o ad adattare apposite sale di spettacolo con una programmazione regolare.Per attirare il pubblico si trattava di rendere più spettacolari le brevi scenette ideate dai Lumière. Lospettacolo venne allungato con
Numerose sequenze molto diverse tra loro; alle scene di vita reale L'innaffiatore innaffiato subentrarono brevi comiche (che gli stessi Lumière avevano anticipato con), microdrammi, episodi storici o fiabeschi. Su questa strada si pose Georges Méliès, un prestigiatore e Cinématographe uomo di teatro che vide nell'invenzione del uno strumento straordinario per valorizzare un'ampia serie di trucchi ottici. Fra la fine dell'800 e l'inizio del '900 egli realizzò alcune Il viaggio sulla luna I 400 colpi del diavolo Alla centinaia di film a trucchi, come (1902), (1906), conquista del Polo (1912), che sono fra le opere più interessanti, geniali e poetiche del primo cinema. Agli inizi del '900, alle proiezioni di film nei paesi durante le fiere, si affiancarono ben presto sale sempre più grandi e attrezzate nelle principali città. Nacquero le prime vere case di produzione in Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna,
Italia e altri Paesi europei, che si avvalevano di attrezzature tecniche perfezionate e di collaboratori specializzati e qualificati: fotografi, operatori, scrittori e giornalisti, commediografi e attori ma anche musicisti (il cinema era muto ed era accompagnato in sala da musiche appositamente scritte). Nel volgere di un ventennio, dal 1895 allo scoppio della prima guerra mondiale, la produzione cinematografica mondiale contava migliaia di film di ogni genere e qualità che i produttori indirizzavano verso un pubblico prevalentemente popolare. Per coinvolgere la borghesia e le classi sociali più colte, essi cominciarono a produrre film che attingevano alla letteratura, al teatro, alla storia, alla leggenda, al mito e scritturarono letterati per le sceneggiature e famosi artisti teatrali per la recitazione (ad esempio, L'assassinio del duca di Guisa, 1908), prodotto dalla Film d'Art di Parigi, diretto da Charles Gustave Antoine Le Bargy e André Calmettes.
scenario di Henri Lavedan, interpretato dallo stesso Le Bargy, da Albert Lambert, Gabrielle Robine, Berthe Bovy, tutti attori della Comédie Française, e musicato da Camille Saint-Saëns). Per fare concorrenza alle altre forme di spettacolo, si cominciarono a realizzare film di lungometraggio della durata di una o due ore, che presentavano una struttura narrativa più articolata e complessa dei film precedenti, che raramente superavano i venti minuti. L'esempio più artisticamente compiuto, per ricchezza di spettacolo e contenuti culturali, si ebbe nel 1914 con Cabiria, prodotto e diretto da Giovanni Pastrone per l'Itala Film, una delle più prestigiose case di produzione di Torino, per il quale era stato ingaggiato Gabriele D'Annunzio per il soggetto e le didascalie (in realtà rielaborate da Pastrone) e Ildebrando Pizzetti per la partitura musicale: un film di tre ore che segnò una tappa fondamentale nella storia dello
spettacolocinematografico e fu attentamente studiato e imitato soprattutto negli Stati Uniti, a Hollywood, dove il cinema americano aveva trovato la sua nuova sede. Hollywood si impose ben presto come modello dell'industria cinematografica, fondato sul duplicestudio system star systemprincipio dello e dello , cioè del sistema produttivo integrato delle grandicase (dalla realizzazione dei film alla loro distribuzione e all'esercizio cinematografico) e del sistemadegli attori-divi, legati per contratto a una singola casa e identificabili in larga misura con alcunipersonaggi di grande popolarità. Dopo la prima guerra mondiale, che vide la crisi del cinema italiano, l'affermazione internazionale di quello hollywoodiano e il sorgere di importanti cinematografienazionali, come la francese e la tedesca e soprattutto la sovietica, il cinema venne ad assumere un ruolofondamentale nella vita sociale e culturale del mondo occidentale. A Hollywood si affermarono registiEattori di grande valore come Charlie Chaplin, Erich von Stroheim, Buster Keaton, David Wark GriffithNascita di una nazione Intolleranza(che negli anni '10, con e , aveva posto le basi del nuovo linguaggiocinematografico) e si intensificò la produzione di film di genere, spettacolari, di successo commerciale.
In Francia si assistette alla nascita del cinema d'avanguardia e all'esordio di registi come René Clair eJean Renoir. In Germania, il movimento espressionista diede vita a film di forte tensione psicologicaIl Gabinetto del dottor Caligaricon Robert Wiene, ( , 1919) Ernst Lubitsch, Friedrich Wilhelm Murnau,MetropolisFritz Lang ( , 1926), Georg Wilhelm Pabst. Dopo la rivoluzione, in Unione Sovietica, conLa Corazzata Potëmkin La MadreSergej Michajlovic Ejzenstejn ( , 1925), Vsevolod Pudovkin ( , 1926),Dziga Vertov, Aleksandr Dovcenko il cinema divenne uno strumento di acculturazione e di propaganda.
Alla fine degli anni '20, anche sul piano della
o un'arte a sé stante. Grazie all'utilizzo di immagini in movimento, suoni, musica e dialoghi, il cinema è in grado di raccontare storie in modo unico e coinvolgente. Attraverso la regia, la fotografia, il montaggio e gli effetti speciali, il cinema crea un'esperienza visiva e sonora che può trasmettere emozioni, suscitare riflessioni e stimolare l'immaginazione dello spettatore. Inoltre, il cinema ha la capacità di rappresentare la realtà in modo realistico o di creare mondi fantastici e surreali. Può essere un mezzo di denuncia sociale, di esplorazione psicologica o di puro intrattenimento. Grazie alla sua natura visiva, il cinema è in grado di comunicare in modo universale, superando le barriere linguistiche e culturali. In conclusione, il cinema è un'arte che combina diverse forme di espressione per creare un linguaggio autonomo e unico.