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•NEPOTEM
nasale seguita lingua italiana
riduzione) benzinaro
da Se la vocale si
•occlusiva Nei futuri di
Di trova in sillaba
velare (gu) prima
Ti libera e non in
•affricata, coniugazione notaio
Migliore una consonante
nasale, laterale con infinito in benzinaio
Nipote da luogo al
palatale (ge, are
gn, gl) dittongo IE
•amarò proven
•amarei gono dalle
molto usato in vocali brevi
nomi di latine E O
mestieri e
amerò quando si
professioni
amerei trovano in
sillabe libere
Questi elementi base costituivano il tipo linguistico fiorentino e grazie al prestigio di Firenze cominceranno a
penetrare nelle scritture in volgare degli altri centri italiani che, connotati localmente, cominceranno ad
avvicinarsi alle caratteristiche del volgare fiorentino fino ad assumerle.
2. Fisionomia dell’italiano tradizionale: alcune differenze grammaticali
La lingua italiana rimane stabile nella struttura nel corso dei secoli mentre quella francese non ha stabilità
ma neanche immobilità assoluta e quella inglese conosce un distacco dalla lingua d'origine.
Tuttavia l'italiano vedrà piccole mutazioni e cambiamenti morfologico-sintattici (come quello nella categoria
grammaticale dell'articolo determinativo) non nell'uso ma nella forma.
Articolo Pronomi Polimorfismo Paraipotassi
determinativo personali Ricca pluralità di forme
tònici (accentati: di' verbali che deriva dalla Frequente
a me)
Oggi il-i e lo-gli necessità del poeta di
àtoni (non nell'italiano antico
costruire un verso
accentati:dimmi) rispettando i limiti imposti
dagli schemi della metrica.
clìtici quando si indica la convivenza
appoggiano alla di coordinazione (o
Nell'italiano antico • i verbi ausiliari e servili
parola che segue si paratassi) e
'l-i e lo-gli o li hanno modi irregolari
ha pròclisi (mi dici subordinazione (o
(puote, pote, può, pò di
l'ora?), alla parola ipotassi)
orig. sicil.)
che precede si ha • nell'imperfetto
l'ènclisi (dimmi indicativo delle la subordinata
l'ora).
il 'l -i si usavano coniugazioni in -ere e -ire procedeva la
quando precede la -v- tende a cadere principale
parola che finisce in L'ènclisi si (vivea, sentia, andarò, collegandosi ad essa
vocale e segue manifesta: anderò) con -e-
parola che • nella terza persona
comincia per •a inizio assoluto del plurale del passato
periodo;
consonante remoto debole alle
•dopo le congiunzioni
semplice. desinenze fiorentine del
e, ma;
lo-gli o li si usavano XIII sec. (portaro) si
•dopo una
in tutti i casi. affiancano quelle del XIV
subordinata cui
segua il verbo della (portarono) portano
principale; l'accento sulla desinenza;
L'ènclisi libera le forme forti oggi
rimane nella lingua conservano la
letteraria fino al XIX terminazione in -ero
sec. e oggi in certe (dissero) portano
forme di annunci l'accento sulla radice del
commerciali verbo.
(vendesi). • al condizionale
antico in -ei si
affianca quello in -
ia (avria) formatosi
nell'aria
meridionale
mentre quello
formatosi
nell'attuale Firenze
lo siamo ancora
oggi (avrebbe)
POLIMORFIA
L'italiano antico mostrava una notevole varietà di forme: (soprattutto verbale) cioè una
letterario ha conosciuto una storia separata per
ricchezza di forme dovuta soprattutto al fatto che l'italiano
la prosa, e una per la poesia
evolutasi più rapidamente, che fino al Manzoni ha conservato tanti tratti
dell'italiano antico funzionali alla scrittura poetica.
3. Fisionomia dell'italiano tradizionale: formazione delle parole e lessico
L'italiano è cambiato anche nel lessico, nella forma e nel significato: alcuni suffissi non sono più produttivi
come nell'italiano antico:
• produttività di -mento diminuita
nella lingua contemporanea la è (molte parole sono state sostituite
da corradicali con suffisso diverso: domandamento, domanda).
• Dalle uscite in -antia, -entia e -anza a seguito dell'esposizione all'influsso francese e provenzale
abbiamo rimembranza, allegranza oggi rimaste come una sorta di arcaismo (ma è possibile ritrovarle
anche in Leopardi).
Con il passare del tempo la lingua si avvicinerà di più alla lingua dell'uso che a quella della tradizione
letteraria (con Pascoli).
I serbatoi della lingua scritta e dell'italiano
Capitolo terzo La storia della lingua è
intrecciata a quella della
cultura così come lo
sviluppo della lingua
letteraria è legato a
quello della lingua
comunemente usata.
1. Ceti e centri produttivi del volgare nel medioevo
L'Italia, a differenza di Francia, Spagna, e Inghilterra è arrivata tardi all'unità politica, così per lunghi secoli né
di uno stato unitario.
la né lingua comune né la lingua letteraria hanno avuto l'appoggio
frammentazione politica dialettale lingua
Alla si aggiungeva quella che Dante rapportò all'idea di una
letteraria comune.
Il ruolo della scuola
I. Diffonde la lingua e la codifica
II. Insegna a scriverla
III. Riduce la variazione degli usi parlati mirando a una standardizzazione
La scuola nel Medioevo
grammatica si identifica con il latino
La nel Medioevo che era l'oggetto dello studio scolastico.
Scuola elementare
L'istruzione elementare si fondava su libri di grammatica latina e abbecedari;
Scuola di indirizzo professionale, l'agenzia mercantile,
il suo sbocco era venivano impartite nozioni di
aritmetica, cartografia e geografia, in lingua volgare.
Scuola di grammatica e logica
cultura latina
Introduceva alla e al mondo dei chierici e poteva essere proseguita con l'iscrizione
all'università.
Università consolidare la
Poco numerose e internazionali nella composizione di docenti e studenti, permettevano di
facoltà superiori: diritto
conoscenza del latino e studiare retorica, logica e filosofia e di accedere poi alle
civile e canonico, medicina e teologia.
Scuole notarili retorica leggi del giurista
Da queste scuole usciva la figura professionale del notaio, si studiavano la e le
accademico in latino, atti di vendita, esposti
la lingua in cui sarebbero stati stesi gli che sarebbero stati però
volgare. bilingue,
in Il notaio era quindi mentre il mercante era legato al mondo del volgare.
Tra i notai ricordiamo della scuola poetica siciliana, Stefano Pronotaro e Brunetto Latini.
Giacomo da Lentini
più antico testo in volgare toscano che si conosca: Il Conto navale Pisano
Dei Mercanti ricordiamo il (XII sec),
note di diario e libri di ricordanze.
Placito Capuano
Il è invece tra i primi documenti (960-963) di volgare italiano scritti in un linguaggio che vuol
essere ufficiale e dotto.
Rinascita umanistica del latino classico
XV sec. latino medievale, strumento comunicativo aperto a numerosi
Diversa cosa dal latino classico era il uno
compromessi con i diversi volgari.
Premettendo che non esistevano né libri per l'infanzia né l'editoria scolastica, gli alunni studiavano in classe
i libri che avevano a casa:
I. A Venezia romanzi cavallereschi come l'Orlando Furioso oppure operette morali come il Fiore di virtù,
di autore ignoto.
II. A Firenze ci si alfabetizzava su Petrarca, Boccaccio e Dante.
III. XVII sec. A Milano si evidenzia la figura dell'arcivescovo Federico Borromeo che organizzò scuole per
il popolo. Egli per assicurare una miglior base Toscana alla redazione scritta delle sue prediche
compiette studi di lingua sul Decameron.
2. L'influenza linguistica della Chiesa veicolando in tutti gli strati della società un patrimonio
La Chiesa assicurò il contatto tra il popolo e la cultura,
intellettuale e culturale elevato di parole e idee che entrarono a far parte del patrimonio dialettale. Il dialetto
assorbe varie parole risemantizzandole e adattandole a sé, numerose furono le parole ricavate dalla religione.
In questo modo si riuscì ad evitare l'incomunicabilità tra i dotti e resto della società che avrebbe confinato il
sapere unicamente nelle università medievali.
Fino al Concilio Vaticano II (162-1965), che decretò l'uso delle lingue locali nella liturgia, la lingua della Chiesa,
della Bibbia (tradotta da san Girolamo) della Messa, della riflessione teologica era stata il latino. I sacramenti
e la predicazione furono invece sempre somministrati in volgare. Viene ricordato l'impegno nel secolo XIII
degli ordini mendicanti predicatori domenicani e francescani.
predicazione e l'istruzione scolastica curata dai religiosi fanno del clero il veicolo essenziale dell'italiano
La
(XVI-XVII sec.)
3. Il mondo femminile
Medioevo
L'istruzione elementare e media avveniva preferibilmente entro le mura domestiche ed era accessibile a una
parte delle donne, che erano invece escluse dall'istruzione superiore (universitaria).
Numerose furono le mistiche, conoscitrici dei testi sacri e della dottrina cristiana ma non dei procedimenti
razionali della teologia, che dettavano le loro visioni o le loro lettere a religiosi dotti (Santa Caterina da Siena).
La dimensione religiosa in questo periodo fa della donna una componente importante, stimolandone
l'espressione attiva e personale.
Il ruolo della donna come pubblico emerge a Firenze, nel passaggio dalla letteratura religiosa a quella laica,
i poeti usano il volgare per comunicare i loro sentimenti alla donna amata, che non
dove Dante dice che
capirebbe il latino; poesia in volgare deve avere per argomento l'amore e per destinatario il pubblico
perciò la
femminile.
Non mancano scrittrici e intellettuali nel Rinascimento ma è nella prima metà dell'Ottocento che le donne
fanno il loro ingresso nel mercato del lavoro, con l'insegnamento nell'istruzione elementare.
4. Le Cancellerie
XV sec.
Alla mancanza in Italia di una corte unica (vedi Dante) fa riscontro una pluralità di organismi che all'interno
svolgono attività di comunicazione con i sudditi (grida e banditori) e all'esterno di diplomazia (cancellerie e
ambasciatori).
Viene ricordata l'esperienza di Machiavelli come capo della seconda cancelleria della Repubblica Fiorentina.
volgare si affianca al latino nelle scritture delle cancellerie,
In questo periodo, ma già dal XIV secolo, il
aprendosi il mondo delle corti a più ampi orizzonti politici, si ritrova a dover abbandonare in parte i modi
dell'idioma locale.
Nella c