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INTRO
La lingua serve a comunicare e, per poterlo fare nel modo più appropriato possibile, dobbiamo
padroneggiare il linguaggio
Saper parlare è utile non solo negli ambienti umanistici, ma anche in quelli scientifici
Anche quando non parliamo, i nostri pensieri usano la lingua per prendere forma, quindi la
qualità del pensiero dipende dalla qualità della lingua
1. DIFFICOLTA’ DI PAROLE ITALIANE →
● Parole dal suono difficile semplificate o imparate male: aeroplano, aeroporto (aero
→
aria); meteorologo (meteora fenomeno atmosferico); accento (leccornìa, guaìna)
→ a meno che; → accelerare
● Parole inventate: almeno che accellerare (celere,
→ avallare → concisi
veloce); avvallare (garanzia, appoggio); coincisi (dal verbo
latino tagliare); esaudiente (verbo esaudire senza participio presente in grammatica)→
esauriente (verbo esaurire)
● Parole somiglianti, la parola esiste nel vocabolario, ma ne è sbagliato l’uso: leggiadro
(bello) usato come sinonimo di leggero; specificatamente (maniera precisata
esplicitamente) come specificamente (maniera specifica, apposita); reticente (tacere)
come renitente (fare resistenza); quantizzare (descrizione quantistica di un fenomeno)
come quantificare; estrapolare (prevedere l’andamento di una funzione matematica
→
oltre i limiti per cui questa è conosciuta dedurre) come estrarre; reciproco
(vicendevole, scambio simmetrico) come rispettivo (ognuno ha il suo); lasciva
(impudíca) come qualcosa che lascia liberi
● Parole con un senso o una struttura diversa: aleatorio (incerto) come vago; mettere
anni luce (distanza spaziale) come distanza cronologica; previo è un aggettivo che si
accorda al sostantivo che lo segue; grazie a che ha una connotazione positiva; gustare
così come assaporare deve avere un’accezione positiva; c’entra e non centra;
piuttosto che al posto di o, mentre invece implica una preferenza e non una semplice
disgiunzione; diverso usato come sinonimo di molto; pronome ne che sostituisce
preposizioni formate da di e da e non a (es. Preferirei non starne accanto); diffidare
dalle imitazioni al posto di diffidare delle imitazioni
● Parole troppo generiche, non usare mai sempre le stesse parole, ne conosciamo tante,
sono “nella nostra competenza”, dicono i linguisti, ma ne usiamo poche; le parole che
comprendiamo senza usarle sono la nostra competenza passiva, quelle che usiamo
competenza attiva; allenarsi a scrivere
● Capire da dove nascono le parole perchè possono nascondere vari significati: grana
deriva da grano, corpuscolo, ma oggi significa tante cose diverse; deprecare deriva da
pregare affinchè qualcosa si realizzi, ma viene utilizzato oggi solo come qualcosa che
→
merita disprezzo l’uso nuovo ha soppiantato il vecchio; poi ci sono parole difficili
studiosamente → informare →
perchè dotte: con dedizione; istruire, ma anche
distrarre → →
plasmare; sottrarre; munire (verbo latino munire mura) e dotare (dare
→ dote) non sono sinonimi perchè il primo è dare strumenti concreti, il secondo avere
caratteristiche innate
Il significato di molte espressioni si divide in una componente denotativa (realtà a cui si riferisce,
referente) e connotativa (qualità che vengono attribuite al referente): è importante →
l’interpretazione che il parlante dà alle parole che usa: morire/tirare le cuoia/spirare stesso
contenuto, ma connotato diverso perchè appartenente a registri diversi; tiranno è connotato
diversamente da imperatore
2. LE PAROLE STRANIERE
→ → →
Guardare tedesco, brio spagnolo; equipaggio francese
Le parole straniere vengono utilizzate per dare un sapore diverso alla parola italiana di
riferimento ed è segno di cultura internazionale
pot-pourri → vol-
● Purpurrì (pronuncia sbagliata)→ (pronuncia corretta); voile-au-vent
au-vent; souplesse (con scioltezza) confuso con in surplace, che vuol dire equilibrio
sui pedali senza mettere i piedi a terra
● Alcune parole tedesche vengono considerate inglesi: hinterland, leitmotiv, Weimar
(pronuncia Vaimar), Klee (e non pronuncia Cli), Kant (e non Kent), Husserl (con h
aspirata), Jung (e non Iang); si tende, come in inglese, a non pronunciare la e finale che,
invece, in tedesco si pronuncia: Fichte, Porsche
● Stessa cosa per il francese: de Sade (e non Sed), stage (e non steig), depliant
(pronuncia giusta deplion)
Si deve volgere al plurale una parola straniera? No, se la parola è ormai acquisita dall’italiano;
lo stesso vale per le parole che, nella lingua straniera, esistono al plurale, ma noi in italiano le
usiamo come fossero singolare: murales, viados, silos, lieder, mass media (singolare medium);
per le parole che sono di genere neutro che, in italiano, non esiste: leitmotiv, news, web
→
(eccezione: traduzione di la rete) in genere viene tradotto con il maschile, altrimenti prende il
genere della parola italiana
3. PRECISIONE DI LINGUAGGIO E LINGUAGGI SCIENTIFICI
Ci sono parole che, in particolari ambiti, prendono significati speciali e da generiche diventano
→
specifiche nel gergo calcistico la palla si tira in porta e non verso i compagni, caso mai si
passa; normale che, in geometria, significa perpendicolare
Il rischio è quello di fare errori, usare termini imprecisi quando ne esistono di più precisi
(imprecisioni) ed esprimersi in modo poco tecnico (gaffe)
● Errori: miscuglio in chimica si oppone a composto, che è una mescolanza in cui le
sostanze si uniscono in proporzioni precise; due poligoni sono simili se hanno i lati
proporzionali, anche se i poligoni hanno dimensioni diverse; la direzione di un vettore
è la retta su cui si trova, l’apice del vettore non indica la direzione, bensì il verso;
inghiottire significa mandare nell’apparato digerente, quindi non può riferirsi all’aria;
sistema è fatto tutto della stessa forma di tessuto, apparato si compone di organi fatti di
tessuti diversi; la concentrazione di qualcosa non è la quantità; locazione è il
godimento di un bene dietro corrispettivo, affitto è locazione di beni produttivi; multa è la
pena pecuniaria prevista per i delitti, le contravvenzioni sono un’ammenda; un’azienda
può differenziarsi verso dei riferimenti esterni, diversificarsi al suo interno; in
matematica necessario è la dipendenza di qualcosa da qualcos’altro, in filosofia
significa che una cosa non potrebbe non esistere (suo opposto è contingente)
● Imprecisioni: un legame chimico non può istituirsi tra due sostanze, ma tra atomi o
molecole; due reagenti producono una reazione chimica e non due componenti; un
assioma è un’affermazione che ha carattere di evidenza e per questo non necessita di
dimostrazione
● Gaffe: gli atomi cedono e acquistano elettroni e non danno e prendono; specie chimiche
e non sostanze; comodato è un termine più preciso di prestito
4. PROBLEMI DI STILE
Ci sono parole da evitare perchè troppo di moda come un attimino, cioè, al limite (utilizzato
come sinonimo di forse), a livello di (utilizzato come sinonimo di riguardo a)
A questa categoria va aggiunto il linguaggio giovanile (cuccare, darsi una punta, etc) e
→
formazioni linguistiche banali come utilizzazione neoformazione inutile; sartorialità al posto di
sartoria
Evitare la ridondanza come consentire di poter fare; necessità di dovere; io in prima persona
Occhio a non considerare il linguaggio burocratico come “buon italiano”: anteporre il cognome al
→
nome va bene solo nelle liste; aggiungere ovunque la d eufonica tu od io; l’avverbio o la
→
congiunzione sta all’inizio se riguarda tutta la frase invece siamo andati al mare
Usare parole straniere quando esistono parole giuste italiane: trend al posto di tendenza,
meeting al posto di riunione
l’intonazione, quando parliamo una lingua non nostra, può dar luogo a fraintendimenti
5. GRADI DI FORMALITA’: SAPERSI CAMBIARE D’ABITO →
Adattare la formalità alle diverse situazioni: dialetti e alcuni gerghi (registro informale) italiani
→
regionali (distinguibili dall’intonazione della frase, dalla pronuncia di suoni o dal lessico)
→ → →
italiano neutro spontaneo italiano curato italiano specialistico italiano letterario
La differenza tra italiano spontaneo e curato sta nella cura di evitare le ripetizioni: non
aggiungere un pronome inutile quando c’è già il soggetto della frase; ripetere le espressioni
→
avverbiali che significano all’interno di es. sbagliato dentro nella borsa; preferire col e non
→
con il; non distinguere il genere e il numero dei pronomi personali complemento gli ho dato i
soldi a Francesca; tu e non te; avere e non averci; stare a fumare e non stare fumando; mica
è un rafforzativo della negazione, ma se non c’è la negazione non possiamo sostituirla con
mica; nemmeno e non manco; passato remoto (più formale) e non passato prossimo; usare il
→
congiuntivo quando richiesto e non l’indicativo e non usare forme tronche del verbo va’ a
→
lavarti; il passivo anche con soggetto generico e non l’attivo hanno cosparso di marmellata
la professoressa; il che interrogativo è informale; gli anacoluti (informali) sono enunciati che, a
→
causa di un cambio di progetto di chi parla, producono un’incongruenza sintattica chi pecora
si fa, il lupo se lo mangia; la metafora (formale) non significa ciò che designa letteralmente, ma
significa qualcosa a cui è legata da una relazione di somiglianza; le iperboli (informali) sono
figure retoriche che esagerano la descrizione della realtà tramite espressioni che la amplificano
→ mi piace da morire
Italiano letterario: non necessariamente usa parole ricercate, anzi, nasce dall’equilibrio tra
queste e le parole comuni; si distingue dall’uso delle figure retoriche:
● Chiasmo: disporre le parole secondo una simmetria speculare
→
● Metonimia: usare il nome della causa per quello dell’effetto vivere del proprio lavoro
→
● Ossimoro: accostamento di due contrari allegra disperazione
● Sinestesia: accoppiamento, in un’unica espressione, di caratteristiche pertinenti a canali
→
sensoriali diversi un verde clamore
6. NON LASCIARSI PLAGIARE E SAPER PERSUADéRE
I messaggi per i quali la gente non paga direttamente tendono ad essere persuasivi
I messaggi pubblicitari creano un senso di simpatia e un alone di prestigio intorno al prodotto:
non dire direttamente la cosa importante, ma farla passare dalla mente del pubblico per via
indiretta
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