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Il De cohibenda ira di Plutarco
Plutarco distingue l'ira, quell'eccesso che porta alla rovina propria e di chi circonda, dall'animosità, alleata della virtù utile in guerra e in politica. L'autore ritiene che l'anima umana abbia una parte intelligente e razionale che domina e sorveglia l'uomo, e un'altra passionale e irrazionale soggetta ad errori e bisognosa di essere sorvegliata. La passione, secondo Plutarco, non è buona o cattiva, ma essa varia base al contesto in cui si presenta. Perciò l'ira razionale sarà diversa da quella non razionale, perché la prima è accettabile e la seconda da rifiutare. In quanto animosità, l'ira è dolcezza e calma, in quanto vizio per eccesso è iracondia, in quanto vizio per difetto indica l'incapacità di avere una giusta reazione contro un'offesa, malassoggettamento dell'ira alla ragione. Secondo al tempo stesso
può riferirsi all'ira è necessaria e, in quanto tale, Plutarco non va distrutta ma moderata, egli parla di un uso razionale delle passioni e non di un loro sradicamento. Il De cohibenda ira è un dialogo che si svolge a Roma tra Silla e Fundano. Silla ha saputo dal comune amico Eros che Fundano ha compiuto grandi progressi nel dominare l'ira. Perciò decide di chiedere a Fundano come sia riuscito nel suo intento, e lui nel rispondere all'amico trasforma il dialogo in una trattazione continua, in una specie di lezione in cui, rifacendosi ad esperienze personali, ai ricordi di scuola e a maestri, spiega la cura per placare l'ira. trattati di Fundanus: fu un console prima e un proconsole poi. Era molto legato ai personaggi più insigni del tempo come Tacito, Silla e Traiano ed entrò in contatto con Plutarco con grande facilità. Egli appare un uomo di grande cultura, orientata verso lo Stoicismo. Dal punto di vista umano è unuomo molto incline all'ira e aperto agli uomini, che lo fanno soffrire se non rispondono alle sue aspettative. Silla: era di Cartagine ma ricevette la cittadinanza romana e fu accolto nella famiglia dei Sesti. La maggior parte delle notizie su di lui ce le fornisce Plutarco, che fu accolto da Silla nella sua casa di Roma. Eros: segretario di Fundano, è una figura estremamente sfumata di cui non possiamo dire molto. che i personaggi dell'opera La critica per lungo tempo ha creduto fossero degli schermi di Plutarco stesso. Questa ipotesi è totalmente errata perché essi appaiono inoltre erano personaggi molto noti all'epoca e sarebbe stato impossibile servirsene come schermi. "De Cohibenda Ira" Del è possibile cogliere quattro sezioni: 1. Introduzione alla trattazione (Cap. 1): Silla vuole sapere da Fondano il tipo di cura con la quale è riuscito a superare l'ira al tema dell'ira e cura generale.dell'ira (Capp. 2-5)
2. Introduzione: Fondano dice a Silla che l'ira è curabile solo attraverso il logo in quanto esso regge e custodisce i giudizi con i quali si valuta la consistenza reale delle cose che eccitano l'ira. Essi devono essere a portata di mano per l'uomo. Questi giudizi dimorano nella sua anima, stesso luogo in cui l'ira si scatena. I giudizi però avranno maggiore efficacia se motivi grandi e violenti che scatenano l'ira e altri meno grandi e violenti. Nel secondo caso l'ira sarà più facile da riconoscere, perché dal principio si muoverà lentamente per poi lentamente prendere quota. Quando l'ira possente è scoppiata non si può più recuperare la razionalità. Fra tutti i mezzi per combattere l'ira ve n'è uno molto semplice ed efficace:
L'indifferenza. Cura particolare dell'ira, fondata sull'osservazione degli effetti esterni che essa produce (Capp. 6-12): Questa trattazione parla dell'esterno. Fundano espone la sua esperienza personale, che si è formata grazie all'osservazione di coloro che affrontavano la vita con la collera o con la mitezza. Questa esperienza è sorretta dai giudizi di cui si parlava prima che rilevano il brutto e il bello degli atteggiamenti verso uomini o cose, a seconda se siano derivati dall'ira o dalla mitezza. Si parla anche dei risultati nulli che l'ira produce e dei rapporti tra uomini greci o romani con schiavi e amici: rapporti che devono essere regolati dai principi di lealtà e onestà.
Cura particolare dell'ira, ricavata dall'osservazione della condizione interna dell'anima (Capp. 13-16): Questa sezione esalta quella condizione interna di grazia dell'anima umana grazie alla quale
l'ira è superata facilmente. Negli uomini che si disprezzano e si trascurano è molto facile, invece, che prevalga un desiderio di vendetta. Questo sentimento è giustificato nell'uomo dalla presenza dell'amore di sé, in se stesso non condannabile, in quanto è in ognuno di noi, ma che può diventare dannoso se diventa dispotico e tirannico. È l'atteggiamento di chi è scontento e di chi non riesce a cogliere il lato buono della vita e interpreta tutto in modo perverso. Chi ha un'eccessiva stima di sé si pone al centro dell'universo e trova sempre da ridire su tutto. È, inoltre, più soggetto all'ira di chiunque altro, in quanto si ritiene sempre disprezzato o poco considerato. Il suo contrario sarà allora un'universalità che è presente nell'anima di ognuno e che abbraccia tutti. L'ira si può vincere se, come
vuole la ragione, la si considera per quella che è e non le si da troppa importanza. Questo deve essere il rimedio più efficace per debellare la collera, soprattutto quando non è violenta. Altro rimedio può essere la contemplazione dell'uomo irato: egli non è più uomo, ma è debole e malvagio anche se si finge gagliardo e spavaldo. L'ira allora andrà affrontata con dolcezza e con emerge l'amore per gli pazienza, rispondendo con la calma alle offese. A quel punto altri, quel sentimento di umanità che lega ogni cosa. Un rimedio negativo è quello di non affrontare l'ira, uno positivo è quello di trattarla con mitezza. Il De cohibenda ira spinge l'uomo a formarsi in virtù di qualità come la bontà e l'umanità, insegna, in conformità con lo spirito greco, a immedesimarsi negli altri e a comprendere le loro nefandezze per capire che solo la comprensione.può aprire alla comunicazione con il mondo. Che valore ha lo stoicismo nell'opera di Plutarco? L'apporto stoico è molto consistente, ma non minore è quello peripatetico e platonico. La concezione psicologica peripatetica emerge dall'evidenziazione dell'irrazionale. Possiamo dire che lo stoicismo del cohibenda si riduce ad una terminologia dubbia e ambigua e per risolvere l'enigma dovremo prendere in esame molti aspetti dell'opera: non è un'opera filosofica "scricto sensu", ma vuole spiegare la Il De cohibenda ira cura dell'ira; dunque insiste su un terreno specifico senza utilizzare terminologie tecniche. Di qui il tono semplice e discorsivo. Siamo di fronte ad una diatriba, che ha un andamento suo proprio, il che permette all'autore di avere una certa libertà di movimento e di trattare temi che attiravano la curiosità comune, ma che erano dai filosofi. È naturale, che ad una primaLettura affrettata si pensi discartati ritrovare il concetto stoico di distruzione delle passioni (concetto in realtà del tutto assente dall'opera) e si creda allo stesso tempo che sia assente quello peripatetico dell'ira alleata alla ragione (posizione invece che è più che presente nell'opera).
L'opera è frutto dell'esperienza di chi parla: Fundano, ma chi scrive è Plutarco, che non inventa ciò che scrive ma lo attinge dalla realtà, da qualcosa che ha visto o sentito. Plutarco attribuisce a Fundano anche la sua esperienza personale, perché si sentiva vicino a lui come uomo e pensatore. Non avrebbe mai messo in bocca a Fundano pensieri che non gli appartenevano, ma li ha coloriti di una certa ambiguità, Fundano aveva vissuto il problema dell'ira. Questa ambiguità è la stessa con cui segno della verità della rappresentazione e specchio del Medio Platonismo corrente a cui Plutarco.
Appartiene nella quale confluiscono il Platonismo, lo Stoicismo e il Peripatetismo. Tale corrente riprendeva spesse volte, con sfumature sempre diverse, il tema delle passioni: se andassero soggiogate al logo o soppresse.
L'opera di Plutarco più vicina al cohibenda, per impostazione e argomenti trattati, è sicuramente il De tranquillitate animi per questi motivi:
- I personaggi del de tranquillitate e del cohibenda sono Eros e Fundano. Il de tranquillitate è una trattazione continua, redatta a Cheronea e immaginata da Plutarco come risposta a una lettera dell'amico Paccio che gli aveva chiesto dei sulla tranquillità dell'animo e dei chiarimenti sul Timeo platonico. A consigli Cheronea c'è Eros al quale arriva una lettera di Fundano che lo richiama a Roma e lo sollecita ad affrettarsi.
- Il modo in cui Fundano tratta Eros ci fa pensare che questo sia al suo servizio: era forse il suo segretario, il suo scrivano.
- Eros si trova a Cheronea
Inviato da Fundano a Plutarco per motivi che ci sfuggono. Questo ci fa capire, sapendo che Fundano è interessato a motivi di natura filosofica, che esiste un certo rapporto tra lui e Plutarco al quale chiedeva chiarimenti, proposte nuove etc... Per tutto questo eros era indispensabile, in quanto fungeva da tramite. Non sappiamo perché nel cohibenda Silla incontri Fundano, oltre che a ovvi motivi politici, se ne aggiunge un altro umano: il voler constatare il cambiamento di un personaggio così conosciuto e noto.