Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
DAL NEOCLASSICISMO ALLO STORICISMO ED ECLETTISMO:
L'ARCHITETTURA IN ETA' ROMANTICA
Il passaggio da Neoclassicismo a Storicismo si deve in gran parte al movimento Romantico che si era diffuso al
tempo e al suo gusto per la storia; ciò diede via ad una ripresa degli stili costruttivi che avevano contraddistinto
le epoche passate. Questa pratica, nota come STORICISMO, diede via a veri e propri REVIVAL, di forme
architettoniche desunte da periodi diversi. Quello che ebbe più diffusione fu il GOTHIC REVIVAL, perché i
romantici vedevano nel gotico l'espressione più alta di arte dei diversi popoli europei. Alla simmetria e regolarità
dei monumenti greci/romani, i romantici contrapponevano la libertà delle forme gotiche.
Il Neogotico portò sia alla costruzione di nuovi edifici sia al RESTAURO.
Proprio in questi anni si mostrò per la prima volta interesse per il restauro e a tale proposito si crearono due
differenti pensieri per le modalità d'intervento.
La prima linea di pensiero fu quella portata avanti da JOHN RUSKIN, scrittore e critico d'arte inglese, che
teorizzava un restauro di tipo CONSERVATIVO e non ricostruttivo, che salvaguardasse nel tempo le parti
originarie del passato senza reintegrare ciò che era andato perduto. L'altra linea di pensiero fu di VIOLLET LE
DUC, che teorizzava un restauro INTEGRATIVO, che riportasse ad uno stato di completezza le strutture
originarie di un monumento andate perdute nel tempo. Il pensiero e il metodo di lavoro di Le Duc risultò arbitrario
soprattutto nell'antico borgo di CARCASSONNE, sud della Francia, dove distrusse le testimonianze non coeve
allo stile gotico e stratificatesi nel tempo. Nonostante l'affascinante atmosfera creata la cittadella di Carcassonne
non può che apparirci come un FALSO.
Accanto allo storicismo ben presto si affiancò L'ECLETTISMO, una tendenza all'imitazione indifferenziata di tutti
gli stili del passato. (Seconda metà 800).
Il movimento fu favorito dalle prime storie universali dell'architettura che offrivano agli architetti un ampio
repertorio di esempi. Maggior esponente dell'eclettismo Italiano fu Jappelli col suo caffè Pedrocchi a Padova
(1817).
MENGONI E L'ARCHITETTURA DEL SECONDO 800 IN ITALIA
Mengoni è il protagonista dell'architettura post rinascimentale italiana. Fu architetto e ingegnere lavorando tra
Milano, Bologna e Firenze. Dopo aver studiato inizialmente Fisica inizia a frequentare l'accademia delle Belle
arti a Bologna laureandosi nel '51 con una tesi sull'ottica. Caratteristica di Mengoni sarà lo studio della
prospettiva e dell'ottica, è la disciplina che lega pittore e architetto.
Nel 1859 vince un concorso bandito dal comune di Milano per la sistemazione di Piazza del Duomo e per la
realizzazione della Galleria Vittorio Emanuele II.
MILANO all'epoca è una delle più eleganti e vivaci città italiane mosse dal fervore edilizio. Ma manca di una
piazza centrale che si possa identificare come il cuore della città.
Standal dirà: " Il duomo è bellissimo ma soffocato dagli edifici circostanti".
Vincendo il concorso, Mengoni, propone un progetto in cui rendere la piazza meno profonda e più larga
riorganizzandola con edifici porticati; ampi sbocchi
dalle vie principali nella piazza; ampliamento corsie;
isolamento palazzo reale -> creazione del palazzo
reale e non di una via ma di una galleria.
GALLERIA VITTORIO EMANUELE II
E' un passaggio coperto che collega Piazza della
Scala e Piazza del Duomo. E' un elemento a croce
con due bracci che si incontrano ad angolo retto.
Fonte di ispirazione è San Marco. Per realizzarla è
necessario abbattere un gran numero di isolati. Lo
stile è eclettico, la copertura è realizzata in ferro e
vetro. La Galleria diventa il simbolo urbano con cui
la nuova progettualità dovrà confrontarsi. La Galleria
assume un carattere monumentale e diventa
esempio per le successive gallerie italiane che sorgeranno a Napoli, Torino e Genova.
D'altronde la vita dell'alta borghesia si svolgeva in galleria, come la Galleria D'Orleans.
I due bracci sono in rapporto tra di loro 1:2 (100 metri e 200 l'altro). L'incontro tra questi due è sancito da un
tripudio di materiale -> tecnologie nuove e antiche come stucchi e marmi che rivestono le facciate in stile
eclettico.
La struttura portante è in ferro e ghisa ma coperta da muratura. All'incrocio tra i due bracci si apre un vasto
spazio ottagonale coperto da una cupola in vetro e ferro, il cui vertice raggiunge un'altezza di 47 metri. Fu
assemblata in 6 mesi con pezzi prefabbricati.
GALLERIA MAZZINI, GENOVA 1870
E' uno degli esempi dell'architettura del ferro. Copertura in ferro e vetro, di dimensioni minori rispetto a quella
milanese. Divenne punto d'incontro di artisti e cantanti.
GALLERIA UMBERTO I, NAPOLI, 1887
Costituita da due strade che si incrociano ortogonalmente coperta da una struttura in ferro e vetro. L'ingresso
principale su Via San Carlo è costituito da una facciata ad esedra che presenta un portale architravato, retto da
colonne di travertino.
FIRENZE
Da Ferdinando I a Cosimo II: la cappella dei principi, la facciata del Duomo, nuove piazze e strade (Pitti,
Ss. annunziata, S. Maria nuova, poggio imperiale)
I MEDICI NELLA TOSCANA DEL 500 - La città diventa il nuovo potere feudale, una nuova organizzazione che
controlla il territorio. Tutto deve funzionare in modo tale da sostenerla; la città deve godere di " COMMODITA'",
inerente ad aspetti estetici e funzionali. E' necessario che le strade funzionino, che i campi non siano inondati,
che siano create fogne e che le fortificazioni siano potenziate.
Tutto ciò voluto da Cosimo I de Medici, il quale avrà anche la forza amministrativa di regolarizzare le anse
dell'Arno. Il 1500 è il secolo delle Fontane, dove l'acqua collabora con l'arte scultorea per creare effetti di grande
bellezza. Firenze prima di allora non aveva avuto fontane poiché l'acqua era difficilmente reperibile.
Dopo Cosimo ci saranno FRANCESCO I (1574-87) e FERDINANDO I (1587-1609).
Grazie alla pianta di Stefano Monsignore vediamo i primi interventi a Firenze. Si vedono i ponti in pietra, Ponte
Santa Trinita sarà ricostruito dopo l'alluvione e Ponte alla Carraia sarà riparato. Viene creata questa città dentro
la città che era Pitti + Boboli. Nasce la Fortezza da Basso, posta come roccaforte lungo le mura e costruita da
Antonio da Sangallo.
PALAZZO VECCHIO
Rimane case del potere ducale, ma internamente viene modificato, quasi raddoppiato.
Salone dei 500 - è 50metri x 28m, doveva accogliere assemblee di 3000 persone, voluto da Savonarola.
Dimensioni straordinarie, il palazzo fu riconfigurato da Vasari nel 600, che ridecorerà il salone. Inserirà delle
scale come elemento che qualifica lo spazio, non sono + elementi solo funzionali.
Nel salone fa gli affreschi, rialza il soffitto di 7 metri. Vasari ritiene il salone senza luce, quindi smonta le
gigantesche capriate, rialza il perimetro di quei 7m e rimonta le capriate.
Tutto ciò per dare maggiore luce ai suoi affreschi. Sul soffitto ci sono i quadri incastrati in questa griglia, realizzati
al cavalletto e poi montati. Molto utile perché in caso di restauro basta smontarli singolarmente e poi rimontarli.
Prima delle modifiche Ammannati aveva pensato di inserire una fontana in fondo alla sala. Già i Romani
inserivano fontane nelle stanze dei banchetti (Villa Adriana).
La fontana del NETTUNO è costruita nel 1580, non è messa centrale apposta per creare un nodo visivo ad
indicare gli Uffizi. La fontana è di breccia medicea, un marmo con sfumature violacee. L'angolo del palazzo è
visibile e porta al duomo.
GLI UFFIZI
Per creare questo taglio è necessario un intervento di sventramento e demolire alcuni edifici.
Del VASARI sarà anche il corridoio Vasariano, realizzato in soli 6 mesi. Gli uffizi hanno al P.t colonne con
architrave. Nel lato corto hanno serliane sovrapposte; la serliana al p.t funge da scenario, da fondale per la
statua allegorica di Cosimo I. Il portico riprende la scansione del portico Romani dei fori d'Augusto.
PALAZZO PITTI
E' l'unico palazzo a mantenere il nome della famiglia originale.
Il palazzo era molto più piccolo quando venne preso da Cosimo I. Era un piccolo palazzo del 400 con un piccolo
giardino. Aveva 7 assi di finestre; verrà aggiunto un cortile sul retro da parte dell'AMMANNATI. La collina
impervia retrostante fu modificata in un teatro semicircolare di VERZURA, creato con la terra e le piante. Al
centro ha uno spiazzo regolare che ospitava una fontana del Giambologna oggi conservata al Bargello. Questo
spazio teatrale sarà soggetto a pietrificazione nel 600; fu necessario creare anche un acquedotto per rifornire le
numerose fontane. L'acquedotto era percorribile e usabile come via di fuga.
Il palazzo sul lato del cortile ha 3 ordini rustici: dorico tuscanico, ionico e corinzio; hanno cioè elemento bugnato.
Venne usata la pietraforte, pietra fiorentina disponibile in grandi quantità e riconoscibile dalle vene bianche di
calcite.
Il cortile quadrangolare interno è chiuso da un muro tutt'attorno. Al primo piano e al secondo c'erano due grandi
logge, chiuse da Cosimo che le trasformò in Gallerie di Stato. Le finestre sul lato est sono diverse, quelle laterali
hanno un timpano mentre le 3 centrali sono sormontate da volte. Dall'ingresso la pavimentazione si abbassa ->
passaggio graduale dal costruito al naturale. Originariamente non vi era la piazza antistante il palazzo ma le
stradine e viuzze, fu necessario demolirle. Pitti diventa la soglia tra zona urbanizzata e non.
Nel '50 Eleonora di Toledo compra il palazzo Magno con la piazza davanti per 9000 scudi.
Al posto delle 2 finestre laterali inginocchiate c'erano 3 porte.
I lavori iniziano nello stesso periodo di quelli di Palazzo Vecchio. Eleonora pensa di mantenere i due immobili e
di collegarli con una scala. Nel '61 Eleonora muore e subentra Cosimo che prende in mano il cantiere ->
cambiamento da casa suburbana a Reggia Principale. La vecchia casa dei Pitti viene demolita. Incarica
Ammannati di fare un nuovo progetto e nel 1561 iniziano i lavori: Le 2 ali sono arretrate, finisce i balaustrati e la
parte sopra, ma per rispetto non modifica il restante progetto.
- Dopo Alessandro I diventa palazzo Granducale. Con Cosimo I si ha necessità di ampliare la piazza e il
palazzo. A GIULIO PARIGI viene dato il compito, nel 1616, di ampliare la reggia. Si raggiungeranno 23 assi di
finestre col nuovo progetto. L'ampliamento è possibile grazie all'acquisto di case adiacenti. Esisteva una via, VIA
CAVA, che verrà dist