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ARCHITETTURA PER I VIVI

Sebbene le case in adobe di paesi e città siano andate distrutte è ancora possibile osservarne l’aspetto

e il modo di costruzione grazie ai modelli di terracotta, che servivano da modello sepolcrale.

La tipica casa egizia era composta da tre stanze, un piano fuori terra recintata da un muro di

protezione dell’ingresso e circondata da un cortile chiuso utilizzato come ambiente di lavoro.

L’abitazione, inoltre, aveva molte forature (passaggio, buco) utili come presa d’aria, o all’entrata della

luce, che precederanno nel mondo romano l’impluvium (raccoglitore di acqua piovana).

Le abitazioni potevano essere isolate o insediamenti: un esempio è quello contenente il palazzo nord di Akhenaton,

l’insediamento di Deir el Medineh, riservato alle maestranze impegnate nei lavori della necropoli del Re.

La sopravvivenza del modello: Yemen

L’usanza antico-egiziana di costruire case in mattoni crudi presenta una forte analogia con le

costruzioni in adobe del vicino Yemen. Corrispondono infatti al modello antico-egiziano, dettagli

come tondini per gli angoli rinforzati (con fasci di giunchi intonacati con malta di fango →

astragali nell’architettura in pietra), in quanto devono sostenere il peso di entrambi i muri.

I motivi decorativi sono a fasce, mentre le murature sono spesse e con un profilo a scarpa, il muro

non è verticale ma diagonale, per un discorso di carattere statico, aumenta la superficie della base;

quindi, il carico è maggiormente distribuito e garantisce una maggiore resistenza e solidità della

fondazione, che nel mondo egizio è sempre molto scarsa.

Sono presenti inoltre delle aperture, forature per mantenere il microclima interno

sufficientemente fresco, ma strette e limitate in quanto la terra non è resistente come la pietra. Infine, una merlatura

difensiva che col tempo assume un carattere decorativo.

a) Palazzo Torre egiziano: Si presenta con una struttura di mattoni regolari in terra cruda, delle strette aperture come

ingresso che fungono da forature e delle piccole finestre quadrate con telai e griglie frangisole;

b) Palazzo a torre in adobe a Sanaa: Un’evidente traccia di una sopraelevazione, e della struttura lignea

del solaio, costituita dall’unico legname disponibile: la palma; dei pali disposti secondo una doppia

orditura ortogonale costruiscono un piano dove disporre le stuoie per un pavimento tra due piani. I

dettagli decorativi pittorici sono ottenuti con malta di gesso e con pigmenti naturali.

c) Fortificazione in terra cruda Buhen, Medio Regno: Perduta alla “Seconda Cataratta" del

Nilo (1900-1750 a.C.), evidente è la struttura in adobe formato a mano; a più livelli, con

torri poste a contrafforte, cortine e baluardi semicircolari con feritoie rettangolari. Secondo

Pausania le fortificazioni erano preferibili in terra cruda perché la pietra se colpita

scoppiava e dislocava i giunti.

d) Tempio di Athor, Dendera: muro in mattoni crudi regolari, con stampo a telaio in legno, con andamento concavo-

convesso per motivi statici: seguono l’andamento del terreno e non possiedono fondamenta in trincea.

Il poco legno disponibile in tavole, molto prezioso, veniva lavorato secondo motivi geometrici per realizzare porte e

finestre. L’unica testimonianza che sopravvive proviene dalla tomba di Minshat Abu Omar del 3000 a.C. la quale riproduce

una porta per un corredo sepolcrale.

STRUMENTI UTILIZZATI

Dal carpentiere

La cultura egizia è la più ricca di documenti iconografici relativi a tecniche edilizie o artistiche. Gli strumenti impiegati

hanno influenzato altre culture, compresa quella greca. All’epoca delle piramidi oltre all’oro si conosceva solo un altro

metallo: il rame. I cunei di rame venivano utilizzati per il taglio diretto dei conci di pietra. 3

Storia dell’architettura Lezione 1

Punte di trapano ad archetto: arco di legno con un perno il quale produceva

o un moto rotatorio che permetteva di creare un foro;

Scalpelli e sgorbie, scalpelli da intaglio;

o Lesine: punteruoli;

o Cote: affilatoio;

o Asce o scuri; Segacci.

o

→ Gli strumenti utilizzati dal carpentiere erano quindi in rame e successivamente in bronzo, fissati su impugnature e

manici lignei. Si procede prima per fusione dei pezzi interi poi per forgiatura e battitura al fine di ottenere una lama. Si

dipingeva con colori ricavati da vegetali o minerali, terre: venivano macinati per stenderli sulla superficie con delle colle

animali.

Dai muratori

Il rame veniva anche utilizzato per gli strumenti del muratore; strumenti rimasti fino a tempi molto recenti.

Durante le prime dinastie per la lavorazione dei blocchi venivano utilizzati strumenti lapidei in diorite, una pietra

basaltica; successivamente furono sostituiti da strumenti in bronzo e ferro.

L’unità di misura utilizzata era il braccio da muro: cubito

• 1. squadre cave (45° e 90°), 4. convesse, 5. concave (90°) e 7. Archipenzoli

• 2. verificatori a piombo, 3. telaio per mattoni;

• 1. picchetti pendi filo, 6. filo, 3. picchetti livellatori;

• 2. sega ad arco, 4. leva, 1,2,3. caselli e scalpelli;

• 5,6,7. mazzuoli, 6. rulli, 8. cunei, 9. slitte in legno.

→ problema: sollevamento dei blocchi, farli traslare in orizzontale, ci si basa sul principio della

leva elementare PIETRIFICAZIONE DELL’ARCHITETTURA

Con l’unificazione dell’alto e basso Egitto (3200-3000 a.C.) si passa dalla terra alla pietra solo per le costruzioni regali,

templari, per ciò che veniva commissionato dai sovrani; ma soprattutto le tombe, e i tempi dedicati alle divinità → perché

dovendo essere sinonimo di ricchezza dovevano essere eterni. Non veniva quindi utilizzata nelle costruzioni ordinarie.

L’Egitto è una cava di pietra a cielo aperto, vista la numerosa presenza di esse, all’interno delle quali possiamo trovare

diverse tipologie di pietre: • arenarie, verso l’Alto Egitto a cielo aperto;

• pietre dure, verso il Mar Rosso, le più resistenti, materiali di origine vulcanica (graniti),

le più pregiate in quanto eterne, però difficile da cavare, trasportare e lavorare;

• calcaree; di media durezza, facilmente lavorabili e duratura nel tempo, le più usate e

disposte a ridosso del Nilo;

• esistevano anche cave di quarziti, dioxide, marmi variegati, alabastri, basalti, graniti,

gneiss, …

Con la cottura delle pietre gessose si otteneva una polvere che pura o mescolata con argilla forniva una malta adatta ai

climi secchi.

Le ROCCE sono aggregati di minerali che possono avere diverse origini:

Rocce Magmatiche, prodotte dalla solidificazione del magma da una massa liquida di 700-1300 °C:

• intrusive, la solidificazione del magma è lenta in profondità e in condizioni di elevata pressione, hanno cristalli

grandi e di uguali dimensioni, tra qui:

granito, di ottima resistenza a compressione e flessione → Rosso di Assuan;

o diorite, durissima, usata soprattutto per precursori capaci di intaccare il granito;

o sienite, analoga ai graniti, ma con percentuali basse o nulle di quarzo.

o

• effusive, la solidificazione è rapida in superficie e a bassa pressione, hanno struttura irregolare:

porfirite, molto resistente, a compressione come i graniti;

o porfido rosso antico;

o basato, costituisce la maggior parte dei fondali marini.

o 4

Storia dell’architettura Lezione 1

Rocce sedimentarie dovute al disfacimento di rocce preesistenti

• elastiche incoerenti: argille, limi, sabbie, ghiaie, pietrischi, ciottoli, massi;

• elastiche coerenti: arenarie e brecce;

• sedimentarie chimiche: gesso, alabastro

Rocce sedimentarie organogene per accumulazione di resti di organismi vegetali e animali cementati:

• calcare nummulitico.

Rocce metamorfiche, frutto della trasformazione di rocce magmatiche e sedimentarie più antiche, avvenuta nella crosta

terrestre ad alta temperatura → basante, breccia verde antica;

LA LAVORAZIONE NELLE CAVE

Le cave possono essere a cielo aperto, con grande pozzo verticale o in galleria; l'attività estrattiva fu infatti favorita da

strumenti in rame, bronzo e ferro.

L’operazione di stacco del blocco → si conficca all’interno del blocco del legno bagnato che lo divideva a metà.

La GROVACCA era il materiale impiegato per statue e sarcofagi, le cave di grovacca si trovano in pieno deserto orientale.

La lavorazione parziale dei blocchi in cava serviva a ridurre ingombro e peso ed ottimizzare i trasporti.

→ alcuni scalpellini lavoravano già in cava disponendo di disegni esecutivi, questo richiedeva uno sforzo logistico, per il

mantenimento di centinaia di lavoratori. Alcuni di questi blocchi raggiungevano il peso di 50 tonnellate.

Gli operai erano liberi e in minoranza composti da schiavi e condannati. I

manovali addetti ai cantieri erano contadini o militari, nelle pause della vita

dei campi il contadino lavorava nei grandi cantieri, impiego andato avanti per

secoli.

Per quanto riguarda il trasporto non avveniva con la ruota, perché non

favorita dal territorio, ma attraverso delle slitte, che necessitano delle piste,

preparate precedentemente togliendo gli ostacoli → per essere infine

caricato in imbarcazioni che passeranno attraverso il Nilo.

• Il più grande obelisco e monolite conosciuto è quello in granito, rimasto nella sua cava ad Assuan: 1200

tonnellate e 42 metri di lunghezza, superò le possibilità tecniche di trasporto del Nuovo Regno

L’architettura egizia diventa sempre più monumentale passando per i grandi edifici reali e religiosi dalla terra cruda alla

pietra, ma conserva i propri caratteri stilistici per oltre tre millenni. Il complesso di Zoser Saqqara costruì la prima

costruzione in pietra (2650-2600 a.C.) → l’antica Grecia sarà influenzata dalla pietrificazione nell’Egitto.

Colonne egiziane

Colonne con fusti “a fasci di giunchi”, sono state le prime inventate, delle semicolonne addossate a dei setti murari, a conci

sovrapposti. Colonne a stelo di papiro con foglie aperte, in pietra calcarea lavorata a rocchi o tamburi, oppure a fascio di

papiri con foglie chiuse in blocchi di pietra calcarea.

Le colonne papiriformi sono le dominanti durante la V dinasti: capitello papiriforme a foglie aperte in pietra arenaria o

capitello composito, con decorazioni floreali. Le trabeazioni dei templi funerari decorati in malta a base gessosa.

ARCHITETTURA DEI MORTI

Architravi lapidei con falsi travetti tondi e stuoie a simulare un solaio ligneo. Nel Palazzo di Malqata i travetti erano

inchiodati sotto trave e ad essi fissato un controsoffitto di stuoie di canne intonacato con gli spazi fra travi colmati con

malta di terra.

Le tombe a pozzo: profilo a mastaba, in adobe o pietra, una riproduzione dell’antica casa egiziana; camera con pozzo

verticale che permette l’accesso

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
9 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alberto207 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Togliani Carlo.