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(FAS)!
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I principali elementi presenti in una linea flessibile di assemblaggio FAS sono:!
- attrezzi portanti del pezzo!
- sistema di trasporto dei pezzi!
- sistema di alimentazione dei componenti da montare!
- stazioni di lavoro!
- stazioni di controllo e collaudo dei montaggi!
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Attrezzi portanti!
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Fondamentale è la rilevanza nell’individuazione del pezzo base per un facile montaggio
automatico. Il pezzo base deve essere trasferito fra le stazioni di lavoro in modo da crescere
tramite i successivi montaggi di parti componenti fino a diventare il prodotto finito. Bisogna
assicurare centraggio e riferimento preciso in tutte le fasi di lavorazione. Per ottenere questi
risultati usualmente il pezzo base
viene riferito ad un attrezzo
portante, o pallet/vassoio.!
In alcuni casi il vassoio oltre al
pezzo portante può anche
contenere altre parti del prodotto
finito che poi nelle stazioni di lavoro
verranno via via assemblate. Si
parla quindi di un kit di componenti
disposti sui pallet.!
I vassoi possono contenere un
pezzo base ovvero essere multipli
cioè contenere più pezzi base.!
Sistemi di trasporto degli attrezzi portanti!
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Ipotizziamo linee di assemblaggio rettilinee, perché qualora si trattasse del caso di linee circolari il
sistema di trasporto è rappresentato dalla tavola stessa.!
Il sistema di trasferimento deve essere dimensionato in base ai pesi e alle dimensioni del prodotto
che deve sostenere. In genere le realizzazioni sono modulari e carrellabili in modo da permettere
rapidi allestimenti e riconfigurazioni del sistema. ! !
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Questa figura
mostra una
configurazione atta
a preservare i
componenti da urti
e sollecitazioni,
peraltro richiede
l’impiego massiccio di sensistica e sistemi di attuazione e quindi rappresenta un sistema affidabile,
sicuro ma costoso.!
Un’alternativa industrialmente impiegata è quella dell’impiego di attuatori con trasmissioni “a
frizione” che al raggiungimento di un certo sforzo disaccoppiano il sistema di trasporto
dall’attuatore.!
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Nella pratica industriale i sistemi più impiegati sono a catene, a rulli, a nastro e a tapparelle.!
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Sistemi di alimentazione dei componenti!
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Nelle stazioni di lavoro delle linee di assemblaggio vengono eseguiti dei montaggi fra componenti
e gruppi costitutivi che possono essere direttamente posizionati sul pallet oppure possono
provenire dall’esterno rispetto al vassoio stesso.!
Tendenzialmente i componenti di dimensioni ridotte oppure quelli variabili da prodotto a prodotto
vengono alimentati dall’esterno. In questo caso per semplificare e velocizzare le operazioni è
auspicabile che il materiale sia alimentato in modo ordinato al dispositivo di montaggio, condizione
necessaria in presenza di dispositivi automatici di montaggio.!
Si pensi alle difficoltà operative di un prelievo automatico di una vite disposta alla rinfusa all’interno
di un contenitore. Per questi motivi all’interno delle linee di assemblaggio i sistemi di alimentazione
dei componenti, caricatori, assumono grande rilevanza. Essi si dividono in:!
- caricatori piani!
- caricatori a contenitore!
- vibroalimentatori orbitali!
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! L’esempio A mostra un
caricatore piano per
microinterruttori
preassemblati, che
accoglie 200
microinterruttori
ordinati, disposti in
quattro file. Si tratta di
un supporto a vassoio
impiegato per
particolari dotati di
buona stabilità e
riferibilità propria.!
L’esempio B illustra un
caricatore a
contenitore con
ordinamento a zig-zag,
che accoglie pezzi cilindrici asimmetrici. La speciale disposizione a zig-zag permette di liberare,
all’uscita posta in basso del caricatore, il singolarizzatore (dispositivo la cui funzione è consentire
l’alimentazione di un particolare per volta), dalla pressione di stivaggio esercitata dai pezzi. Questa
geometria consente un maggior numero di pezzi staccabili a parità di ingombro dimensionale.!
L’esempio C mostra un caricatore a recipiente per piastrine. Esso può essere riempito direttamente
durante lo stampaggio e, soprattutto nel caso di pezzi sottili, ha una capacità molto elevata. Il
riempimento dei caricatori durante la fase di produzione rappresenta la metodologia più economica
in quanto si sfrutta il necessario nuovo ordinamento presente nella fase di produzione evitando
così una nuova attività di ricerca dell’ordine.!
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Il dispositivo di alimentazione più diffuso nella pratica è il vibroalimentatore orbitale.!
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Stazioni di lavoro!
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Per quanto riguarda le stazioni bisogna subito evidenziare una grande variabilità e differenziazione
di tipologie.!
Sul piano della funzionalità operativa una prima osservazione riguarda la configurazione della
stazione. ALl’interno delle linee di assemblaggio vi possono essere dispositivi completamente
automatici ovvero operatori umani. Nel caso di manipolatori la disposizione dei mezzi dovrà essere
tale da minimizzare i precorsi di presa e deposizione delle parti, rendendoli simili il più possibile.!
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Le osservazioni appena fatte valgono anche
nel caso di stazioni con operatore manuale
anche se vengono soddisfatte con altre
configurazioni. Di solito per l’uomo vengono
definite due aree di operatività: area dei
movimenti primari (AP) e l’area dei movimenti secondari (AS).!
Altro aspetto rilevante per le stazioni di lavoro riguarda l’attrezzistica. Essa dipende
fondamentalmente dall’operazione da svolgere; nelle linee di montaggio si fa principalmente
ricorso a dispositivi per l’avvitatura, il fornimento ecc.!
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Stazioni di controllo!
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Durante le operazioni di montaggio l’unità in via di costruzione viene sottoposta a dei controlli per
verificare la correttezza dello stato del Work in Progress. I risultati positivi provocano il via libera,
mentre i risultati negativi possono essere interpretati nei modi seguenti:!
- disattivazione immediata!
- disattivazione della macchina dopo un certo numero di errori in sequenza!
- memorizzazione degli errori!
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Progettazione di una linea flessibile di assemblaggio
automatico (FAS)!
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La progettazione di una linea di montaggio automatico FAS richiede un’attività piuttosto complessa
che può essere ricondotta allo sviluppo di alcune fasi tipiche.!
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1. Razionalizzazione del progetto dei prodotti secondo il DFA!
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Per ottenere un agevole montaggio automatico di un prodotto occorre che il progetto del prodotto
stesso abbia delle caratteristiche intrinseche di semplicità che favoriscano le attività di montaggio.
IN fase di progetto bisogna effettuare delle scelte che tengano in considerazione la semplificazione
del successivo ciclo di montaggio riducendo il numero di parti, nonché il numero e la difficoltà delle
operazioni di montaggio da eseguire. Per ottenere tutto ciò si possono seguire criteri di modularità
e di semplificazione dei prodotti.!
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2. Razionalizzazione del processo produttivo!
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Analogamente a quanto fatto per il progetto del prodotto, si tratta di progettare ed approntare
processi di assemblaggio facilmente realizzabili e tecnologicamente simili per prodotti della stessa
famiglia. Si cercano anche qui razionalizzazioni attraverso modularità e la semplificazione. !
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3. Definizione del prodotto caratteristico!
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Per prodotto caratteristico si intende quello reale o fittizio, che presenta tutte le lavorazioni di tutti i
prodotti della famiglia. Tutti i prodotti della famiglia si devono poter ottenere da quello caratteristico
per eliminazione di fasi di lavoro (montaggio).!
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4. Determinazione dei tempi e dei metodi di montaggio!
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Per dimensionare le stazioni di lavoro bisogna definire le metodologie di montaggio e i tempi
corrispondenti. La valutazione dei tempi può essere condotta sperimentalmente attraverso
campagne di rilevazione sul campo. La stima dei tempi di montaggio può essere svolta per via
teorica attraverso la procedura Method Time Measurement - MTM. In base ad essa ciascuna
azione di montaggio può essere scomposta in operazioni elementari; a ciascuna di queste
corrisponde un tempo standard correlato alle distanze da percorrere, pesi da trasportare ecc.!
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5. Scelta della cadenza della linea e dimensionamento delle stazioni!
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Le linee possono lavorare con cadenza imposta o libera. Con linee di elevata produttività e ridotta
incidenza del lavoro umano vengono realizzate con cadenze imposte, mentre dove la presenza
umana è forte sono usate cadenze libere.!
Scelta la cadenza si tratta di distribuire il carico di lavoro in un certo numero di stazioni. L’obiettivo
di questo “bilanciamento” è quello di ottenere il miglior compromesso economico fra costi diretti di
montaggio e i costi indiretti di mancato completamento di alcune operazioni nel rispetto dei vincoli
tecnologici e produttivi presenti.!
Nel caso di linee a cadenza imposta viene impiegato con successo il metodo euristico di Kattas-
Lau; nel caso di linee a cadenza libera si esegue una ricerca del bilanciamento che riduce al
minimo l’ammontare degli ozi per i mezzi produttivi, attraverso bilanciamenti di tentativo oppure
impostazioni analitiche di problemi di minimo vincolato.!
Nella pratica industriale il parametro di valutazione del bilanciamento ottimale è dato dal minimo
costo di montaggio di una unità.!
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6. Scelta del sistema di trasporto e di alimentazione dei componenti!
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Eseguito il dimensionamento del carico di lavoro delle singole stazioni, si passa alla scelta del
sistema di trasporto per la movimentazione dei pezzi e/o degli attrezzi portanti lungo le varie
posizioni di montaggio.!
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7. Verifica della flessibilità e simulazione!
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Le linee di assemblaggio dedicate a famiglie di particolari devono presentare necessariamente un
certo grado di flessibilità, cui contribuiscono peraltro anche le prime fasi di razionalizzazione del
progetto del prodotto e del processo. E’ bene quindi verificare se la linea ideata rispetta le richieste
in termini di flessibilità.!
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8. Valutazione economica dell’investimento!
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Come ogni altro tipo di investimento industriale, la linea di assemblaggio è fattibile se presenta una
adeguata convenienza economica.!
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Capitolo 7 - Sistemi tradizionali di trasporto: carrelli
elevatori e sistemi