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COMMEDIA

A Roma, come in Grecia, la commedia mette in scena le vicende della gente umile, con lo scopo di

suscitare il riso attraverso l'uso di un linguaggio fortemente colloquiale e quotidiano: espressioni

proverbiali, esclamazioni, insulti, richiami a punizioni corporali, doppi sensi, ecc. aleggiano in

queste commedie; i personaggi si trovano ad agire in intrecci complicati da equivoci, inganni e

scambi di persona, ma regolarmente conclusi da uno scioglimento delle tensioni in un lieto fine.

Accanto alle commedie di ambientazione e argomento greco chiamate palliatae, dall'abito di

provenienza greca indossato dagli attori, le quali permettevano di mettere in ridicolo abitudini e tipi

umani con estrema libertà, i commediografi latini produssero anche commedie di ambientazione e

argomento romano chiamate togatae, dall'abito tradizionale latino noto come "toga"; queste ultime

si esaurirono nel giro di poco più di un secolo poiché i loro personaggi e i loro intrecci di carattere

romano, basati principalmente sull'amore e sul denaro, non raggiunsero mai la stessa intensità

comica di quelli della palliata.

Il momento di maggior sviluppo della commedia latina di età arcaica è rappresentato da:

- PLAUTO

Pochi sono i dati biografici di Plauto tramandati dagli antichi: si sa che era nato a metà del III

secolo a.C. a Sàrsina (allora in Umbria e oggi in Emilia Romagna) e che la sua attività letteraria si

era concentrata dopo la fine della seconda guerra punica (202 a.C.).

Alcuni studiosi hanno diffuso due notizie: la prima secondo cui Plauto, dopo aver perso in attività

commerciali quanto aveva guadagnato come attore, sarebbe stato costretto a procurarsi da vivere

come servo, girando la macina di un mulino, e la seconda secondo cui egli, prima di dedicarsi alla

composizione di commedie, sarebbe stato un attore di atellane, nonché di quegli spettacoli comici

di origine campana improvvisati da maschere fisse (proprio a questa attività alluderebbe il nome

Maccius simile a Maccus, ovvero la maschera che rappresentava lo sciocco bastonato).

Le commedie palliatae di Plauto da una parte presentano alcune allusioni alla storia romana

dell'epoca e dall'altra contengono una rappresentazione caricaturale del mondo greco, in

particolare dei suoi eccessi e dei suoi difetti: il teatro di Plauto è un teatro popolare in cui egli

asseconda i gusti del pubblico, destandone il riso. Per far ciò Plauto utilizza come lingua il sermo

familiaris, ovvero il linguaggio della conversazione quotidiana, privandolo di termini popolareschi e

dialettali; nelle scene di maggior concitazione comica egli fa spesso ricorso ai costrutti del

linguaggio sacrale, giuridico e tragico, il che ottiene grandi effetti di comicità. Inoltre, Plauto inventa

nuovi vocaboli (neologismi) e rinnova sul piano morfologico quelli già esistenti, sia per condurre

avanti una serie di battute comiche basate su un equivoco o su un gioco di parole, sia per dare a

tutto l'insieme il sigillo inconfondibile della sua personalità.

Tutte le commedie di Plauto poggiano su schemi ripetitivi: l'azione che ne è alla base è di solito

generata dal contrasto tra due personaggi, dei quali uno cerca di portare via qualcosa (denaro o

una donna) all'altro; poichè quest'ultimo non intende cedere il proprio bene, il primo è costretto,

attraverso l'organizzazione di un inganno, a trasgredire una norma morale o giuridica per riuscire

nel suo scopo; la trasgressione del codice provoca una temporanea situazione di crisi che si

stempera però nel lieto fine.

Tra le figure che animano le commedie plautine è possibile individuare una tipologia di caratteri

ricorrenti, delle vere e proprie maschere fisse che il pubblico di volta in volta riconosceva, come:

il senex: il "vecchio" padre di famiglia generalmente avaro, spesso perseguitato da una

• moglie bisbetica;

l'adulescens: il "giovane" amante protagonista dell'intreccio;

• la meretrix: la "cortigiana" di cui si innamora il giovane;

• il leno: il "ruffiano" antagonista del giovane, commerciante di schiave;

• il servus: lo "schiavo" abile tessitore di inganni (callidus), o esecutore di ordini e iniziative

• che si muove di corsa per giungere a destinazione (currens), il che fa sì che egli si trasformi

da semplice aiutante a vero e proprio protagonista dell'azione scenica;

il miles gloriosus: il "soldato fanfarone";

• il parasitus: il "parassita", uno scroccone che si mette al servizio di un altro personaggio pur

• di ottenere cibo e protezione.

Nelle sue commedie Plauto rappresenta una realtà capovolta, in cui i figli potevano sottrarsi al

controllo dei padri e i servi erano liberi di prendersi gioco dei loro padroni, tutto questo allo scopo di

divertire (assomiglia al nostro carnevale, in cui tutto è lecito).

A differenza della Commedia Nuova greca di età ellenistica da cui deriva, la commedia plautina si

differenzia in primo luogo perché la sua azione non è scandita in 5 atti ma procede senza

interruzioni, e in secondo luogo poiché essa si sviluppa in scene cantate (canticae), parlate

(deverbia) e recitative (in quella greca, invece, gli interventi musicali erano dei semplici intermezzi

corali privi di rapporto con l'azione scenica); proprio per questo ultimo aspetto e per il fatto che i

personaggi rendevano vivace la commedia anche con giochi di parole, equivoci, battute spiritose,

insulti e allusioni oscene, si può parlare per Plauto di "commedia musicale".

Le 20 commedie plautine giunte a noi integre sono divisibili in base alle affinità della struttura e del

filo conduttore rintracciabile in sei gruppi:

1. commedie della beffa, caratterizzate da equivoci e ironia, in cui Plauto raggiunse i risultati

migliori: Asinaria, Persa, Casina.

Zoom sulla Càsina

La Càsina è la commedia in cui la beffa raggiunge il suo culmine: qui si narra la storia di un

vecchio padre, Lisidamo, e un giovane figlio, Eutinico, che si innamorano di una trovatella

di nome Càsina (da cui il titolo). Entrambi pensano di accasarla: in particolare Lisidamo con

il suo contadino ed Eutinico con il suo scudiero, sperando tutti e due di averla poi come

amante la prima notte di nozze.

Dopo molte discussioni Lisidamo e la moglie decidono di estrarre a sorte chi sarà il marito

della fanciulla; la sorte favorisce il vecchio, che organizza un piano per dormire con la

donna: inviterà i vicini al banchetto e nella casa vuota il contadino porterà Càsina per poi

andarsene, lasciandogli il posto.

Scoperto il piano, la moglie attua un inganno per punirlo: travestirà lo scudiero da donna e

lo scambierà con Càsina. Scoperto sul fatto lo scambio di persona, il vecchio è costretto a

chiedere scusa alla moglie che, dopo averlo umiliato e sgridato, lo perdona, e Càsina

sposa Eutinico.

2. commedie del romanzesco, caratterizzate dai temi dell'avventura e del viaggio: Mercator,

Stichus, Mostellaria, Trinummus.

Zoom sulla Mostellaria

La Mostellaria è la commedia del "fantasma" (monstellum, diminutivo di monstrum, da cui il

titolo) e narra del giovane Filolachéte che, approfittando di un lungo viaggio del padre,

sperpera in baldoria il suo patrimonio, trasformando la sua casa in una sorta di taverna

pubblica, dove ogni giorno egli allestisce insieme all'amata liberta, agli amici e allo schiavo

Tranione lussuosi banchetti.

Il ritorno improvviso del padre costringe l'astuto servo Tranione a escogitare una serie di

inganni per tenere nascosta all'uomo la vita dissoluta del figlio: uno di questi, per esempio,

è fargli credere che la sua casa sia deserta poiché infestata da un terribile fantasma (da cui

il titolo). Questo castello di bugie crolla miseramente nel momento in cui il padre incontra

accidentalmente due servi che stanno attendendo presso la sua abitazione di poter

riaccompagnare a casa i loro padroni dopo i consueti bagordi; solo l'intervento di un caro

amico di Filolachéte lo distoglierà dall'idea di punire entrambi.

3. commedie dell'agnizione, caratterizzate dal riconoscimento finale di uno o più personaggi

grazie a cui l'intreccio può concludersi favorevolmente proprio nel momento in cui le cose

sembrano volgere al peggio: Cistellaria, Poenulus, Curcùlio ed Epìdicus.

Zoom sull'Epìdicus

Nell'Epìdicus il giovane Stratippocle si innamora in due momenti diversi di due cortigiane,

affidando al suo schiavo Epidico (da cui il nome) il compito di trovare ogni volta il denaro

necessario a riscattarle. Quando i suoi raggiri stanno per essere scoperti, una delle due

fanciulle viene detta sorella di Stratippocle, il quale ripiega quindi sulla seconda cortigiana.

4. commedie dei sosia: Menaechmi, Bacchides, Amphitruo.

Zoom sull'Amphitruo

L'Amphitruo è stata definita una "tragicommedia", ovvero un genere misto di tragico e di

comico, proprio perchè esso rappresenta fatti riguardanti non solo eroi ma anche divinità, di

cui si occupava tradizionalmente la tragedia.

Il dio Giove, innamoratosi di Alcména, assume le sembianze del marito Anfitrione (da cui il

titolo), un condottiero tebano impegnato intanto in guerra, e, con la complicità di Mercurio,

che assume l'aspetto del servo Sosia, riesce a sedurla e a passare con lei un'intera notte

d'amore.

La vicenda si complica quando i veri Anfitrione e Sosia ritornano dalla guerra e la serie di

equivoci ha fine solo quando Giove in persona interviene per giustificare l'involontario

tradimento da parte di Alcména.

La commedia si conclude con la nascita dei due figli gemelli di Alcmena, uno concepito da

Anfitrione e uno concepito da Giove, ovvero Ercole, il quale ha subito mostrato la sua forza

strozzando a mani nude due serpenti che, inviati da Giunone, gelosa per l'ennesima

scappatella del marito, erano strisciati dal soffitto alla sua culla.

5. commedie della caricatura: Truculentus, Pseudolus, Miles gloriosus.

Zoom sul Miles gloriosus

Il Miles gloriosus racconta del rapimento della giovane cortigiana Filocomàsia innamorata

di un cittadino ateniese. Mentre quest'ultimo è ambasciatore fuori città, arriva ad Atene

Pirgopolinìce, un soldato mercenario vanitoso e fanfarone (da cui il titolo), che rapisce la

fanciulla portandola con sé come concubina e Efeso.

Lo schiavo Palestrione si imbarca per raggiungere il suo padroncino e informarlo

dell'accaduto, ma la nave viene attaccata dai pirati, che lo vendono proprio a Pirgopolinìce;

attraverso una lettera, egli riesce comunque a fargli sapere dove si trovano.

L'uomo li raggiunge e viene ospitato da un vecchio che abita proprio

Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
15 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Tonnina di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Cavarzere Alberto.