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ANTO

ruolo centrale. Che ’l gran sepolcro liberò di C “

RISTO

L'

Eneide : “ armi canto e 'l valor del

grand'eroe

che pria da Troia, per destino, a i liti

d'Italia e di Lavinio errando venne; “

L

“ e donne, i cavallier, l'arme, gli amori,

le cortesie, l'audaci imprese io canto “ La trama è bipartita : da una parte l’unità della

- vicenda della battaglia per Gerusalemme e

dall’altra le avventure dei singoli cavalieri ,

distratti dal fine ultimo ;

Ariosto non rispetta i canoni aristotelici : la

- trama è complessa e articolata , in cui si

mescolano numerosissime vicende vissute in Il Giardino di Armida : è un ‘invenzione

-

numerosissimi luoghi ; poetica di Tasso che dapprima affascina e in

conclusione commuove. Dell'avvenente maga

Il Palazzo di Atlante : è un allegoria del

- pagana l'autore si serve infatti abilmente per

destino umano. Come i personaggi della storia giustificare una passione sensuale del

- nel palazzo ingannevole - inseguono cristianissimo capostipite degli Estensi, che

vanamente l' oggetto del loro desiderio ma non risulta essere appieno scusabile, in quanto si

riescono mai a raggiungerlo , così gli uomini pone in una condizione di follia amorosa

nella loro vita inseguono le loro passioni senza

poter riuscire mai a realizzarle. Gli uomini determinatasi ad opera di diaboliche arti

sono destinati a vagare vanamente in spazi magiche. Rinaldo, già liberatore di molti

labirintici come quello del castello. compagni sedotti dall'incantatrice, non può, a sua

volta, sottrarsi dall'ammaliante corteggiamento di

Armida, che lo tiene imprigionato tra le delizie

del suo palazzo e le piacevolezze del suo

giardino, nelle isole Fortunate.

Stile medio e mescolanza di toni ;

- Stile aulico e difficile , tragico e magnifico :

- ricco di arcaismi , latinismi , dalla sintassi

asimmetrica e frantumata ;

BAROCCO

( XVII secolo e dei primi decenni del XVIII secolo )

In letteratura lo stile nasce inserendosi in quello spazio aperto dalla crisi della concezione

rinascimentale del mondo. Il barocco volle apportare novità per quanto riguarda gli strumenti

retorici e l'uso del linguaggio volto a ricercare la purezza nella forma e della bellezza. Gli

esperimenti condotti sulla lingua, oltre a schiuderla verso nuove creazioni verbali e sintattiche,

diedero vita, in tutta Europa, a particolari situazioni retoriche (marinismo, concettismo, gongorismo,

eufuismo, preziosismo, poesia metafisica).

Introduzione

Letteratura dominante nell’Europa del Seicento, in particolare dei primi sei decenni del secolo, che

trova corrispondenze nello stile artistico e architettonico del periodo (vedi Barocco). Il termine

“barocco” ha origini incerte, ma le varie ipotesi avanzate convergono nell’attribuirgli il significato

originario di “complicato”, “strano”, “bizzarro”, “grottesco”. Impiegato alla fine del Settecento dai

teorici del classicismo per criticare negativamente l’arte del Seicento, nel secolo seguente fu

utilizzato per la prima volta in senso descrittivo, senza intento polemico, da Heinrich Wölfflin in

Rinascimento e barocco (1888), mentre fu riferito alla letteratura soltanto nel Novecento, con il

contributo fondamentale di Benedetto Croce (Storia dell’età barocca in Italia, 1929). Il barocco è

stato poi esteso da alcuni critici a categoria metastorica per definire qualsiasi stile che impieghi i

procedimenti retorici in modo imprevedibile e sovrabbondante.

Tranne che per l’opera poetica di Giambattista Marino, in Italia la produzione barocca non lasciò

capolavori, che invece non mancarono in Spagna grazie ad autori quali Francisco Gómez de

Quevedo per la prosa (il romanzo picaresco), Luis de Góngora per la lirica e Lope de Vega e Pedro

Calderón de la Barca per il teatro.

Una poetica anticlassicistica

La letteratura barocca scansa le regole che nel Cinquecento erano state elaborate attraverso le

discussioni di poetica e di retorica, e rifiuta la convenzione classicistica che fa coincidere la bellezza

con una rappresentazione idealizzata della realtà in forme composte ed equilibrate. Il barocco mira

invece alla produzione di piacere attraverso l’effetto, la spettacolarità, la meraviglia, ottenuti anche

con l’impiego di un linguaggio patetico o iperbolico. Facendo del giudizio del pubblico il criterio di

validità estetica del testo, si tende a puntare sull’attualità invece che sulla tradizione, e così pure

sull’effimero, connesso a un’espressività marcata e spettacolare. In molti casi il linguaggio tende a

svuotarsi della sua dimensione conoscitiva e anche della sua potenziale funzione civile per

diventare il luogo in cui si elaborano congegni retorici finalizzati a se stessi, come in un gioco

intellettuale.

“Meraviglia” e “concetto”

La “meraviglia”, concetto cardine della poetica barocca, viene perseguita operando sul linguaggio

lungo due direttrici fondamentali. La prima è quella di conferire al linguaggio la forza di sollecitare

i sensi e la fantasia attraverso l’impiego massiccio delle metafore, delle quali vengono teorizzati i

percorsi: a partire da una metafora di tipo comune e di per sé poco sorprendente, come ad esempio

“rosa, regina dei fiori”, si elencano le qualità e le caratteristiche della “rosa” e quelle della “regina”,

per poi “trasferire” (la metafora è “trasferimento” del significato da un ambito proprio a uno non

proprio) i dati di una serie nell’altra e viceversa. L’altra direttrice, strettamente connessa alla prima,

è quella dell’impiego dei “concetti” per rendere prezioso e brillante il linguaggio.

Il “concetto” l’altro elemento cardine di questa letteratura, è un artificio retorico che consiste nel

combinare immagini tra loro molto diverse e nell’accostare cose tra loro molto distanti, ma tra le

quali il poeta, per una sorta di illuminazione mentale, coglie, con sottile intelligenza, analogie

nascoste e mai osservate prima, anche se spesso bizzarre. Il “concetto” stesso e insieme la facoltà di

produrre “concetti” vengono denominati con termini quali “ingegno”, “acutezza”, “arguzia”,

“spirito”. A questi se ne collegano altri impiegati nelle varie letterature europee: esprit in francese,

agudeza in spagnolo, wit in inglese, Witz in tedesco.

Un’arte interdisciplinare

Un’altra caratteristica del linguaggio barocco è quella di sfumare l’ambito tradizionale della parola,

quello strettamente letterario, orientandola verso altri ambiti artistici: in alcuni casi la parola tende a

porsi, per la meticolosità descrittiva, in concorrenza con la pittura; in altri, facendo perno sui valori

fonetici e svuotandosi della funzione referenziale, si trasforma in musica. Allo stesso modo la

letteratura barocca tende a sfumare i confini – questa volta interni alla letteratura – tra i generi,

creando combinazioni nuove come ad esempio il poema eroicomico. Il principio, nel caso dello

sconfinamento della letteratura nell’arte e dello sconfinamento di un genere nell’altro, è lo stesso

che regola la costruzione delle metafore, che combinano tra loro zone del reale mai accostate prima.

In tutte queste tendenze e manifestazioni è sottesa l’idea che la poesia sia un fatto spettacolare, in

cui il rapporto col pubblico è primario. La vita è intesa come teatro e la poesia accentua i caratteri di

ambiguità e di illusionismo al punto che il verosimile (carattere della poesia) appare contiguo al

vero da un lato e al falso dall’altro. Questa dimensione di apparenza instabile e di inganno può

essere esibizione di virtuosismo, ma anche espressione di un radicale disinganno, quasi che nel

vivere sia impossibile separare il vero dal falso, l’apparenza dalla consistenza, la vita dalla morte.

Non a caso il tema della morte ricorre ossessivamente e comunica un senso di strutturale precarietà.

Il romanzo del Seicento

L'arco storico dello sviluppo del genere romanzesco in Italia si estende dal 1625 al 1670 circa. Ai numerosi

romanzi originali allora composti si affiancarono non poche traduzioni di romanzi antichi (quelli ellenistici)

e soprattutto di contemporanei romanzi spagnoli e francesi. D'altra parte, parecchi dei romanzi italiani furono

tradotti in francese, inglese, tedesco, e persino in svedese.

Genere quasi del tutto nuovo, il romanzo si presenta nel Seicento con ampia varietà di strutture, di tematiche,

di soluzioni stilistiche: dal romanzo avventuroso al romanzo psicologico, dal romanzo edificante al romanzo

libertino, dal romanzo-saggio al romanzo autobiografico, dal romanzo storico al romanzo esotico; dal

romanzo breve al romanzo ciclico. Sede spesso di propaganda ideologica e di riflessioni politiche, etiche,

filosofiche, il romanzo accoglie non di rado inserti di altri generi, quali poesie o dicerie.

Fin verso il 1640 gli scrittori veneti detennero un indiscutibile primato, e per qualità e per quantità, nella

produzione romanzesca: accanto al ciclo di romanzi di Giovan Francesco Biondi (L'Eromena, 1624; La

donzella desterrada, 1627; Il Coralbo, 1632) che, per l'equilibrio in essi attuato tra vivacità di racconto e

impegno di analisi politica, rappresentano la prova più significativa del momento, sono da ricordare almeno

La Dianea del nobile veneziano Giovan Francesco Loredano, La Messalina (1627) e L'Ormondo (1635) del

veronese Francesco Pona, il Demetrio Moscovita (1639), romanzo storico di Maiolino Bisaccioni, ferrarese

per nascita ma veneziano per elezione, La fuggitiva (1639), travestimento romanzesco di un clamoroso

episodio della cronaca contemporanea dovuto a Girolamo Brusoni, Ustoria del Cavalier Perduto (1644) del

vicentino Pace Pasini, L'Alfenore (1644) del padovano Carlo de' Dottori. Nell'ambiente culturale di Venezia

è pure da inscrivere l'instancabile operosità letteraria del nobile piacentino Ferrante Pallavicino.

Nel quindicennio 1640-1655 prevalsero nel settore romanzesco gli scrittori liguri, che avevano già

precedentemente offerto prove non trascurabili di narrazioni psicologiche (per esempio, La Stratonica, 1635,

di Luca Assarino) e religiosa (per esempio, Maria Maddalena peccatrice e convertita, 1636, di Anton Giulio

Brignole Sale); fra le loro opere di maggior importanza sono: Il Calloandro di Giovanni Ambrogio Marini

(pubblicato dapprima nel 1640-41, e parzialmente modificato nella trama e col titolo di Calloandro fedele nel

1653) e l'lstoria spagnuola (1640-42) di A. G. Brignole Sale, testi esemplari di racconto di azione e

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A.A. 2012-2013
254 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher salvop. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Paolino Laura.