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TRAGICO COMICO
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Linguaggio alto Linguaggio basso e popolare
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Temi sublimi della canzone d'amore Situazioni quotidiane ed esclusivo ricorso al
sonetto
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Evita la cronaca presenta i fatti di ogni giorno con spirito giocoso
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Pubblico ristretto ed elitario d'estrazione nobiliare pubblico più largo, ceti borghesi intermedi e
e alto-borghese artigianali
Si diffonde dopo il 1260 in Toscana, si sviluppa contemporaneamente a quella stilnovistica,
raggiungendo un momento di massima diffusione negli ultimi vent'anni del Duecento e nei primi
due decenni del Trecento. In Toscana, il genere comico, si afferma in particolare a Siena e nelle
cittadine vicine.
Hanno influenzato la poesia comica, la poesia goliardica in latino e quella giullaresca in volgare.
goliardica - temi del mondo alla rovescia, in cui si esalta tutto ciò che le autorità religiose e
• politiche condannano, come l'amore sessuale, il gioco ecc.
giullaresca - tecnica del racconto dialogato in versi e del contrasto realistico fra i due amanti,
• che verrà ripresa e continuata nella poesia comica.
L'area tematica comprende:
1. l'amore sensuale per una donna maliziosa e dedita ai piaceri carnali
2. l'esaltazione dei piaceri del gioco e del vino
3. il bisogno costante di denaro e la paura della povertà
4. l'aggressione personale che si esprime nell'offesa.
Quasi sempre, comunque, prevale il tono comico e giocoso, la tendenza allo scherzo, al doppio
senso, alla battuta di chi ride o vuol far ridere.
Lo stile e la sintassi puntano alla immediatezza degli effetti, sino all'anacoluto (costruzione della
frase in modo scorretto) e all'espressività brutale.
Rustico di Filippo e gli altri autori
I poeti "comici" sono una ventina e assai diversi fra loro. L'iniziatore del genere fu il fiorentino
Rustico di Filippo attivo tra il 1260 - 1290, dei suoi 58 sonetti metà è in stile tragico, l'altra in stile
comico. Egli è il maestro del vituperium, cioè dell'attacco personale e canzonatorio. La sua dote
migliore è la ritrattistica e la satirica. La tendenza comica si sviluppa soprattutto a Siena a opera di
un nutrito gruppo di rimatori, fra i quali Cecco Angiolieri che è la figura di maggior spicco.
Cecco Angiolieri nacque a Siena intorno al 1260, il suo canzoniere conta oltre 100 sonetti e la
tematica è l'amore per i piaceri carnali, il sesso, la tavola, i divertimenti e il gioco d'azzardo. I
personaggi principali sono l'amante, donna sposata, il padre avaro, la moglie pettegola. Egli
conosce in profondità il lessico e i moduli della tradizione illustre e ne fa uso rovesciandoli
ironicamente.
La prosa: la retorica, le cronache di città e di viaggi
La prosa in volgare nasce e si sviluppa dopo la poesia in volgare. Questo ritardo è dovuto, da un
lato, al prestigio di lingue di cultura come il latino e il francese, dall'altro al fatto che il pubblico a cui
si rivolgeva la prosa era più selezionato di quello della poesia, conosceva il latino o il francese e
quindi poteva fare a meno di scrivere in volgare. La poesia si diffuse in tutt'Italia l'area di diffusione
della prosa è molto più ristretta e vasti territori rimasero in parte estranei come il Nord Italia:
Nel territorio lombardo dove viene utilizzato il latino;
• Nel Veneto dove domina il francese e si diffonde una cultura di lingua franco-veneta;
• In Umbria, la cultura francescana, impegnata in un duro contrasto interno e con il Papato;
• Al Sud, la corte sveva aveva promosso il volgare per la poesia lirica d'amore e il latino come
• lingua della cancelleria.
La prosa in volgare si affermò soprattutto in Toscana e proprio qui si diffuse l'uso del
volgarizzamento, cioè della traduzione e del rifacimento in volgare di testi francesi, storici,
didattici e novellistici, e di testi latini del mondo medievale, classico e antico.
L'età dei volgarizzamenti va, in Italia, dal 200 al 500, ma in età comunale ebbero un'importanza
determinante per la nascita e lo sviluppo della prosa in volgare. Il pubblico cui si rivolgono è quello
dei nuovi ceti borghesi desiderosi di istruirsi. L'intento dei volgarizzamenti è, quindi, educativo e
didattico. Bisogna distinguere i volgarizzamenti:
dal francese, i quali potevano contare su un pubblico più vasto, sia per la materia che per le
• minori difficoltà linguistiche: la lingua d'oïl e l'italiano hanno strutture linguistiche e sintattiche
simili;
dal latino, i quali si rivolgono ad un pubblico più ristretto, sia per la materia, sia per la maggiore
• difficoltà della traduzione.
L'ars dictaminis o ars dictandi è l'arte nello scrivere in modo elegante; si applicava nel Medioevo
alle lettere che si scambiavano gli intellettuali, gli uomini di potere, le varie cancellerie. Esistevano
diversi tipi di stile, che si distinguevano fra loro per i modi di chiudere la frase, vale a dire per le
clausolae finali di ogni periodo e diversi tipi di cursus (un modo particolarmente armonico di
chiudere un periodo).
C'erano 3 tipi di cursus:
1. cursus planus - "piano" semplice e normale, in cui le parole finali sono un polisillabo (parola
composta da più sillabe) e un trisillabo (parola composta da tre sillabe) entrambi piani (parola
accentata sulla penultima sillaba).
2. cursus tardus - "lento" in cui le due parole finali sono un polisillabo piano e un quadrisillabo
sdrucciolo (Parola accentata sulla terzultima sillaba).
3. cursus velox - "veloce", le parole finali sono un polisillabo sdrucciolo e un quadrisillabo piano.
Due volgarizzamenti ebbero grande fortuna:
Fiore di retorica - manuale di latino di retorica;
• Rettorica - di Brunetto Latini
•
Nel Medioevo la storia degli uomini era considerata il risultato di un disegno voluto dalla
Provvidenza divina. Nel corso del Duecento cominciano ad affermarsi le chronicae, più
interessate all'attualità e alle vicende politiche delle città comunali. Opere importanti sono:
- Le imprese dei Fiorentini, titolo in latino ma la cronaca è in volgare;
- Cronica Fiorentina, che racconta la storia di Firenze dalle origini sino al 1303.
Il capolavoro di questo genere di storiografia è la Cronaca delle cose occorrenti ne' tempi suoi di
Dino Compagni, che abbandona il disegno della storia universale e si concentra sugli anni tra il
1280 e il 1312, descrivendo in particolare le vicende di conflitto tra Bianche e Neri.
Nell'immaginario occidentale l'Oriente è stato sempre un "orizzonte mentale" più che geografico.
Anche quando, nel Basso Medioevo, le esigenze dei mercanti e il gusto dell'avventura portarono
ad esplorare nuovi spazi, intorno alle terre d'Oriente restò sempre un alone di mistero. Il bisogno di
conoscere l'Oriente era dovuto a motivi religiosi e a ragioni economiche.
lI Milione è un resoconto del viaggio di Marco Polo, la quale narra il viaggio Venezia-Pechino e
ritorno (egli tornò prevalentemente via mare e durò 4 anni). L'opera si regge su uno straordinario
equilibrio fra realtà e fantasia, fra romanzo borghese e romanzo cortese. In esso confluiscono
diversi generi: la cronaca, il trattato scientifico, il romanzo d'avventura, il manuale mercantile, la
relazione diplomatica, la relazione religiosa.
Marco poté utilizzare diversi suoi appunti di viaggio, ma la scrittura fu opera di Rustichello da Pisa,
che impiegò il francese, tra i due ci fu appunto una collaborazione letteraria. Il racconto è in genere
condotto dal narratore (Rustichello), che presenta Marco Polo in terza persona, ma spesso usa il
"noi" per indicare i due co-autori dell'opera.
La prosa: la narrativa, e la novellistica
Alle origini della narrativa italiana troviamo i volgarizzamenti, dal francese e dal latino, delle antiche
storie di Troia e di Roma e dei romanzi francesi di materia bretone. L'epica troiana e romana in
forme romanzate assolveva ad uno scopo educativo, ma anche per motivi politici.
Nel Medioevo i copisti distinguevano 3 forme di narrazione:
1. la narratio aperta (narrazione aperta) racconto di cose vere e realmente accadute, cioè la
storia - vuole informare il lettore
2. la narratio probabilis (narrazione verosimile o credibile) a cui corrisponde una vicende
plausibile - coinvolgere emotivamente e convincere il lettore
3. la narratio brevis (narrazione breve) a cui corrisponde una vicenda né vera né verosimile, ma
inventata e frutto della fantasia, cioè la fabula (fiaba) - far divertire il lettore.
La novella deriva dalla fabula, cioè dalla fiaba ed è il punto di arrivo di un processo che tende alla
valorizzazione della vita umana nella sua dimensione terrena: la si pone come esito di una
evoluzione che ha coinvolto generi narrativi diversi:
- la legenda angiografica e gli exempla
- il lai e i fabliax francesi
- le vidas e le razos in lingua d'Oc.
In Italia la prosa, a differenza di quanto avviene per la poesia lirica, diventa una forma d'arte con
molta lentezza: il processo si conclude solo nel Trecento, con Boccaccio. Le ragioni di questa
lentezza vanno ricercate nelle origini della narrativa, legate all'oralità e al pubblico e al pubblico
vasto e "basso" cui si rivolgeva una materia narrativa che a lungo restò collettiva, anonima.
Alla fine del Duecento, parallelamente con lo sviluppo della società comunale e l'ascesa della
borghesia, il gusto del racconto si affranca da ogni fine educativo o morale. I primi testi in cui si
può cogliere questo processo sono:
- il Libro dei Sette Savi, la cornice (parte di testo che racchiude altre narrazioni) racconta la
storia che chiude l'opera in modo unitario e che giustifica i 14 racconti. Il figlio dell'imperatore
stato educato lontano dalla reggia da sette savi, i quali prevedono, al suo ritorno presso il padre,
una disgrazia e dunque gli consigliano di tacere per sette giorni. Infatti, tornato presso il padre, il
figlio viene accusato dalla matrigna di averle tentato violenza: in realtà la donna vuole vendicarsi
per essere stata respinta dal figliastro. Il figlio si rifiuta di rispondere alle accuse della matrigna,
la quale, per convincere il marito a condannare il figlio, gli racconta 7 novelle, una al giorno, in
cui i figli tradiscono il padre. I savi rispondono raccontando a turno, ogni giorno, una novella in
cui si mostrano l'infedeltà e la falsità delle donne. Dopo 7 giorni il figlio parla, dimostrando la sua
innocenza e l'imperatore fa condannare a morte la moglie.
- Vita di filosafi e d'altri savi e d'imperadori, provenienti dalla Toscana e scritti fra il 1270 e il
1275.
Con il Novellino, raccolta comp