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Passiamo a Pietro Bembo, veneziano. Il 500 stagione enorme fioritura culturale, ultima stagione per l’italia
nella letteratura, stagione politico economico di disastro. In questo periodo nasce la questione della lingua
(lingua comune) ragioni complesse:
- nasce l’editoria, la stampa e Venezia diventa la capitale italiana ed europea dell’editoria (i libri devono
essere letti da tutti, bisogna venderli in modo che possano leggerli tutti, quindi lingua comune; grande
stagione della questione della lingua è incentrata a Venezia, e daranno un aiuto fondamentale).
- asservimento degli stati italiani agli stranieri, lingua è l’identità dell’Italia, lingua simbolo dell’italianità.
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Letteratura Italiana
3 scuole che si combattono:
- Fiorentini: partono dall’assunto indiscutibile (Dante, Petrarca e Boccaccio sono fiorentini) quindi se loro lo
hanno usato allora per l’italia si deve imparare il fiorentino. Però è mutato nel tempo, un afflusso migratorio
a Firenze dal sud ovest (Toscana) queste ondate migratorie hanno profondamente cambiato la lingua.
Fiorentino è lingua viva, quindi bisogna usarlo.
- Teoria cortigiana: molto importante, la lingua da utilizzare quella della corte romana, papale. Perché
comunque è una lingua viva, in secondo luogo è una lingua sovrannazionale per ovvie ragioni. Lingua per i
colti, ha una base fiorentina (fondamentale se vuole esser letteraria, con elementi però da tutti i dialetti
italiani, con struttura in latino, una lingua di decoro e dignità). Posizione a lungo vincente, il cortigiano deve
parlare quella lingua. In realtà queste sono posizioni perdenti. Difetto: non aveva un modello, non aveva
grammatica, qualcosa di empirico.
- Pietro Bembo “Prose della volgar lingua” nel 1525 pubblica un opera che è destinata a cambiare la storia
della nostra lingua, l’impatto è pari a quella della televisione. Posizione vincente. Dialogo in 3 libri, fa una
scelta molto precisa e indica due modelli molto concreti: Petrarca per la poesia, e Boccaccio per la prosa di
una lingua morta (fiorentino di allora) vuole trattare la lingua letteraria come una lingua morta, classica come
il latino e il greco perché così se la lingua morta resterà eterna per l’eternità, se è una lingua morta non sarà
modificata. Bembo è molto esplicito, vuole scrivere per gli uomini del futuro, perché lui sostiene che la
lingua deve essere un dialogo attraverso i secoli. Dimensione politica molto forte, quando Bembo scrive c’è
il conflitto tra Francia e Spagna, non si intravede l’Italia, la cultura italiana va attraverso i secoli, con una
continuità temporale. Vantaggio poeti morti: si può produrre una grammatica, come latino e greco. Scrive la
grammatica dell’italiano, quindi tutti studiando la grammatica potranno imparare l’italiano. Dice che i
fiorentini non sono avvantaggiati, anzi, perché per loro resterà un ibrido. Soltanto chi ha una grande distanza
linguistica perché lo imparerà grammaticalmente e quindi veramente l’italiano.
Petrarca come esempio preso da tutti. La lirica è il principale strumento del possesso della lingua. Diffusione
enorme di testi, ma nel 500 nasce la figura delle poetesse, perché diventa lo strumento di ingresso nella
società, scrivendo un sonetto tu dimostri di poter entrare. Nel 500 nascono tutti quelli strumenti per scrivere,
nasce la strumentazione per scrivere la lingua. Questi testi presentano una presenza di Petrarca, i testi
sembrano dei collage di testi di Petrarca. Nascono i vocabolari delle parole usate da Petrarca, perché in realtà
la lingua che usiamo nasce qua.
Francesco Berni prende in giro un brano, comico.
05 marzo 2012
Petrarchismo 500, modello poetico, linguistico e sociale. Letteratura = elemento di continuità attraverso il
tempo (corridoio, elemento di comunicazione attraverso i secoli) e lo spazio (permette di superare le
distinzioni regionali). Nasce come lingua letteraria e molto più resistente alle trasformazioni. La poesia lirica
nel 500 diventa il campo privilegiato di pratica linguistica. La poesia non è più qualcosa dei poeti, di qualche
privilegiato, ma diventa territorio di pratica. si stampano i primi vocabolari, ai rimari, ai repertori di sintagmi.
Tutti scrivono sonetti perché testo più facile da comporre utilizzando il linguaggio petrarchesco.
Lirica lavoro servo, e noiosa. Tutto viene rifinalizzato a nuove, con accostamenti particolari.
Michelangelo Buonarroti.
Grande poeta del rinascimento è Giovanni della casa.
Ludovico Ariosto con Orlando furioso. Testo che chiude un epoca. Differenza di genere tra Orlando furioso e
Gerusalemme liberata. Questo x quanto la forma sia la stessa, cioè l’ottava, una forma metrica molto
semplice, non si sa se è di origine artistica o popolare. L’inventore potrebbe essere stato Boccaccio, oppure
l’ottava nasca come testo popolare, usato da Boccaccio. Questa incertezza ci dice che è una forma
utilizzabile in vari modi. L’ottava ha semplicemente una struttura doppia, divisa. I primi 6 versi sono
semplicemente 3 coppie di versi alternati (ABABAB CC) e tutti endecasillabi. Diventa un testo popolare
perché diventa la forma di tutti i cantari, cioè di quei testi 300-400-500 che parlano sostanzialmente delle
grandi imprese, battaglie, atti degli eroi.
Sono testi popolari, il pubblico dei cantari è il pubblico delle piazze, dei mercati. La forma classica è del
cantinbanca, l’idea del poeta che andava in piazza a recitare, spesso improvvisando, vendendo dei fascicoletti
in cui venivano raccontati le vicende degli eroi, della specie di romanzi, lettura di consumo. I personaggi
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Letteratura Italiana
erano i grandi personaggi in primo luogo i primi personaggi del ciclo di Carlo Magno. Alle origini il
romanzo nasce in francia nel medioevo (12-13 secolo) 2 grandi cicli che si oppungono x argomento,
personaggi e ambiti.
- Ciclo carolingio, incentrato sui palatini di Carlo magno, orlando. La guerra dei franchi e i mori. Tema
religioso. Personaggi sono i grandi eroi della fede.
- ciclo arturiano, legato a re Artù e alla tavola rotonda, sfondo di fantasia e soprattutto dominano due temi:
l’amore e l’avventura (magia), assenti nel ciclo carolingio. Temi che confluiscono a Ferrara, nel precursore di
Ariosto (Matteo Maria Boiardo, personaggio importante) con Orlando innamorato scrive una poesia alta
dedicata alla corte. Utilizza gli elementi del cantato popolare.
07 marzo 2012
Genere importante: trattato → proporre una nuova immagine di elementi. Il genere del trattato nel
rinascimento utilizza il dialogo, per due ragioni principali:
- richiamo ai grandi modelli classici (dialoghi di Platone, Cicerone) dichiarazione di estetica, di classicismo.
- riproduce l’ambiente della conversazione della corte.
Le elaborazioni culturali e intellettuali del rinascimento non sono dogmatici ma sono frutto di uno scambio,
di una costruzione progressiva, unitaria, con il contributo di vari opinioni e quindi di un determinato modo di
vivere improntato all’educazione, alla cortesia, alla socialità.
Prose della volgar lingua 1525 → esempio importante di trattato, che esprime la grammatica. Non si
aspettava una grammatica in forma dialogica, la grammatica di una lingua espressa attraverso uno scambio di
dibattiti.
Il primo trattato nel 1505 Asolani (Conversazioni tenute ad Asolo, in Veneto) scelta singolare il lettore colto,
dietro il titolo Asolani riconosce un importante titolo di Cicerone (Toscolani) immagine di classicità. Grande
tema: l’amore. È un opera in tre dialoghi, ogni libro affronta un aspetto diverso dell’amore. Sono un
prosimetro, parte prosa e parte poesia. Nel primo libro è il grande tema degli amori tragici, l’amore come
sofferenza; il secondo libro è l’amore felice e naturale; il terzo libro è l’amore platonico, un tipo di amore
che serve per spiritualizzarlo, per avvicinarlo a Dio. Il terzo libro si conclude con un discorso di un eremita
che parla dell’amore divino. Si segna una ascesa dell’amore, strumentalizzazione di Petrarca viene riletto in
una maniera che non è propriamente corretta, perché la storia di Petrarca viene rivista come un percorso di
purificazione dell’uomo verso l’amore divino.
Tema del platonismo, per Platone gli oggetti, le cose concrete, sono soltanto delle forme materiali che
rimandano a delle idee pure presenti in un mondo superiore. L’idea del modello, idea classica,
rinascimentale. Il rinascimento è l’epoca dell’imitazione in assoluto, c’è qualcosa di puro e ideale a cui
bisogna aspirare e riprodurre nell’arte. I modelli classici è una forma di questo platonismo, l’idea di qualcosa
di puro.
L’amore è lo strumento principale per raggiungere questa forma pura e superiore.
Il rinascimento produce dei manuali di comportamento che propongono l’idea che esista una forma pura di
qualsiasi ruolo sociale a cui avvicinarsi. Il primo importante trattato di comportante è Il Cortigiano di
Castiglione viene composto nel 1513, pubblicato nel 1528, svolta epocale perché l’anno prima è accaduto il
sacco di Roma (1527) scontro nazionale (italiani e tedeschi), religioso (cristiani e protestanti). È un evento
traumatico che cambia la concezione della storia, evento decisivo. L’anno dopo esce Il Cortigiano, trattato in
cui si vuole proporre il modello del perfetto cortigiano. Dialogo in quattro libri ambientato a Urbino, grandi
meravigliose capitali rinascimentali, quest’opera propone un modello, ma si propone come un opera
superata. L’opera è ambientata nel 1506, molti anni prima, è un elemento tipico dei trattati, dei classici. Tutto
quello che viene raccontato è un’epoca migliore. Quando esce con una sorta di dedica che in realtà è tutta
impostata su una formula importante (“Dove sono?” in latino) tutti i personaggi sono morti, vuole proporre
un cortigiano ideale, ma lo fa in un tempo dove il modello della corte è finita, e lo fa proponendo dei modelli
concreti che sono tutti morti, un tempo finto. Questo dialogo ha già nel 1506 delle ombre perché è in quattro
libri e produce i discorsi che avvengono per quattro sere i cortigiani si ritrovano e parlano, ma manca il duca
(muore giovanissimo, di malattia) ne parlano e dicono che sia moribondo. Modello di comportamento
elaborato alla fine di un regno, di un mondo, ambiguità del cortigiano.
Elaborato in quattro giorni e con la controparte femminile, la donna di palazzo. Profilo ideale del cortigiano:
uomo ideale che padroneggia tutto, che sa fare tutto. Difatti il cortigiano è un