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UMANESIMO E RINASCIMENTO
morte di Petrarca e Boccaccio abbiamo l’umanesimo. Il 1380 è considerata una
Dopo la
data convenzionale per l'inizio dell’umanesimo (fino al 1480). L'epoca che segue e in parte si
sovrappone all’umanesimo è il rinascimento (prima metà del 500).
Umanesimo
contiene “umano”, studi dell’umanità; si tratta di studi di tipo
La parola studia humanitas,
filologico-letterario, dove l'uomo viene posto al centro della propria attenzione. Gli studi
dell'umanità si contrappongono alle sacre scritture e ritroviamo in questo modo una
letteratura di uomini che parla degli uomini. Gli uomini riscoprono la propria umanità senza
però escludere l'esistenza di un universo sostanziale, “sovrasostanziale” (il mondo di Dio),
maggiore validità all’umanità,
ma viene data un mondo che ha una sua dignità intrinseca.
Dopo l’umanesimo e prima del barocco abbiamo l'epoca del manierismo.
L’umanesimo fu un movimento culturale che poneva in primo piano il tema della dignità
dell’uomo centralità nell’universo.
e della sua Abbiamo cosi una esaltazione
dell’ingegno umano, una concezione laica della cultura.
Rinascimento
Abbiamo in questo caso una definizione tarda; supponendo che il medioevo sia un'epoca di
decadenza, l'epoca viene denominata (a partire dalla fine 400) come rinascimento perché
rinascita della classicità e dell’antichità.
viene vista come una Riscoprono il greco, così
come i testi greci (di Aristotele). Quest'epoca inizia con la morte di Lorenzo il magnifico
(1492).
Periodizzazione:
1380-1450: umanesimo latino (rinascita della letteratura latina), umanesimo civile
(umanesimo fiorentino)
1450-1492: età di Lorenzo il magnifico, umanesimo volgare (riscoperta del volgare)
guerre d’Italia, periodo di
1492-1540: decadenza, crisi
1441: certame coronarie, competizione promossa da Leon Battista Alberti e patrocinato da
Piero de’ Medici che porterà il volgare al pari del latino. La città dunque promuove la
riscoperta della letteratura in volgare (promozione del volgare).
I primi anni del 500 non sono anni di crisi ma di sviluppo.
Le signorie: frammentazione e policentrismo
● Firenze: Cosimo de’ Medici
● Napoli: repubblica oligarchica
● Roma
● Ferrara
● Mantova
● Milano: Visconti-Sforza
● Forlì, Cremona, Lucca, Siena: repubbliche oligarchiche
Le corti rinascimentali:
I letterati girano di corte in corte al servizio dei signori.
● Mecenati che finanziano i letterati per il prestigio della corte e i cortigiani, si tratta di
circoli socialmente chiusi
● Riunioni di aristocratici, artisti, momenti di affermazione del potere, ma anche di
cultura, teatro, feste e cenacoli
La Chiesa in quest'epoca è un'alternativa alla corte.
L’invenzione della stampa a caratteri mobili: diffusione opere, prima stampa BIBBIA di
Gutenberg
Ha un effetto maggiore: questa infatti porta alla diffusione delle opere, ha effetti cognitivi,
linguistici (invenzione dell’apostrofo), culturali. Cambia anche il concetto della lingua italiana,
da una concezione di lingua fluida a lingua grammaticale. Da qui inizia a svilupparsi la
filologia. abbiamo l’Arcadia; A
A Napoli Ferrara abbiamo Boiardo (Orlando innamorato e Amorium
libri); a Firenze abbiamo Angelo Poliziano (opere latine, rime, stanze per la giostra, festa
d’Orfeo) e Luigi Pulci (morgante). Lorenzo de’ Medici,
Uno dei più importanti a Firenze però è uno dei più grandi letterati del
400. Lorenzo promuove l'arte, la pittura. Con l'appoggio di Poliziano, Lorenzo realizza una
un’antologia di quello che per il loro
raccolta di testi poetici della letteratura italiana,
gusto doveva essere il canone letterario italiano. Questa antologia viene definita
“aragonese” perché viene mandata al re di Napoli.
CANZONE DI BACCO: è una ballata e le strofe hanno tutte lo stesso schema metrico,
l'uomo viene posto al centro del suo universo. Godere ora perché del domani non abbiamo
certezza. Abbiamo le figure di Bacco e Arianna; le ninfe sono sempre felici e solo chi è rozzo
e chi non è grato alla vita respinge l’amore. Questa canzone è incentrata sul tema della
fugacità del tempo e della giovinezza.
Con il 300 si ha un interesse per la lingua e la letteratura, con la metà del 400 abbiamo
invece una rivalutazione del volgare. Il primo tentativo di riaffermarlo è quello di Leon
Battista Alberti. Il volgare va così ad affiancarsi al latino.
Leon Battista Alberti scrive la Grammatichetta Vaticana; Poliziano, nel 1476, scrive la
premessa alla raccolta aragonese. Nel 400 si riprende a scrivere in lingua italiana e troviamo
una lingua fortemente padanizzante (con tratti padani).
Nella prima metà del quattrocento, l’interesse per la lingua e la letteratura in volgare
aumenta, diventando molto importante trovare una lingua che possa sostituire la lingua
latina, una lingua con la stessa dignità. In questo passaggio, sono due gli autori definiti
promotori del volgare; abbiamo un primo tentativo non riuscito del tutto di Leon Battista
Alberti (quattro libri della famiglia (1433-40): prefazione al III libro; Certame coronario,
gara poetica in volgare (patrocinio di Piero de’ Medici). Le sue conoscenze filologiche
portano a ridefinire il latino come lingua naturale, cosi come italiano; scrive la prima
grammatica, scoprendo per primo che l’italiano segue delle regole.
“Né sia più nessuno che
Poliziano, epistola premessa alla Raccolta Aragonese (1476):
quella toscana lingua come poco ornata e copiosa disprezzi. Imperocché, se bene
giustamente le sue ricchezze e ornamenti saranno estimati, non povera questa lingua,
ma abbondante e politissima sarà ritenuta”.
Nel Cinquecento, ciò diventa più evidente: in effetti, si è affermata una tradizione di poesia
e di letteratura in lingua volgare, ogni autore con proprie scelte linguistiche. Nelle diverse
parti d'Italia, si parlavano dialetti anche molti diversi, ma esisteva un italiano comune, che
permetteva ai podestà di capirsi.
A Ferrara, ritroviamo Boiardo, emiliano (quindi parlante una lingua fatta di padanismi),
afferma la necessità di operare scelte linguistiche anche a fronte del fatto che queste opere
poi vadano a stampa. La stampa richiede dunque che la lingua venga normalizzata e ciò
per lo sviluppo della lingua, che arriva fino all’800.
porta ad un dibattito importante
Il Cinquecento fu caratterizzato da un lungo dibattito tra gli intellettuali italiani intorno alla
cosiddetta questione della lingua.
Nel Cinquecento si sviluppano tre principali teorie o tesi di autori che propongono soluzioni
differenti per l'impegno letterario in lingua italiana:
● La tesi cortigiana (che riprende il libro del cortegiano, 1528): i cortigiani non sono
più collaboratori ma privi di libertà, sempre più asserviti al potere. Il libro esce dunque
in un periodo in cui questa figura, prima molto importante, subisce una metamorfosi
progressiva. Castiglione cerca di rivalutare la figura del cortigiani, riproposto ora
come uomo perfetto, che possiede competenze politiche, militari. Viene inoltre
proposta una lingua, simile a quella proposta da Dante, una lingua di koinè, una
lingua che di fatto corrisponde alla lingua comune, che tutti i dotti parlano e che
mantiene un fondo toscano. La tradizione di questa lingua si rifà anche del latino
come modello grammaticale, ma prevede escursioni anche verso altri dialetti; essa
prevede l'uso nelle diverse corti, considerato positivo a patto che l’uso non porti la
lingua ad essere compromessa. L’idea appare relativamente percorribile e la lingua
viene definita come una parlata eletta, elegante e allo stesso tempo comune e
comprensibile, una lingua viva che si parla nelle corti; i principali sostenitori di
questa tesi sono Castiglione e Trissino, ma si tratta di una tesi difficilmente
vincente nel tempo poiché in questo periodo assistiamo ad una progressiva
sparizione delle corti.
● La tesi del fiorentino vivo: si appoggia al dialogo intorno alla nostra lingua (1514)
che viene attribuita a Machiavelli, poiché egli la applica nelle sue opere. L'idea è
quella di una lingua d'uso, che si parla, appunto il fiorentino del Cinquecento, una
lingua totalmente naturale.
● La tesi arcaicizzante: proposta da Bembo nelle prose della volgar lingua (1525-
1538); egli utilizza la forma del dialogo, che permette di creare personaggi e di
metterli in scena, dialogando tra loro ed esprimendo le tesi. Si tratta di personaggi
storici, portati in scena: abbiamo così i dotti che sostengono la tesi che nella vita
avevano sostenuto. Si tratta della teoria che viene denominata dell'ottimo modello,
del modello migliore di fronte alla varietà dei dialetti parlati in italia, dialetti che non
sono nemmeno comprensibili da chi viene da regioni vicine. Di fronte all'impossibilità
di dar vita ad una lingua cortigiana, la teoria propone modelli sia per la lingua latina
(VIRGILIO e CICERONE (PROSA) e per la lingua italiana (PETRARCA E
BOCCACCIO). In quel periodo l’Italia risulta divisa politicamente, non troviamo più le
corti, che porta alla presenza di meno letterati e che dunque si traduce in una
difficoltà ad avere una lingua comune. In questa situazione, il toscano
contemporaneo risulta uno svantaggio, risponde ad interessi letterari, artistici e
retorici, che non appartengono ad una fascia più ampia della popolazione.
Ludovico Ariosto
Ariosto nasce in periodo positivo, prospero per la città di Firenze, abitata da artisti e
letterati. Egli lavora a servizio del cardinale Ippolito d'Este, a Ferrara, e nel 1516 realizza la
prima edizione del Furioso, poema cavalleresco che si basa su una forma metrica
formalizzata da Boccaccio, l'ottava (strofa di 8 endecasillabi, con uno schema abababcc,
una rima alternata e rima baciata). Il Furioso è pensato e proposto alla corte di Ferrara come
continuazione dell'Orlando innamorato di Boiardo. Da li, Ariosto riprende, rifacendosi alla
tradizione dei romanzi medievali cavallereschi, dove l’argomento sono gli amori cortesi, le
guerre, le avventure, spesso legate ad un tema, quello della quête, la ricerca. Ariosto
realizza inoltre i primi esempi di commedie in volgare.
Egli visse una vita densa, caratterizzato da alcune crisi; successivamente passa al servizio
del duca Alfonso (1518). Nel 1517, abbiamo la stesura delle Satire e di cinque canti, che, a
differenza del Furioso, furono scritti in epoca di decadenza (troviamo riferimenti al clima e
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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