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Stile ed eredità
Nel ritrarre i suoi personaggi C. dimostra un uso raffinato dell'ironia e straordinaria maestria nella descrizione minuziosa e nella penetrazione psicologica. Esperienze di vita e rielaborazioni culturali stanno alla base dei racconti, in cui vediamo sfilare una serie di pellegrini appartenenti alle varie classi sociali, dalla nobiltà al clero, dalla borghesia ai lavoratori urbani e rurali. Nelle loro persone, ma ancor più nei loro racconti, si riflettono le caratteristiche e quelle dei gruppi sociali cui ciascuno di essi appartiene. Da ciò l'estrema varietà dei racconti, nei quali i motivi spaziano dal sacro al profano, dal patetico all'umoristico, dal cavalleresco al volgare, dal satirico al tragico, dal licenzioso all'edificante. Nella sua opera convergono tutti i filoni principali della letteratura medievale: il cortese-cavalleresco, il religioso, il realistico-borghese. L'unicità di C. consiste
nell'aver elevato l'inglese a strumento di espressione letteraria: ispirandosi a modelli stranieri, specialmente italiani, crea praticamente dal nulla la tecnica del verso inglese inventando l'heroic couplet (decasillabo in coppia a rima baciata), che diventerà il verso per eccellenza della grande poesia inglese.
Il grande merito di C. è stato quello di saper fondere in una nuova sintesi la cultura anglosassone con quella latino - normanna, dando all'Inghilterra il suo primo poema nazionale.
Egli scrive nell'unica lingua che considerasse veramente viva: la lingua di Londra, il suo dialetto natale. Ma non rimane chiuso entro i confini di tale dialetto, tenta invece di arricchirlo.
Ne consegue quindi l'uso di una nuova lingua più vicina al presente, al linguaggio parlato: più semplice, più fresca e ricca di termini comuni tratti della vita di ogni giorno ed elevati a livello letterario. Anche il verso subisce un mutamento e si
La Letteratura del '400 dopo Chaucer. In letteratura il 400 è un secolo di transizione, generalmente considerato sterile. I poeticontemporanei di Chaucer o che immediatamente lo seguono, ora scrivono in inglese, ma sisente la mancanza di ispirazione e si ha un progressivo deterioramento. Chaucer è il grandepoeta da far apparire scialbo e monotono tutto il secolo XV. I suoi imitatori ricevevano soltantodegli applausi dicortesia; essi infatti ricalcano pedissequamente le tracce del maestro, priviperò del suo nerbo e della sua sottigliezza di stile. Tra gli imitatori di Chaucer ricordiamo:
- Thomas Hoccleve (c.1368 - c.1450), mal interpretando Chaucer e riconoscendo in lui solo il filosofo e il poeta religioso, cerca di continuare l'opera nella sua The Storie of Thebes (Storia di Tebe), ove qualsiasi traccia dello spirito e del realismo del grande poeta del secolo precedente si è ormai completamente perduta.
- John Lidgate (1370?-c.1450), è alla testa dei poeti medievali. Ci interessa maggiormente nelle composizioni più brevi, come il Testament. Traduttore che ha il merito di aver fatto conoscere in Inghilterra un gran numero di storie e di romanzi cavallereschi.
- John Gower (1330?-1408), considerato il migliore degli imitatori di Chaucer. Sappiamo poco della sua vita. La sua opera inglese, Confessio Amantis, è un poema in 40.000 versi ottosillabi.
Individualità e vigore si trovano nella poesia scozzese, ove assai più fecondo fu l'influsso di Chaucer e ove persiste il clima cavalleresco e fiorisce la poesia di:
- Giacomo I (1394-1437), che in The Kingis Quair (Il libro del Re) narra, accompagnandolo con un'allegoria, il suo innamoramento, mentre era prigioniero in Inghilterra, per lady Joan Beaufort, che vide passare nel giardino sotto la prigione.
- Robert Henryson (1429?-1508), che scrive una continuazione del Troilus del Chaucer con il suo patetico Testament of Cresseid, che è una storia della purificazione e salvazione di Cressida attraverso la punizione divina per la sua slealtà. Rifà alcune favole di Esopo, non senza umorismo, e compone Robene and Makyne.
- William Dunbar (1465-1520?), autore di brillanti allegorie, come The Thrissill and the Rois (cioè: The Thistle and the Rose, simbolo dell'unione della Scozia e dell'Inghilterra) e di alcune liriche religiose.
(inni per la Natività e la Resurrezione).
David Lyndasay (1490-1555), autore di satira pungente, i cui versi didattici, politici e anticlericali (la morality intitolata Satyre of the Thrie Estaitis, 1549) riflettono le lotte religiose del '500.
John Skelton (1460?-1529), i cui versi, grezzi e ruvidi, sono densi di significato e hanno un singolare vigore. Egli è un satirico, pungente, sboccato, spirito arguto e mordace, musicista, pseudo - umanista in gran fama ai suoi tempi, al punto di venir nominato precettore del futuro Enrico VII e di essere incoronato d'alloro da tre università. È il più interessante e originale di tutti i poeti di transizione. Come autore di satire, S. attacca i mali della vita di corte (The Bowge of Courte, Razioni della Corte, 1504), le nuove mode del pensiero, la religione e certi tipi di comportamento. Aveva molte qualità per divenire un grande poeta, ma restò troppo legato alle convenzioni.
medievali.Ballata popolare: Più importante in Inghilterra è invece il rifiorire delle ballate, poemetti lunghi o brevi, in corte strofe, di tradizione popolare, tramandate oralmente da tempi più antichi. Nel loro linguaggio semplice e nella pura espressione dei sentimenti si sviluppa un lirismo altamente creativo ed un’originalità assente nelle opere degli scrittori più in voga dell’epoca. La ballata è un genere dinamico, soggetto cioè a rimaneggiamenti, onde ne riesce estremamente difficile la collocazione cronologica. Queste ballate sono suddivise generalmente in base agli argomenti da essi trattati in: ballate d’amore, ballate di vita domestica, storie di fate e di poteri soprannaturali ed epiche popolari. Al secolo XIII appartiene Judas, la prima composizione conservataci, in un manoscritto della fine di quel secolo, che presenta le caratteristiche di movimento veloce e drammatico, di bruschi passaggi e di sobria espressione,
proprie delle ballate. Con la metà del '400 s'inizia il ciclo delle ballate di Robin Hood, che narrano le avventure di questo arciero e bandito generoso nella "foresta verde". Nel periodo elisabettiano fioriscono le ballate storiche, che di solito hanno per argomento i sanguinosi conflitti alla zona di confine tra Scozia e Inghilterra: la più notevole di queste, The Battle of Otterburne; Chevy Chase (la caccia negli Chaviots), che narra lo scontro fra Percy di Northumberland e Douglas di Scozia, in seguito al voto fatto da Percy di cacciare per tre giorni nel paese nemico: la sfida provoca un combattimento in cui entrambi i capitani rimangono uccisi. Un'altra forma popolare che fiorisce in questo periodo è la carol, venuta di Francia e connessa con la festività di Natale: piace nelle carols la freschezza del linguaggio, diverso dalle forme pompose che infestano tanta letteratura inglese del '400.
2.7. Il dramma medievale: il
Teatro. Le origini del teatro inglese, che raggiungerà livelli altissimi con Marlowe e Shakespeare, risalgono ai drammi sacri del Medioevo. Inizialmente essi sono parte delle cerimonie religiose e sono rappresentati nelle chiese. Fin dai tempi più antichi il clero aveva cercato di presentare informa drammatica ai fedeli i principali avvenimenti connessi con la nascita, la vita e la morte di Cristo. La liturgia, coll'alternarsi del canto tra sacerdote e coro, suggerirà il dialogo. Dapprima recitati nella chiesa stessa, questi dialoghi divennero in seguito piccoli drammi rappresentati sul sagrato: così nacquero i mystery plays. A poco a poco queste rappresentazioni divengono più elaborate e si distaccano dal rituale religioso. Nel '200, Papa Innocenzo VII ne vieta la rappresentazione nei luoghi di culto; di conseguenza questi spettacoli, che la gente ama e vuole vedere, lasciano la Chiesa per la piazza, il volgare prende il posto del latino e
Diventa monopolio delle Guilds, o corporazioni d'arti e mestieri. Sotto Enrico III, nel '300, sorgono i grandi cicli di rappresentazioni di soggetto biblico. Dapprima vi sono i cicli di Pasqua e di Natale. Le rappresentazioni si svolgono su piattaforme (pageants), alcune fisse, altre mobili e quindi in grado di spostarsi di piazza in piazza e raggiungere così il pubblico riunitosi nei diversi luoghi. Essi trattano delle vite dei santi (miracle plays) e di episodi della Bibbia (mystery plays). Del mystery plays ci restano principalmente i cicli di York, di Walkefield, di Chester. Nel '400 nasce e prospera un nuovo tipo di rappresentazione, le morality plays, dramma semi-religioso in cui le storie della Bibbia vengono sostituite da personaggi allegorici che personificano concetti astratti quali il bene ed il male, il vizio e la virtù con intendimento morale ed educativo. I mystery plays si rivolgono principalmente al popolo incolto; le moralities presentano
Invece un testo più complesso si concentra in special modo sul conflitto dei vizi e delle virtù. La più celebre morality play è Everyman (Ognuno), di anonimo, stampata nel 1495, in cui viene rappresentata, in forma allegorica, la situazione del tipico uomo cristiano, Everyman, dinanzi alla Morte. Everyman si dispera e viene abbandonato da tutti i suoi falsi amici. Trova rassegnazione nella fede cristiana e si rende conto che solo le Buone Azioni - figura allegorica - lo accompagneranno e staranno con lui per sempre anche oltre la tomba. L'intimazione della Morte all'uomo immerso nei piaceri mondani, il succedersi della disperazione alla frivolezza, del conforto cristiano all'abbandono, sono resi con arte sobria e potente.
3. DALL'UMANESIMO AL RINASCIMENTO (1485-1558).
3.1. Quadro storico.
Enrico VII (1457-1509), il primo re Tudor, sale al trono nel 1485. È un sovrano esemplare: limita ulteriormente gli interessi feudali dei singoli.
truttura dello stato, i baroni devono accettare l'autorità centrale del re e obbedire alle sue leggi. Questo sistema di governo centralizzato è essenziale per mantenere l'ordine e la stabilità all'interno del paese. Inoltre, un governo forte e unito è fondamentale per garantire la sicurezza e la difesa del regno. L'Inghilterra ha bisogno di un esercito ben organizzato e di una marina potente per proteggere i suoi confini e difendere i suoi interessi all'estero. Infine, un governo centrale forte è essenziale per promuovere la prosperità economica del paese. Il re può stabilire politiche economiche e commerciali che favoriscono lo sviluppo del commercio e dell'industria. Inoltre, un governo centrale può garantire la stabilità monetaria e regolare il sistema fiscale per favorire la crescita economica. In conclusione, i baroni devono sostenere uno stato centrale per garantire un governo forte, l'unità nazionale e la prosperità economica dell'Inghilterra. Questo sistema di governo centralizzato è essenziale per mantenere l'ordine, la sicurezza e la stabilità all'interno del paese, nonché per promuovere lo sviluppo economico.