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EMMA

Cerchiamo di capire cosa comporti nel romanzo la maturità del genere.

Prendiamo un esempio che manifesta come nel modo di narrare di Jane Austen esista quello che era stato

portato da Fielding che guarda al mondo e conosce tutto, può giudicarlo, mettere giudizi. Con Fielding il

romanzo riprende la funzione di fare una valutazione del mondo.

Un esempio da Jane Austen: Inizio capitolo 4 del secondo volume (pag. 36 capitolo 22) che parla dell’arrivo

di Augusta Elton

Nel mondo di Jane Austen ogni novità è sensazionale anche tra il personaggio più lontano da Emma come

anche Miss Bates, anziana signora non sposata. In un luogo in cui non succede mai nulla l’arrivo di qualcuno

è una novità all’ordine del giorno. È arrivata la notizia che Mr. Elton si sposerà e che è in arrivo a Highbury

Miss Elton. Jane Austen inizia questo capitolo con una voce narrante, non un approccio interno ma

un’affermazione da narratore onniscente.

È una frase molto densa nella quale con un po’ di ironia parla del fatto che a Highbury la nantura umana sia

così cinica che pur di avere una novità a loro va bene tutto. L’andamento della vita è ripetitivo ma se

succede qualcosa di sensazionale, o matrimonio o morte, se ne parla in maniera interessata. Sembra

evidente dall’esempio che Jane Austen sta esprimendo una sua valutazione sul mondo, ci dà sul mondo

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un’opinione che è quello che Fielding col narratore onniscente aveva portato nel romanzo. Non c’è una

guida, come se il narratore ci prendesse per mano e ci mostrasse il mondo, se c’è gelosia, le cattiverie, le

persone non si risparmiano (episodio di Box Hill).

La cosa importante è che anche intuitivamente ci si accorge che il romanzo non è sempre narrato così, si

passa da una voce che rappresenta il mondo dall’esterno a momenti in cui entriamo nei personaggi che si

dicono delle cose e si alternano continuamente e questo fa la grandezza di Jane Austen. Per capire a cosa

serva questa combinazione teniamo in considerazione il fatto che Jane Austen ci dia l’idea delle

caratteristiche della piccola società che fa ironia sulle debolezze del piccolo mondo e sia allo stesso tempo

in grado di creare l’effetto dei romanzieri più tardi che maestri della narrazione psicologica come Henry

James in Ritratto di Signora che contiene nel titolo elementi della capacità del personaggio. James dice di

voler ritrarre una giovane donna americana in situazioni che rivelino le sue qualità. Jane Austen riesce a dare

questa sensazione. Emma riesce a dare un ritratto a tutto tondo di questa protagonista che appare

inizialmente bizzarra e misteriosa ma nel corso del romanzo impareremo a conoscere Emma.

Tanti romanzi ottocenteschi non si chiameranno con il nome dei personaggi mentre il romanzo Emma porta

il nome del protagonista. La storia di Emma e di più personaggi sono anche la storia del piccolo mondo di

Highbury. Questo romanzo parla della guerra delle idee nell’epoca della rivoluzione francese e rappresenta

Emma il romanzo ottocentesco nella forma classica. Il primo romanzo di Scott, Weverley, è il primo romanzo

storico ambientato intorno ad un vero elemento storico, la storia dell’insurrezione giacobita nel 1745. È la

storia di formazione di Waverley e dell’insurrezione giacobita e di cosa rappresenta per la storia della Scozia

ed è quasi sempre la storia di come questo mondo si relaziona con il mondo in cui i personaggi vivono.

Oliver Twist ha un nome da protagonista, il romanzo sensibilizzò l’opinione pubblica allo sfruttamento dei

bambini nella grande città di Londra. Le Illusioni Perdute di Balzac parlano della spola tra interno ed esterno

della cittadella, parla delle illusioni che sono state smentite dalla realtà e tra il camminamento tra interno ed

esterno della cittadella sono state perdute. Il rosso e il nero di Stendhal, il rosso è l’aspirazione alla giubba

napoleonica mentre il nero è la toga che deve prendere il protagonista perché nella Francia dell’epoca

l’unico modo per fare carriera era prendere le vesti ecclesiastiche. Anna Karenina è un grande romanzo sulla

Russia ma anche la storia di Anna, un personaggio adultero. Tutti i romanzi hanno un “io” e un “mondo”.

Viene sempre detto che i Promessi Sposi siano un romanzo in cui ci sia meno attenzione alla psicologia dei

personaggi o altri romanzi in cui la psicologia dei personaggi occupa più spazio rispetto la descrizione

dell’ambiente. Non si dà romanzo che non sia sperimentale in cui non esistano queste due componenti.

Emma nel primo volume quando vuole far sposare Elton a Harriet non è sfiorata dal dubbio che le cose non

possano essere come stanno nella sua testa, noi sappiamo anche le cose che Emma non sa.

Secondo volume:

Si vede che Emma si è curata dal suo fare match-making. I match-making del primo volume sono legati al

fatto che Emma non si vede come protagonista, è un personaggio simpatico che non sembra preoccuparsi

di trovarsi in una storia d’amore. Emma fa così nel pieno della bellezza, giovinezza e fascino. Emma nel

primo volume non è mai protagonista di una storia d’amore mentre nel secondo volume per un lunghissimo

tempo tutti pensiamo che tra Emma e tra Frank Churchill ci sia del tenero, lo pensano tutti a Highbury.

Come Emma non sa, anche noi non sappiamo per cui da questo punto di vista è una narrazione interna al

personaggio. Quando la realtà esterna e interno all’io si combinano danno vita ad un meccanismo che

stabilisce come si distribuisce l’informazione in maniera variegata, Emma non sa che si sta sbagliando,

Harriet si fa convincere completamente, la cosa importante è che altri sappiano e nella narrazione viene

detto, noi sappiamo di più, la distribuzione dell’informazione tra noi ed Emma è diversa. Quando noi

sappiamo esattamente quello che sa Emma, quando si sbaglia lei ci sbagliamo anche noi e la rivelazione

sarà una sorpresa per noi e per lei. L’approccio interno ed esterno hanno a che fare con una questione di

distribuzione dell’informazione studiata dai narratologici. In Pride and Prejudice, Darcy all’inizio del romanzo

compare dando un giudizio negativo su Elizabeth e visto con gli occhi di Elizabeth viene presentato come

una figura negativa. Di lui condividiamo tutto quello che dice Elizabeth mentre Mr. Wickham viene

presentato come rigoroso, gentile e mieloso (anche se con un’anima cattiva). Quello che succede quando

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c’è lo svelamento che è legato al passato dei due questa storia successa in passato fa completamente

ribaltare la natura dei due. Quando il colpo di scena e il ravvedimento ci sarà, poiché l’abbiamo vissuto sulla

nostra pelle noi continuiamo a capire di esserci sbagliati con i personaggi. Anche noi possiamo essere

portati a sbagliare. I due approcci riguardano la distribuzione dell’informazione che hanno a che fare con la

suspance.

Lezione 8: 25/10/2016

Come si distribuisce l’informazione in un testo letterario tra personaggio e personaggio o tra personaggio e

narratore?

Quello che il narratore sa lo dice e una volta che lo dice lo sappiamo anche noi. Il narratore può saperne di

più o quanto il personaggio. Questo è strettamente legato alla trama e ai temi di Emma; ci sono situazioni

in cui sappiamo solo quello che sa lei o, come in una buona parte del primo volume, Emma si sbaglia su

Harriet e Mr. Elton ma noi ne sappiamo di più. Il problema della distribuzione dell’informazione è legato

all’approccio interno ed esterno di cui parla Watt. L’approccio interno ci porta a sapere solo ciò che sa il

personaggio, mentre nell’approccio esterno ne sappiamo di più. Questa questione degli approcci è una

questione e nozione spaziale.

Nell’approccio interno, sono come dentro il personaggio e vedo quello che vede lui mentre nell’approccio

esterno io vedo qualcosa in più, dall’esterno appunto. Queste nozioni spaziali sono inaugurate proprio da

Watt.

Se uno sta dentro il personaggio non è visto mentre se uno sta fuori vediamo quello che vede il

personaggio e il personaggio stesso. Per capire meglio come Jane Austen combina questi due approcci,

cerchiamo di capire cosa significhino queste due nozioni.

Dal punto di vista astratto e semplice, il problema della distribuzione dell’informazione può essere chiarita

facendo riferimento al romanzo o film poliziesco, un genere nel quale la questione della distribuzione

dell’informazione ma in modo semplice e diretto è l’elemento fondamentale della trama, è ciò che serve a

creare la suspance. È quindi il genere dove la questione della distribuzione dell’informazione si distribuisce

in modo più semplice.

Parliamo di una scena tipica, il personaggio si muove nello spazio e non sa che l’assassino è lì intorno

pronto ad ucciderlo.

1. si può scegliere di narrare focalizzando l’attenzione sul personaggio. Focalizzazione viene dall’ambito

terminologico della tecnica, cinematografia o macchina da presa. Punto di vista viene dal linguaggio

umanistico, le cose sono diverse a seconda dei punti di vista da cui le si vede. Anche questo è legato allo

spazio ma solitamente è usato per indicare il punto di vista di un individuo fatto di gusti e opinioni.

Prendiamo in esame la scena della vittima che si muove all’interno della casa e non sa da dove arriverà

l’assassino. Analizzando la scena della doccia in Psyco di Hitchcock, vediamo la vittima donna che è nella

doccia e non vede l’assassino che sta per colpirla. Questa scena è narrata secondo il punto di vista del

personaggio, è una scena a focalizzazione interna sul personaggio ed è quello che corrisponde in senso più

generale a quello che Watt chiamava l’approccio interno al personaggio. In questa scena precisa di Psyco

vediamo solo quello che vede la protagonista. Questa situazione narrativa è quella che si ripete in maniera

più complessa nella seconda sequenza narrativa in Emma, lei non sa che ci sia qualcosa tra Frank Churchill e

Jane Fairfax per cui noi vediamo e consociamo solo quello che conosce anche lei. Questa situazione si

chiama focalizzazione interna e la narrazione che la utilizza è la narrazione a focalizzazione interna e la

condizione è che il lettore sappia solo quello che sa il protagonista.

Il formalista russo Todorov si occupava proprio del problema della distribuzione dell’informazione e aveva

chiamato questa scelta narrativa N=P, il narratore ne sa quanto il personaggio e sinonimo di questo è

approccio interno, narrazione a focalizzazione interna o narrazione secondo il punto di vista del

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Dettagli
A.A. 2016-2017
37 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carlotta.brunello di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Villari Enrica.