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Dal cosmopolitismo si passa al nazionalismo.
Anche l’idea di “primitivo” subisce un cambiamento: da entrambi esso è considerato un concetto positivo,
ma mentre per gli illuministi esso ha corrispondenze con l’atto della creazione divina, più vicina ed evidente
negli antichi, per i romantici il privilegio del primitivo consiste nella sua spontaneità, nel suo sentimentalismo
intuitivo ed immaginativo che lo rendono più vicino alla forza originaria della creazione, non deformato dalla
razionalità culturale.
Il principio vitalistico è applicato anche alla visione della storia, non più statica o ciclica come nella visione
illuministica, ma dinamica e progressiva. Le vicende culturali, tutte diverse ed irripetibili, rappresentano la
forza vitale del creato. Il vitalismo applicato a questa nuova visione storica, trovava il suo appoggio nella
nuova linguistica: è la sintesi idealistica di soggetto e oggetto a fruttare l’idea che il linguaggio sia la ragione
stessa, lo strumento di comunicazione razionale. Il rapporto nome/cosa si risolve così nella fusione tra
soggetto e oggetto.
L’arte non deve più imitare la natura nei suoi aspetti immutabili ed eterni, in modo che essa possa fornire
delle regole di comportamento e possa essere valutata dalla critica attraverso il razionale consensus
gentium. Il linguaggio utilizzato non è più quello prosastico, abbellito dal metro e dalle figure retoriche. L’arte
romantica imita la natura nelle sue manifestazioni particolari e sublimi di crescita e sviluppo; imita il flusso
creativo che sottende la vita del mondo in maniera non distaccata, ma con simbiosi di soggetto e oggetto.
Attraverso i sensi coglie la parte più intima del creato e attinge all’essenza dell’essere. È irrazionale,
emotivo, intimo e personale. Il poeta stesso si fa portatore di verità che gli uomini comuni non possono
conoscere. È il visionario, il sacerdote laico dell’umanità che non si ispira a nessuna norma prestabilita e
utilizza le figure poetiche non come ornamenti ma come strumenti conoscitivi delle misteriose profondità
della Natura e dell’Uomo. Le sue allegorie (=simboli) sono associazioni private, ambigue, fuori dai comuni
sistemi referenziali e inserite in mitologie soggettive.
Nel campo delle scienze, ai modelli newtoniani, fisico-matematici si sostituisce il modello delle Biologia,
scienza delle creature viventi che comprende la descrizione e la spiegazione della struttura delle creature
dotate di vita, dei loro processi vitali e della loro produzione. Nasce così l’organicismo, basato sul vitalismo
panteistico. Esso identifica la forza della vita con il divino e perciò vede un disegno, un destino,
nell’evoluzione delle creature. La natura risulta così teologicamente e teleologicamente orientata.
Per i romantici è impossibile raggiungere un qualsiasi tipo di conclusione poiché tutto è in via di formazione.
Al principio di analogia si sostituisce, infine, il principio di omologia che rivela le equivalenze morfologiche. Il
cumulo dei modelli omologici costituisce l’unità interna del romanticismo, il grande paradigma all’insegna del
divenire (natura, biologia, spirito, uomo, psiche, storia, lingua, arte, imagination, anima che tende all’infinito)
e della rivoluzione (politico-sociale, ideologica, psichico-sentimentale, ribellione ai dogmi, ribellione all’idea di
un Dio tiranno, ribellione artistica contro le regole neoclassiche).
Episteme Illuminista Episteme Romantica Episteme Novecentesca
(esistenzialista)
Meccanicismo Vitalismo Meccanicismo
Trascendenza, scala naturae, Immanenza del divino Assenza di Dio
deismo
Teleologismo del creato (destino) Destino/libertà Assenza del destino (caso)
Uomo soggetto del destino Uomo condizionato e libero Uomo libero (ma libertà terribile
(paradosso del libero arbitrio) (subisce ma crea); reviviscenza perché priva di meta)
del Fato greco
Razionalità Sentimenti, impulsi, inconscio Irrazionalità
Socialità Individualismo Individualismo/socialità
2.CONCEZIONE DELLA NATURA: organicismo, vitalismo, paragone dell'albero.
La natura come organismo dinamico (p. 9-11)****: le nuove teorie dinamiche portano a modificare l’idea della
natura, il rapporto dell’uomo con essa non è quella di uno spettatore distaccato che fa leva sulla propria
razionalità, ma un rapporto di sintesi tra soggetto e oggetto in cui l’esperienza si fonda sulle facoltà
conoscitive dell’uomo e sull’organizzazione che ne struttura l’intelletto. La realtà in sé è inaccessibile, si può
conoscere solo un insieme di relative impressioni soggettive di una realtà oggettiva, che stimola i soggettivi
processi di conoscenza. Attraverso la contemplazione della natura si può arrivare alla conoscenza di sé. Alla
metafora meccanicistica dell’orologio si sostituisce quella dinamica e vitalistica della pianta. Il mondo non si
presuppone più come già fatto una volta per tutte (natura naturata), ma il concetto organicista considera il
cosmo come qualcosa che cresce, si fa continuamente (natura naturans). L’universo non è quindi nato
perfetto, ma mira alla perfezione senza mai raggiungerla, è sempre teso alla piena realizzazione di sé.
Anche il Dio è un Dio imperfetto, ma immanente, avvertibile dinamicamente nelle sue varie manifestazioni
nell’uomo e nella natura. Questo Dio si può conoscere attraversi i sensi, partecipando alla sua stessa forza e
abbandonandosi ad essa, oppure attraverso l’immaginazione **, partecipando alla dinamica creazione
universale stessa.
L’organismo vivente secondo Coleridge (p.94-100): Le funzioni sublimi della mente umana equivalgono ai
processi di assimilazione e respirazione della pianta. Il processo di conoscenza (knowledge) va di pari passo
con il processo di crescenza (growledge). Le caratteristiche degli organismi naturale, e perciò dei prodotti
organici della creazione letteraria sono:
Il tutto è primario e le parti sono secondarie e derivate, l’esistenza delle parti è dovuta ad un principio
- preesistente nel seme;
La proliferazione e la crescita sono le facoltà primarie di ogni essere vivente, secondo un principio di
- evoluzione ed espansione anche a livello psicologico;
Come la pianta, crescendo, assimila le sostanze dagli elementi che la circondano, le immagini
- sensibili del mondo esterno diventano meri materiali di cui la mente dell’artista si nutre, che finiscono
col perdere la loro identità una volta assimilati nel nuovo organismo unitario;
Nell’organismo vivente l’unità si produce spontaneamente ab intra, dall’interno. Si sviluppa in modo
- innato e la pienezza del suo sviluppo coincide perfettamente con il grado di perfezione raggiunto
dalla sua forma esteriore. Ogni organismo è inerentemente teleologico;
Le parti sono legate l’una all’altra e tutte insieme alla totalità in modo intimo e complesso.
- L’esistenza del tutto è necessaria alla vita delle parti. Le parti sono interdipendenti, ciascuna è
mezzo e fine dell’altra. La dipendenza delle parti dal tutto si congiunge con la dipendenza del tutto
con le parti. Il tutto si diffonde indiviso attraverso tutte le parti.
L’immaginazione stessa diventa un’unità organica, un sistema autoevolventesi, costituito da una viva
interdipendenza di parti che perderebbero ogni identità una volta rimosse dal tutto.***
La natura secondo i poeti: tutti condividono una comune obiezione all’universo meccanicistico, ma
presentano differenze individuali:
Blake: si oppone alla cosmologia del XVIII secolo, personificata da Newton. Condanna l’atomismo, il
- deismo, la religione naturale, ma egli non condividi la deificazione romantica della natura. Per Blake
la natura è decaduta ovunque. Cadde con l’uomo; la caduta dell’uomo e la creazione del mondo
fisico furono lo stesso avvenimento. Solo nella futura età dell’oro la natura rivivrà la sua antica gloria.
Uomo e Natura sono emblemi l’uno dell’altra;
Wordsworth: la sua concezione è simile ad un panteismo animistico che può trovare accordo con il
- Cristianesimo tradizionale. La natura è animata, viva, piena di Dio e dello Spirito del Mondo. È fonte
di timore mista a piacere. Essa è anche linguaggio come sistema di simboli. La filosofia naturale
penetra la poesia e trova un’espressione altamente personale. Le sue idee sono simili a quelle di
Coleridge a cause dell’influenza di quest’ultimo;
Coleridge: sviluppa un’elaborata filosofia della natura. La natura è uniformemente interpretata per
- analogia con il progresso dell’uomo alla auto-coscienza. Sostiene una posizione vicina al vitalismo e
al panteismo attraverso la fisica e la chimica speculative;
Shelley: concepisce la natura come un flusso di fenomeni. Canta l’anima dei luoghi solitari, ma non
- si ferma alla natura, e cerca l’unità più alta dietro ad essa; nell’estasi, infatti, ogni individualità e
particolarità è abolita dalla grande armonia del mondo, l’ideale stesso si dissolve, l’esaltazione più
alta diventa una perdita totale di personalità, uno strumento di morte e annichilimento;
Keats: la concezione romantica di natura ricorre in forma attenuata, ma presenta un’intima
- relazione con la natura e con la mitologia della natura degli antichi;
Byron: non condivide la posizione romantica dell’imagination. Egli è più che altro un deista che
- crede nella macchina mondiale newtoniana e mette continuamente in contrasto la passione e
l’infelicità dell’uomo con la serena ed indifferente bellezza della natura. Conosce l’orrore
dell’isolamento dell’uomo, non condivide il fondamentale rifiuto del meccanicismo, né il senso di
continuità e l’essenziale inserimento nell’universo dei grandi poeti romantici.
3.FANCY VS. IMAGINATION: Distinti da Coleridge in Biographia Literaria.
Concezione di Coleridge (p.90-112):
IMAGINATION: facoltà creatrice e plasmatrice che rende l’uomo simile a Dio come creatore di mondi.
“Dissolve, diffonde e dissipa al fine di ricreare, tende ad idealizzare e ad unificare. È una facoltà
essenzialmente vitale, un potere sintetico e permeante di unione e fusione”. Viva. . Presenta gli oggetti, non
per se stessi, ma per come vengono plasmati da altri pensieri e sentimenti in una varietà infinita di forme e
combinazioni di forze. Questa teoria porta alla sovranità del soggetto e dei suoi sentimenti. (*vedi:
soggettivismo e concezione dell’io). Essendo vitale, essa, come la natura organica è in via di sviluppo,
gen