Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 6
La ricostruzione in Europa: miti temi protagonisti geografie Pag. 1 La ricostruzione in Europa: miti temi protagonisti geografie Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 6.
Scarica il documento per vederlo tutto.
La ricostruzione in Europa: miti temi protagonisti geografie Pag. 6
1 su 6
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

GRAN BRETAGNA

Si muove per prima la macchina del planning: serie di visioni che su territori del dibattito. Più

nell’ottica di creare il sistema urbanistico per la ricostruzione Londra è al centro di riflessioni:

porterà al piano per la contea di Londra, di Patrick Abercrombie e John Henry Forshaw, 1943.

Però non è così distante da questo tipo di immaginario che pone in cima alla scala dei valori un

sistema efficiente a capo di una comunicazione che possa connettere le aree funzionali alla

città. Anche dal punto di vista grafico le strade sono evidenti. Questo piano che forniva analisi

con grandi ovali sulla contea di Londra: da qui la città era troppo grande, soglia critica, quindi va

controllata e diminuita la crescita. Il contenimento della crescita di Londra attraverso la cintura

verde e altri provvedimenti è uno dei capitoli fondamentali dal 1940 in poi. Uno dei provvedimenti

è il New Towns Act: che è contestuale al progetto per la contea di Londra. 3 generazioni di New

Towns che vengono costruito in tutta la GB.: molto lunga. Sir Frederick Gibberd et al. Harlow New

Town Essex 1947, costruzione di nuove cittadine su tutto il territorio, intorno alla città di Londra. Si

pensava di abbinare produzione e residenza, queste nuove cittadine erano direttamente

collegate a Londra con un sistema di mobilità.

Architetti che producono progetti all’interno di uffici pubblici, influenzata dal caso scandinavo

(Svezia, housing) sentite molto da vicino da riviste come architectural review.

IL DIBATTITO DEL CIAM

2 dei CIAM postbellici 47 e 51 si tengono in Inghilterra. E’ uno dei nuovi centri del dibattito

“moderno”, nonostante fosse tra le due guerre un luogo periferico. Progetti alla scala urbana,

spesso tentando di recuperare piccoli centri già consolidati, tracce dell’esistente, chiese e

qualcosa traducibile in landscape, si creano agglomerati residenziali attorno al centro. Ai margini

degli insediamenti connessi con la ferrovia ci sono le industrie di armi. Variazioni tipologiche,

tentativi di accogliere l’arte nell’architettura anche se in modo differente di quello che

succedeva a Rio o Caracas e questi tratti edilizi vicini alla tradizione edilizia locale e ispirata alla

tradizione tedesca.

4 possibili geometrie:

- modello della città funzionale rivisita dal CIAM post bellici: servizi, residenza, industria e

collegamenti. MODELLO FORMALISTA DELLO ZONING: matrice fondamentale dei nuovi

progetti.

- modello della città giardino. MODERNO

Anche la periferia di Londra, il modello di un realismo britannico influenzato dalla Svezia e invece

un modello più formalista ispirato a Le Corbusier vengono realizzate a poca distanza. Scontro tra

queste due possibili declinazioni. Gli architetti più vicini al comunismo si esprimono in questi

termini.

GERMANIA

Caso di Berlino che è teatro in tempo reale della guerra fredda. E’ stata liberata dalle truppe

sovietiche, divisa in 4 settori che sono in realtà 2 (settore inglese francese e USA divisi contro

sovietico). Fino al 1961 non sarà una divisione fisica. Il ponte aereo su Berlino inizia a crearsi

presto. Berlino era nella parte orientale della Germania, per questi territori più chiari sono

circondati da territorio straniero/nemico. Era necessario un aeroporto per ogni settore,

fondamentale per riconnettere con lo stato di riferimento. Ricostruzione sotto gli effetti della

grande guerra.

Com’è la CULTURA PROGETTUALE TEDESCA post guerra in Germania? Complesso.

Conferenza degli architetti tedeschi che dialogano col filosofo Heidegger. Il dialogo è tra due

prospettive molto differenti. Heidegger parla dell’abitare in termini astratti: sono ispirazioni che

gli architetti vogliono tradurre subito in pratica. Una cultura progettuale ha conosciuto molte

perdite, nei termini pratici sia per via della guerra sia per effetti delle moltissime migrazioni. Pochi

personaggi sono rimasti in Germania assumono la guida. Il caso più chiaro è quello di Hans

Sharun: figure rappresentative, architetto interessante in Germania. Ma soprattutto l’operazione

culturale portata avanti nel decennio nazista crea importantissime forme di reazione e

riluttanza tra gli architetti tedeschi: c’è un rifiuto della forma. Se il nazismo cercava la

monumentalità in maniera esasperata, ora vuole essere soprattutto anti nazista, esprime un

grande rifiuto della forma, per esempio vuoto invece che il pieno. Al posto dell’asse

monumentale, la cultura tedesca avrà all’indomani della guerra quello di evitare la forma.

Dovendo costruire il nuovo parlamento della Germania occidentale, a Bonn momentaneamente,

certamente un edificio doveva essere rappresentativo. Invece si fa una sala in una scuola del

1930. Anche l’edificio più rappresentativo si fa in un edificio esistente per non dover affrontare il

dibattito della forma. Questo dibattito è influenzato e controllato dalla condizione della

Germania occupato da forze straniere. Non è l’unica, il Giappone ha una situazione simile.

I manifesti rappresentano esposizioni itineranti 47 che mostrano architettura americana recente

e 1932-1944 in Germania che mostrano architetture americane. Esempi lampanti dell’architettura

americana: grattacielo (Philadelphia Found Building), viene presentato come esperienza ed

esempio di architettura americana: nel manifesto appare Wright, Gropius, Meldenson, Van Der

Rohe. Hanno partecipato questi stessi alla ricostruzione della Germania, ma ora sono proposti

come architetti/urbanisti americani quindi democratici. Questa avversione alla forma, coesiste

con l’avversione a un’immagine spoglia di visione individualistica del progetto.

ES. Collective Plan, primo piano per Berlino, aspira a questo. Questo piano ha un aspetto

morfologico difficile da cogliere. La griglia bianca delle strade e nera delle ferrovie sono

elementi importanti della nuova immagine della città. E’ una sorta di sviluppo, una visione per il

quartiere residenziale.

Nella parte orientale di Berlino, i progettisti possono muoversi. Non si può cogliere il tratto

socialista, ma nello schizzo per quartiere di Charun è difficile cogliere una forma. La città è

disordinata, senza allineamenti.

In questo momento 49-50 questa incertezza verso la forma verrà meno e si potrebbe andare in

giro per la città a ritrovare i nuovi casi ma i 2 casi di visibilità storiografica.

- Scalinelè, ovest. Modello per quartiere. Se una certa idea di idealismo socialista e

monumentale avesse avuto più vigenza si sarebbero costruite altri assi monumentali. Si

articola su 2 tratti: da un lato la città compatta (si costruiscono le facciate, aperte, non

concluse) vs una città che è il quartiere Hansa Kirke (tipologie differenti: case alte, basse,

condomini e case a schiera. Il tutto risponde a un altro tipo di disegno. Si costruisce quasi

unicamente le cortine su strada. Dà il via: un edificio a ballatoio che per solleva molte critiche,

non soddisfa le autorità). Quasi immediatamente dopo si fa un edificio a torre che contiene gli

elementi che saranno reinterpretati da Shalinalè. Elementi locali velati, più evidenti negli anni

successivi.

- Sul fronte opposto un testo di riferimento “la città organizzata e diradata”: c’è il concetto del

vuoto. Vuoto è un elemento democratico, non costruito, del verde. Habitat dove città e natura

sono fortemente integrate, c’è un diradamento. Evidentemente si allude a questo tipo di

quartiere. Due edizioni: una del 1945 e una del 1957.

Caso molto interessante: lavora con questi termini: DIRADAMENTO e ORGANIZZAZIONE, ma

che dialoga anche con anglosassoni.

Progetti di Schwarz Thionville 1943 e Colonna 1949: Progetti di città paesaggio. Angoli investiti

dalla guerra: caso di Colonia. Qui invece che saturare i vuoti bellici si colgono come occasione

per inserire vuoti, naturali e paesaggistici in un contesto urbano.

STATI SOVIETICI

Mosca: super block metà anni 50. Da un lato guarda alla tradizione urbana ottocentesca, ma

• organizza la città tramite l’isolato, della città sovietica. Questi blocchi non sono isolati come

intendiamo noi oggi: sono quasi sempre isolati accessibili, ma contengono verde almeno alla

scala progettuale e restano matrice di base di esperienze della fine del ciclo.

Influenza statunitense. Altro tema è quello della VERTICALITA’ e dell’espressione

MONUMENTALE del realismo socialista. La verticalità fa competere occidente vs USA. Rispetto

al disordine è una verticalità organizzata: sono 7 sorelle, 7 torri attorno al centro di Mosca (Lev

Rudnev, nuova sede della Università statale di Mosca 1948-1953). La critica occidentale le

ricollegano a Stalin. Questo tipo di canone da un lato testimonia la capacità russe di fare un

certo tipo di costruzioni (es. Palazzo dei Soviet) e dall’altro esprime un linguaggio differente

monumentale da quello di occidente unito ad elementi fortemente locali che ancorano

l’edificio al luogo.

Nowa Huta: quartiere periferico di Cracovia. Sarà la più grande acciaieria in Europa: profilo

• dell’acciaieria è leggibile. L’acciaieria in termini neocostruttivisti è già presente sullo sfondo, ma

questa città allude alla città compatta dell’800. Facciate decorate, isolati, portico. Sistema di

nuova fondazione, simmetrico rispetto ad un asse. Sembra di vedere una replica di

diagrammi di Sert. Sono isolati molto compositi, aperti è presente il verde. Certamente c’è il

tema della ricostruzione che ripropone le grandi assialità e l’idea dell’isolato dell’800: il

modello che viene criticato dal CIAM, ma dall’altro lato permettono di entrare dove diversi

sistemi residenziali coesistono.

ITALIA

Tafuri:

Cronologicamente la frattura è lì: “nuove crisi e nuove strategie” allude a qualcosa di nuovo.

1968: soglia. Gli anni della ricostruzione e il secondo settennio INA casa è un continuum

temporale con due momenti luminosi (illuminismo):

- l’episodio Olivetti; è molto attivo sulla cultura progettuale italiana.

- il rapporto con la storia e il tema museale

Altro libro:

Alterna due letture:

una geografica. Sono sguardi locali paralleli perchè la ricostruzione non è la stessa a Genova

• o a Siracusa.

La seconda parte propone alcuni tagli tematici: la costruzione, le teorie, la professione, le

• riviste. Tutte e due costruiscono delle mitologie.

Piano della valle d’Aosta, di Olivetti della seconda metà degli anni 30. Ivrea che ha tendenza

industriale, come capitale della Valle d’Aosta. Razionalizzazione delle possibilità tu

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
6 pagine
1 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Biasil94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e teorie dell'architettura del secondo novecento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Deambrosis Federico.