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MAESTRO IPERREALISTA DELLA PROVOCAZIONE.
BERLUSCONI E GRILLO “Siamo l’ultima chance per l’Italia.
L’ultima chance per la democrazia.”
Beppe Grillo
In quest’ultimo capitolo approfondiremo il concetto di comunicazione intesa
come relazione, come accordo tra due parti che giocano una medesima partita e
che riconoscono di agire in un ambito comune, quello della fiducia.
riferimento infatti al “patto fiduciario” con l’elettore, voluto, costruito ed
Facendo
elaborato dal soggetto politico, esamineremo il grande problema politico del
nostro tempo: l’erosione della fiducia dei cittadini nei confronti degli
amministratori e delle istituzioni democratiche.
Nonostante infatti l’ideale di democrazia sia quasi completamente dominante nel
mondo, i sistemi politici che la compongono vivono una diffusa disaffezione e
sfiducia da parte delle loro popolazioni.
Possiamo definire la relazione fiduciaria come la condizione preliminare che apre
70 , infatti nell’interazione tra emittente e
la strada al futuro contratto cognitivo
destinatario il pubblico deve apparire ed essere il protagonista assoluto della
comunicazione.
Propedeutiche a questa particolare condizione si possono individuare sette
modalità comunicative:
- Importante è costruire una relazione improntata sulla
comunicazione, tra un “io” parlante che si rivolge a ciascuno di
“voi” simulando l’interazione con un “tu” che sia il portavoce di
colui o coloro ai quali ci si rivolge.
È fondamentale “presentarsi come uno di voi”, come un portavoce
- e non come un professionista della politica.
70 A. Negri , La svolta fiduciaria forme e strategie della comunicazione pubblica contemporanea.
Da Berlusconi a Grillo, Lupetti, 2012, p. 38. 50
- Altrettanto importante è stabilire dei legami forti, di quotidianità
creando un clima di affetto e confidenza con il pubblico - elettore.
- Essere in grado di dire ed essere ciò che il target che si ha di fronte
si aspetta, è importante per evitare di deludere le aspettative.
- È bene utilizzare un linguaggio semplice, immediato e alle volte
anche non politicamente corretto.
Cercare di trovare o creare delle comunanze con l’interlocutore.
-
- Di essenziale importanza è infine mettere al centro della
conversazione la quotidianità dell’altro ed i suoi problemi,
piuttosto che fare riferimento ai grandi valori astratti.
La comunicazione politica, come già ampiamente descritto nei precedenti capitoli,
vive una trasformazione che la porta ad assumere la forma di una “comunicazione
71
politica post moderna”.
La comunicazione politica è sempre una forma di collaborazione tra due
interlocutori e proprio per questo motivo si può definire che la comunicazione
72
implichi una relazione fiduciaria tra coloro che interagiscono.
Vi è infatti un patto tra le parti (un “io e un “tu”) che creano un accordo e
perseguono finalità comuni, dove la proposta si configura come una
manipolazione, come una seduzione oppure come un accordo.
Nella comunicazione post moderna, la finalità non è più il convincere, ma il
persuadere, facendo riferimento così, anziché alle nostre ragioni, come avviene
convinzione, alle ragioni degli altri. E’ una comunicazione-marketing
nella che
trova i suoi confini del termine dell’”iperrealismo”, una comunicazione cioè
73
costruita mediante uno strano impasto di neotelevisione, politica e marketing.
della comunicazione, dove l’importante non è più il
Si ha così un capovolgimento
contenuto dei messaggi trasmessi, ma la capacità di suscitare emozioni nel
“In ogni comunicazione, e in particolare quella politica,
ricevente e nel pubblico:
il credere solitamente segue il sapere: solo dopo aver acquisito delle conoscenze
le si può ritenere o meno accettabili. Oggi invece, il concetto si è ribaltato. Prima
71
A.Negri, La svolta fiduciaria forme e strategie della comunicazione pubblica contemporanea. Da
Berlusconi a Grillo, Lupetti, 2012, pp. 77,78.
72 G.Gili, F. Colombo, Comunicazione, cultura e società. L’approccio sociologico alla relazione
comunicativa, La scuola, Brescia 2012, p.132.
73 G. Mazzoleni; Politica Pop, op. cit., p. 65. 51
si crede, cioè ci si fida dell’altro e successivamente si accettano le sue
74
proposte.”
La comunicazione politica postmoderna assume così sempre più la dimensione di
un incontro di tipo commerciale-persuasivo tra il locutore politico e il suo
pubblico di potenziali elettori-consumatori.
75
Le strategie persuasive del Destinante si riassumono nella valorizzazione
76
dell’oggetto proposto e seguono tre diversi procedimenti.
Un primo tipo è quello delle cosiddette “strategie di racconto”, cioè narrare una
storia incentrandola sull’oggetto da valorizzare e insieme collegarla con elementi
è quella “di testimonianza”
di valore presenti nel Destinatario; un secondo tipo
che consiste nel mettere in scena un soggetto nell’atto di esprimere un giudizio
sull’oggetto da valorizzare, senza dover necessariamente spiegare le ragioni che
l’elemento fondamentale
hanno portato a una simile opinione. Qui, perciò che il
l’ultima
Destinatario si fidi, è la condivisibilità di quanto viene presentato. Infine,
è quella di “attesa” la quale, consiste, nella messa in scena di un soggetto in preda
al desiderio e all’aspettativa del possesso o del consumo dell’oggetto.
Elementi tutti e tre presenti nel discorso del 26 Gennaio del 1994, di Silvio
Berlusconi, proprietario di Fininvest e presidente nella neonata formazione
politica denominata Forza Italia, mandato in onda integralmente dal Tg4.
Discorso con il quale dichiara pronto a battersi e scendere in campo per vincere le
elezioni indette per la fine di Marzo. Attraverso dichiarazioni come “il paese che
amo”, piuttosto che “ho imparato da mio padre e dalla vita il mio mestiere
passò
d’imprenditore”, da un prologo di tipo affettivo-emotivo basato
implicitamente su valori su cui vi è un consenso quasi unanime dell’opinione
pubblica, ai primi annunci dell’eroe sceso in campo, forte di una nuova scelta di
vita e di una nuova missione. Arrivando poi alla fase conclusiva del discorso,
74 A. Negri, La svolta fiduciaria forme e strategie della comunicazione pubblica contemporanea.
Da Berlusconi a Grillo, Lupetti, 2012, p.25.
75 Il Destinante e il Destinatario sono coloro che compiono o subiscono l’atto comunicativo della
narrazione. In particolare il Destinante è colui che pone l’oggetto come termine di desiderio e di
comunicazione, il Destinatario invece colui che beneficia dell’oggetto messo in campo dal
Destinante. Per un approfondimento si veda A.J. Greimas, J Courtes, Semiotica. Dizionario
ragionato della teoria del linguaggio, la casa Usher, Firenze, 1986.
76 A. Negri, La svolta fiduciaria forme e strategie della comunicazione pubblica contemporanea.
Da Berlusconi a Grillo, Lupetti, 2012, pp. 77, 78. 52
dove l’auto-mandato si trasforma in un incarico affidatogli dall’Italia stessa e
dove richiede la partecipazione agli italiani, promettendo in cambio un premio
finale, “un nuovo miracolo italiano”. 77
Così, usando la logica della comunicazione sportiva , a partire dal nome del
partito agli slogan ripetuti continuamente come “scendere in campo” fino ad
gli italiani si sono fidati di
arrivare alla demonizzazione dell’avversario,
Berlusconi. Sia nell’attesa delle promesse miracolose, sia sulla base di quanto
aveva fatto nel campo dell’imprenditoria. La fiducia infatti ha come base la
credibilità, in quanto il successo in una sfera precedente contribuisce ad anticipare
credibilità anche nella nuova area di investimento.
Nel caso di Berlusconi la fiducia nel contesto dell’edilizia e delle televisioni si
trasferisce al contesto politico, legittimando così la sua ascesa in campo.
4.1 Beppe Grillo e il MoVimento: un boom senza precedenti
È importante a questo punto, prendere in esame la comunicazione a “5stelle”,
definita dagli osservatori con il termine di “antipolitica” che ha, qui in Italia, il suo
centro di narrazione in Beppe Grillo, nel suo blog e nel suo MoVimento a 5 stelle.
È un fenomeno infatti, che si è imposto a livello nazionale come l’ultimo
importante evento comunicativo della nuova antipolitica. Presenta una
comunicazione alternativa a quelle tradizionali, e pur essendo ancora in
trasformazione, ha dimostrato di saper attirare consenso e fiducia negli elettori,
soprattutto all’interno di quel popolo che ha preso le distanze da un certo modo di
essere e fare politica. Così come Silvio Berlusconi non nasce all’interno di un
contesto politico, ma emerge grazie al mezzo televisivo; la differenza
fondamentale tra i due, è che Beppe Grillo lo ripudia totalmente a favore del
mezzo internet. 78
per l’ennesima volta,
Ci troviamo, difronte a una comunicazione iperrealista ,
come è stata quella berlusconiana; anche Grillo è sceso in campo con un auto-
77 A. Abruzzese, V.Susca, F.Ferrarotti, Tutto è Berlusconi: radici, metafore e destinazioni del
tempo nuovo, Lupetti, 2004, pp. 80,83.
78 A. Negri, op. cit., p.139. 53
mandato costruendo un discorso “moralizzante” sul proprio dovere morale e
civico di intervenire e dire la verità perché sono gli stessi italiani a chiedergliela.
televisiva negli anni ’80 Grillo dimostra il suo
Fin dai primi anni della sua carriera
animo da uomo che combatte il sistema: dall’espulsione dalla Rai a causa di una
battuta sui socialisti fin tutti gli anni ’90, caratterizzati da tour nei palazzetti e
nelle piazze in cui attaccava banche, politici e stili di vita degli italiani, per
arrivare nel 2000, dove durante uno show di San Silvestro se la prende con la new
“Il mondo
economy, multinazionali, banche, globalizzazione e G8 con il motto:
79
può cambiare da domani mattina. Bisogna crederci”.
Ma il momento di svolta si ebbe con la creazione nel 26 gennaio 2005 del sito
l’ingresso nella Rete segna l’inizio di un nuovo progetto che
www.beppegrillo.it:
si sviluppa nei mesi successivi con crescente velocità.
Grillo facendosi portavoce dell’esasperazione, della disillusione e delle speranza
del popolo web, fa del suo blog un centro aggregato di persone.
Furono anche gli anni in cui incontrò Gianroberto Casaleggio, un manager con la
grande