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NON ESISTE RINTRACCIABILITÀ’ SENZA TRACCIABILITA’.
Il regolamento di riferimento CE è il 178, che tratta della libera circolazione delle merci: non
per niente, la libera circolazione delle merci ha come fondamento la tracciabilità e la
rintracciabilità dei prodotti (è obbligatoria).
È evidente che nei nostri abituali consumi (prodotti ed ingredienti che provengono da più
svariate parti del mondo) non c’è una relazione diretta produzione-consumo ed è altrettanto
evidente che deve essere diritto del consumatore avere un elevato grado di tutela della
salute. Tracciabilità e rintracciabilità garantisce unitamente a quanto visto nei capitoli
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precedenti, di ottenere un elevato livello di protezione igienico-sanitaria. L’unico soggetto
escluso dalla rintracciabilità è il consumatore finale, ma non viene esclusa la produzione
primaria. Solo in questo modo è possibile garantire un pronto intervento laddove si possono
verificare o si sono verificate emergenze alimentari. La rintracciabilità riguarda inoltre
TUTTE le categorie di alimenti e di mangimi. Non sono sottoposti all’obbligo di
rintracciabilità il materiale da imballaggio di alimenti così come prodotti fitosanitari, farmaci
e fertilizzanti.
In pratica, per poter effettuare un “passo in avanti” ed un “passo in dietro” nella filiera di un
prodotto alimentare, occorre avere un collegamento tra fornitore e prodotto, occorre avere
nella documentazione le caratteristiche e le specifiche dell’azienda dalla quale ci si è forniti:
questo significa che se io rappresentassi l’azienda che ha prodotto l’hamburger, dovrei fare
un passo in dietro per riuscire a poter chiaramente identificare l’azienda dalla quale io mi
sono approvvigionato. Con questo passo in dietro si considera, ad esempio, che l’azienda di
sezionamento debba avere tutta la documentazione relativa al “passo in avanti”, ovvero la
cessione del prodotto al supermercato. Queste informazioni devono essere a disposizione
dell’autorità competente qualora si dovesse rendere necessaria l’esigenza di un richiamo o di
un ritiro.
Tutto deve essere registrato in entrata ed in uscita, comprendendo le principali
caratteristiche come:
- Natura del prodotto alimentare
- Quantitativo di prodotto alimentare
- Stato di presentazione del prodotto
- Nominativo del fornitore (con caratteristiche atte ad identificarlo)
- Numero del lotto
- Data di ricezione/spedizione merce
- Identificazione del trasportatore
- Eventuali altre specifiche previste
Tutto questo, per prodotti articolati, deve essere fatto come logistica in entrata per qualsiasi
ingrediente o prodotto che entra a far parte del prodotto finito. Sono previsti dei documenti
specifici per il trasporto dei prodotti, come i documenti di accompagnamento, le fatture, i
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codici aziendali, sistemi satellitari dei controlli dei trasporti, … le informazioni, inoltre,
devono essere rese a disposizione dell’autorità competente per un periodo minimo. Per
quanto riguarda la rintracciabilità, esistono delle filiere che hanno una regolamentazione a
parte specifica e dedicata; si tratta si filiere come quella di:
- Carni bovine
- Olio d’oliva
- OGM
- Materiali destinati a venire a contatto con alimenti
- …
È evidente anche l’importanza dell’etichettatura, che è uno strumento complementare molto
importante. Sulle confezioni di carne bovine, si trovano non solo le indicazioni, ma indicano
anche se gli animali da cui proviene la carne sono nati/allevati/macellati/sezionati nel
nostro paese con una rintracciabilità molto puntuale del prodotto-carne bovina. Tutto questo
perché esiste una correlazione tra le misure che vengono intraprese e la componente
economica (non dimentichiamo l’impatto enorme e devastante che ha avuto la BSE).
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BIOFILM
COS’E’ IL BIOFILM? Il biofilm è definito come una comunità di cellule microbiche (anche
lieviti possono formare biofilm), sono cellule strettamente adese ad una superficie e sono al
tempo stesso strettamente coese tra di loro: le forze di adesione e di coesione sono date
dalla produzione di una matrice composta da sostanze eso-polimeriche (sostanze prodotte
in ambiente intracellulare e secrete in ambiente extracellulare) autoprodotte che vanno ad
intrappolare le cellule. Queste sostanze chiamate con il termine EPS, possono essere
polisaccaridi (come S. Aureus che produce una matrice strettamente polisaccaridica),
proteine (enzimi principalmente o anche proteine
glicosidate come l’N-acetil-D-glucosammina), DNA
extracellulare, matrici lipidiche e altre sostanze. Le
cellule in grado di produrre EPS si vengono a
trovare in una situazione particolare, che gli donano
un aspetto fenotipico differente rispetto a quello
usuale. Una delle proprietà che le cellule microbiche
acquisiscono è una forte resistenza/tolleranza agli
effetti antimicrobici, intesi come antibiotici e
disinfettanti: questo significa che utilizzando una concentrazione di disinfettante specifica
per la forma planctonica (ovvero l’aspetto fenotipico di una cellula in assenza di BIOFILM),
non è detto che abbia lo stesso effetto sullo stato sessile (cellula adesa a biofilm) e sulla
radicazione di biofilm stesso.
I biofilm sono una realtà presente all’interno dell’industria alimentare e possono essere
presenti in qualsiasi tipologia di superficie (dalla più idrofila alla più idrofobica), e specie
microbiche patogene in grado di dare malattia alimentare e alterative in grado di produrre
biofilm, rappresentano una grave fonte critica e cronica di contaminazione (cronica a causa
dell’elevata difficoltà nell’eradicazione del biofilm).
I microorganismi, all’interno dell’industria alimentare, possono derivare da differenti fonti,
come:
Acqua;
• Prodotti derivanti dalla produzione primaria;
• Maestranze (come gli Stafilococchi colonizzanti la cute e le fessure umane e animali);
• Superfici a contatto con biofilm;
• 29
•…
Fondamentalmente, la maggior parte di quelle che sono le contaminazioni, avvengono
durante i processi di trasformazione.
I rischi associati alla produzione di biofilm possono essere diversi, e possono essere molto
gravi specialmente se vengono prodotti da cellule microbiche, come la persistenza continua
di m.o. all’interno dell’industria (esistono alcuni ceppi di Listeria monocytogenes in grado di
persistere in industria per molti anni, con focolai a distanza di molto tempo): tutto questo si
traduce in rischi per la salute dei consumatori.
I pericoli ed i rischi derivanti dalla formazione di biofilm non sono solamente associati ad un
aspetto “sanitario” ma anche ad un aspetto di tipo economico: quando si parla di biofilm,
infatti, non si parla solamente di patogeni, ma anche di alterativi e di m.o. degradativi degli
impianti (alcuni m.o. sono in grado di produrre in modo continuativo degli enzimi in grado
di corrodere il materiale di costruzione di un impianto, causando, ad esempio, la formazione
di ruggine). Come appreso dal corso di operazioni unitarie, la produzione di biofilm causa
un’aumento della resistenza al trasporto di calore, modificando quindi la quantità di calore
stessa da fornire per completare il processo termico (perdita della qualità del prodotto,
perdite di resa, …).
ECOLOGIA MICROBICA
I microorganismi non sono da intendere come entità singole a sé stanti, ma sono in grado di
associarsi e di comunicare tra di loro, sono esseri in grado di “parlare” tra di loro, inviando
messaggi specifici. I microorganismi sono in grado di adattarsi in maniera rapida e dinamica
a quelle che sono le influenze biotiche ed abiotiche (di natura fisica, chimica e tecnologica).
Questo tipo di relazione, fa si che le cellule possano adottare una serie di cambiamenti
fisiologici in un ottica di quelli che sono gli stimoli ambientali e tutto questo dipende
principalmente dallo loro base genetica (gli EPS vengono sintetizzati a partire dal genoma
dei batteri stessi).
Il ruolo della matrice (matrice degli EPS) è di rilevante importanza, in quanto, oltre a tenere
aggregate le cellule tra di loro e ad essere il substrato di adesione delle cellule, fa sì che il
biofilm possa avere una serie di altre proprietà poiché, la matrice, ad un certo punto, si
struttura in modo da acquisire una architettura tridimensionale, ed in alcuni casi si struttura
come una rete di vascolarizzazione, una sorta di sistema circolatorio che fa sì che possa
circolare acqua (in quanto le cellule che si trovano negli strati più profondi del biofilm
faranno più fatica a reperire sostanze e nutrienti).
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Il biofilm, per sua natura, è in grado di intrappolare anche una serie di sostanza di origine
differente da quella microbica: si tratta di tutte quelle molecole con le quali il biofilm viene a
contatto (residui di alimento,
molecole organiche in generale,
sali minerali, …) e che quindi
possono essere utilizzati come
fonte carboniosa ed azotata dai
batteri stessi.
A livello della struttura del
biofilm, le cellule vanno in un
certo senso a stratificarsi in
funzione dei loro fattori
ecofisiologici più favorevoli,
come ad esempio l’aerotolleranza
(gli anaerobi si posizionano più
in profondità, mentre gli aerobi si posizionano in superficie all’interfaccia). All’interno di
questo ecosistema molto complesso, le cellule sono in grado di produrre enzimi secreti
nell’ambiente esterno, creando una sorta di ambiente digestivo nei confronti di molecole che
si trovano in ambiente circostante, dando un vantaggio anche ad altre specie che, invece,
non sarebbero in grado di effettuare quel catabolismo; altri enzimi o prodotti del
metabolismo possono fungere come diretto nutriente per altre specie microbiche. Le cellule,
tuttavia, possono essere anche in competizioni tra di loro.
FASI DEL PROCESSO DI FORMAZIONE DEL BIOFILM
La formazione di biofilm può avvenire su qualsiasi superficie, e avviene in diverse fasi:
1. CONDIZIONAMENTO DELLA SUPERFICIE: la cellula è già presente inizialmente
sulla superficie mediante contaminazione, e produce biofilm solamente in caso di
presenza di “FILM CONDIZIONANTE”, ovvero una fonte di nutrimento per il
microorganismo (ad esempio residui di latte in impianti di scarico/carico latte in
autobotti); la presenza di questo film non significa tassativamente “presenza di biofilm”,
ma se vi è biofilm, sicuramente è/era presente film condizionante. Il QUORUM
SENSING è un processo di comunicazione cellula-cellula che coinvolge il rilascio d