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INTERMEDIO

Non necessariamente sporicidi, efficaci Iodofori (alcune formulazioni)

contro il Mycobacterium tubercolosis, Composti del Cloro

miceti, molti virus Composti fenolici (alcune formulazioni)

BASSO

Attivi sulla maggior parte dei batteri, Sali d’ammonio quaternario

alcuni virus e alcuni miceti. Non Clorexidina

efficaci su Mycobacterium tubercolosis Iodofori (alcune formulazioni)

e spore Composti fenolici (alcune formulazioni)

Disinfezione chimica di alto livello dei dispositivi medici

Si può raggiungere un livello di decontaminazione che si avvicina alla sterilità. I disinfettanti ad

elevata attività germicida sono:

Glutaraldeide

• Acido peracetico

• Ortoftalaldeide

Per quanto riguarda la Glutaraldeide, i tempi di contatto, nei vari studi che vengono fatti, sono

lievemente discordanti.

Negli Stati Uniti:

Gastroscopi: 20 minuti per una disinfezione intermedia

• Broncoscopi: 1 ora con la certezza di eliminare i Micobatteri

• Endoscopi invasivi: 10 ore con la certezza di aver eliminato anche le spore più resistenti

In Gran Bretagna:

Gastroscopi: 4 minuti per una disinfezione

• Artroscopi: 20 minuti per la disinfezione

• Laparoscopi e broncoscopi: 1,30 ore solo in caso di presenza, dimostrata o temuta, di

• Micobatteri atipici

Strumenti invasivi: 3 ore per la sterilizzazione

La disinfezione di alto livello, rispetto alla sterilizzazione, espone sempre ad un rischio, perché può

succedere che ci sia una lesione degli epiteli dove viene utilizzato lo strumento e quindi la sola

disinfezione per pochi minuti con Glutaraldeide può diventare una pratica pericolosa per la

contaminazione che vene mantenuta nell’oggetto e quindi può creare infezione nel soggetto in cui

viene utilizzato quello strumento.

La disinfezione in ospedale

I composti che ormai trovano una generale accettazione per la disinfezione in ospedale sono:

Glutaraldeide e Acido peracetico per la disinfezione di alto livello

• Derivati fenoloci per i substrati fortemente contaminati

• Cloro e derivati per la disinfezione ambientale

• Clorossidante elettrolitico, Clorexidina, alcool a 70°, iodofori (Iodopovidone), perossido di

• idrogeno e i sali quaternari dell’ammonio per l’antisepsi

In conclusione:

Non esiste il disinfettante ideale; tutti hanno vantaggi e svantaggi

• In molte situazioni, il disinfettante non porta maggiori benefici di quanti ne porti la semplice

• pulizia con acqua e sapone

Il dirigismo verso il disinfettante da utilizzare non appare la scelta migliore

• Si usi il disinfettante nel quale si ha più fiducia, purché la scelta sia fatta in base ad una

• ragionevole documentazione di efficacia che non trascuri i costi e purché il composto

prescelto venga utilizzato correttamente

IGIENE DELLE MANI Questo quadro è famosissimo, perché

ci fa vedere il Sig. Semmelweis, un

medico ungherese, che nella metà dell’

‘800 dimostrò che il lavaggio delle

mani, prima di visitare le puerpere,

ridusse notevolmente la mortalità dopo

il parto. All’inizio questa pratica fu

contrastatissima, ma è rimasto un

simbolo di come un semplice lavaggio

delle mani può ridurre la trasmissione

di infezione. Ancora oggi parliamo

dell’importanza dell’igiene delle mani,

per esempio nella prevenzione di molte

malattie come l’influenza o altre

malattie infettive e diffusive, che

possono dare epidemie, per non parlare

dell’ambiente ospedaliero dove

l’igiene delle mani rimane la pratica principale per ostacolare la diffusione di malattie.

Le mani del personale sanitario sono considerate il veicolo più implicato nella trasmissione di

patogeni correlati all’assistenza. Molto spesso, l’igiene delle mani viene trascurata e sottovalutata,

lo stesso personale sanitario, a volte, ritiene che non sia una pratica importante, mentre molti studi

hanno dimostrato il contrario e sempre più si dà importanza a questo.

La trasmissione dei patogeni nosocomiali dall’ambiente ospedaliero o da un paziente all’altro

tramite le mani del personale sanitario implica 5 passaggi:

1. La presenza di microrganismi sulla cute del paziente o sulle superfici ambientali in

prossimità di esso (es. comodino);

2. Il trasferimento di germi alle mani degli operatori durante attività assistenziali pulite

(sollevare il paziente, misurare il battito del polso, misurare la pressione arteriosa o la

temperatura orale, ecc…);

3. I germi sopravvivono sulle mani per periodi variabili (2-60 minuti) e, in assenza di igiene

delle mani, questa flora prolifera con aumento della carica batterica; a volte trovano

condizioni ottimali per la crescita, ad esempio quando si indossano i guanti le mani devono

essere pulite, perché con le mani contaminate, i microrganismi dentro al guanto trovano un

ambiente favorevole, cioè caldo e umido, quindi aumenta la proliferazione; bisogna lavarsi

le mani prima e dopo di indossare i guanti;

4. Se la procedura di igiene delle mani non è corretta, le mani rimangono contaminate;

5. Nell’assistere un successivo paziente, le mani contaminate possono trasmettere

microrganismi al paziente stesso o alle superfici in prossimità di esso.

A volte, questi microrganismi trasmessi sono particolarmente difficili da combattere, specie se sono

microrganismi resistenti e se si va a contaminare un paziente con difese basse, come un soggetto

fragile, un anziano, un immunocompromesso. Questo è lo schema che è stato pubblicato

e diffuso dal 2009 dall’OMS. Si trova in

qualsiasi ambiente pubblico, soprattutto

ospedaliero. Spiega come si fa l’antisepsi

delle mani. Il personale sanitario deve

fare il lavaggio delle mani prima del

contatto con il paziente, prima di una

manovra asettica (es. mettere e togliere la

flebo), dopo l’esposizione ad un liquido

biologico (es. sacca delle urine), dopo il

contatto con il paziente e dopo il contatto

con ciò che sta attorno al paziente. Da un

paziente all’altro, si deve fare l’antisepsi

delle mani.

Dove si concentrano i microrganismi?

Si concentrano soprattutto a livello ascellare, inguinale, sulle mani, sugli avambracci, sulla zona

orale e nasale e sul comodino (zona toccata frequentemente dal paziente).

Esempio:

L’operatore prende il polso del paziente ricoverato, quindi si contamina le mani, dopodiché se le

lava male. In più, c’è da mettere in evidenza un’altra particolarità, ovvero l’utilizzo del camice a

manica lunga, dove si concentrano i microrganismi che poi non sono allontanati nemmeno dal

lavaggio delle mani, quindi è un altro veicolo di trasporto da un paziente all’altro. L’operatore

sanitario ha le mani contaminate, passa a visitare un altro paziente e trasporta microrganismi.

Ci può essere la trasmissione anche allo stesso paziente: il medico o l’infermiere toccano la sacca

delle urine, si contaminano con microrganismi (bastoncelli, Gram-, tipo E. coli), poi stringono la

mano al paziente e quindi quei microrganismi li trasferisce direttamente sulla mano del paziente che

può toccarsi e portarsi alla bocca. Inoltre, l’operatore sanitario può contaminare un altro paziente se

non fa il lavaggio delle mani.

Quanto ci si lava le mani in Ospedale?

Da alcuni studi, è risultato che la pratica dell’igiene delle mani non è molto seguita dagli operatori

sanitari: mediamente si esegue in meno del 40% nelle occasioni in cui dovrebbe invece essere fatta.

Il valore del 40% è risultato da delle indagini, da 34 studi pubblicati, in cui l’adesione in maniera

corretta avveniva dal 5 all’81%. Ci sono Paesi molto attenti, ad esempio Paesi scandinavi, del Nord

Europa, mentre ci sono altri Paesi che lo trascurano abbondantemente.

È stato indagato anche il perché: tutto il personale sanitario viene istruito sull’importanza

dell’igiene delle mani. La non corretta igiene delle mani negli operatori sanitari si attribuisce al fatto

di avere un elevato carico lavorativo, al fatto di essere medico (molto meglio il personale

infermieristico), al fatto di utilizzare i guanti che viene addotta come una cosa a discolpa, al timore

di irritazione e allergia (si può sempre cambiare prodotto antisettico) e al fatto di non considerare

questa pratica effettivamente rilevante (è molto grave).

Ci sono degli accorgimenti, ad esempio, chi si lava frequentemente le mani, allo stesso tempo deve

anche curare e idratare la pelle per proteggersi dall’azione aggressiva degli agenti chimici. Ognuno

deve scegliere il prodotto che si adatta meglio.

L’introduzione recente di gel idroalcolico ha

permesso un’antisepsi delle mani veloce e rapida e ha

migliorato un po’ la situazione. Questi prodotti

utilizzati con il frizionamento delle mani a base

alcolica vanno bene, ma quando le mani sono

visibilmente contaminate, si deve utilizzare acqua e

sapone o sapone antisettico.

Questi cartelli sono stati diffusi dal Ministero della

Salute da qualche anno e si fa vedere com’è la tecnica

del lavaggio semplice delle mani con acqua e sapone.

Quanti tipi di lavaggio delle mani esistono?

Esistono tre tipi di lavaggio:

Lavaggio semplice o comunitario: in foto; si bagnano le mani, si prende dal dispenser il

• sapone e poi c’è tutta una tecnica che è costituita da rotazione palmo contro palmo, palmo

contro dorso, ecc… Ci sono anche movimento per la pulizia del margine periungueale. Ci si

deve asciugare con un panno monouso, una carta, senza toccare i rubinetti. La durata è 20-

60 secondi.

Lavaggio antisettico: non utilizza il sapone comune normale, ma un prodotto antisettico,

• come la Clorexidina, lo Iodopovidone in soluzione saponosa, il Clorossidante elettrolitico,

l’alcol etilico in soluzione gel. Cambia il tempo di contatto un po’ più lungo, 1-2 minuti.

Tutte le manovre del lavaggio semplice vanno associate al sapone antisettico. Si fa prima e

dopo il contatto con le ferite di un paziente o l’esecuzione di manovre invasive o quando si

ha a che fare con pazienti particolarmente a rischio, suscettibili ad acquisizione di infezione

(immunodepressi, anziani, malati terminali, tumorali, neonati), inoltre dopo il contatto con

persone e materiale infetto (es. uscendo dalla stanza di un paziente con malattia contagiosa).

Lavaggio chirurgico: ha durata di 3-4 minuti, non è necessario prolungare il lavaggio oltre

• questo tempo, si utilizza sempre un sapone antisettico. Va fatta prima degli interventi

chirurgici e delle procedure altamente invasive. La tecnica è un po’ diversa, perché prende in

consid

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A.A. 2016-2017
70 pagine
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SSD Scienze mediche MED/42 Igiene generale e applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mara.martini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Igiene generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Pozzi Teresa.