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Ogni soggetto si pone davanti a noi come qualcuno che vuole essere riconosciuto in

quanto originale e l’etica del volto è l’espressione con la quale si riassumono gli

atteggiamenti di responsabilità nei confronti dell’altro.

1.1.1. Una pedagogia del dialogo e della comunicazione

Il personalismo (in quanto stile di educazione) comporta il riconoscimento

dell’importanza del dialogo come crescita dell’insegnante e dell’alunno e degli

alunni. Buber non ha sviluppato una teoria approfondita dell’educazione, ma in molti

suoi scritti affiora l’ispirazione educativa, fondata sul “principio dialogico” dell’io-tu e

sulla dimensione comunitaria del “noi”. Il suo pensiero è racchiuso in una frase: “il

rapporto educativo è un rapporto puramente dialogico”. Caricarci di una autentica,

costante e leggibile amorevolezza è la traduzione quotidiana del vivere in dimensione

personalistica e dialogica nei confronti dei discenti-interlocutori.

L’antropologia dell’esistere e dell’essere persona è fondata sull’amorevolezza,

cioè del voler bene come lo necessita l’altro. Un’amorevolezza non ordinaria, ma

personale, fa sì che ognuno, nella classe, si senta unico, e la classe intera risulta

immersa in uno status di vibrazione rara e di impegno.

1.1.2. Una pedagogia della scuola-comunità Considerato irrilevante

1.2. Le discipline psicologiche a fondamento della didattica delle lingue altre

1.2.1. La visione umanistica della personalità

Si è scelto un presupposto che rispetta la totalità e la centralità della

persona e si traduce nel personalismo esistenzialista che è stato seguito dalle teorie

umanistiche della personalità. Nell’orientamento umanista, il comportamento

verbale dell’individuo, inteso come una caratteristica della comunicazione, è

collegato strettamente con la personalità ed è visto come la sua espressione

fondamentale.

Le psicologie umanistiche negli anni ‘50, fanno riferimento, dal punto di vista

antropologico, alle idee di Martin Buber e tengono conto delle capacità originali che il

soggetto ha di progettare il proprio futuro, fondata principalmente sulla maturazione

cognitiva attraverso la quale egli prospetta orizzonti i valori.

Nuttin (psicologo belga) nel 1953 sviluppa l’idea di struttura della personalità

all’interno della teoria chiamata teoria relazionale. Qui la personalità esiste nella

misura in cui è relazionale: emerge solo se si mette in relazione con l’altro diverso

da sé e con l’altro-realtà. Dalla visione nella personalità di questo autore deriva una

importante conseguenza: l’esistenza è una dinamica profonda che si sviluppa nel

linguaggio e nella comunicazione, che riflette la ricchezza delle differenze individuali.

Anche Frankl ritiene che il rapporto io-tu deve essere sempre più ritenuto

centrale. L’essere è relazionarsi e nient’altro. Raggiungiamo un rapporto

autentico con il mondo quando la relazione, anziché essere fine a se stessa,

serve a un fine che trascende e oltrepassa la persona. L’orientamento al di fuori

di se stessi apre alle lingue e alle culture.

1.2.2. La psicologia dello sviluppo o psicologia evolutiva

La psicologia evolutiva studia le continue modificazioni fisiche, cognitive,

emotive e comportamentali che intervengono nella persona lungo le stagioni della

vita. 1.2.3. La psicologia sociale

Ai glottodidatti interessa l’atto linguistico visto come l’angolazione della

comunicazione interpersonale. Il sociale non si ferma ai piccoli orizzonti del contesto,

ma si dilata alla dimensione antropologico-etnologica. La lezione più interessante che

impartisce la psicologia sociale sfocia nella sociolinguistica e nella pragmalinguistica .

1.2.4. La psicologia educativa/scolastica

È un ramo della psicologia moderna interessato ai processi educativi attinenti lo

sviluppo intellettuale, emozionale, sociale e morale nonché all’acquisizione di

conoscenze e abilità, all’interiorizzazione di valori e atteggiamenti e alle relazioni tra

chi educa e chi viene educato. Il suo obiettivo è ottimizzare l’apprendimento. La

denominazione psicologia dell’apprendimento è più strettamente legata ai processi

cognitivi e dei motivi che avvengono in soggetti in formazione.

2. Le teorie psicologiche sull’apprendimento (nota: l’apprendimento

consiste nel mettere in atto i processi tramite i quali acquistiamo informazioni dal

mondo esterno e non interveniamo in modo da poterle riutilizzare al momento

opportuno.) Si parlerà di teorie su come la persona apprende il mondo.

2.1. Il condizionamento classico e operante

Il condizionamento classico: Pavlov (1943). Egli faceva in modo che il cane

udisse il suono di un campanello poco prima di offrirgli il cibo. Il cibo rappresentava

uno stimolo incondizionato (si) e il campanello uno stimolo condizionato, mentre la

saliva prodotta dall’animale in presenza della carne era un riflesso incondizionato, lo

studioso ha constatato che l’animale produceva saliva fin dal momento in cui sentiva il

campanello; non aveva, quindi, più bisogno dello stimolo diretto, era sufficiente quello

condizionato.

Il condizionamento operante: Skinner (1957). Questo condizionamento si

basa sul fatto che sia possibile fare in modo di promuovere l’acquisizione di alcuni

comportamenti e di inibirne altri: attraverso rinforzi e punizioni. Ma l’apprendimento

non è solo di tipo operante: il bambino apprende anche limitazione dell’adulto.

2.2. La teoria sociale cognitiva

La teoria sociale cognitiva Bruner (1986) in Social Foundation of Thought

and Action, che descrive un modello di apprendimento che include processi di

attenzione, ritenzione, riproduzione motoria e motivazione. Ognuno di questi

fattori sono stati analizzati con attenzione.

L’attenzione è maggiore se vi è interesse, ma ciò che viene osservato dipende

dal modello che si osserva. Inoltre, ciò che è familiare è più facile da apprendere,

molto di più rispetto a ciò che non lo è.

Dal punto di vista di Bandura è necessario che, subito dopo l’osservazione,

avvenga una codificazione verbale e/o una codificazione attraverso le immagini,

seguita dalla ripetizione del comportamento osservato: questo modo di operare aiuta

la memoria a lungo termine. In alcuni casi, la sequenza che viene osservata è subito

riproducibile, in altri l’osservatore può solo tentare di ripeterne alcune componenti.

Il terzo meccanismo caratterizzante l’apprendimento sociale è la pratica e

l’esercizio. E riusciamo a raffinare la produzione attraverso aggiustamenti sulle basi

del feedback informativo che viene dalla nostra stessa prestazione. Il feedback di chi

insegna deve essere caricato di incoraggiamento e di lode per ogni più piccolo

successo.

Tirate le conseguenze, la prestazione dipende dalla motivazione che, a sua

volta, fa seguito alla previsione di una ricompensa o della soddisfazione personale.

2.2.1. L’apprendimento della lingua secondo la teoria sociale cognitiva

Durante un’era dominata dalle teorie di Chomsky, che enfatizza la

determinazione innata dell’acquisizione della lingua, Rosenthal e Zimmermann

hanno specificato come le costruzioni sintattiche vengano acquisite attraverso

meccanismi sociali di apprendimento. I processi imitativi sono nostri formidabili alleati,

soprattutto in lingua altra.

Dato che siamo noi insegnanti, spesso, le uniche persone con cui i bambini e i

ragazzi hanno la possibilità di parlare in una lingua altra, la nostra pronuncia, rimarrà

indelebile nella mente. L’esposizione modelli competenti linguisticamente promuove lo

sviluppo del linguaggio. Sono state fatte numerose ricerche sull’aumento di un uso

competente del linguaggio in giovanissimi utenti posizione positivamente rinforzati.

Abbracciando la teoria sociale cognitiva non si intende affatto mettere da parte

le potenzialità di meccanismi quali il conflitto cognitivo.

2.2.2. Verso la filosofia della bottega artigiana

L’apprendimento è un processo costruttivo= chi impara non riceve

passivamente informazioni, ma costruisce attivamente conoscenze. (Nota: il

costruttivismo si esplicita in tre forme: endogeno o radicale. Sociale ed esogeno o

realista). La teoria sociale cognitiva sconfina con il costruttivismo esogeno. Questa

forma evidenzia il ruolo insostituibile di un modello che guida l’apprendistato, e che

non si limita ad indicare come fare per impossessarsi di conoscenze, ma che organizza

un piano per la loro acquisizione. All’inizio affianca si affianca lo studente con una

presenza più costante e massiccia per modellare, poi rende sempre di più autonomo il

soggetto. Nella Bottega viene esplicitata una relazione educativa personalista:

l’apprendista che acquisisce un’abilità intellettuale o pratica, si sente interpellato

come unico, a cui è dovuta devoluta all’attenzione e cura da parte di un maestro che

funge da modello imitabile.

2.3. Ciò che dicono le sentinelle degli orizzonti della ricerca

L’apprendimento è costruttivo: costruiamo attivamente conoscenze e abilità

attraverso la riorganizzazione delle strutture mentali già acquisite e nella piena

interazione con l’ambiente.

L’apprendimento è accumulativo: solo sulla base di ciò che già sappiamo fare,

riusciamo a elaborare con successo le informazioni in arrivo.

L’apprendimento è regolato da noi: regoliamo i nostri processi di costruzione

della conoscenza e meno siamo dipendenti da supporti esterni.

L’apprendimento è orientato ad uno scopo.

L’apprendimento è situato e collaborativo: viene condiviso tra partner nelle

sue risorse e nei mezzi a disposizione. Situato significa ancorato a contesti sociali e

artistici di vita reale, mentre collaborativo significa che l’apprendimento avviene

attraverso lo scambio di idee.

L’apprendimento rispetta le differenze individuali dello stile cognitivo di

ognuno, del suo potenziale di apprendimento.

Oggi la scelta di una teoria dell’apprendimento che rispetta la centralità della

persona e della relazione interpersonale si orienta verso la teoria sociale cognitiva.

2.4. Dalla metodologia pedagogica alla metodologia della ricerca

La metodologia pedagogica ha come oggetto l’educazione olistica della

personalità e sistemi perenni in metodologia pedagogica personale e in metodologia

pedagogica sociale. La prima considera i soggetti in relazione come un metodo per

una migliore crescita, la seconda studi ambienti

Dettagli
A.A. 2011-2012
8 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/02 Didattica delle lingue moderne

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francifranci88 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottodidattica delle lingue moderne e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Maria SS.Assunta - (LUMSA) di Roma o del prof Cangià Caterina.