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Domus in via de Togni, Milano • Abitazioni condominiali per la
piccola borghesia
• Presenza di elementi
classicheggianti
• Forte semplificazione delle
facciate
• Uso di materiali tradizionali
(intonaci e pietra)
• Le facciate dei vari complessi
sono differenziate dal colore
• Presenza di grandi aperture e
balconi
• La suddivisione fra soggiorno in
zona pranzo avviene mediante piccoli
elementi murari, mobili o tende
• Corridoio centrale che taglia la
pianta
• Arredi arrotondati, senza spigoli
che facilitano il passaggio
• Elementi di arredo che creano
diverse zone funzionali
Gli stessi principi della Domus in via de Togni vengono applicati alla Domus julia:
Domus Julia, Milano, 1931-1933 • Intonaco, aperture ad arco con balconi
• Semplicità del disegno di facciata
• Parte bassa: rivestimento in pietra
• Mobili separatori con vetrine
• Presenza di opere d’arte
• Finestra interna tra gli ambienti, idea di trasparenza e
passaggio
• Corrispondenza interno-esterno anche dentro gli
appartamenti
• Suppellettili fanno parte di dimensione spirituale e
emotiva dell’abitare.
Domus Serena, Milano, 1931-1933 • Loggia (a filo facciata) ma
collegati tra loro a sbalzo, collegano
esterno e interno
Casa e torre Rasini, Milano, 1935 • Sembrano due diverse strutture ma sono
progettate entrambe da Ponti
• Riferimenti classici
Edificio bianco:
• Asseconda la linea degli edifici
• Altezze uguali
• Riduce la cortina
• Rivestimento in marmo
• Tetto piano —> giardino appartamento all’ultimo
piano
•
Torre:
• A gradoni
• Si rapporta con il giardino dietro
• Rivestimento in mattoni
• Elementi che creano una texture in facciata
• Presenza di elementi tondi e curvi
• Copertura piana per poter godere dello spazio
esterno, sormontata da elementi a telaio
Dall’alto:
Elementi a telaio
• Fioriere
• Grande terrazza
• Solarium e punto d’associazione
Gli stessi principi della casa Rasini vengono applicate a Casa Marmont (1933-1936):
• Terrazza sulla sommità che gira attorno a tutto
l’edificio (rapporto esterno interno)
Casa Laporte, Milano, 1935-1936 • L’architettura più razionalista di
Gio Ponti
• Facciata priva di riferimenti al
classicismo, fortemente geometrizzata
ed asimmetrica (sembra un quadro
astratto)
• Terrazza sul tetto, coperta per
metà da un pergolato
• Rivestimento lapideo
• Composizione basata su pieno
vuoto
• Compenetrazione degli ambienti
interni tramite l'utilizzo di oblò
• Terrazza sul tetto
• Pensiline
• Fori e rettangoli
In merito alla riflessione sulla casa unifamiliare, ponti pubblica dei progetti idealizzati Sulla rivista Domus:
Villa pompeiana • Casa unifamiliare
• Disposizione degli ambienti
interni attorno ad un atrio centrale
• Facciate esterne piuttosto chiuse,
l'apertura avviene verso l'interno
Ville mediterranee • Progetti cui emerge un
forte rapporto con il paesaggio
Realizzata a tutti gli effetti, invece è la villa Marchesano:
Villa Marchesano, Bordighera, 1938 • Forte rapporto con il paesaggio
• Architettura molto semplici, ridotta
A poche linee
• Progettazione degli spazi esterni
• Progettazione delle viste esterne
dall'interno (tema del conforto invece che
del comfort)
Le case nella triennale e il razionalismo italiano
Il Gruppo 7
Gruppo di architetti laureatisi al Politecnico di Milano che aderiscono alla corrente del razionalismo, il loro
stile si può riassumere nei seguenti punti:
• Lo stile risulta dagli scopi che l’architettura si prefigge
• Utilizzo del cemento armato, non è nascosto ma ben in vista in vari elementi (come ad esempio i
telai)
• Collocazione del razionalismo in chiave mediterranea
I componenti del gruppo 7 erano:
Figini, Pollini, Frette, Larco, Castagnoli (libera), Rava, Terragni.
Officina del Gas, 1927, Biennale di Monza, Terragni • Progetto proposto alla
triennale di Monza come
esemplificativo, ma non realizzato
• Scelta del tema industriale
• Utilizzo di ampie superfici
vetrate
Casa elettrica, 1930, IV biennale di Monza, Gruppo 7 • Commissionato dalla ditta Edison
• Volontà di mostrare le
potenzialità dell'energia elettrica
nell'ambito domestico
• Copertura piana
• Pavimento in Linoleum (materiale
innovativo per l'epoca)
• Utilizzo di colori sgargianti
• Presenza di finestre interne
• Presenza di elettrodomestici ed
elementi di collegamento fra gli ambienti (porta vivande girevole)
V Triennale, 1933
Nell'ambito della V triennale vennero proposti diversi progetti di architettura razionalista o
contemporanea.
Palazzo dell’arte, Giovanni Muzio, Milano,1933 • Edificio sede delle esposizioni, tuttora
destinato a tale scopo
• Architettura classicheggiante, ma fuori
scala rispetto alla proporzione aurea
• Presenza di lucernari per illuminazione
zenitale
• Ci sono elementi imitati dalla classicità
come l’arco, anche se semplificati e fuori scala, li
usa in maniera libera
L'esposizione avveniva nell'edificio e per il parco Sempione (idea del curatore Gio Ponti), nel quale erano
situati modelli in scala reale di edifici legati a determinate tematiche (casa di vacanze, casa popolare, casa
dell’aviatore etc.)
Villa studio per un artista, V Triennale, Figini, Pollini, 1933 • Tema della casa/atelier
• Consonanza con le idee di Ponti,
‘’linguaggio’’ però differente
• Chiusura verso l'esterno,
compartecipazione degli ambienti interni
• Presenza di un solarium aperto
verso il cielo, ma chiuso verso l'esterno da
un muro
• Riferimento concettuale alla
Domus romana
Casa sul lago per un artista, V triennale, Terragni e gruppo comasco, 1933
Apertura verso l’esterno
Tetti piani
Utilizzo del vetro e cemento
Serramenti in silicio
Grande atelier inondato di luce
Gruppo di elementi di case popolari, Bottoni-Griffini • Collage tridimensionale di varie ipotesi
abitative
• Ripresa della tipologia della casa ringhiera
milanese
Casa a struttura d’acciaio, vari architetti milanesi
• Struttura in acciaio a vista come fosse una
sezione (A scopo dimostrativo, per elogiare la qualità
della produzione siderurgica delle imprese)
• Presenza di differenti ipotesi distributive
degli interni
VI Triennale, 1936
Durante la VI triennale, venne studiata l’abitazione come uno spazio per vivere secondo 3 principi (mutuati
da Van de Rohe ed in consonanza con l’allora vigente regime fascista).
1. Igiene
2. Estetica
3. Praticità
Il mobilio invece, venne concepito secondo le premesse poste da Le Corbusier, ovvero come un attrezzo
moderno integrante l’abitazione.
Venne inoltre presentati diversi nuovi materiali considerati innovativi, come ad esempio la gommapiuma.
Casa a struttura di acciaio, Pagano, Albini, Camus, Palanti, Mazzoleni, Minoletti
Struttura in acciaio a vista
Interni:
Piccola serra
Finestre a nastro
Zona pranzo
Alloggio per un uomo, VI Triennale, F.Albini, 1936 • Abitazione priva d’architetture
interne, composta da attrezzature
• Disposizione secondo una griglia
modulare e spaziale (sia in pianta che in
alzato)
• Presenza di attrezzi ginnici (influenza
ideologica fascista)
Stanza di soggiorno per una villa, VII Triennale, Albini, 1940
• Presenza di un albero al centro dell’ambiente
• Sedie sospese ed affrancate ad una trave
• Pavimento trasparente, sotto il quale è possibile
vedere un prato, presenza di una voliera come arredo
fisso
• Presenza di un esilissima scala
Assolutamente esemplificative dello stile dell'epoca, furono le abitazioni che gli architetti progettarono e
fecero costruire per abitarci.
Casa al villaggio dei giornalisti, Figini, 1935 • In quanto sospesa, ricorda la Ville Savoye
• Pilastri quadrati (e più alti rispetto alla
Ville Savoye)
• Finestre a nastro
• Volume esterno molto semplice
• La facciata rende ‘’cieche’’ le viste dalle
terrazze, aperte verso l'esterno tramite dei
finestroni
• Presenza di persiane scorrevoli
• L’architettura risulta complessivamente
come una scatola aperta verso il cielo, dentro la
quale si trova la casa
Quartiere Fabio Filzi, Albini, Camus, Palanti, 1935-1938 Bilocali
Studio raffinato con
pochi dettagli
Vano scale esce
all’esterno
In facciata si ha un
elemento verticale
Pareti laterali
completamente aperte
Quartiere G. D’Annunzio 1938-1941 Non è in funzione alla strada
Ha migliori condizioni di luce
La sequenza della facciata ricorda un
quadro astratto
Appartamento in via de Togni (abitazione dell’architetto), Albini, 1940
• Commistione di vari stili nell’arredo
• Opere d’arte senza cornice appese a
supporti appositamente progettati, in
maniera da svincolare dai muri e porle nello
spazio
Libreria veliero: Struttura in legno
Mensole in vetro
Prevalenza dell’estetica sulla funzionalità
L’esile struttura, unita alla piccola quantità
d’oggetti che si potevano appoggiare, rende
possibile la compenetrazione degli ambienti
• Concepita come elemento indipendente
collocabile ovunque nello spazio
SISTEMARE
Gio Ponti esordisce nel ambito del progetto non immediatamente in architettura, ma dedica un periodo
importante della sua attività progettuale alla progettazione di oggetti per una azienda italiana la Richard
Ginori.
Diventerà uno dei principali progettisti e contribuirà a rinnovare la produzione di oggetti da parte
dell’azienda.
(conversazione archeologica oggetto foto) riferimento alla classicità, l’architettura italiana negli anni
successivi alla prima guerra mondiale vede il superamento del liberty e si avviciniano a una dimensione
classica in quanto vedono nell’architettura liberty una accentuazione del aspetto indivuduakle invece
ritengono migliore un approccio a una concezione dell’architettura come componente essenziale, ma
basata su elementi classici nella concezione di ci&og