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Rappresentazione degli stati di cose nel linguaggio
Quindi la raffigurazione degli stati di cose nel linguaggio può avvenire in 2 modi diversi, che si potrebbero distinguere in "statico" e "dinamico", anche se non sono nettamente separabili. Il linguaggio può cercare di pervenire, attraverso un sempre continuo affinamento dei concetti, ad una raffigurazione sempre più precisa dello stesso stato di cose. Questo affinamento ha luogo determinando nei dettagli le relazioni tra concetti – per esempio riconducendo concetti specifici a concetti più generali – oppure correlando ad hoc i concetti a contenuti dell'esperienza del tutto specifici. Si può giungere infine a costituire uno schema rigido di regole di congiungimento tra concetti, e dei concetti a contenuti tra esperienza, così che di ogni enunciato che utilizzi questo sistema concettuale può decidersi in modo univoco se sia "vero" (richtig) oppure "falso" (falsch).
L'esempio più famoso di questo sistema concettuale è...
la meccanica newtoniana, che in generale può essere concepita come la parte costitutiva del linguaggio delle scienze naturali. Attraverso le definizioni e gli assiomi, in essa è interamente stabilito come debbano essere applicati e collegati tra loro i concetti di "massa", "forza", "velocità", "accelerazione" etc. L'efficacia di questo sistema nell'ordinare e descrivere i processi meccanici è così completa, che non possiamo quasi dubitare del fatto che quella sezione della realtà per designare la quale si adoperano i termini di "massa" etc sia esattamente raffigurata dalla meccanica newtoniana. I vocaboli di questo simile linguaggio artificiale si riferiscono - contrariamente alle parole del linguaggio comune - ormai solo ad ambiti di connessione del tutto determinati. Nell'ambito del pensiero "statico", si spiega - in quanto soprattutto la chiarezza sièl'autentica meta di questa forma di pensiero, nell'ambito del pensiero "dinamico", si interpreta. Qui, infatti si cercano relazioni infinitamente multiformi con altri ambiti della realtà, ai quali possiamo rimandare. Un paragone può servire a rendere più comprensibile la differenza tra questi due tipi di pensiero: chi vuole conoscere una regione, può sorvolare questo tratto di terra e tracciare precisi strumenti ottici delle immagini cartografiche, che possono essere analizzate minuziosamente fino agli ultimi particolari. Ma il ricercatore può anche viverci e, conquistare sempre nuovi aspetti della natura del luogo. Anche così col tempo finirà per conoscere molto bene la sua regione. In generale, ogni tentativo di parlare della realtà avrà contemporaneamente tratti "statici" e "dinamici". Sul chiaro pensiero puramente statico incombe il pericolo di degenerare in forme prive di contenuto. Il pensierodinamico può diventare vago e incomprehensible. La meta della scienza esatta è costituita da sistemi in sé chiusi di concetti e assiomi, che rappresentano rigidamente la porzione di realtà considerata. Il corso della ricerca, però, che, a partire da sistemi concettuali noti, tende all'ordinamento di un nuovo ambito di esperienza, non può svolgersi sui sentieri già tracciati. Quando passiamo da un ambito della realtà chiaramente compreso e già ordinato scientificamente a un ambito nuovo, cadiamo nella situazione del bambino che deve imparare a pensare e parlare contemporaneamente; che non sa ancora parlare, perché gli sono stranieri i pensieri esprimibili; e che non sa ancora pensare, perché gli mancano i concetti ai quali i pensieri possano ordinarsi e collegarsi. Sebbene il nostro pensiero oscilli sempre in certa misura al di sopra di una profondità abissale - dato che non possiamo mai, partendo da una solida base di concetti
kiariavanzare passo dopo passo nella nuova regione sconosciuta -, tuttavia qst pensiero puòrsp alla fine di ogni nuova esperienza , di ogni ambito accessibile della realtà. Sisvilupperà sempre 1 linguaggio adeguato all’ambito della realtà di volta in volta preso inesame, ke raffigura in modo preciso gli stati di cose in qst settore.Certo, x qnt lontano il pensiero possa spingersi, rimarrà sempre la sensazione ke al dilà di ciò ke è indagato ci siano ancora altre connessioni ke si sottraggono allaformulazione linguistica, e il cui ambito di validità verrà sempre spinto 1 passo inavanti, con la comprensione di 1 nuovo ambito di realtà.Concludendo, ogni ambito della realtà può essere rappresentato nel linguaggio. L’abissoke separa i diversi ambiti non può venir superato x mezzo della deduzione logica odello sviluppo coerente del linguaggio.La capacità umana di comprendereè illimitata.
L’ordinamento
In ogni epoca si è tentato di subordinare il nostro sapere della realtà ad 1 ordine generale. A partire dallo sviluppo delle scienze naturali nell’epoca moderna, e sotto la loro influenza, qst tentativi sono cominciati x lo + con la constatazione ke ci sono conoscenze della cui certezza non si può dubitare. 1 tale conoscenza costituisce quindi il punto d’avvio di 1 sistema in cui si tenta, muovendo dalla prima osservazione, di xvenire passo dopo passo ad altre osservazioni, ugualmente sicure, sulla realtà, fino a ke,, a partire da qui, si kiude 1 ordinamento generale di tt il conoscibile.
Naturalmente qst punti d’avvio sn stati straordinariamente diversi nelle diverse epoke.
In diversi sistemi la verità matematica costituisce il modello di 1 conoscenza indubitabile. Infatti nn si può dubitare degli enunciati matematici, dimostrabili a partire dagli assiomi del relativo matematico. Tali
enunciati non possono però direniente riguardo la realtà, poiché nessun procedimento deduttivo può mostrare che ipostulati e le definizioni rappresentino fedelmente la realtà. Le verità matematiche non possono dunque essere utilizzate come punto di partenza per un ordinamento della realtà. Ciononostante possono comunque giocare un ruolo decisivo in ogni ordinamento di questo tipo. Questo affiorare delle forme matematiche in ogni ambito della realtà acquisito dalla comprensione ha stimolato già molto presto la riflessione umana. La scienza esatta, da Newton in poi, poggia sul presupposto che debba sempre essere possibile ordinare gli ambiti della natura accessibili alla nostra esperienza secondo leggi rigorose, formulabili matematicamente. Ma anche rappresentazioni della realtà come l'arte figurativa o la musica, rivelano ad una analisi più precisa ordinamenti interni, che sono apparentati nel modo più stretto con le leggi matematiche. La matematica èdunque l'ordinamento per antonomasia, nella sua forma più pura, liberata da ogni contenuto. Proprio per questo motivo essa non può costituire il punto di partenza di un ordinamento della realtà per quanto riguarda i contenuti. All'inizio di un ordinamento della realtà deve stare qualcos'altro e questo "altro" si dà attraverso una libera decisione, non del singolo, ma di grandi comunità umane o dell'umanità intera. Una delle vie dell'ordinamento della realtà passa attraverso la fede. Nella religione lo spirito umano si volge immediatamente a quelle forze creative che ci vincolano sempre incondizionatamente quando entriamo nel loro campo d'azione. Ogni religione comincia con una metafora: solo con una metafora si crea la lingua in cui si deve parlare delle connessioni del mondo. Le parole della metafora sono oscure infatti, nella religione si rinuncia fin dall'inizio a dare un senso determinato alle parole. Il linguaggio comune creato nellaUna via del tt diversa all'ordinamento del mondo è quella xcorsa dalla scienza o, in modo + specifico, dalla scienza empirica.
Il linguaggio della scienza è mutevole, si sviluppa contemporaneamente alle esperienze degli uomini. Nella scienza nn ci sn, nello stesso senso ke nella religione, formulazioni definitive. Solo qnd 1 enorme massa di esperienze ci ha costretto a formulazioni determinate, ci sentiamo obbligati a riconoscere ke l'ambito esperienziale in questione è rappresentato esattamente proprio da qst formule. Qst formule diventano con ciò 1 parte costitutiva del linguaggio scientifico. La storia insegna ke l'umanità riesce anke in qst modo a orientarsi nella realtà.
Le vie all'ordinamento del mondo xcorse dalla fede e dalla scienza prendono avvio da poli contrapposti. Mentre la scienza ha inizio negli ambiti della realtà.vivere. Siamo immersi in una società che ci impone standard, regole e modelli da seguire. Spesso ci sentiamo obbligati a conformarci a ciò che gli altri si aspettano da noi, perdendo di vista la nostra vera essenza. Ma è importante ricordare che siamo unici e speciali, con i nostri desideri, sogni e talenti. Non dobbiamo dimenticare di ascoltare la nostra voce interiore e seguire il nostro cuore. La società può suggerirci cosa fare, ma spetta a noi decidere se seguire o meno quei consigli. Dobbiamo imparare a distinguere tra ciò che è veramente importante per noi e ciò che è solo una pressione esterna. Non dobbiamo avere paura di essere diversi, di seguire la nostra strada e di perseguire i nostri obiettivi. Ogni persona ha il diritto di vivere la propria vita in modo autentico e soddisfacente. Quindi, non lasciamoci influenzare troppo dalle aspettative degli altri. Siamo noi stessi i protagonisti della nostra vita e dobbiamo prendere le decisioni che ci rendono felici e realizzati. Ricordiamoci di essere fedeli a noi stessi, di ascoltare la nostra voce interiore e di seguire i nostri sogni. Solo così potremo vivere una vita autentica e piena di significato.