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Il mondo antico: è fondato sul rapporto servo-padrone
Secondo Hegel, l'uomo acquista l'autocoscienza (coscienza di sé) solo nel rapporto con le altre autocoscienze. Da un lato questo incontro dà il senso della propria individualità, ma il reciproco riconoscimento passa necessariamente attraverso il conflitto per appropriarsi in modo esclusivo degli oggetti per soddisfare i propri desideri, che si risolve nel subordinarsi dell'una all'altra nel rapporto servo-signore. Il signore è colui che, pur di affermare la propria indipendenza, ha messo a repentaglio la propria vita, sino alla vittoria, mentre il servo è colui che, ad un certo punto, ha preferito la perdita della propria indipendenza, cioè la schiavitù, pur di avere salva la vita. Questo tipo di rapporto rappresenta la tesi della storia.
In questo periodo, nel quale lo spirito non è ancora giunto alla coscienza della propria libertà, gli uomini non
sanno di essere liberi: soltanto uno di loro è libero - il principe, l'imperatore - ma anche questi, esercitando una libertà solo arbitraria e dispotica, non è libero come uomo. (antitesi) questo tipo di società realizza una paradossale inversione di ruoli. Infatti, il signore, che inizialmente appariva indipendente, poiché si limita a godere passivamente del lavoro altrui, finisce per rendersi dipendente dal servo. Invece, quest'ultimo, che inizialmente appariva dipendente, è il solo a saper fare ciò di cui l'altro ha bisogno, si rende conto di saper dominare la natura cioè di oggettivizzare in quel prodotto le proprie capacità e quindi il proprio essere uomo; inoltre nel servizio al signore impara a vincere i suoi impulsi naturali; quindi finisce per rendersi indipendente. Si passa così a un'altra epoca storica: nel mondo greco e romano sorge progressivamente la coscienza della libertà: alcunisono liberi, altri sono schiavi. Da allora in poi, liberata via via dalla dipendenza della natura, delle cose che ha imparato a dominare attraverso il lavoro, l'autocoscienza esprime questa sua libertà sotto forma di riflessioni, concezioni e programmi di tipo spirituale, in attività intellettuale. Da questo momento le esperienze più significative per l'autocoscienza, ovvero l'evoluzione storica dell'uomo, non avverranno più sul piano sociale bensì su quello culturale coincidendo con l'elaborazione delle visioni del mondo di ciascun periodo storico.
Qual è il traguardo della storia?
La visione di Hegel è ottimistica.
Per Hegel la storia si svolge lungo un percorso progressivo, verso una cultura, morale, società e istituzioni statali che esprimono in modo sempre più compiuto valori sempre più razionali e universali che diventano condivisi da tutti. Quindi il grado di civiltà
Il livello più alto dell'umanità va sempre aumentando. Il livello più alto è denominato di "Stato etico". La libertà che viene rivendicata dall'uomo, e che accomuna gli individui nel riconoscimento della loro comune dignità, secondo Hegel si può realizzare soltanto nello "Stato etico", che risolve l'individuo nell'organismo universale della comunità, e non certo in uno Stato di tipo liberale, in cui il singolo pretenda di far valere il suo arbitrio ed i suoi bisogni particolari. Nello Stato etico è la massima espressione dello Spirito oggettivo, il bene comune. Hegel arriva a divinizzarlo: "L'ingresso di Dio nel mondo è lo Stato". Giunge persino ad affermare che i membri del governo possono fare ciò che è meglio in quanto essi possiedono una profonda conoscenza degli affari dello Stato, mentre il popolo non sa ciò che vuole. Non tutti i popoli però si muovono
Contemporaneamente verso questo traguardo. Anzi il popolo che esprime meglio lo spirito del mondo acquista il predominio, impone la sua forza, il suo diritto, le sue istituzioni e la sua cultura agli altri, finché non è più in grado di esprimere nuove e più elevate forme di oggettivazione dello spirito del mondo e allora il ruolo dominante passa a un altro popolo.
La struttura sociale che si articola attorno a tre classi sociali che, nella visione organicistica di Hegel, sono destinate a collaborare naturalmente come gli organi del corpo:
- la classe "naturale" degli agricoltori,
- la classe "formale" degli artigiani, degli operai, dei commercianti che danno forma ai prodotti naturali,
- la classe "universale" dei pubblici funzionari che si occupa degli interessi di tutti, universali, del bene comune.
I pubblici funzionari svolgono le loro funzioni in parte già direttamente nella società (giustizia e polizia).
E all'interno dello Stato. Inoltre attraverso le corporazioni si organizza il lavoro nei suoi diversi settori: così l'individuo esce dall'ottica dei suoi interessi particolari per accordarsi con gli interessi comuni della propria categoria.
Per quanto detto lo Stato non può trovare nelle leggi della morale un limite o un impedimento alla sua azione.
Lo Stato di Hegel, però, pur essendo sovrano assoluto non è dispotico, ossia illegale, in quanto il filosofo tedesco, conformemente ad una tradizione che va da Hobbes a Rousseau, ritiene che lo Stato debba operare soltanto attraverso le leggi, cioè a governare non devono essere gli uomini, ma le leggi.
D'altro canto Hegel sostiene che la costituzione, cioè "l'organizzazione dello Stato", non è il frutto di una elucubrazione a tavolino, ma qualcosa che sgorge necessariamente dalla vita collettiva e storica di un popolo: "ogni popolo ha quindi la costituzione."
che gli è adeguata". L'azione dello Stato non conosce limiti nemmeno per quel che riguarda i rapporti con gli altri Stati. Hegel, infatti, dichiara che non può esistere un organismo superiore in grado di regolare i rapporti tra Stati e di risolvere i loro conflitti. Il solo giudice o arbitro è lo Spirito universale, cioè la Storia, che perciò ha come suo momento strutturale, necessario, la guerra. Hegel attribuisce alla guerra non solo un carattere di necessità ed inevitabilità, allorquando non vi siano le condizioni per un accomodamento delle controversie fra Stati, ma anche un alto valore morale: come "il movimento dei venti preserva il mare dalla putredine, nella quale sarebbe ridotto da una quiete durevole", così la guerra preserva i popoli dalla fossilizzazione alla quale li ridurrebbe una pace durevole o addirittura perpetua. Nella realtà la coscienza della libertà dell'uomo in quanto talesi rivela nel mondo cristiano-germanico, nel quale il cristianesimo, abbracciato e diffuso dalle nazioni germaniche, mostra il valore assoluto dell'umanità attraverso il dogma dell'incarnazione. Ciò non significa ancora che tutti gli uomini sono liberi, ma soltanto che si sa che l'uomo in generale è libero: la progressiva realizzazione di questa consapevolezza è la struttura portante della storia europea dall'avvento del cristianesimo sino alla storia del mondo germanico moderno. Da notare che per Hegel la religione cristiana era stata il superamento della visione drammatica dell'ebraismo, ma con il medio evo si era ricreato un rapporto drammatico, superato infine dal protestantesimo. Inoltre per Hegel la monarchia moderna, in cui il monarca altro non è che la sovranità statale personificata, abolendo i privilegi dei nobili e pareggiando i diritti dei cittadini, fa libero l'uomo in quanto uomo. Quindi per Hegel lasocietà in cui viveva era la più vicina a realizzare il fine della Storia. Tutto ciò che è reale è razionale, tutto ciò che è razionale è reale. È una frase famosa di Hegel che riassume il suo pensiero: poiché tutto è mosso dalla razionalità, da un lato la realtà è razionale, e d'altro lato la razionalità si realizza nella realtà, cioè realtà e razionalità coincidono, tanto che compito della filosofia è prendere atto di ciò elaborando i concetti che mettono in evidenza questa identità. La storia della filosofia 6. Sempre ricorrendo ai 3 passaggi della dialettica Hegel spiega il dibattito sulla conoscenza nella filosofia moderna: - la posizione di Cartesio, il razionalismo e quindi il riconoscimento del primato della ragione su cui si fondano le nostre conoscenze, rappresenta la tesi; - la posizione degli empiristi inglesi, secondocui è l'esperienza l'unicafonte della conoscenza vera, rappresenta l'antitesi;- infine, la posizione di Kant, secondo cui la scienza è il frutto dei dati dell'esperienza elaborati dalle nostre strutture mentali, rappresenta la sintesi che contiene ciò che prima appariva inconciliabile. La metafisica di Hegel La metafisica, cioè la visione generale e astratta del mondo "oltre" la sua fisicità, elaborata da Hegel non è stata molto apprezzata. Il manifestarsi dell'Assoluto è caratterizzato da tre momenti: 1 - la struttura razionale della realtà indipendentemente dalla sua concreta realizzazione nel mondo, che Hegel chiama l'Idea in sé e per sé (oggetto della Logica). 2 - l'alienazione (cioè l'estraneazione da sé) della struttura razionale che si materializza nel mondo naturale (materializzazione dell'Idea), la cui massima realizzazione è costituita.Dall'organismo animale in cui appaiono le prime forme di rapporto attivo con l'ambiente (oggetto della Filosofia della natura).
Con l'uomo si manifesta lo Spirito (spiritualizzazione della materia). È nella cultura umana che lo Spirito arriva alla comprensione della struttura razionale della realtà (oggetto della Filosofia dello spirito). Spirito che come si è già visto è a sua volta un processo in divenire costituito dai tre stadi di Spirito soggettivo, oggettivo e assoluto che con l'arte, la religione e la filosofia arriva alla piena comprensione della razionalità della realtà.
INFLUENZE E CRITICA
Hegel ebbe grande successo, nel suo tempo e successivamente. Il suo pensiero ha influenzato grandemente sia gli ambienti filosofici, sia più in generale la cultura fino al modo di pensare moderno, che si può dire la storia offrendo una base culturale - una sorta di giustificazione teorica - agli sviluppi
totalitari. La vi