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Cartesio pensa che l’evidenza sia un criterio assolutamente affidabile, a differenza nostra
che lo riteniamo un criterio equivoco.
Immagine deduttivista: parte da un modello ideale e con questo si valutano le
esperienze. Questo metodo dice che gli oggetti di cui parla la scienza sono normativi
(sono modelli).
Nell’essere esiste l’idea di perfezione, e questa può essere stata messa solo da Dio; se
Dio esiste, egli non può essere ingannatore. Quindi Dio è garante anche contro tutta la
tradizione scettica.
La tradizione occidentale fornisce due prove rispetto all’esistenza di Dio: predicazione del
Vangelo—> l’esistenza di Dio può essere affermata solo per fede. E’ quindi un
fondamento pratico perché bisogna scegliere. Se è pratico è anche assoluto.
Si è formata un’altra tradizione che ha cercato di dimostrare razionalmente l’esistenza di
Dio; la prova somma è quella ontologica di S. Anselmo—> non posso pensare Dio
senza attribuirgli il predicato dell’esistenza. Dio ha in sé tutti i predicati quindi deve avere
anche quello dell’esistenza. Dio è un oggetto infinito, quindi il suo concetto implica
l’esistenza. La prova ontologica è idealista perché parte dal concetto dell’essenza e
deduce l’esistenza.
Altra prova: causale—> se esiste qualcosa, qualcuno deve averla creata. Ha un
paradosso al suo interno perché l’esperienza ci dice che una cosa non si crea e non si
distrugge, ma si trasforma. Dio crea parlando e ha formulato tutto ex nihilo.
Prova morale: prova più antica—> uomo si interroga sul significato della sua esistenza e
Dio è garanzia del significato della vita. E’ la prova finalistica: esiste perché sennò nulla
avrebbe senso. Questa prova però non prova nulla, è solo espressione del nostro
sentimento: è bello pensare che Dio esista—> così noi ci poniamo di fronte alla morte e
questo ci distingue dal mondo animale.
Cartesio appoggia la prova ontologica; è infatti vicino alla tradizione dell’idealismo.
I principi di Cartesio hanno un valore euristico che gli altri sistemi non possiedono.
Accettando l’impostazione di Cartesio, egli afferma, sarà più facile capire il mondo.
Il Dio di Cartesio è il garante dell’assolutezza della scienza; noi però oggi non sentiamo
più bisogno di giustificarla perché lo fa da sé.
Dice di leggere la sua opera come un romanzo, espone la narrazione cartesiana sul
mondo. Dire questo significa che la scienza è una narratività; questa componente in
genere è stata espulsa dalla scienza. La narratività vuol dire che si scrive accettando una
tradizione, cioè un linguaggio, delle categorie, dei problemi, un universo di discorso. La
tradizione va intesa come un’impresa industriale, richiede innovazioni continue per
continuare ad esistere; è quindi un qualcosa di dinamico, richiede un rapporto di
conservazione e trasformazione allo stesso tempo.
Qualunque persona, indipendentemente dalla genialità, è in grado di capire e ragionare.
Quindi tutti sono in grado di intendere il sistema di Cartesio.
Egli suggerisce una lettura lenta e assicura che tutti saranno in grado di seguirlo. Per farlo
però non bisogna avere troppi pregiudizi.
Dialettica—> accezione negativa, significa fare dei ragionamenti che non conducono da
nessuna parte.
La tarda scolastica, per esempio, dice che l’essenza del cane spiega la sua idea—>
Platone. E’ una copia imperfetta del modello perfetto di cane. —> idea idealista.
L’idea opposta dice che il cane è la sintesi delle varie esperienze di cane che si hanno.
La tradizione occidentale dà queste due risposte in tutte le variazioni possibili fino al 1200,
quando la tarda scolastica ha un’idea nuova, e dice che il cane è l’intentia (intenzionalità).
Il significato è una proiezione di significato che noi facciamo verso il mondo; questo
significato è vuoto, astratto, formale, che può o non può essere riempito da un materiale
che fa capo all’esperienza. La conoscenza è quando il significato che getto sul mondo
viene più o meno riempito dall’esperienza.
Per conoscere il mondo devo avere idee; esso di per sé non insegna nulla—> Cartesio.
Consapevolezza che la ricerca scientifica richiede dei finanziamenti pubblici quindi lui,
come singolo, è limitato.
Appello al buon senso, che è la qualità più diffusa tra gli uomini—> sintonia con Galileo.
La scienza si presenta anche come modello per risolvere i problemi senza discussioni;
questo modello ha avuto fortuna ma è discutibile—> nella scienza non si discute? Non è
vero, le controversie hanno animato tutte le discussioni scientifiche. Per noi la cultura
nasce dalla discussione. Il vantaggio della scienza è che quando si trova poi una
soluzione, questa poi è condivisa da tutti.
Cartesio afferma che per via di Aristotele l’umanità è entrata su un “binario morto” della
conoscenza, e lui la vuole tirare fuori.
Principi di filosofia
I principi di Cartesio hanno portato a novità originali.
Danno al lettore un metodo per poter camminare in modo autonomo lungo la strada della
conoscenza.
Scienza: la sua forza è l’universalità. Accomuna gli uomini; questa immagine della
scienza come qualcosa di incontrovertibile è ancora oggi diffusa nel linguaggio comune.
Però non è corretto perché la scienza, come tutto, vive di controversie. Nel periodo in cui
scrive Cartesio c’è uno scontro tra la cultura scientifica e quella pre-scientifica; egli allora
contrappone i risultati certi della scienza alle controversie inutili della scolastica.
Le controversie scientifiche, a differenza di tutte le altre, riescono a trovare una soluzione,
anche se temporanea.
L’aristotelismo ha messo l’umanità su un binario morto dal punto di vista della conoscenza
e il punto di svolta è avvenuto solo con la nascita della scienza moderna.
Medioevo: tra rinascimento e cultura pagana
VIII sec d.C: riforma calligrafica—> punto buio nella storia della conoscenza.
Polemica ad un suo allievo; avvisa il pubblico che nella sua opera si trovano dei frammenti
del suo pensiero ma esposti in modo incorretto.
Parte prima, dei principi della conoscenza umana
Parte metafisica
La cultura si basa sui pregiudizi= ciò che noi riteniamo naturale, scontato ed evidente.
Mette in discussione l’evidenza della nostra formazione, che è un processo passivo e
dobbiamo entrare in rapporto attivo con essa.
Tradizione= linguaggio, eredità di alcuni problemi, uso di alcune categorie, composta da
alcuni temi. Le tradizioni dialogano tra di loro, si contaminano. Quindi si ha a che fare con
una pluralità di tradizioni e ciò fa sì che lo sforzo che dobbiamo fare è quello di metterle in
relazione critica. Dobbiamo tirare fuori da ogni tradizione tutto ciò che ci appare più valido,
più vero.
Cartesio stesso si interroga sulla sua formazione e giungerà a rifiutare tutto quello che gli
è stato insegnato.
Accetteremo come vere tutte le nozioni che superano l’esame del dubbio.
Il dubbio vale solo sul piano teoretico, non pratico—> moderatismo di Cartesio: egli ha
paura di essere accusato di aver messo in discussione le pratiche politiche della società.
Afferma la necessità di attenersi alle regole e ai codici morali della società in cui si trova.
Bisogna riservare il dubbio alla riflessione, senza contaminare la prassi con esso.
Riprende lo scetticismo: mette in discussione il valore conoscitivo dei sensi. Essi
ingannano, danno una conoscenza non veritiera del mondo.
Quando sogniamo abbiamo delle impressioni di sensazioni che ci sembrano vere;
abbiamo criteri sicuri per distinguere lo stato di veglia dallo stato di sonno? Cartesio
afferma che se dilato il dubbio, metto in discussione anche il fatto di esser sveglio e di
vivere la vita.
Posizione di soggettivismo idealistico: questo è vero se la sensazione è l’oggetto della
conoscenza; ma non lo è. La sensazione è lo strumento con cui io conosco. Quindi questa
non esaurisce il mondo.
Quindi bisogna usare sensazione + intelligenza (ratio)—> con questi strumenti posso
indagare il mondo. Dunque la sensazione non è più qualcosa di individuale, ma di
intersoggettivo: una esperienza è vera se controllabile da qualunque persona—> forza
della conoscenza scientifica, che è pubblica.
La dimostrazione matematica sembra l’eccellenza dell’evidenza. Anche nella
matematica però si possono commettere errori; inoltre potremmo anche pensare che Dio
ci abbia creato con lo scopo di ingannarci. Allora noi possiamo ingannarci tanto con le
esperienze sensibili che con i ragionamenti. Questa ipotesi fa a pugni con la tradizionale
immagine di Dio, ma al momento non abbiamo trovato un elemento che ci consenta di
rifiutarla.
Primo sentore di ipotesi di Dio ingannatore: abbiamo la sensazione di poter essere liberi e
tramite questa libertà noi possiamo astenerci o aderire a determinate idee.
7. se da dubbio metodico diventa dubbio sistematico, dentro questo c’è qualcosa che si
impone con la forza dell’evidenza e che risulta indubitabile. —> cogito ergo sum. Limite di
questo: io penso dunque sono cosa?? La risposta più corretta sarebbe: io penso dunque
sono pensante. Ma Cartesio vuole ricavare l’essere. Poiché sto pensando, scopro di
essere. Dal pensiero vuole giustificare l’essere. Ma questo ragionamento tecnicamente
costituisce un’ipostasi del pensiero, quindi il cogito cartesiano è la duplicazione della prova
ontologica di S. Anselmo.
Empirismo: il pensiero si fonda sull’essere, ci vuole l’esperienza come prima cosa—>
posizione opposta a quella di Cartesio.
Cartesio quindi appartiene alla tradizione dell’idealismo.
Ergo di Cartesio—> qualcosa che si impone e rispetto al quale non si può dubitare.
8. abbiamo scoperto il pensiero, sostanza più nobile degli oggetti materiali perché come
Dio esiste solo nella misura di se stesso, così fa anche il pensiero. Lo spirito è
autosufficiente, perché ci sia un pensiero è sufficiente solo che ci sia un pensiero che
pensa se stesso.
Cartesio è idealista: L’ESSERE DIPENDE DAL PENSIERO!
Superiorità della res cogitans rispetto alla res extensa sta nella sua autonomia: il pensiero
per esistere ha bisogno di cervelli vivi.
9. La sensazione &egrav