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Estratto del documento

Consonanti occlusive:

  • Occlusive sorde:
    • Bilabiale *p (pane)
    • Alveolare *t (tana)
    • Velare pura *k (cane)
    • Labiovelare *k (quando)
    • Occlusiva velare palatalizzata *k’ (chiave/chiudo/chiaro)
  • Occlusive sonore:
    • Occlusiva sonora bilabiale *b
    • Alveolare *d
    • Velare *g
    • Labiovelare *g (guardare, guarire, guanto, guancia)
    • Velare palatalizzata sonora *g’ (ghiaccio, ghianda)
  • Sonore aspirate:
    • Bilabiale *bh
    • Alveolare *dh
    • Velare *gh
    • Labiovelare *g h
    • Velare palatalizzata *g’h

Consonanti fricative:

  • *s oppure variante combinatoria ([z] fricativa alveolare sonora), ma non era un fonema dell’indoeuropeo.

Consonanti approssimanti:

  • Palatale *j (ieri, iato, iodio)
  • *w (uomo, questo)

Vocalismo:

11 vocali

  • Vocali brevi:
    • *ə (schwa)
soggetto né oggetto diretto)6. ablativo (moto da luogo, c.strumentale, c.causale, c.comitativo)7. locativo (luogo in cui si svolge l'azione)8. strumentale (strumento con cui si svolge l'azione)

Il punto d'arrivo del processo verbale. Il dat. rappresenta qualcosa di presente nell'enunciato ma non è né il promotore né il destinatario (acc.).

6. locativo (punto nello spazio o nel tempo, c. di stato in luogo e c. tempo determinato

7. strumentale (associazione: c. compagnia/unione, c. mezzo)

8. ablativo (inverso dell'accusativo: processi logici inversi a quelli dell'accusativo, indica la provenienza: c. moto da luogo, c. d'agente).

Tra tutte le lingue indoeuropee, l'unica a mantenere tutti i casi ricostruiti dall'indoeuropeo comune è il sanscrito.

Tranne il sanscrito, le lingue indoeuropee operano il fenomeno del sincretismo dei casi: fondono le funzioni di due o più casi in una rappresentazione superficiale affidata ad un unico morfema.

Es. il latino ha 6 casi (ha eliminato dal punto di vista morfologico due casi, il locativo e lo strumentale, ma la loro soppressione non vuol dire che il latino non abbia le funzioni

logiche rappresentate dal locativo e dallo strumentale: delega la rappresentazione di ciò che doveva essere rappresentato da morfemi di locativo e strumentale ad un solo caso, che è l'ablativo. (Un morfema di ablativo in latino può avere tre valori casuali: ablativo ablativo, ablativo con valore di locativo e un ablativo con funzione di strumentale).

I casi possono essere minori di 8 ma le funzioni dei casi sono sempre quelle. Se una lingua non ha attivo un caso deve far fare le funzioni di quel caso a un altro caso attivo.

Lo slavo comune è abbastanza conservativo, perché riduce i casi da 8 a 7, eliminando l'ablativo (provenienza), che viene sostituito dallo strumentale o dal dativo.

Oltre al sincretismo dei casi esistono degli slittamenti di morfemi: per alcuni morfemi che erano designati ad un determinato caso (es. genitivo slavo) la desinenza di genitivo indoeuropeo viene eliminata e sostituita da un morfema appartenente, in indoeuropeo, ad un altro caso.

struttura morfologica delle parole stesse. In italiano, ad esempio, il caso nominativo e accusativo sono distinti solo per alcuni pronomi personali (es. io, me) e per alcuni sostantivi che hanno una forma diversa per il caso accusativo (es. il cane, lo vedo). Al contrario, in lingue come il latino o il russo, il caso è espresso attraverso la flessione delle parole stesse, cioè attraverso la modifica della loro forma. La flessione può coinvolgere diversi elementi della parola, come il genere, il numero e il caso. Ad esempio, in italiano, il sostantivo "cane" può essere declinato al singolare (es. il cane) o al plurale (es. i cani), mentre in latino il sostantivo "canis" può essere declinato in sette casi diversi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo, ablativo, locativo) sia al singolare che al plurale. La flessione può essere anche analitica, cioè può essere ottenuta attraverso l'uso di particelle o parole ausiliarie che indicano il caso, il genere o il numero. Ad esempio, in italiano, per indicare il plurale di alcuni sostantivi si aggiunge la particella "i" (es. lupo - lupi), mentre in inglese si aggiunge la parola ausiliaria "s" (es. dog - dogs). In conclusione, la flessione è un meccanismo linguistico che permette di esprimere significati grammaticali diversi attraverso la modifica della forma delle parole. Questo meccanismo può essere più o meno complesso a seconda delle lingue e delle strutture morfologiche che esse presentano.

morfologia (caso).2. it. dativo maschile singolare di lupo: “al lup-o”
it. dativo maschile plurale di lupo: “ai lup-i”

Le informazioni sono spezzate: serve una preposizione che dice che è dativo (C.termine) e poi lupo che dice che è maschile e singolare.

Flessione sintetica:
1. lat. lup-us (m. sing e nominativo), lup-i (m.pl. e nominativo)
2. lat. dativo maschile singolare: “lup-o”
lat. dativo maschile plurale: “lup-is”

In latino le tre informazioni che voglio dare le raggruppo in un unicomorfema. Se voglio dare altre informazioni uso un altro morfema, ma una sola parola mi fornisce tutte le informazioni grammaticali necessarie che mi servono per capire cosa fa una parola in una frase.

Le lingue slave, per quanto riguarda il nome, hanno sia la flessione sintetica sia la flessione analitica (preposizioni), che sono però sempre collegate ad un determinato caso.

Esiti delle velari
1. velari pure: *k, *g, *gh si conservano sia nelle

lingue kentum che nelle lingue satemes. ie. krew-: lat. kru-or "sangue", kru-dus "crudo (carne non cotta, al sangue), russo krov' "sangue", gr. kre(w)-as "carne", scr. krav-isie. jewg-: lat. iug-um "giogo", gr. zug-on "id.", got. juk vs. psl. ig-os scr. yug-amie. stejgh- "salire": gr. setjkh-o "io raggiungo", got. steig-an "salire" vs. alb. shteg-u "passaggio", scr. stigh-noti "egli si muove2. velari palatalizzate: k', g', g'hle velari palatalizzate nelle lingue kentum si fondono con gli esiti delle velari pure, cioè diventano velari pure; nelle lingue satem sono invece soggette a ulteriore palatalizzazione (anteriorizzazione), diventando consonanti palatali o dentali/alveolariie. k'mtom "cento": lat. kentum, gr. (he)katon vs. iran. satem, scr. satàm [si pronuncia shatàm], russo сто "cento",

psl. sutoie. g’nō- “conoscere”:lat. (co)gnō-skō, gr. (gi)gnō-skō, ingl. (to) knowvs. lingue orientali: scr. jñā-tàs [pronuncia gnàtas] “conosciuto”, psl. zna-ti “conoscere”ie. (sonore aspirate) g’hem- “terra”: lat. hum-us “terra”, hom-ō “uomo” (la radice indica che l’uomo vive sulla terra, tra la dimensione degli dei che vivono in cielo e quelli sottoterra cattivi. uomo “terrestre”), gr. kham-ài “a terra” (il greco le riproduce come sorde aspirate),vs. psl. zem-lja “terra” (stessa parola del russo)*mentre nelle lingue slave hanno ru. человек, pol. czlowiek, psl. clovekuhanno un concetto di persone molto diverso: le parole indicanti l’uomo sono delleparole composte da un primo elemento *celo- “famiglia, comunità” (testimoniato dapsl. celjadi “famiglia”) e il secondo elemento è

ricostruito nella forma *-veku “giovane,ragazzo” (testimoniato dal lit. vaikas “ragazzo”) cioè l’uomo è concepito non come colui che sta sulla terra rispetto alle divinità, ma come un elemento di età giovane appartenente alla comunità.

w w w3. labiovelari: *k , *g , *g h nelle lingue kentum proseguono come labiovelari mentre nelle lingue satem perdono l’elemento labiale, quindi proseguono come velari pure.

w wa. ie. *k i- / *k o- “il quale/la quale/ciò che/chi/che cosa”: nelle lingue kentum: lat. (<qu> [kw]) quis “chi?”, quod “ciò che”, got. hwas “che cosa?” (ingl. what) in gotico invece di avere l’occlusiva sorda ha la fricativa sorda, perché in base alla legge di grimm le trasforma.

vs. scr. kàt “ciò che”, psl. kŭto “che cosa?” presentano k dove ie. aveva kw.

w wb. ie. *g ej- / *g i- “vivere”: ingl.

[kw- si mantiene l'elemento labiale e la sonora viene riprodotta con sorda con la seconda legge di grimm] quick"veloce/vitale".le lingue satem perderanno l'appendice labiale: psl. Ži-vu "vivo" agg. (simantiene Ž perché è il risultato di un antico <*gi- che si è palatalizzato) quindi *gwi- > *gi- >ǔwie. *sneig h- "nevicare": kentum: lat. niw-is "neve". Nelle satem rimane solo l'elemento velare: russo sneg (снег) "neve".

Aspetto verbale

Il concetto di verificarsi, accadere, propria della forma *bhĕw-, presenta una forma perfettiva del verbo:

● aspetto verbale: il verbo può essere concepito in 4 modi diversi:

○ indeterminato o aoristico o puntuativo: rappresenta il verbo in quanto tale senza badare agli altri momenti del processo (formato da un momento di inizio, una serie di tappe durante le quali il processo si svolge e un momento di fine).

■ es. "dormire"

aspetto ingressivo: momento in cui inizia il processo verbale• es. “addormentarsi” in questo caso un diverso aspetto viene rappresentato da un verbo diverso o da una perifrasi es. “comincio a dormire”

aspetto imperfettivo: indica lo svolgimento/ la durata del processo verbale• es. “sto dormendo” stare + gerundio

aspetto perfettivo: indica la fine del processo verbale• es. “ho dormito”, “mi sveglio/mi sono svegliato”, “finisco di dormire”

AFFISSAZIONE: crea nuovi verbi attraverso l’uso di affissi o suffissi. Può servire a distinguere l’aspetto perfettivo da quello imperfettivo• es. lat. facio “Faccio” aspetto

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
12 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/21 Slavistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luna.olivieri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia slava e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Filippin Antonio.