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Franchi come sovrani. Gli slavi e l'impero carolingio

L'influenza che doveva esercitare l'impero carolingio fu intensificata da due fattori importanti: sotto Carlo Magno ci fu la formazione del regno Franco come Impero universale, che si presentava come erede occidentale dell'impero Romano e quindi con l'idea di conquistare tutte le nazioni riunendole sotto la religione cristiana; questa situazione ebbe delle ripercussioni, all'inizio dell'epoca carolingia, la conversione dei pagani e la creazione di chiese, diventarono un investimento estremamente proficuo nelle mani dell'aristocrazia germanica che teneva nelle proprie mani le terre di nuova conquista.

La conversione degli Slavi e la missione Cirillo-metodiana: La conversione degli Slavi al cristianesimo fu un insieme di processi che si svolse in tempi diversi e con varie intensità nelle singole regioni, provocando effetti differenziati da un luogo all'altro.

La nuova religione

Cristiana non fu infatti un fattore edificante, né favorì l'integrazione degli slavi ma contribuì solo a far emergere dalla loro cultura, alcuni componenti a scapito di altri.

Le ricerche archeologiche, etnografiche e storiche condotte nelle terre abitate dagli slavi mostrano le ricchezze e le varietà dei suoi strati culturali preesistenti sia dell'apporto civilizzatore che dei locali gruppi tribali.

La cristianizzazione degli Slavi (IX secolo):

A quell'epoca, in Europa Centrale sorsero due entità politiche formate nel corso delle guerre contro gli Avari che fino ad allora avevano dominato questi territori:

  • Il principato di Moravia;
  • Il principato di Nitra (odierna Slovacchia occidentale);

Entrambi i principati si convertirono al cristianesimo negli anni '20 del IX secolo e successivamente nell'833, il principe di Moravia conquistò Nitra e divenne Grande Moravia.

Nei Balcani, la situazione era differente:

Nell'anno 881 fu firmato da parte di Bisanzio un atto di pace, che testimoniò la nascita del primo impero Bulgaro, formatasi pochi anni prima da un ramo di proto-bulgari di origine asiatica e sette tribù slave, stanziate tra il Danubio e la Catena dei Balcani. La Bulgaria si estese successivamente a sud dei Balcani, verso la Macedonia e il medio corso del Danubio, diventando il principale antagonista di Bisanzio dei Balcani, diventando una forza politico-militare del quale doveva tener conto l'Impero carolingio.

Nell'864-865 il Khan Boris, istituì nel'Impero Bulgaro, la religione cristiana come religione ufficiale, diventando il primo principe cristiano, con il nome di Michail.

La cristianizzazione degli slavi fu un elemento importante nel processo che vedeva Roma e Costantinopoli contrapporsi nel tentativo di definire le proprie sfere di competenza nell'Europa centrale e Balcanica, nella controversia per il dominio ecclesiastico su

mondo Slavo. Questa disputa territoriale tra Roma e Costantinopoli ha contribuito a creare tensioni e divisioni all'interno della Chiesa cristiana. La divisione tra Oriente e Occidente si è accentuata nel corso dei secoli, con la Chiesa cattolica romana che ha assunto un ruolo predominante nell'Europa occidentale e la Chiesa ortodossa orientale che ha mantenuto la sua influenza nei paesi dell'Europa orientale e dei Balcani. La questione della supremazia tra Roma e Costantinopoli è stata una delle principali cause dello scisma del 1054, che ha portato alla separazione definitiva tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa orientale. Oggi, la divisione tra Oriente e Occidente è ancora presente, anche se sono stati fatti sforzi per promuovere il dialogo e la riconciliazione tra le due tradizioni cristiane. In conclusione, la controversia tra Roma e Costantinopoli riguardo alla divisione delle regioni e delle sfere di influenza ha avuto un impatto significativo sulla storia della Chiesa cristiana e ha contribuito alla separazione tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa orientale.mondo Slavo. La conversione dei popoli slavici incise con l'ultima fase di definizione dei loro organismi statali; la mancanza di un forte potere centrale e di adeguate strutture amministrative erano stati fino allora tra le principali cause del fallimento delle immissioni occidentali delle sedi episcopali latine di Ratisbona, Salisburgo, Frisinga e Passau. Tale situazione mutò sostanzialmente nella seconda metà del secolo IX-X e ciò indusse i capi delle tribù slave a sfruttare la cristianizzazione per perseguire i propri scopi separatisti. Il battesimo era infatti la condizione necessaria per comparire sulle mappe dell'Europa Centrale per entrare a pieno titolo nel sistema di relazioni politiche e internazionali dell'epoca. Nello stesso tempo l'ingresso nel novero degli Stati cristiani consentiva di recuperare il relativo ritardo nel processo di acculturazione, pur non cancellando del tutto strutture sociali e politiche esistenti e una relativa

autonomia. Le prime concrete iniziative rivolte alla cristianizzazione e intese come un elemento di politica nazionale, ebbero luogo nella grande Moravia: prima forma di realtà statale a cui diedero vita le popolazioni appartenenti al ceppo degli Slavi Occidentali. Il centro geografico e politico di questa nazione erano le due regioni alle sponde opposte del fiume Morava, affluente di sinistra del Danubio ovvero quelle che oggi sono la Slovacchia e Repubblica Ceca. Tuttavia il suo territorio si estendeva complessivamente ben oltre andando a coprire porzioni di territorio attualmente appartenenti all'Ungheria, alla Romania, alla Polonia, alla Serbia, all'Austria, alla Germania, alla Slovenia, alla Croazia e in ultimo all'Ucraina. Come testimoniato da una celebre opera della letteratura paleoslava "la vita di Metodio", le missioni provenienti dall'Italia dalla Germania e dalla Grecia, erano in gran parte legate all'intensa

attività evangelizzatrice e l'episcopato Bavarese. Nell'831 una parte dei Moravi ricevette il battesimo dalle mani di Reginhart, vescovo di Passau sotto il regno di Mohimir I, fondatore del principato della Grande Moravia. Tuttavia tale evento non eliminò in un colpo le pratiche pagane che perdurarono fino almeno alla fine del secolo. Formalmente le terre Morave non erano sottoposte a nessuna delle diocesi confinanti, né possedevano un vescovo specificatamente designato a capo della missione. Fu proprio questa mancanza di chiarezza giurisdizionale che indusse l'arcivescovato di Salisburgo a imporre la sua supremazia su quelle terre. A partire dalla seconda metà del secolo IX questi territori furono oggetto dell'attività evangelizzatrice anche da parte dell'Impero bizantino. Ciò avvenne sotto il regno del successore di Mohimir, il nipote Rostislav, il secondo sovrano nella grande Moravia. La cristianizzazione implicava

una serie di problemi essenzialmente politici connessi con il conservare (nei confronti dei Cristianizzatori) l'autonomia etnica e statale. Verso la metà del secolo IX, il Principato della grande Moravia doveva fronteggiare l'espansionismo germanico. Il principe Rostislav tentava di liberarsi da tale influenza sfruttando anche il fatto che l'impero carolingio era stato spartito con il Trattato di Verdun del 843. I tedeschi, che avevano già accettato la lingua ecclesiastica latina si erano ormai posti come forza determinante dell'impero Cristiano d'Occidente e non avrebbero permesso ad altri popoli di inserirsi con addizione di governo nel binomio latino-germanico. Essendo divenuto strumento di espansione germanica in latino non poteva pertanto essere congeniale al progetto politico indipendentista della Grande Moravia. Il problema di una liturgia in lingua slava nell'ambito di una chiesa nazionale distinta dalle diocesi tedesche, era dunque di

Fondamentale importanza: una richiesta era tuttavia destinata a trovare la Chiesa di Roma impreparata non solo sul piano teorico, ma anche su quello tecnico. L'idea stessa della superiorità di Roma rispetto agli altri popoli non aveva favorito in passato l'organizzazione di imprese missionarie in lingue barbariche, mentre diversa a questo proposito, era l'esperienza dei Bizantini. Pur difendendo il greco, Bisanzio non aveva potuto imporlo come lingua liturgica presso popoli già dotati di una propria lingua liturgica come ad esempio il siriaco in Medio Oriente o il georgiano nel Caucaso.

I missionari Greci erano soliti in Oriente esporre la dottrina Cristiana nelle lingue locali e favorire la traduzione dei libri sacri in tali idiomi. Bisanzio in virtù della sua politica linguistico-nazionale non poteva che attirare maggiormente i cristianizzandi.

Basandosi su questo progetto politico Rostislav mandò inviati all'imperatore bizantino Michele III

chiedendogli un vescovo e dei maestri che potessero portare al suo popolo il Vangelo nella loro lingua sostituendosi in questo modo ai missionari occidentali. L'imperatore bizantino Michele III acconsentì. La scelta cadde su Costantino e Metodio, due esponenti dell'aristocrazia bizantina. La biografia dei fratelli di Salonicco viene ricostruita attraverso fonti slave, latine e greche: fra le prime sono particolarmente importanti la vita di Costantino composta in epoca paleoslava ma nota soltanto i manoscritti molto posteriori, a partire dal secolo XV e "la vita di Metodio", pure di epoca paleoslava ma pervenuteci in manoscritti non anteriori al secolo XII. Tra le fonti latine è assai celebre la vita con traslazione sancti clementis detta anche leggenda Italica legata al nome di Gauderico, vescovo di Velletri. Tra le fonti greche deve infine essere ricordata la cosiddetta "vita di San Clemente" vescovo dei bulgari attribuita.

All'arcivescovo bizantino Teofilatto di Ocrida. I fratelli Costantino e Metodio nacquero a Salonicco (Tessalonica) dove l'elemento slavo era molto diffuso: non è da escludere che tra i loro parenti vi fossero persone di origine Slava ed è comunque sicuro che sin dai primi anni essi ebbero dimestichezza con la parlata Slava locale. Il più giovane dei fratelli Costantino, passato alla storia soprattutto sotto il nome monastico di Cirillo compì gli studi a Bisanzio dove fu accolto dalla corte imperiale e dove si formò a contatto con personalità intellettuali allora più eminenti, quali Leone il Matematico e il futuro Patriarca Fozio. A Costantinopoli egli divenne sacerdote bibliotecario patriarcale a Santa Sofia e svolse l'attività di insegnamento e attività missionarie in Oriente, sulla costa settentrionale del Mar Nero. Il fratello Metodio si distinse invece per lo svolgimento di funzioni amministrative nella

eratore bizantino Michele III per diffondere il cristianesimo tra i popoli slavi della regione. La loro missione ebbe successo e i due fratelli crearono un alfabeto chiamato "glagolitico" per tradurre la Bibbia e altri testi religiosi nella lingua slava. Questo alfabeto fu poi modificato e divenne l'alfabeto cirillico, ancora utilizzato oggi in molte lingue slave. La provincia di Macedonia è ricca di storia e cultura, con numerosi siti archeologici e monumenti che testimoniano il passato glorioso di questa regione.
Dettagli
A.A. 2020-2021
57 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/21 Slavistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher irenemilovanovic99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia slava e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Bruni Alessandro Maria.