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B.
1. Caduta degli jer e vocalizzazione, lo jer in posizione debole cade, mentre il
secondo che è forte si vocalizza. Il genitivo, avendo un solo jer cade poiché è in
posizione debole.
2. Il primo jer è in posizione debole e cade, mentre nella forma al genitivo
plurale lo jer in posizione debole cade, mentre quello in posizione forte
vocalizza in o.
3. Caduta degli jer, il primo è in posizione debole cade mentre il secondo
vocalizza in e, il plurale l’unico jer in poizione debole cade.
4. Caduta dello jer in posizione debole e denasalizzazione. 23
5. Denasalizzazione e prima c’è una nasalizzazione di una vocale nasale
rispetto al latino del prefisso pa.
6. Caduta dello jer in posizione dispari quindi debole e la denasalizzazione.
1 dicembre 2016
Questi mutamenti si perdono all’incirca in quella data convenzionale che
distingue la fine del periodo protoslavo e la nascita delle cosiddette lingue
slave moderne. A partire dal XII secolo con delle differenze temporali, iniziano a
svilupparsi a ridosso dei confini del mondo slavo con quello occidentale
germanico e latino da un lato e greco e bizantino dall’altro, iniziano ad apparire
manoscritti redatti, scritti, composti in un dialetto slavo. Questi dialetti slavi
ancora non hanno un nome (non venivano definiti antico ceco, antico polacco
antico bulgaro e così via, sarà la storia delle lingue successive una volta che lo
stato si sarà formato e stabilizzato a poter definire la lingua parlata all’interno
di quella compagine statale e dunque i documenti più antichi, composti in
quella lingua o uno dei dialetti parlati all’interno di queste compagini statali,
inizialmente semibarbariche e via via attirate nell’orbita del sistema feudale
europeo), iniziamo ad avere le prime attestazioni in antico ceco, in antico
polacco, più tardi in russo, in antico bulgaro e così via. Prima di arrivare a
questa fase, facciamo un passo indietro. Nella fase di tardo protoslavo, intorno
alla metà del nono secolo dopo Cristo, abbiamo le prime attestazioni di una
lingua slava, della prima lingua slava in assoluto. Questa prima lingua slava, di
cui conosciamo la storia della sua genesi, della sua formazione e diffusione, la
chiamiamo paleoslavo.E’ conosciuto anche come antico slavo
ecclesiastico, i due aggettivi che uniamo al sostantivo slavo (antico ed
ecclesiastico), ci fanno subito capire la collocazione temporale di questa lingua
rispetto alle altre e in secondo luogo qual è la finalità per cui questa lingua è
stata creata, cioè la diffusione del cristianesimo tra gli slavi. Il paleoslavo
la definiamo come la prima lingua slava attestata, i cui documenti possono
essere fatti risalire alla metà del nono secolo, è una lingua che è stata creata
appositamente per le evangelizzazioni dei popoli slavi. In russo,
staroslavjanskij jazyk a pagina 9. La cosa interessante del paleoslavo dal punto
di vista linguistico, è che il paleoslavo poiché viene scritto e codificato in una
fase di sviluppo che abbiamo definito tardo protoslavo (quindi il paleoslavo è
un dialetto slavo, è la trascrizione di una parlata slava del periodo tardo
protoslavo) questo significa che all’interno del paleoslavo, nella struttura
grammaticale, troviamo delle innovazioni rispetto alla ricostruzione del
protoslavo. Il paleoslavo che non è il protoslavo, ha caratteristiche linguistiche
proprie, possiamo dire che il paleoslavo poiché è così antico (è stato codificato
in un periodo così remoto rispetto ai documenti che abbiamo delle altre lingue
slave) presenta una struttura linguistica estremamente arcaica e tra questi
tratti arcaici, in paleoslavo osserviamo che non è avvenuta la vocalizzazione,
la caduta degli jer e la denasalizzazione delle vocali nasali. A pagina 9
24
vediamo gli esempi. Se noi abbiamo messo l’asterisco alla parola da cui siamo
partiti per spiegare il passaggio dal protoslavo al russo, in mezzo possiamo
mettere invece la parola del paleoslavo il quale usa l’alfabeto cirillico anche se
usa un tratto un po’ diverso, non mettiamo più l’asterisco perché è una forma
attestata, mentre l’altra è una forma ricostruita dalla quale spieghiamo
son sen
l’evoluzione di in russo o di in polacco. In paleoslavo troviamo tante
forme proprio per la sua natura arcaica identiche a quelle del protoslavo,
tuttavia non tutte, lo stesso vale per le nasali: vediamo l’esempio di muzh in
russo. Storia del Paleoslavo
Per quanto riguarda il paleoslavo, sappiamo esattamente che è stato ideato e
creato per la traduzione dei testi religiosi (le preghiere, il vangelo), quindi
inizialmente testi semplici quelli impiegati nell’opera di evangelizzazione più
semplice. Progressivamente con l’affermarsi della tradizione paleoslava
verranno tradotti testi sempre più complessi (come la Bibbia e trattati di
teologia). Inizialmente, le opere che vengono tradotte dal greco e in parte dal
latino, sono preghiere ed estratti del vangelo. Questa lingua è stata codificata
da due fratelli di origine greca, provenienti dalla città di Tessalonica nella metà
del nono secolo, in seguito ad una richiesta inoltrata all’imperatore bizantino,
da parte di un principe slavo dell’Europa centrale e,nello specifico, di un regno
chiamato Moravia. Guardando la cartina dell’Europa centrale e balcanica del
nono secolo, periodo della creazione del Paleoslavo. Quali sono gli stati che si
possono intravedere?: a sud abbiamo l’impero bizantino (successore
dell’impero romano d’oriente), il sacro romano impero a ovest, e sulla destra
vediamo un inizio di Rus di Kiev ancora non consolidata, in quella zona si stava
formando la rus di Kiev, tra questa e il regno franco a ovest e l’impero bizantino
a sud, abbiamo una serie di prime aggregazioni statali slave. Le due più
importanti sono l’impero bulgaro e in mezzo la grande Moravia più o meno a
nord nel Danubio nella zona dove oggi si trova Vienna e Bratislava. Ancora oggi
è una regione della Repubblica Ceca ma al tempo con grande Moravia si
intendeva questo stato costituito in cui la casta dominante era una tribù di
lingua slava, sarebbero diventati in poi cechi e slovacchi che si trova a ridosso
del regno franco. In realtà, questo primo stato degli slavi occidentali, è
direttamente legato alla tradizione statale feudale e anche culturale, all’Europa
occidentale, in particolare al regno franco. Si tratta di uno stato che si consolida
sulla frontiera orientale del regno franco, tutti i modelli culturali e politici
vengono importati dall’occidente. In questo periodo inizia una operazione di
espansione territoriale lungo il corso del Danubio, e da li nascerà la marca
Ostmark
d’oriente, cioè la (l’Austria), il termine marca veniva usato all’interno
del sacro romano impero per indicare le regioni di confine. Un’altra direzione di
espansione, è quella lungo il mar Baltico, un’altra linea di espansione è quella
attraverso la Slesia, Breslavia e così via, in parte questa espansione riguarda
anche le attuali zone della Repubblica Ceca. Questa espansione non aveva una
caratteristica di scontro etnolinguistica, ma si tratta di una espansione militare
ed economica di uno stato più forte, in questo caso il regno franco e in seguito
25
il sacro romano impero, a spese di staterelli più deboli che avevano come
modello di riferimento questo stato occidentale. Uno degli strumenti principali
di espansione culturale e anche politica, era la cristianizzazione. Diventa lo
strumento attraverso cui viene giustificata ideologicamente l’espansione, alla
quale seguiva poi la inclusione dei territori cristianizzati all’interno del sacro
romano impero. Questo spostamento di popolazioni, del confine linguistico tra
la Germania e di Polonia, è stato una delle motivazioni dello scoppio della
seconda guerra mondiale. La Germania, lo stato Prussiano di cui facevano
parte le regioni della Slesia e della Pomerania, (la zona sul mare), Pomerania è
un toponimo slavo, lungo il mare. Nell’ottavo e nono secolo, in tutta la
Germania attuale c’erano regioni colonizzate da popolazioni di lingua slava.
Questi slavi vengono progressivamente o germanizzati pacificamente, oppure
combattuti (come era stato per i sassoni precedentemente) e annientati,
questo sarà il destino degli slavi dell’Elba e del Baltico. Il confine compatto
dell’area linguistica tedesca, rispetto a quella slava, inizia a spostarsi verso
oriente. Questa espansione culturale e queste mire di espansione politica,
fanno si che all’interno della grande Moravia, per arginare le mire
espansionistiche franche o tedesche, viene in mente di procedere alla
evangelizzazione degli slavi di questi territori (Moravia, Pannonia) non facendo
leva sui missionari che provenivano dai monasteri e vescovati zone attigue,
quelle già cristianizzate da secoli che impiegavano il latino, ma promuovere la
cristianizzazione degli slavi attraverso la lingua slava. Questa richiesta del
principe Rastislav viene inoltrata a Roma ma viene respinta perché all’interno
del decumene cristiano occidentale, ancora non si è consumato lo scisma
d’oriente però le due chiese sono già abbastanza estranee l’una all’altra.
Questa richiesta viene inoltrata a Costantinopoli dove invece, viene accolta.
L’imperatore di Costantinopoli chiama per trascrivere o assegna il compito di
creare un alfabeto slavo e di trascrivere una lingua slava con la quale si
possano tradurre questi testi religiosi, chiama i due fratelli di Tessalonica i quali
erano famosi per la loro erudizione e le loro vaste competenze linguistiche,
viene assegnato il compito di tradurre preghiere e il vangelo ed evangelizzare
gli slavi di questa zona (Moravia). L’espansione slava nel medioevo è arrivata
molto oltre, non solo ad occidente sull’Elba ma anche a sud (gli slavi sono
attestati in Macedonia, nel Peloponneso), nel nono secolo dopo Cristo, invece,
la Macedonia era densamente popolata da tribù slave. Constanino e Metodio
anche se non sono slavi, sappiamo che nella Salonicco del tempo, quando i due
crescono ed operano in questa città, una varietà slava era normalmente
impiegata accanto al greco, all’interno della città e nella campagna circostante.
La missione cirillo-metodiana: uno degli argomenti ammiragli della filologia
slava. Cirillo e Metodio approdano in Moravia, istituiscono una rete di chiese
dove si impiega lo slavo nella liturgia e nell’evangelizzazione, questo però con
grande successo non solo nella Moravia ma anche nelle regioni attigue: