Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Legge della sillaba aperta
Una sillaba terminante in consonante non era ammessa in protoslavo, mentre una che terminava in vocale si.
Questo principio si concretizza nella cosiddetta "legge della sillaba aperta", o della "sonorità crescente": ovvero, gli elementi della sillaba dovevano procedere dal meno sonoro al più sonoro.
Questa legge opera ancora ai tempi di Cirillo e Metodio ed è riflessa nei testi del Canone paleoslavo.
Meno sonoro = Più sonoro = consonante vocale STRA-Sibilante, occlusiva, liquida, vocale-sonoro + sonoro
La legge della sillaba aperta è in funzione dalla fine dell'epoca preistorica all'inizio dell'epoca storica.
Il suo funzionamento è infatti testimoniato dai più antichi documenti paleoslavi, tra cui i testi del Canone paleoslavo. Lo sfaldamento della legge della sillaba aperta inizia già nel periodo
paleoslavo, ma diventa sistematico dopo il XII secolo. Siccome non tutti i nessi si potevano tollerare (ad esempio tutti quelli VC erano inammissibili), nel passaggio dall'indoeuropeo allo slavo comune avvengono varie trasformazioni.
Cambiamenti causati dalla legge della sillaba aperta
Le consonanti finali di parola cadono: ū ŭ ū ŭ сынъ сын ūes. IE *s n s "figlio" > sl.com. *s n > paleoslavo (cf. RU , POL syn vs LIT s nus)
ū ŭ IE *s n s "figlio": ū ŭ ū ū
All'IE *s n s "figlio" si collegano, oltre all'ENG son "figlio", il LIT s nùs "figlio" e il sanscrito s tis "nascita". L'italiano figlio (dal LAT filius) invece deriva dalla radice IE *dhe- poi fe- che rappresenta l'idea di succhiare, allattarsi; da cui, in latino, il sostantivo foemina, con riferimento alle capacità riproduttive (e di allattamento) del genere femminile.
ŭ νοςὕ▪ es. IE
s pnos «sonno» (cf. GR π , LAT somnus, LIT sapnas «sonno, sogno»)
In s pnos non solo la consonante finale, ma anche il nesso –pn- non è ammissibile, quindi:
ъ ъ сънъ сонs p-nos > sl.com. s n > plsl. (cf. RU «sonno, sogno»)
съпати
N.B. La /p/ della radice IE *s p ricompare nel verbo paleoslavo «dormire»спать ćcf. RU «dormire», POL spa ; IT sopore, assopirsi
Avvengono fenomeni di metatesi:
➢ Metatesi: quando, all’interno della stessa parola, due suoni si invertono, prendendo l’uno ilposto dell’altro. ὄρνιςIE *worna «uccello»; cf. GR [òrnis] «uccello» (ornitologia = scienza che studia gli uccelli)ō вранаvor-na > vr -na > sl.com. *vrana > plsl. «corvo, cornacchia»врана
Paleoslavo «corvo, cornacchia»врана воронаBG RU PL wrona
IE *orbhos
«privo» (cf. LAT orphanus, orbus)ō рабъ*or-bos > r -bos > pl.sl. «schiavo»
Sorgono semivocali protetiche (j, v) di fronte a vocali poste a inizio sillabaŭ ἐν IE * n (preposizione di moto a/stato in luogo; cf. LAT in, GR )ŭ ъ въ* n > sl.com. *v n > pl.sl.в (oppure w, v nelle lingue slave che usano l’alfabeto latino) rende il moto a/stato in luogo intutte le lingue slave moderne
Nel caso vengano a trovarsi due occlusive dentali (dt) si ha il passaggio della prima a *s. dt- infatti non risponde alla legge della sonorità crescente perché + sonora (d) > - sonora (t) con st- invece abbiamo -sonora (s) > + sonora (t)85Il fenomeno per cui da due dentali (dt) si passa a st si chiama dissimilazione.sl.com.*ve-dti La /d/«portare, condurre» > ricompare inpaleoslavo вести (cf. я веду, тыRU вести ведешь,«condurre, portare») ecc…Fine della legge della
Sillaba aperta e caduta degli jer
Agli inizi dell'epoca storica furono ripristinate le sillabe chiuse come esito della caduta degli jer.
La caduta degli jer avvenne con modalità pressoché identiche in quasi tutte le lingue slave.
I meccanismi della caduta sono gli stessi per tutte le lingue slave, ma sono diversi i loro esiti vocalici.
Questo testimonia che ciò accadde in un periodo in cui le lingue slave iniziavano a differenziarsi l'unadall'altra, ma il processo di allontanamento era solo agli inizi.
La posizione in cui gli jer cadono si chiama posizione debole.
La posizione in cui invece si trasformano in altre vocali si chiama posizione forte (legge di Havlík, formulata nel 1889).
Lo jer in finale di parola si trova in posizione debole, e infatti non lascia nessuna traccia nelle lingue slave moderne. La posizione in fine di parola è quella dove i cambiamenti cominciano per primi.
рl.sl. домъ > RU дом, BG, SRB дом, PL domjer
duro in posizione finale non ha lasciato traccia nelle lingue slave moderne
Quando cade in fine di parola e la consonante resta «scoperta», in molte lingue slave si verifica un fenomeno di neutralizzazione delle sonore
абъ раб p > > ma pronunciato /rap/
Tra le lingue slave moderne ne sono esenti solo ucraino, serbo e croato.
All’interno di una parola, si trova in posizione debole uno jer che nella sillaba seguente sia seguito:
- da una sillaba che contenga una vocale piena
- da uno jer in posizione forte
Qui lo jer dellapl.sl. бьрати prima sillaba è in«portare» > posizione debole, брати > RU perché nella sillaba брать seguente c’è una
La posizione forte si ha:
- quando lo jer è sotto accento
- oppure se nella sillaba seguente si ha uno jer in posizione debole
Ad esempio, in «sonno», il primo jer è forte perché è seguito da uno jer debole (finale di parola)
quindi non cade. Cosa succede se uno jer è in posizione forte e non cade? Gli jer in posizione forte si trasformano in vocali piene, con esiti diversi nelle diverse aree slave. Esiti della vocalizzazione di Jer: Nell'area slava orientale: ъ > oŭ ŭ сънъ сон IE *s pn s > pl.sl. "sonno" > RUь > eĭ ĭ дьнь день IE *d n s > pl.sl. "giorno" > RUо In bulgaro: ъ > ă ( )сънъ сън "sonno" = BGь > eдьнь ден "giorno" = BG ъ ер голям In bulgaro il grafema prende il nome di e indica una vocale media centrale, di timbroə/indistinto / ъ, ь дан) In serbo e croato: > a (cан,ъ, ь е In polacco: >сънъ дьнь= sen = dzień jer duro Anche se formalmente l'esito è unico, dove c'era , la consonante che precede /e/ è dura,[ʥ̑ɛ ɲ̇̃jer mollecome in sen; dove c'era è palatale, come in dzień ].jer Nelle lingueChe usano l'alfabeto cirillico la grafia degli continuò, in posizione debole, più di quanto si mantenessero i rispettivi fonemi (tradizionalismo grafico).
La grafia di duro in fine di parola durò in russo fino al 1918 e in bulgaro fino al 1945.87 Delitto e Castigo Prestuplenie iEdizione del 1867 di (nakazanie )Jer duro in fine di parola. Convenzione grafica in uso inRussia fino al 1918
Lo jer molle resta in russo per indicare i fonemi consonantici molli (il cosiddetto mjagkij znak).ь ъ
Con la caduta di / in posizione debole si verificano tutti i nessi consonantici che prima eranoinammissibili.
Se la caduta degli jer produce gruppi consonantici troppo complessi, questi possono venireneutralizzati nella pronuncia o nella grafia.paleoslavo cьрдьце «cuore»сердце:RU pronunciato/serce/UKR cерце, POL serce21-03-23
Dall'indoeuropeo allo slavo comune - il sistema consonantico. Lepalatalizzazioni (I parte)-Sistema consonantico
Il tardo indoeuropeo includeva:
- la spirante s/z
- tre occlusive sorde t, p, k
- tre occlusive sonore d, b, g
- tre occlusive aspirate bh, dh, gh
- tre velari g, k, ch
- tre velari palatalizzate g', k', g'h
- tre velari labializzate w, w, whk, g, g ṇ
- quattro sonoranti m, n, r, l: consonantiche se precedute o seguite da vocale, e vocaliche (ṃ,ṛ, ḷ) se precedute o seguite da consonante
- Le semiconsonanti j (jod), w (wau)
L'indoeuropeo conosceva l'opposizione:
- sorde/sonore (p/b)
- aspirate (bh, dh, gh)/ non aspirate
- dentali (d, t)/labiali (b, p)/velari (k, g, ch)
Le velari erano divise in:
- velari semplici (k, g)
- velari aspirate (ch, gh)
- palatovelari (k', g', g'h)
- labiovelari (k g g(pronuncia come qu- e gu- in "quanto" e "guanto")
Le labiovelari: wIE *k on "cane", (cf.wIE *ek os "cavallo" κύων GR [kùōn],(cf. LAT equus, IT "cane"
LATequino, equestre) cane(m) da unaforma più anticacuanem)
Il primo passo verso la dissoluzione dell’unità indoeuropea è costituito dal diverso trattamento delleocclusive aspirate ( )bh, gh, dh
L’opposizione indoeuropea tra aspirate e non aspirate non fu ereditata dal protoslavo.
Questo fenomeno coinvolge anche le lingue baltiche e in parte quelle germaniche
Perdita delle occlusive aspirate:φέρω IE - «portare»: GR [féro], LAT fero «porto»*bhar бьрѫ беру бремѧ бремя paleoslavo «io porto» (RU , POL ), «peso, fardello» (RU )biorę
Dalla stessa radice IE deriva anche l’antico inglese (ENG bear «portare, sopportare»),*bhar- berancon analoga perdita dell’aspirazione. φύω ō φύσις IE «essere»: LAT fui, futurus GR [fù ] («genero, procreo») ([fùsis] «natura»*bh-
быти быть, paleoslavo,essere(RU POL), antico alto-tedesco bim
io sono(ENG tobyćbe
essere).
Legge di Pedersen e comparsa del suono aspirato *ch
Secondo la legge formulata nel 1895 da Holger Pedersen:
k passa alla fricativa velare sorda *ch, se non è seguita dalle *s dopo *ī, *i, *j, *ū, *u, *w, *r, *consonanti occlusive *p, *t, *k.
Poiché il passaggio si verifica dopo i suoni r,