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Ecumenismo
• I due rivendicano l’autonomia spirituale di popoli neoconvertiti come gli Slavi, riconoscono la loro individualità
culturale e linguistica ma al contempo rispettano le due grandi tradizioni consolidate. In Vita Methodii, la lettera di
papa Adriano II in essa riportata, mette in luce l’ecumenismo dei due fratelli. Spesso Cirillo è paragonato a san
Paolo e anche a san Pietro. Costantino è presentato come continuatore e completatore dell’opera di Paolo, come
una sorta di terzo fondatore della Roma cristiana. I due fratelli inoltre vanno a Roma come discepoli, così come
Paolo. Le fonti slave sottolineano il riconoscimento del papa come guida suprema della Chiesa da Costantino.
Infatti questi non si accontenta dell'appoggio dell’Imperatore di Costantinopoli, si reca dal papa per avere la sua
approvazione ad usare una nuova lingua nella liturgia e nella lettura dei testi sacri. È evidente che alcuni documenti
sono stati redatti prima dello scisma del 1054, altrimenti avrebbero avuto tracce di polemiche tra chiesa greca e
latina. Il papa difende Metodio dalle accuse mossegli dai bavaresi e lo libera dalla prigionia. Dunque nei documenti
non si sottolinea la grecità dei fratelli, sono considerati veri cristiani.
• La grecità è invece sottolineata in senso negativo dall’unico documento di parte avversa: La conversione dei
bavaresi e degli Slavi di Carinzia, scritta in territorio bavarese dopo la nomina di Metodio ad arcivescovo di
Moravia e Pannonia.
Il problema della lingua
• Nel IX sec. un nuovo popolo convertito implicava una latinizzazione o una grecizzazione: l’opera di traduzione dei
fratelli e la richiesta di una liturgia in lingua slava è qualcosa di rivoluzionario.
• Per comprendere le idee della Chiesa sull’uso delle lingue occorre distinguere lingua d’apostolato e lingua liturgica.
Per la prima opera di evangelizzazione era necessario usare uno strumento linguistico comprensibile, sia dotto che
volgare, ma per la seconda fase (la cristianizzazione) occorreva rispettare regole e rituali precisi.
• La polemica Cirillo-metodiana era contro l’esclusivismo linguistico della cristianità europea. A Roma il problema
non era molto sentito, per loro la cristianizzazione implicò una latinizzazione, così come per Costantinopoli indicò
una grecizzazione. La questione della lingua slava nel IX secolo discute se una tale lingua possa avere funzioni
liturgiche o possa servire solo come pratica di apostolato. La Chiesa romana restò fedele alla seconda soluzione,
Costantinopoli accettò la prima a patto che i popoli slavi non si rendessero indipendenti da Bisanzio. Cirillo e
Metodio elaborarono argomenti per convincere imperatore e papa della necessità di traduzione in slavo dei testi
sacri. Le principali argomentazioni:
• La cristianizzazione degli Slavi rispecchia il volere divino (cit. S. Paolo) Per giungere alla conoscenza della verità
però è necessario comprendere la parola di Dio (quindi la Sacra Scrittura)
• Nel Cristianesimo non ci sono lingue elette perché non ci sono popoli eletti, uguali davanti a Dio (S. Paolo).
• Non è vero che ci sono solo tre lingue sacre (ebraico, greco, latino), è un’eresia trilinguista.
• La diversità delle lingue liturgiche non compromette l’obbedienza ecclesiastica.
Discorso di Benedetto XVI su Cirillo e Metodio (2009)
• Cirillo nasce a Tessalonica nell’826, il più giovane di sette figli. Impara la lingua slava e a 14 è mandato a
Costantinopoli per essere educato da Fozio. Si ritira in solitudine in un monastero, poi insegna ed è definito
filosofo. Michele (nato nell’ 815) si ritira a vita monastica sul monte Olimpo in Bitinia dopo una carriera
amministrativa in Macedonia. Anche Cirillo segue il suo esempio. Dopo una missione dai khazari del mare di Azov,
i due andarono a Costantinopoli e poi furono inviati in Moravia dall’imperatore Michele III.
• Il principe moravo Ratislao chiedeva un maestro in grado di spiegare la vera fede nella loro lingua. Dovevano
quindi tradurre la liturgia in lingua slava. Questo suscitò l’ostilità del clero franco. I due dunque si recano a Roma e
il Papa approvò la missione. A roma Cirillo si ammalò e si ritirò in un monastero. Il fratello non abbandonò la
missione: tornò in Moravia e in Pannonia dove i missionari franchi imprigionarono lui e i suoi discepoli. Una volta
liberi furono accolti in Bulgaria e continuarono la missione.
• Già alcuni anni prima della richiesta del principe, Cirillo e Metodio e discepoli lavoravano al progetto di
raccogliere i dogmi cristiani in libri scritti in lingua slava. C’era quindi l’esigenza di nuovi segni grafici: nasce
l’alfabeto glagolitico che fu poi modificato e detto cirillico. Fu un evento decisivo per lo sviluppo della civiltà
slava.
Espansioni e nuovi insediamenti
Modello migrazionista
I popoli germanici si erano spostati verso occidente, questa migrazione fu nota con il termine di “invasioni barbariche”.
Per descrivere l’espansione slava invece più che un modello migrazionista è adatta l’idea di un’agricoltura itinerante.
Avari e slavi
• L’ingresso degli slavi nella storia avviene nel medio Danubio, nella pianura pannonica. L’area venne abbandonata
dai longobardi, ultima popolazione germanica che si insediò in Italia. Ai Longobardi si sostituirono gli avari,
popolo di stirpe turca imparentato con gli unni, e sottomisero le tribu slave dell’area.
• Nell’area pannonica si sviluppa quindi il khanato avaro, le popolazioni slave ne subiscono influsso culturale e dura
dominazione. Il governo era un’aristocrazia guerriera. Gli slavi si allontanavano dalla pianura pannonica e
penetravano in altri territori.
L’impero bizantino e il regno dei franchi
• Attraversato il Danubio, avari e slavi entrarono nella penisola balcanica, nell’Impero bizantino, dove Giustiniano
aveva fatto costruire un sistema di fortificazioni a difesa dalle popolazioni straniere. L’impero romano d’Oriente si
era impegnato nella riconquista dell’Occidente, non aveva previsto di dover fronteggiare l’impero persiano, che si
alleò con avari e slavi per conquistare varie province e anche Costantinopoli. Mentre gli eserciti bizantini erano
occupati in Oriente, gli slavi penetrano nell’area danubiana.
• Contemporaneamente occupano le aree abbandonate dalle popolazioni germaniche, fin quando non entrano in
contatto col regno dei franchi (nelle province della Gallia) guidato da un’aristocrazia germanica di origine franca.
In questo regno c’erano molte culture, erano di fede cristiana e avevano un rapporto privilegiato col papato romano.
L’espansione slava nei Balcani
• Gli slavi entrano nel limes romano e gli storici greci e latini ne descrivono costumi. Alla morte del successore di
Giustiniano gli slavi penetrano nella penisola balcanica, conquistano fortezze e città, riducono in schiavitù la
popolazione, mentre l’esercito romano è impegnato contro i persiani. La popolazione spesso trova rifugio nelle città
costiere o fugge verso le coste italiane.
• La loro penetrazione trova una testimonianza evidente nei toponimi.
• Fu necessaria una riorganizzazione dell’impero romano orientale: le unità territoriali erano meno estese e più
organizzate, ci fu un processo di militarizzazione.
• Alcune tribù slave guidate da popoli di origine iranica (serbi e croati) si stanziano in Europa centrale subendo la
pressione di avari e franchi.
• Similmente una popolazione di origine turca, i protobulgari, avevano raggiunto le foci del Danubio e si erano
stanziati nell’area balcanica, sottomettendo le popolazioni slave lì stanziate.
La pressione slava verso la penisola italiana
• Fecero un primo tentativo ma furono allontanati dal principe longobardo Radoaldo. Riprovano con successo ad
attraversare l’Adriatico e alcune popolazioni serbe si insediano nei paesi della costa.
L’espansione slava verso occidente
• Gli slavi penetrano nell’Europa centrale abbandonata dalle tribù germaniche, fino al fiume Elba. Entrano in
contatto quindi sia con i popoli germanici che con i popoli latini dell’arco alpino.
• Alcune tribù slave confinanti col regno franco si ribellano agli avari e sotto la guida di un mercante franco di nome
Samo riescono a costruire un’organizzazione autonoma. Il regno di Samo si rende indipendente anche dal regno
franco: è il primo tentativo di organizzazione autonoma del mondo slavo.
• Anche qui la presenza degli slavi è confermata dalla toponomastica. Es Lubecca, radice lub dall’etimo slavo
comune ljub- oppure la regione Pomerania (preposizione po: lungo, vicino e sostantivo more, mare).
L’espansione slava a nord e oriente
• Gli slavi si espandono verso le aree orientali delle steppe (entrano a contatto col mondo asiatico) e verso le aree
settentrionali delle grandi foreste (entrano a contatto con le popolazioni finniche)
• Sviluppano relazioni col khanato dei cazari (popolazione di origine turca proveniente dall’Asia) che controllava
l’area del Volga fino al Mar Caspio ed era alleato dei bizantini, contro persiani e arabi.
Gli slavi tra impero bizantino e regno franco
Dal VIII secolo si intensifica il processo di acculturazione degli slavi al mondo mediterraneo e occidentale e si creano le
basi per l’invenzione di un alfabeto per gli slavi e una lingua letteraria slava.
Il regno franco
Il regno franco mette a freno le scorrerie del khanato avaro con Carlo Magno e il figlio Pipino (con lui avviene la
sconfitta definitiva nel 796).
L’impero bizantino
Il khanato dei protobulgari si assimila all’etnia slava e è considerato una potenza antagonista all’impero bizantino. La
struttura è dotata di un’autorità assoluta, il khan, di un esercito e un’aristocrazia. I membri sono chiamati boljare,
termine di origine turca che entra in uso in russo come boiaro o boiardo per indicare la più antica nobiltà.
La reazione degli imperi
• Nell’ 800 il papa incorona imperatore Carlo Magno. Dopo la distruzione del khanato avaro, i franchi avevano preso
il controllo di zone dell’Europa centrale abitate da tribù slave. L’impero andava difeso militarmente contro le
invasioni esterne, i territori venivano nuovamente organizzati secondo la forma feudale.
• Gli slavi in questi territori subirono un processo di cristianizzazione e germanizzazione.
• All’interno dell’impero bizantino accadeva qualcosa di simile: veniva riorganizzato, Costantinopoli riconquista i
territori dell’impero romano d’Oriente. Grazie all’attività del clero greco c’è una greci