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Analisi delle varianti nel testo della canzone Amore

A un certo punto del testo (si tratta della canzone Amore, avendo interamente voglia del poeta della scuola siciliana Mazeo di Ricco) le 3 copie – discese direttamente e indipendentemente tra loro dall'originale – discordano in questo modo:

A (come B): eo so k'eo n'agio doloroso core

B (come A): eo so k'eo n'agio doloroso core

C: eo so k'eo n'agio adolorato il core

Le varianti "doloroso" / "adolorato il" sono adiafore, cioè indifferenti quanto a senso; ciascuna delle due potrebbe essere quella che risale all'originale.

Quale di queste 2 lezioni è più probabilmente conservativa della lezione di O?

Quale è più probabilmente innovativa?

In un caso del genere, si può applicare la legge della maggioranza (criterio di scelta meccanica) perché si ha a che fare con due testimoni (A e B) che discendono direttamente da O e che presentano la lezione "doloroso", e con un solo testimone (C) che

Presenta la lezione adolorato il. In una tradizione rappresentata da uno stemma di questo tipo, si può scegliere la lezione attestata dalla maggioranza dei codici all'interno dello stesso raggruppamento (in questo caso si ha un unico raggruppamento). L'accordo fra due copie indipendenti contro una terza denuncia quindi quest'ultima come innovativa: è meno probabile che A e B, indipendentemente l'uno dall'altro, abbiano cambiato adolorato il in doloroso mentre è più probabile che C abbia cambiato inconsciamente doloroso in adolorato il.

Dunque, la lezione scelta sarà quella testimoniata da A e da B perché forma la maggioranza all'interno di questo raggruppamento tra i discendenti diretti di O.N.B.: perché il ragionamento logico/probabilistico sia valido, è essenziale che i testimoni siano indipendenti tra loro. Se B fosse copia di A, l'accordo fra A e B non avrebbe valore contro C: OA

CBo se A e B fossero copie di un perduto a:Oa CA BÈ chiaro, infatti, che la lezione di a (riprodotta da A e B) e quella di C hanno la medesima possibilità diessere innovative rispetto a O. Cosa si può fare se la legge della maggioranza non è applicabile? Quando è possibile applicarla, la legge della maggioranza è un criterio di scelta meccanica. Quando non è possibile applicarla, invece, si può fare ricorso a criteri di scelta NON meccanica, quali l’ususscribendi e la lectio difficilior (non sempre validi e che, contrariamente alla legge di maggioranza, ricadononella soggettività del giudizio). In base all’usus scribendi si adotta la variante (lezione) che meglio si adatta alla lingua e allo stiledell’autore, del genere letterario, dell’epoca. In base alla lectio difficilior, invece, tra due varianti (lezioni), entrambe ammissibili quanto a significato datoil contesto nel quale si trovano, si adottaquella che risulta più difficile. Ciò accade perché si pensa che, nel corso della trasmissione del testo, sia molto più probabile che si passi dal difficile al facile (processo di banalizzazione) piuttosto che pensare ad un percorso opposto. Processo di BANALIZZAZIONE: sostituzione di un termine che i copisti non riuscivano a comprendere o passaggio da un termine più complicato a uno più semplice. Esempio 1: dalla Commedia di Dante, Inf. I 47-48 Canto di introduzione, versi che seguono la comparsa delle tre Fiere (il leone compare con la testa alta ecc.). con la testa alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l'aria ne tremesse / temesse Questo è un caso di varianti (lezioni) adiafore e si pone il problema di quale scegliere. Ci sono state edizioni che hanno scelto la lezione tremesse ed edizioni che hanno scelto la lezione temesse. L'edizione critica di Giorgio Petrocchi accoglie la lezione tremesse, come quella che

per la forma difficilior (partendo dal latino tremere) può essere stata causa della banalizzazione in temesse, e meglio esprime l'effetto dell'apparizione del leone, poiché l'aria può subire il timore di quella comparsa e forse anche esprimerlo passivamente col restarne impregnata, ma la suggestione dell'aria non era comprensibile e diffondibile (parea) se non mediante un effetto sensibile quale il suo stesso tremore.

Inoltre, entra in gioco la memoria del v. 3 del celebre sonetto Guido Cavalcanti (amico di Dante ed destinatario della Vita Nova) "Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira: «che fa tremar di chiaritate l'are».

Esempio 2: dalla commedia Mandragola di Nicolò Macchiavelli, III atto. R e F sono gli unici due testimoni che citramandano questo testo. R: "Questi frati sono tanto cattivi, astuti" F: "Questi frati sono trinchati, astuti".

L'aggettivo trinchato, al tempo di Macchiavelli,

Era una voce gergale cinquecentesca che indicava un personaggio molto furbo, chi sa agire e comportarsi con scaltrezza, astuzia anche in modo subdolo.

Gergo: indica una parlata elaborata da un ristretto gruppo di persone che lo opera per diverse ragioni spesso identitarie (gergo dei medici, gergo della malavita, gergo di giovani, ecc.).

Al tempo in cui Macchiavelli componeva la sua Mandragola, era abbastanza frequente che nei testi teatrali – soprattutto nelle commedie – venissero introdotte delle parole del gergo del tempo (detto furbesco).

Tra tanto cattivi e trinchati, la lectio difficilior è dunque trinchati.

Il passaggio da trinchati a tanto cattivi è probabilmente avvenuto a causa di una confusione a seguito dello scioglimento della forma trinchati che, magari, era stata scritta in maniera abbreviata.

6. LA DIFFRAZIONE

L'applicazione di questo concetto alla trasmissione dei testi è opera di Contini, il quale mutua la nozione

fisica ottica, la diffrazione si verifica quando un raggio di luce attraversa un prisma di cristallo o vetro e si separa nei diversi colori. In filologia, invece, il concetto di diffrazione si riferisce al fatto che una lectio difficilior può causare diverse reazioni banalizzanti nei copisti che la incontrano. Di conseguenza, per lo stesso punto del testo, si possono trovare più di due lezioni concorrenti. Esistono due tipi di diffrazione: 1. La diffrazione in presenza: indica che, all'interno di una tradizione, accanto a una serie di lezioni frutto della banalizzazione della lezione originale, si trova anche la lezione originale stessa, che ha innescato il processo di banalizzazione in altri copisti (non tutti i copisti banalizzano una lezione allo stesso modo). In questo caso, la diffrazione è detta "in presenza" perché siamo in presenza della lezione che ha provocato la banalizzazione in altri copisti.

Questo caso, sia pure con qualche sforzo, è possibile individuare tra le lezioni trasmesse da una tradizione quella più difficile che è stata all'origine del processo di banalizzazione.

La diffrazione IN ASSENZA: essa sta a indicare una tradizione che ci ha trasmesso soltanto il risultato delle banalizzazioni innescate da quella lezione originale difficile che, però, non si è conservata.

In questo caso, è più difficile individuare tra le lezioni trasmesse da una tradizione quella più difficile che è stata all'origine del processo di banalizzazione.

Esempio di diffrazione IN PRESENZA: dalla Commedia di Dante, Par. XXIV 19-21

di quella ch'io notai di più bellezza/carezza/chiarezza/certezza

vid'io uscire un foco sì felice,

che nello vi lasciò di più chiarezza

Solitamente, i poeti non utilizzano la medesima parola in una rima così ravvicinata: per questo, è evidente che

chiarezza al v. 19 sia da escludere. Dato il contesto, anche certezza non pare avere molto senso. Tra le 4 possibili lezioni proposte da vari copisti – bellezza/carezza/chiarezza/certezza – la lectio difficilior è quindi carezza, vocabolo raro derivante dal latino carities e che in questo caso ha il significato di preziosità, pregio, eccellenza. In questo caso, quindi la diffrazione è in presenza perché tra le possibilità è presente anche la lezione originaria che ha provocato il processo di banalizzazione.

Accenno alle critiche di cui fu oggetto il metodo Lachmann. Agli inizi del Novecento, il filologo tedesco Joseph Bédier osservò che la gran parte degli stemmi disegnati applicando il metodo di Lachmann erano stemmi bipartiti: dall’archetipo X derivavano – quasi sempre – due famiglie (a e b, definite da Bédier alberi bipartiti). Questa circostanza portava a vanificare la meccanicità.

Nella scelta delle lezioni adiafore, qualora le lezioni del gruppo A fossero diverse da quelle del gruppo B e non manifestamente erronee, Bédier osservò che la meccanicità, con cui il metodo lachmanniano pensava di poter ricostruire primal'archetipo X e poi l'originale, si arrestava di fronte al dato di fatto che la stragrande maggioranza delle tradizioni si presentavano bipartite; il fatto di essere bipartite non consentiva, nella ricostruzione dell'archetipo X, la scelta meccanica e oggettiva tra le lezioni adiafore.

Dato che la maggior parte delle tradizioni presentava questa iniziale bipartizione, il filologo romanzo doveva necessariamente scegliere o la lezione della famiglia A o la lezione della famiglia B. In certi casi veniva scelta la lezione del gruppo A, in altri casi quella del gruppo B: in questo modo si dava vita, a detta di Bédier, a un testo che storicamente non era documentato ma di cui erano documentate solo le.

Bédier propose il METODO DEL BUON MANOSCRITTO: una volta operata la collazione ed esaminati tutti i dati ricavati da esse, si sceglieva come testo critico quello del miglior testimone. Nessuna copia è però completamente priva di errori e quella che si sceglieva poteva essere, ad esempio, quella che presentava meno errori. Anche gli errori del codice ottimo andavano ovviamente corretti: anche la proposta di Bédier, come osserverà Gianfranco Contini, può quindi essere sottoposta a sua volta a critiche. Una di queste è l'affermazione di Contini che, nei confronti del metodo del buon manoscritto, scrisse che "il ricostruito è più vero del documentato" - dicendo questo, Contini sottolineava la piena legittimità - nel caso di una tradizione inizialmente bipartita - di una ricostruzione dell'archetipo basata anche sul giudizio soggettivo del filologo.

15Daisy Zanin7. LA

ella contaminazione è molto importante. La contaminazione può avvenire in diversi modi, come ad esempio attraverso l'aria, l'acqua o il cibo. È fondamentale prendere le giuste precauzioni per evitare la contaminazione e proteggere la nostra salute. La contaminazione dell'aria può avvenire a causa delle emissioni di gas nocivi da parte delle industrie o dei veicoli. È importante ridurre l'inquinamento dell'aria per prevenire malattie respiratorie e problemi di salute. La contaminazione dell'acqua può avvenire a causa dello scarico di sostanze chimiche o di rifiuti nelle acque superficiali o sotterranee. È fondamentale proteggere le risorse idriche e garantire l'accesso a acqua pulita per tutti. La contaminazione del cibo può avvenire a causa di pratiche di produzione o di conservazione non corrette. È importante seguire le norme igieniche durante la preparazione e la manipolazione degli alimenti per evitare malattie trasmesse attraverso il cibo. In conclusione, la contaminazione è un problema serio che può avere gravi conseguenze sulla nostra salute e sull'ambiente. È fondamentale adottare comportamenti responsabili per prevenire la contaminazione e proteggere il nostro benessere.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
22 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/13 Filologia della letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Daisyy06 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Comboni Andrea.