Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
I RIFERIMENTI TEORICI DEL CURRICOLO INCLUSIVO
A questi si aggiunge l'orientamento sviluppato dalla Tomlinson (2014) nella proposta della differenziazione didattica, che sottolinea l'esigenza di prevedere percorsi didattici che tengano conto delle diversità degli allievi sia a livello di competenze che di interessi e che si differenzino a proposito di contenuti, processi e prodotti.
1. UNIVERSAL DESIGN FOR LEARNING (UDL)
Usato in forma progettuale, nella progettazione del curricolo: "Facciamo delle cose che siano accessibili a tutti". A tal proposito, i ricercatori del Center for Applied Special Technology (CAST) hanno elaborato delle specifiche linee guida, fondandole sui tre principi fondamentali, che prevedono la messa a disposizione per tutti di:
- Molteplici mezzi di rappresentazione per fornire a tutti le migliori opportunità di apprendimento, occorre predisporre diversi modi di acquisizione dell'informazione e della conoscenza: si può
degli studenti, metterli alla prova in modo appropriato e motivarli all'apprendimento; è una componente che fa riferimento alla sfera affettivo-emozionale. Alcuni possono essere coinvolti mediante la spontaneità e la novità, mentre altri preferiscono le routine rigide; qualcuno preferisce lavorare in gruppo, altri interagire con i compagni. In tal caso la dimensione motivazionale (4° livello su cui si muove l'UDL) non viene considerata.
2. MENTE MODULARE E PLURALE
Gli studi sulla pluralità delle funzioni mentali si sono affermati con le teorie modulari verso la fine del 1900, che si sono opposte all'organizzazione orizzontale dei processi di pensiero e hanno proposto un modello di funzionamento cognitivo basato su facoltà verticali specifiche per dominio (ogni facoltà è indipendente da altri domini: es. la facoltà verbale funziona in maniera autonoma da quella matematica); quindi nell'esecuzione di compiti
L'individuo non può far riferimento a informazioni generali ma soltanto specifiche, contenute in domini cognitivi distinti (moduli), i quali possono essere sviluppati in maniera diversa fra individuo e individuo e all'interno dello stesso soggetto.
All'interno di tale approccio possiamo individuare due teorie che enfatizzano lo sviluppo differenziato di ogni individuo sulla base di caratteristiche proprie:
Teoria delle intelligenze multiple di Gardner (1983)
- Teorizza un funzionamento della mente modulare, articolato su più aree distinte, dotate ciascuna di regole e operazioni proprie. Non esiste una sola intelligenza generale quantificabile sulla base di specifiche prove, ma una serie di intelligenze che si caratterizzano per modalità proprie di elaborazione dell'informazione.
- Ogni individuo può essere intelligente in modo diverso, presentando spiccati talenti se viene messo nelle condizioni appropriate di incoraggiamento, apprendimento e
Sia importante, non è l'unica strada in quanto non tutti hanno una propensione per l'intelligenza analitica.
II. Creativo Caratterizzato dall'immaginazione, scoperta, abilità a produrre il nuovo; chi predilige tale approccio tende a fare affidamento sull'intuizione. Tuttavia la capacità di saper ipotizzare, immaginare e proporre soluzioni originali non sono sempre stimolate nella giusta misura nel contesto scolastico: la scuola dovrebbe considerare e sviluppare la dimensione della creatività, in quanto è molto richiesta attualmente dal mercato di lavoro e in quanto alcuni allievi sono più dotati dal punto di vista creativo. Dire ad un bambino che ha risolto in un determinato modo un problema "Si va bene il risultato è giusto ma se facevi così era meglio", è sbagliato: la creatività viene spenta.
III. Pratico Il soggetto eccelle in competenze concrete che gli consentono di leggere
adeguatamente i bisogni,capire quali iniziative possono essere adeguate e quali no, mettere in atto piani operativi per affrontaresituazioni problematiche. È dotato della cosiddetta intelligenza pratica: capacità di saper usare strumenti,organizzare, attuare progetti concreti, dimostrare come si fa. "Sei molto bravo a risolvere nel concreto le cose", il che non significa essere meno intelligenti masemplicemente il bambino sarà maggiormente orientato sul lato pratico che su quello analitico.In tale visione essere intelligenti significa riuscire a pensare bene in uno o più di questi modi: la condizione che vedeun utilizzo equilibrato fra queste tre modalità di elaborazione è quella in grado di determinare la più funzionalecapacità di adattamento e di interazione con l'ambiente. "Non pensiamo tutti allo stesso modo. Siccome pensiamo in modalità diverse, proviamo a definirlo sia a livello"diquantità di ambiti che di qualità dell'approccio che in ogni ambito può essere sviluppato". La didattica deve poter considerare tutte e tre le forme di orientamento:
- Se dopo aver letto un brano chiediamo agli alunni di: fare un riassunto, si sta esercitando l'intelligenza analitica;
- Inventare un finale diverso o tirare fuori un titolo, si sta esercitando l'intelligenza creativa;
- Dire dove potrebbero incontrare nel concreto alcuni elementi presenti nel brano, siamo sul piano pratico.
3. TEORIE DEGLI STILI COGNITIVI
Lo stile è l'approccio preferenziale all'apprendimento di un individuo, che descrive il suo modo tipico e stabile di immagazzinare, recuperare e elaborare le informazioni (come ci approcciamo alle informazioni). È quindi diverso dall'intelligenza, che è la modalità con la quale elaboriamo contenuti diversi.
Il ruolo della scuola è centrale nello sviluppare e promuovere
sull'immagine complessiva, sulle relazioni tra le parti e sul contesto generale, mentre chi ha uno stile analitico preferisce focalizzarsi sui dettagli e sulle singole componenti. Questi stili cognitivi possono influenzare il modo in cui gli individui apprendono e comprendono le informazioni. Ad esempio, gli studenti con uno stile sistematico potrebbero preferire un approccio step-by-step, mentre quelli con uno stile intuitivo potrebbero essere più inclini a formulare ipotesi e cercare conferme. È importante considerare e rispettare la diversità degli stili cognitivi degli studenti, offrendo opportunità di apprendimento che si adattino alle loro preferenze. In questo modo, si favorisce un apprendimento plurimo, in cui ogni individuo può sfruttare al meglio le proprie capacità e potenzialità.sull'aspetto globale o analitico generale (quadro di insieme) di quello che viene loro presentato, cercando di coglierne il senso, mentre chi ha uno stile analitico indugia sui particolari, arrivando con ritardo a una visione globale. Entrambe le polarità hanno punti di forza, ma possono essere un elemento limitate nel momento in cui le situazioni di apprendimento richiedono un approccio meno orientato in una direzione specifica. Si riferiscono alla decisione di affrontare i compiti: l'impulsivo li affronta con un'azione immediata senza preoccuparsi di inibire prima gli elementi irrilevanti della situazione, fa un'elaborazione veloce, mentre il riflessivo li affronta con un processo lento e accurato. Sicuramente quest'ultimo appare più adattivo, ma il primo è utile nel momento in cui compiti richiedono la messa in atto di processi decisionali o elaborativi rapidi e corretti. Nello stile verbale si preferisceIl codice linguistico, verbale, quindi prediligeranno la spiegazione che utilizza il linguaggio in modo preponderante e fa riferimento ai testi scritti; nello stile visuale si preferisce il codice visuo-spaziale quindi prediligeranno l'impiego di immagini, mappe, schemi, cartelloni, aspetti iconici dei test.
Cercare di adattare il proprio stile di insegnamento allo stile di apprendimento/cognitivo degli allievi non significa studiare lo stile cognitivo di ognuno e fare poi un apprendimento specifico per ognuno, ma cercare di proporre delle modalità di lavoro che spaziano i vari stili e che permettano allo studente di rinforzare il proprio stile cognitivo e di sperimentarne altri diversi non esattamente congeniali al proprio (es. a volte di essere più analitici, a volte più globali, a volte che utilizzano a volte più le immagini, a volte la verbalità, ecc).
Nell'ottica di un curricolo inclusivo, bisogna diventare in grado di
adattare le proposte in riferimento allo stile cognitivo di ciascun alunno. Dal punto di vista della ricerca (Mitchell, 2014) questa grossa enfasi sull'importanza degli stili è stata ridimensionata.