Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
DIDATTICA TECNOLOGIA E TECNOLOGIE PER LA DIDATTICA
Con tecnologie della didattica si allude in genere a molteplici problemi. Si distinguono due piani di studio:
- EDUCATIONAL TECHNOLOGY interpreta le tecnologie come mezzi, dispositivi fisici e concettuali attraverso cui si può insegnare e apprendere (applicazioni, software, piattaforme, che costituiscono i dispositivi materiali che possono essere utilizzati). I mezzi sono prevalentemente:
- tecnologie dell'istruzione: metodologie connesse alle finalità dell'istruzione (es. istruzione programmata, istruzione a distanza);
- tecnologie per apprendere: ovvero apprendere con le tecnologie.
- MEDIA EDUCATION non è interessata alle tecnologie per insegnare/apprendere ma assume le tecnologie come oggetto di apprendimento (learning about technology), quindi è interessata a studiare il rapporto tra i soggetti (insegnanti o allievi) e le tecnologie (es. sul cyber bullismo interviene la media education) e i
criteri per il loro uso. Un aspetto fondamentale è quello delle competenze digitali, ovvero la capacità di agire in un mondo sempre più caratterizzato da tecnologie, con familiarità ma anche con spirito critico (si tratta della capacità di selezionare informazioni pertinenti ed affidabili, di comportarsi in modo responsabile sulla rete, evitando rischi legati alla sicurezza personale e comportamenti lesivi dei diritti degli altri); si trovano qua anche se le competenze vengono acquisite agendo con esse e sperimentandole, quindi potrebbero stare anche sotto l'education technology. In generale quindi, la prima si occupa di costruire metodi e strategie per il loro uso (come si usano, come sono fatti, come si può allestire una situazione didattica che fa uso di questi...), mentre l'altra è più preoccupata alla relazione mezzo-soggetto.
Tecnologie per l'istruzione. Hanno un origine molto lontana nel tempo infatti,
Soprattutto sulla scorta di un'idea di apprendimento di matrice comportamentista (ovvero come risposta osservabile ad uno stimolo), si è andato ad affermare Skinner con l'istruzione programmata, basata sull'idea che il nostro pensiero proceda per associazioni, ossia legami che si stabiliscono tra i vari saperi e concetti memorizzati (1965). L'istruzione programmata è la prima forma di tecnologia dell'istruzione; quest'istruzione poteva essere fatta in presenza ma anche a distanza, ovvero si fornivano agli allievi delle sequenze di apprendimento che avevano una precisa struttura: si programmava il segmento di istruzione, si ipotizzava un certo comportamento in risposta, e così si procedeva fino al raggiungimento dell'obiettivo, intervallando la proposta con una verifica.
L'istruzione programmata si basa quasi sempre su una strutturazione del processo didattico:
- esposizione di concetto A;
- esposizione di concetto B;
Inverte il concetto ‘imparare per usare’ in ‘usare per imparare’. Dal punto di vista teorico Papert riprende l’impostazione del costruttivismo piagetiano (secondo cui ogni soggetto elabora in modo personale l’informazione) aggiungendo il fatto che l’elaborazione del soggetto è più significativa se supportata dall’elaborazione di un prodotto materiale e concreto, che può essere mostrato, discusso, esaminato, ammirato (“realizzare ed esplorare creature artificiali”).
Intorno agli anni ’70, ’80, le scuole primarie presero confidenza con una costruzione di Papert, ovvero il linguaggio LOGO; questo è un dispositivo usato per far passare l’idea di linguaggio artificiale, di programmazione semplice ed efficace, di pensiero algoritmico (linguaggio realizzato tramite due metafore: quella spaziale consente ai bambini di programmare una piccola tartaruga insegnandole a eseguire i loro stessi movimenti,
Perché scrivendo in modo corretto le istruzioni, questa avrebbe svolto il percorso programmato; quella linguistica che consiste nell'insegnare parole nuove in modo da ampliarne il vocabolario iniziale). Vengono ideati inoltre i mattoncini LEGO programmabili, mattoncini che contengono microprocessori e sensori, che possono essere utilizzati per costruire dei robot, programmato poi tramite un computer.
Gli strumenti tecnologici vanno ad ampliare il triangolo didattico insegnate-allievo-sapere; si pongono in maniera speculare al sapere, ma soprattutto entrano nella relazione fra insegnanti e allievi, mediandola. Queste tecnologie (che possono essere digitali e no) vanno a trasformare gli spazi, i tempi e le modalità dell'insegnamento/apprendimento; ad esempio le aule sono sempre più caratterizzate da tecnologie (es. wi-fi, LIM, tablet e altri supporti multimediali).
Esempi di tecnologie didattiche, usate per l'istruzione:
- BYOD (Bring Your Own Device): ognuno
prenderedecisioni.- fase operatoria: individualmente o in gruppo, lo studente è chiamato a produrre qualcosa (es. mappa, presentazione,schema, video). Centrale è il learning by doing.- fase ristrutturativa: avviene la discussione, lariappropriazione di senso, la correzione e la verifica; i lavoripossono essere condivisi internamente, in classe, oppureesternamente, per condividerli nel mondo della rete.Importante è la riflessione sul proprio apprendimento.- Internet: con la rete sono nati ambienti di apprendimento online, ovvero l’e-learning, contesto operativo che puòessere utilizzato sia in maniera esclusiva che blended, ovvero mista, con integrazione di momenti in presenza emomenti online.Le modalità di utilizzo di dispositivi possono essere diverse:- modalità erogativa: più vicina alla modalità tradizionale, anche se è operata tramite questi dispositivi, consiste nelfornire materiali didattici multimediali in
modalità asincrona o in streaming.- modalità interattiva individuale: il soggetto ha possibilità di interagire e di essere seguito da docente/tutor.- modalità interattiva collaborativa: gli allievi possono interagire collaborando tra loro, attraverso forum, blog e spazi di scrittura condivisi.
Media educationSettore disciplinare impegnato nella riflessione sui media intesi come oggetto, strumento e spazio del processo educativo.Storicamente si distinguono tre fasi, alle quali ne viene aggiunta un'altra:1. 1930-1950: Discernere e resistereQuando ci sono rivoluzioni (culturali, telematiche...) che si impongono all'attenzione, invadono i campi degli studi e vanno a modificare l'assetto attuale, c'è sempre il sospetto che l'innovazione faccia rinunciare a qualcosa di decisivo e di indispensabile.Es. al tempo dell'introduzione della scrittura, vi fu una reazione da parte di chi temeva la perdita della tradizione
orale;all'avvento della stampa dei caratteri mobili, vi fu la reazione di coloro che temevano la perdita della scrittura amanuense;all'avvento della rivoluzione telematica, molti reagirono opponendo il rischio che si perdessero aspetti fondamentali dell'ascrittura, del libro...Si sviluppano due tendenze: da un lato gli apocalittici che sottolineavano il carattere dannoso dei media visti come pericolo per l'integrità morale delle persone perché in grado di plasmare le menti, e dall'altro gli integrati che sottolineavano il potenziale positivo dei media che vanno studiati per poterli poi utilizzare a scopo educativo.Dal punto di vista pedagogico, un'innovazione non è di per sé né buona né negativa: il pedagogista parte dall'esistente, prendendo atto che le rivoluzioni sussistono e che vanno a modificare i contesti (in particolare c'è il riferimento a quello educativo e didattico); la sfidapedagogica/didattica è cercare di approfittare dei vantaggi diciamo che l'innovazione offre, o di approfittare di ciò che può essere trasformato e interpretato come positivo. La media education nasce perc