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MODELLO MULTICOMPONENZIALE DI BADDELEY

Alla luce di altre richieste egli elabora il modello multicomponenziale (1986), ossia formato da più componenti che funzionano in parallelo e che sono deputate a compiti di mantenimento e elaborazione di specifiche tipologie di informazioni.

La memoria di lavoro è un sistema deputato al mantenimento e all'elaborazione temporanea delle informazioni mentre si effettuano compiti cognitivi di vario tipo: permette di mantenere vivo il ricordo degli elementi con i quali si viene a contatto per poterli utilizzare ai fini di un obiettivo.

Nella prima formulazione, Baddeley, ne ha indicati tre: due periferici, i quali sono regolati dalla componente centrale.

Il ciclo fonologico è la capacità di gestire le informazioni basate sul linguaggio (es. comprensione linguistica). Esso ha un magazzino fonologico e un sistema di reiterazione. Permette la gestione, la memorizzazione e l'organizzazione delle informazioni basate

sul linguaggio, quindi in forma fonologica. Esso si compone di due sottosistemi: - magazzino fonologico di funzionamento passivo; - sistema di reiterazione o sistema di controllo articolatorio. Essi agiscono in maniera integrata (le info di tipo verbale nel magazzino fonologico decadono in circa due secondi se la traccia non viene rinfrescata attraverso la ripetizione subvocalica, ossia la reiterazione) e determinano lo span verbale, ossia il numero di elementi fonologici mantenibili in memoria di lavoro. Il quaderno visuo-spaziale, invece, ci consente di gestire le immagini, è una sorta di lavagna mentale. Consente di gestire le informazioni visive e spaziali ed è costituito da due componenti: - deputata all'elaborazione di informazioni visive statiche (colore, forma) e risponde a domande sul cosa (what system); - specializzata per le localizzazioni spaziali, quindi per l'immagazzinamento delle caratteristiche spaziali e dinamiche (posizione, movimento,

direzione) e risponde alla domanda sul dove (wheresystem).

L'esecutivo centrale è un sistema che regola l'entrata in azione di questi altri sistemi sussidiari dipendenti dalla tipologia di informazione (se è più verbale o se è più visiva).

Quello che abbiam visto essere alla base dell'attenzione (selettività, durata, shift, capacità) sono tutte procedure che vengono gestite dall'esecutivo centrale. L'esecutivo centrale è localizzato sui lobi frontali, è la parte del nostro cervello che ci distingue di più dagli altri animali, ovvero è questa capacità elaborativa legata a come ci approcciamo all'informazione. Molti problemi legati a disturbi specifici dell'apprendimento risiedono proprio qui e sul ciclo fonologico.

L'esecutivo centrale è un sistema di controllo centrale localizzato a livello dei lobi frontali e che ci distingue dalle altre specie, in

quanto consente l'elaborazione delle informazioni. Esso sovraintende al funzionamento dei due sistemi periferici specializzati nell'elaborazione di particolari tipologie di informazioni, ossia linguistiche (ciclo fonologico) e visuospaziali (taccuino). Secondo il modello di Normane Shallice, la maggior parte delle attività sarebbe controllata da schemi, insiemi di azioni che una volta innescate dalla comparsa di stimoli appropriati, sarebbero eseguite automaticamente; il meccanismo di selezione di schemi abituali è il contention scheduling che interviene nella regolazione di attività abitudinarie. Vi è poi il SAS (sistema attentivo supervisore) che ha accesso alla rappresentazione dell'ambiente, alle capacità cognitive e alle interazioni dell'individuo, non opera controllando il comportamento ma modulando i livelli inferiori del sistema, attraverso l'attivazione o inibizione di schemi particolari; questo livello di controllo.

è necessario quando si devono affrontare situazioni nuove, inibire fonti di stimolazione poco funzionali, prendere decisioni o pianificare strategie. Non a caso parliamo di funzioni esecutive, ossia elementi di pianificazione dell’attività che fanno riferimento al funzionamento di questo esecutivo e che diventano fondamentali quando aumenta la difficoltà del compito da svolgere, è necessario svolgere più attività in parallelo, il compito non è già strutturato. Tale sistema è fortemente legato ai processi attentivi: svolge funzioni attentive, di controllo e decisione.

Quindi, gli studenti di Baddeley riuscivano a svolgere il compito perché utilizzavano il ciclo fonologico per ripetere, mentre il quesito che gli veniva posto (“A segue B”) lo scrivevano in una sorta di lavagna mentale nel quaderno visuo-spaziale e questo gli consentiva di ripetere.

Nel contempo l’esecutivo centrale, che è un

sistema che si fonda sull'attenzione, shiftava tra un esercizio e l'altro rendendo possibile il tutto. Tale modello è molto importante poiché ci spiega tutta una parte degli stili cognitivi e così via. Noi magari siamo in grado di utilizzare contemporaneamente tutti e due questi sistemi accessori, ma magari qualcuno può avere delle preferenze: qualcuno è più visualizzatore (Si ricorda meglio la fisionomia delle persone, come erano vestiti ecc.) e qualcuno è più verbalizzatore. Ad esempio, molti allievi con disabilità funzionano meglio sul quaderno visuo-spaziale: Il punto di forza degli allievi con disturbo dello spettro autistico è proprio il quaderno visuo-spaziale, anche se qualche volta sanno parlare bene ma non riescono a ricordare bene le informazioni linguistiche (non a caso si usano sempre le immagini). Questo si collega bene anche con il discorso del curriculo inclusivo. È chiaro che è unmodello questo appena analizzato. Oggi, ad esempio, si sa molto bene che il "visuo-spaziale" sono due cose diverse: un conto è una competenza visiva (= il che cosa vedo/analizzo - "what sistem") un conto è il where sistem (= il dove - memoria spaziale). L'aspetto spaziale è padroneggiato bene anche in situazioni di disabilità intellettiva, non è compromesso come altre forme di memoria. Se giochiamo a memory con dei bambini possiamo vedere che, a volte, ci fregano: questo accade perché la memoria spaziale è più automatica ed ha meno bisogno di un sistema elaborativo legato all'attenzione, l'esecutivo centrale e, quindi, funziona adeguatamente anche in persone che hanno un età inferiore o in situazioni di disabilità non gravissime ma significative. Quindi, come già detto, tutto questo è da intendersi come un modello, non è che ci spiega tutto: il

Il professore ha fatto alcune interessanti ricerche insieme a colleghi della lega del filo d'oro. Quest'ultimo è una grande struttura diramata su tutto il territorio nazionale e, in questo contesto, sono seguiti bambini, adolescenti e adulti sordo-muti e ciechi. Quindi, essi sono contemporaneamente privati della vista e dell'udito: essendo sordo-muti non riescono a utilizzare il ciclo fonologico come noi lo intendiamo e essendo anche ciechi il quaderno visuo-spaziale è compromesso. Nonostante questo, alcuni di loro hanno una memoria di lavoro molto sofisticata.

Il sistema comunicativo con queste persone prende il nome di "malossi": la mano è, sostanzialmente, come se fosse una macchina da scrivere. Quindi, a seconda di dove si tocca/pizzica si indica una determinata lettera (per chi non conosce questo sistema, basta far infilare alla persona un guanto dove sono ricamate le lettere). Può succedere che mentre si sta dicendo loro una cosa, non

ci si ricorda la posizione sulla mano della lettera e si può vedere che questi soggetti, magari, ci danno il dito e questo significa che stanno elaborando dal punto di vista della memoria di lavoro perché stanno tenendo in memoria quello che gli ho fino a quel momento digitato e, avendo capito come si concluderà la parola, mi danno un indicazione che sta a dire "è qua la lettera che ti serve". Quindi la memoria di lavoro funziona, ma il ciclo fonologico e il quaderno visuo-spaziale no. Come elaborano le informazioni tattili? È stata anche fatta un'idea di ricerca, insieme a Baddeley, per studiare questo aspetto. Tutto questo per dire che si sta parlando di modelli e non vuol dire che questa sia la realtà ma è il sistema con il quale, attualmente, si riesce a spiegare meglio alcune cose (ad esempio, prima si utilizzava il modello multistadiale). Anzi, Baddeley ha aggiunto recentemente un BUFFER EPISODICO ai sistemi precedenti perdire: "alcune cose che sono multimediali, dove è difficile distinguere quello che può essere il ciclo fonologico in confronto al quaderno visuo-spaziale, consideriamo anche un qualcosa che debba gestire delle informazioni che sono contemporaneamente cariche dal punto di vista visivo e spaziale e che quindi richiedono un'elaborazione che è difficile pensare in tempi così brevi su due sistemi staccati di questo genere." E' stato quindi aggiunto un ulteriore elemento che arricchisce la cosa ma che, sostanzialmente, per noi è importante per farci capire che quando parliamo di memoria di lavoro per i nostri allievi noi intendiamo queste cose. Allora fai un curricolo inclusivo? Hai dei problemi particolari con alcuni allievi nostri? Tutto questo è ben descritto all'interno di questa modalità per cui dobbiamo considerarlo anche dal punto di vista didattico: dobbiamo variare le cose, dobbiamo aiutare a fare delle."

attività che possano mettere in campo queste azioni. Il buffer episodico tiene conto della multimedialità di alcune informazioni le quali possono essere contemporaneamente visive e verbali; tale multimedialità ci porta ad avere la necessità, soprattutto per alcuni apprendimenti molto rapidi (che non possono essere connessi a una messa in campo di ciclo fonologico o quaderno visuo-spaziale con un'azione di shift dell'attenzione perché sono molto rapidi), di un sistema apposito, interfaccia tra i due sistemi che utilizzano codici differenti. Esso viene controllato dall'esecutivo centrale e provvede a mettere insieme informazioni provenienti da una varietà di fonti, modificandole e manipolandole in una rappresentazione che tiene conto anche di parametri spaziali e temporali.

Altro tipo di esperimento: vengono presentate venti sillabe, come prima, da ricordare dopo 20 secondi. Il giorno seguente viene fatto un altro esperimento: vengono

proposte altre venti sillabe, però, nei 20 secondi che passano tra la fine dellapresentazione di queste sillabe e il momento in cui si devono ripetere, si deve contare all'indietro, togliendo ogni volta tre cifre, partendo da 990 (987 - 9)

Dettagli
A.A. 2020-2021
214 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.arcangeletti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Cottini Lucio.