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LEVE GESIONALI PER LA RACCOLTA
a. Mix di prodotti e di servizi: può prevedere che alcuni prodotti o servizi siano a costo
zero per il cliente, quindi abbiano ricavo zero per la banca o addirittura siano in perdita
per la banca. Anche facendo ciò la banca può variare le condizioni con una certa
attenzione alla categoria a cui si rivolgono queste modifiche.
- Elevato grado di innovazione
- Elevato grado di diversificazione
- Integrazione prodotti & effetto crowding out
- →
Offerta “complessa”: diminuzione dell’importanza di remunerazione stabilità nella
relazione di clientela
b. Pricing: modalità di tariffazione prodotti/servizi offerti: Tutte le campagne di nuovo
pricing saranno orientate verso uno strumento marcato degli strumenti di pagamento
(carte, online) e sempre meno l’utilizzo del contante. Il contante crea molti problemi di
trasporto, di falsi ecc.
- Tasso di interesse: è sempre stato la leva meno importante, salvo che si parli di
raccolta a tempo. Il tasso di interesse è importante nella raccolta a tempo e
assolutamente irrilevante nella raccolta a vista.
- Tasso di “reattività”: reazione che il cliente più avere a seguito di una variazione
negativa delle condizioni, cioè se la banca modifica in maniera negativa per il cliente
le condizioni, quale è la probabilità che questo cliente se ne vada. Molto basso nella
clientela al dettaglio e molto alto nelle aziende. Negli ultimi anni si è alzato nella
clientela al dettaglio grazie anche a una serie di nome burocratiche che riducono la
sezione negativa del cliente alle variazioni.
- Elementi non price: la raccolta a tempo è l’unica forma di remunerazione. Sulla
raccolta a vista, in particolare in forma di deposito su conto corrente, prevalgono
elementi non-price non collegati direttamente al prezzo, ma che danno accesso a
prodotti e servizi gratuiti o con costi ridotti. [es. aperitivo in un posto esclusivo].
- Liquidità aziendale: se una banca lancia una campagna molto aggressiva sui conti
di deposito remunerandoli molto è perché la banca ha problemi di liquidità. Chiedere
liquidita alla clientela è costoso ma effettivo. Chiede alla BCE non ha costi, ma il
tempo è limitato e deve essere garantito
- Livello di concorrenza/sostituzione (interna & esterna)
- Andamento tassi di mercato
c. Distribuzione
- Canali di vendita: il ruolo dell’IT: oggi esistono molteplici canali (internet, mobile)
quindi non c'è bisogno di recarsi in banca o in una filiale per eseguire alcune
operazioni come l’apertura di un conto corrente
- Mix di canali: ci sono moltissimi canali
- - 30% sportelli entro 2020: un tempo le filiali erano fondamentali, ora non c'è più
bisogno di portare fisicamente il denaro, quindi le filiali hanno ancora senso? A che
tipo di clientela la banca si rivolge?
- Retail & private: cambia per esempio l’arredamento: per la clientela retail si arreda
con i mobili Ikea, per i private si usano o i mobili di antiquariato o i mobili della
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corrente zen. Cambiano anche gli interessi: quasi tutti i clienti private giocano a golf
al contrario dei clienti retail.
d. Comunicazione
- Prodotti/servizi bancari sono credence goods (≠ da search e experience goods)→
aspetto fiduciario: i credence goods sono delle merci in cui il rapporto qualità prezzo
è molto soggettivo. Sono beni diversi dagli experience goods (es. un gelato è un
experience good perché il gusto è soggettivo e bisogna provarlo. C'è bisogno di
un’esperienza fisica) e dai search goods (quelli per cui bisogna fare ricerca). Il
rapporto con la banca mette in gioco l’elemento fiduciario che è molto difficile da
valutare.
- Fidelizzazione o acquisizione nuova clientela: per comunicare il grado di fiducia
bisogna comunicare fattori come il grado di fidelizzazione o di acquisizione.
- Il ruolo della reputation: è diversa in base ai mercati
- Il livello di educazione finanziaria della clientela
FORME TECNICHE
Al dettaglio:
Depositi: tutela del FIDT
* - A risparmio
- In conto corrente
- Conti di deposito
- Certificati di deposito
Obbligazioni
* - Senior
- Obbligazioni subordinate
- Covered bonds
Altre forme tecniche (PCT,..)
*
All’ingrosso:
Mercato interbancario
• - Depositi a tempo
- Scadenze overnight ÷ 12 mesi
- Saldi passivi c/c per servizi resi
Obbligazioni subordinate: andando a fornire le forme tecniche di raccolta diretta
• all’ingrosso, cioè a altre banche, i costi salgono perché sono molto informate sulle
subordinate
Depositi presso la BCE: bisogna fare attenzione ai tassi negativi
•
Pagina 97 17/05/2019
La gestione del portafoglio titoli (slide 10)
L’ATTIVITÀ DI INTERMEDIAZIONE MOBILIARE SVOLTA DALLE BANCHE
L’intermediazione immobiliare è quella che prende i considerazione i valori mobiliari , cioè
l’insieme di tutte le attività che hanno per oggetto valori mobiliari. I valori mobiliari sono i
titoli. Non tutti gli strumenti finanziari sono mobiliari, ma solo quelli ce hanno il requisito
della mobiliarità, cioè possono essere trasferiti da una persona all’altra con il contratto di
compravendita.
Ci sono 3 macroaree dell’attività di intermediazione mobiliare svolta dalle banche:
- Servizi agli emittenti: collocamento, consulenza
- Servizi agli investitori in valori mobiliari: negoziazione, gestione di patrimoni,
consulenza. Gli investitori sono coloro che domandano valore mobiliare
- Servizi agli offerenti di valori mobiliari, che sono coloro che offrono valori mobiliari
Accanto a queste aree c'è il portafoglio titoli di proprietà, cioè l’insieme di titoli che la
banca possiede direttamente, per i quali vanta un titolo di proprietà
La dimensione di queste macroaree è diversa in base al modello di business della banca.
- In una commercial prevale il portafoglio titoli
- In una investment prevalgono servizi agli emittenti agli investitori.
I riferimenti di carattere normativo sono in primis al testo unico della finanzia (TUF). L’art. 1
comma V dice in cosa consistono servizi e attività di investimento quando per oggetti
strumenti finanziari: →
a) Negoziazione per conto proprio i risultati economici che si realizzano finiscono sul
conto economico della banca →
b) Esecuzione per conto dei clienti la banca riceve commissioni
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c) Sottoscrizione e/o collocamento con assunzione a fermo, ovvero con assunzione di
→
garanzia nei confronti dell’emittente tipico servizio l’emittente: quando la società fa
un aumento di capitale sociale non lo gestisce da sola e affida questi elementi a
consorzi, cioè insieme di intermediari che si occupano di collocare quello strumento
finanziario sul mercato
c) Collocamento senza impegno irrevocabile nei confronti dell’emittente
d) Gestione di portafoglio: la gestione collettiva di portafogli è un’attività che ha riserva di
legge, mentre la gestione individuale di portafogli non ce l’ha.
→
e) Ricezione e trasmissione di ordini attività che si svolgono da casa di compravendita
di azioni →
f) Consulenza in materia di investimenti prestazione di raccomandazioni personalizzate
a un cliente, dietro sua richiesta o per iniziativa del prestatore del servizio, riguardo a
una o più operazioni relative a strumenti finanziari. Questo punto a seguito della Mifid 2
ha assunto un ruolo fondamentale perché prima la consulenza era considerata solo un
servizio accessorio (non compariva nell’elenco). Un servizio accessorio può essere
svolto solo se viene svolto uno principale. Con l’introduzione delle Mifid la consulenza
diventa servizio a se stante. Ciò comporta che il servizio può essere svolto anche da
solo. La Mifid 2 ha introdotto il fatto che la consulenza personalizzata debba essere
remunerata.
g) Gestione dei sitemi multilaterali di negoziazione
LE PRINCIPALI NOVITÀ INTRODOTTE DA MIFID 2
La Mifid 2 è la seconda direttiva sui mercati e strumenti finanziari. Sarebbe dovuta entrare
completamente in vigore dal 1 gennaio 2018. Prevede variazioni da Mifid 1.
Le principali novità introdotte sono:
1. Classificazione della clientela: ogni intermediario finanziario ha obbligo di classificare
la clientela secondo tre categorie:
- Clientela retail: chi non rientra nelle due successive categorie
- Cliente professionale: persona fisica o giuridica che dimostra alla banca di avere
esperienza in materia di investimento di strumenti finanziari e in maneggia di
valutazione del rischio e che chiede di essere riconosciuto come cliente
professionale,
- Controparte qualificata: intermediario finanziario o soggetto istituzionale che chiede di
essere riconosciuto come controparte qualificata.
Partendo dalla controparte qualificata e andando verso l’alto c'è un aumento del
numero e della tipologia di informazioni che l’intermediario deve fornire riguardo gli
investimenti in strumenti finanziari. Al cliente retail la banca deve fornire più informazioni
con un linguaggio comprensibile dal soggetto, inoltre la banca deve informarsi che il
soggetto abbia capito le informazioni. Per suddividere la clientela bisogna fare un
questionario che viene aggiornato almeno con cadenza annuale. L’obiettivo del
questionario è verificare quale è la tolleranza al rischio del soggetto, la capacità di
sopportazione delle perdite e quindi l’adeguatezza del singolo strumento proposto dalla
banca sia stante le caratteristiche del soggetto e quelle del portafoglio in essere.
Pagina 99
2. Product governance (governance sul prodotto): norme specifiche per gli strumenti
finanziari. Riguarda i:
- Produttori: processo di approvazione (product approval process). Colui che produce
lo strumento finanziario. Per ciascun strumento finanziario prima della
commercializzazione e distribuzione alla clientela deve essere fatto un processo di
approvazione
- Distributori: sopratutto le banche devono avere dei meccanismi che consentano di
ottenere e comprendere al meglio il processo di identificazione (product approval
process), di capire le caratteristiche dello strumento e per ciascun prodotto devono
identificare la clientela target.
3. Product intervention: possibilità di intervento da parte delle Autorità di vigilanza
toccando la distribuzione di determinati prodotti finanziari (timori significativi in merito
alla protezione degli investitori e/o efficienza dei mercati). Nel nostro paese non si è mai
verificato. Viene bloccato quando si reputa che questo provochi danni alla c