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PV CLIENTI
Se da questo secondo confronto ne otteniamo una seconda eccedenza ( ), si procede ad
ECC
2
un’ulteriore trasformazione finale delle scadenze:
3° Regola BdI
TOTALE ATTIVITÁ 60 % 20 %
A MT CON VITA PRESTITI A MT PRESTITI A BT VERSO
< + +
ECC
2
RESIDUA CON VITA CLIENTI & INTERBANK
COMPRESA TRA 18 RESIDUA TRA CON VITA RES. MINORE
E 60 MESI 18-60 MESI 18 MESI
Rischio di Tasso ( RT )
Il rischio di tasso fa parte dell’attività bancaria. L’accezione di tale rischio individua
gli scostamenti inattesi del TI ovvero quelli che la banca non è riuscita a prevedere
correttamente. Le banche possono essere più o meno esposte a RT, per le banche più esposte,
BdI si riserva la facoltà di intervenire. 16
Economia degli Intermediari Finanziari Corso Progredito
La disciplina di tale materia si applica a tutte le banche attive nel panorama italiano. I
modelli di calcolo del rischio di tasso sono forniti dal comitato di Basilea ed alcune varianti
anche da BdI. BdI esercita una vigilanza informativa sul rischio di tasso a cui una banca è
sottoposta. Infatti questa deve comunicare periodicamente a quali livelli di rischio di tasso sta
lavorando. BdI analizza le informazioni ed elabora il profilo migliore per la banca giudicando
la compatibilità tra la sfera operativa ed il rischio di tasso assunto. Se il rischio di tasso
assunto è giudicato incompatibile con le prospettive future, BdI può disporre l’immediato
risanamento della situazione ed il divieto, in capo alla banca, di assumere nuovo rischio. Il
dato di base su cui BdI basa le sue valutazioni è lo scostamento di RT in capo alla singola
banca rispetto alla media nazionale.
La misurazione del rischio di tasso avviene nel seguente modo. Si considera il
complesso di attività e passività, italiane ed estere, riconducibili alla banca. Sia quelle che
compaiono a bilancio, sia quelle sotto la linea. Si procede ad una distinzione in due
macroclassi: area euro ed aree diverse da euro.
Si riordinano gli elementi sulla base della vita residua in 14 classi che vanno da
regolazione a vista fino a regolazione oltre i 20 anni. Per i titoli a tasso variabile, non si
considera la vita residua in senso stretto bensì la data di rinegoziazione del TI ponderata sulla
durata finanziaria del titolo ( Duration ). Le posizioni attive e passive da titoli a tasso vanno
compensate tra loro. Un ulteriore compensazione interviene verticalmente per i titoli a tasso
variabile.
L’esposizione complessiva a RT è data dalla sommatoria degli sbilanciamenti di ogni
classe. L’indicatore di rischiosità con riferimento a RT sarà dato dal seguente rapporto:
ESPOSIZIONE A RISCHIO DI TASSO
PATRIMONIO DI VIGILANZA
L’utilizzo di tali indicatori non è obbligatorio se la banca riesce a predisporre un
indicatore più efficiente. 17
Economia degli Intermediari Finanziari Corso Progredito
5. LE PARTECIPAZIONI ED INVESTIMENTI IN IMMOBILI
Con il termine partecipazione si indica il possesso da parte della banca o del gruppo
bancario, di azioni o quote nel capitale di altri soggetti.
La premessa fondamentale è che le partecipazioni in altre società, soprattutto quelle
non finanziarie, è considerata una operazione più rischiosa rispetto alla concessione di
finanziamenti tramite credito. Nel caso di insolvenza della società i creditori hanno priorità di
rimborso rispetto agli azionisti. Questo fatto pone in cattiva luce le partecipazioni delle
banche in altre società. Ed è anche per il motivo appena esposto che BdI si riserva ampia
discrezionalità in materia.
La questione delle partecipazioni è delicata secondo tre aspetti: le partecipazioni che le
banche assumono in proprio, le partecipazioni di altre aziende nelle banche ed i rapporti banca
– compagnie assicurative. Soprattutto il terzo punto presenta diverse anomalie in quanto la
disciplina in materia è ancora scarsa.
I principali problemi potrebbero così essere riassunti: un’impresa industriale potrebbe
giungere a controllare una banca tramite il controllo di una compagnia assicurativa, non solo,
potrebbero crearsi i presupposti per arbitraggi di regolamento, anche a livello internazionale.
Va, tuttavia, specificato che ogni banca è libera di attuare un’attività di negoziazione e
gestione mobiliare. Per una banca tale attività può essere affrontata secondo tre logiche:
dealer di breve periodo, capital gain con orizzonti temporali di medio termine ( Investment o
Merchant Bunker ) oppure, la logica che rievoca le partecipazioni, ovvero, compro e
mantengo in portafoglio attività.
Le regole riconducibili a questa disciplina sono armoniche al processo di
despecializzazione bancaria introdotto dal Testo Unico. I destinatari della disciplina sono i
gruppi bancari e le singole banche non appartenenti a gruppo.
L’assunzione di partecipazione è limitata prudenzialmente dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze sentita BdI. Gli investimenti in immobili e le partecipazioni
durature non riguardano l’attività bancaria, in senso stretto, e quindi entrambi gli aggregati
vanno in detrazione al patrimonio di vigilanza. Il vincolo in questione è il seguente:
IMMOBILI + PARTECIPAZIONI < PATRIMONIO DI VIGILANZA 18
Economia degli Intermediari Finanziari Corso Progredito
Oltre questa soglia, l’attivo della banca si considera eccessivamente immobilizzato.
BdI può imporre limiti più stringenti qualora ritenga la situazione non sostenibile per la
banca. Il limite trova applicazione sia a livello individuale che consolidato. A seconda del
destinatario della partecipazione, si distinguono 2 macroclassi di soggetti. Vediamo lo
schema: Macroclasse 1 Macroclasse 2
- Imprese Finanziarie - Imprese Non Finanziarie
- Società Finanziarie
- Società Strumentali
- Assicurazioni
Banca VINCOLO GENERALE: IMMOB + PARTECIPAZ < PAT VIG
+
VINCOLI SPECIFICI
Compagnia NO LIMITAZIONI MA VALGONO LE STESSE
NECESSARIA
Assicurativa REGOLE VISTE PER LE
AUTORIZZAZIONE BANCHE
PREVENTIVA
Il termine società finanziaria individua società che esercitano in via prevalente una
o più delle attività finanziarie definite dall’articolo 1 del TUB. Le Compagnie Assicurative
possono investire in imprese finanziarie solo dopo aver ottenuto preventiva autorizzazione.
ISVAP rilascia l’autorizzazione dopo aver valutato le capacità tecnico – organizzative della
compagnia. Le partecipazioni in imprese non finanziarie si basano su due presupposti di
fondo: l’impresa deve essere solida, la partecipazione rafforza la struttura patrimoniale
dell’azienda. Un caso particolare sono le società di partecipazione ovvero le Holding. Se
partecipano in prevalenza al capitale di società finanziarie, allora, anche queste verranno
accluse alla macroclasse 1. Viceversa saranno accluse alla Macroclasse 2.
Acquisizione di partecipazione in banche, in società finanziarie, in
assicurazioni. Fatto salvo il limite generale, intervengono nei casi specifici altri limiti e
vincoli. Innanzitutto questo tipo di operazioni necessitano di preventiva autorizzazione
qualora la partecipazione sia qualificata ed ecceda i seguenti limiti:
10%, 20% CAPITALE SOCIETÁ TARGET O CONTROLLO
10% DEL PV DELLA BANCA PARTECIPANTE 19
Economia degli Intermediari Finanziari Corso Progredito
Le autorizzazioni sono concesse da una o più autorità competenti: BdI, ISVAP se
si vuol partecipare al capitale di una compagnia assicurativa, CONSOB se la banca è quotata
in borsa, ANTITRUST quando è a rischio il principio di concorrenza sui mercati. Quando
l’operazione è cross – border allora verranno chiamati in causa anche le controparti straniere.
Le partecipazioni di banche in compagnie assicurative seguono gli stessi iter autorizzativi
appena visti e possono tendere al massimo al seguente limite:
PARTECIPAZIONI IN CAX < 40% PV DELLA BANCA
Tale operazione, inoltre, necessita di duplice autorizzazione BdI e ISVAP. Le
quali, causa la disomogeneità delle attività, dovranno coordinarsi anche per quanto concerne
le funzioni di vigilanza. L’autorizzazione ad acquisire capitale di imprese finanziarie terze è
subordinata anche alla verifica d’inesistenza di possibili situazioni future che condizionino
l’attività di vigilanza. Questo aspetto è molto rilevante quando la società target risulta
extracomunitaria.
Acquisizione di partecipazioni in imprese non finanziarie e strumentali. Caso
particolare sono le società strumentali. La partecipazione a tali società è sottoposta sempre ad
autorizzazione. La banca può anche assumere il controllo della società strumentale. Le
partecipazioni in società strumentali inferiori al 20% del capitale della società target sono
assimilate alla normativa per le società non finanziarie.
Questo tipo di operazioni potrebbero potenzialmente ledere il requisito di liquidità
che la banca dovrebbe sempre mantenere. Per ovviare a tale problema BdI determina dei
vincoli stretti in materia. I limiti fissati sono i seguenti:
Limite Limite Limite
Individuale Complessivo di Separatezza
Banche o Gruppi
Ordinarie 3 % PV 15 % PV 15% CAP TARGET
di cui ½ in società o 1% PV BANCA
quotate
Banche o Gruppi
Autorizzate 6 % PV 50% PV 15% CAP TARGET
( PV > 1 MD € ) di cui ½ in società o 2% PV BANCA
quotate
Banche o Gruppi
Specializzate e 15% PV 60% PV 15% CAP TARGET
Autorizzate di cui ½ in società o 2% PV BANCA
( Cap > 1 MD € e quotate
Prevalenza a pax
di raccolta MLT ) 20
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Onde evitare i rischi connessi ad una eccessiva immobilizzazione dell’attivo si è
introdotto un sub - vincolo al limite complessivo. Infatti, i titoli oggetto della partecipazione
devono essere negoziati nei mercati regolamentati, ciò conferisce liquidità ai titoli stessi.
Il limite di separatezza interviene nel delimitare le partecipazioni incrociate Banca
– Impresa. In questo caso non è determinate la proprietà dei titoli, quanto il possesso.
Qualsiasi situazione che comporti attribuzione di diritti di voto in capo ad una banca deve
essere verificata e considerata al concorso della composizione del limite di separatezza. Il
limite è oltrepassabile in tre casi:
PARTECIPAZIONE COMPLESSIVA IN TARGET < 1% PV DELLA BANCA
ECCEDENZE AL 15% CAP TARGET < 1% PV DELLA BANCA
Σ OPERAZIONI DI VENTURE CAPITAL
Il problema da evitare è quello che una impresa industriale giunga a controllare
una b