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ECONOMICITÀ DELLE IMPRESE
equilibrio reddituale
- L'equilibrio reddituale (equilibrio tra componenti positivi e negativi di reddito) esprime l'attitudine della gestione di rimunerare, con componenti positivi di reddito, alle condizioni di mercato, tutti i fattori produttivi compresi il capitale di prestito ed il capitale di rischio.
- Esso deve essere valutato in funzione:
- del tempo di riferimento (di breve o di lungo periodo)
- dell'oggetto di riferimento (azienda equilibrio aziendale oppure gruppo aziendale equilibrio superaziendale)
- efficienza e flessibilità
- Non si ha economicità senza il mantenimento di un livello accettabile di efficienza, espressa in termini di rendimento fisicotecnico dei processi produttivi.
- Solo in condizioni particolari e temporanee le inefficienze possono essere trasferite all'esterno, senza danneggiare l'equilibrio reddituale dell'azienda (es. monopolio), ma
penalizzando altre aziende.
- In generale, per efficienza s'intende la relazione che intercorre tra risultati conseguiti e mezzi impiegati e viene riferito a sfere operative diverse. Una particolare espressione dell'efficienza sono i rendimenti fisico-tecnici.
- L'azienda in economicità è quella che ricerca anche flessibilità, ossia la predisposizione di strutture e di combinazioni produttive efficienti in grado di adeguarsi prontamente all'ambiente.
Congruità delle remunerazioni:
- Non si ha economicità senza congruità dei prezzi-costi sostenuti e dei prezzi-ricavi conseguiti e, in particolare, congruità delle remunerazioni del capitale-risparmio e del lavoro.
- In aziende in cui tale congruità non viene rispettata, l'economicità aziendale viene perseguita grazie anche al concorso ed a scapito di altre aziende familiari o di altre aziende di produzione.
Il giudizio di
adeguatezza o di congruità dei prezzi-costo e dei prezzi-ricavo comporta un esame delle condizioni di ambiente che caratterizzano i diversi mercati in cui le imprese operano.equilibrio monetario
l'economicità è strettamente correlata al conseguimento dell'equilibrio monetario, ossia alla capacità di far fronte agli impegni di pagamento.
- La diversa manifestazione temporale di costi e ricavi e dei relativi flussi monetari si traduce in fabbisogno finanziario.
- Compito della gestione finanziaria è ricercare la copertura di tale fabbisogno.
- La gestione finanziaria gioca così da cuscinetto tra la dinamica reddituale e la dinamica monetaria, compensando i periodi in cui si determinano squilibri monetari con quelli in cui si manifestano eccedenze di cassa.
massimizzazione del profitto
- Il principio di economicità non si identifica con il criterio della massimizzazione del "profitto".
ECONOMICITÀ DELLE FAMIGLIE
Nella azienda familiare l'economicità viene conseguita se la produzione di redditi da lavoro e da gestione patrimoniale (al netto dei tributi da corrispondere allo Stato) consente i consumi in misura "adeguata" alla posizione sociale e al progresso del tenore di vita della famiglia.
Questa produzione di redditi dovrebbe anche generare un risparmio in grado di alimentare un "conveniente" patrimonio.
L'equilibrio monetario può giocare un ruolo importante, anche se si risolve molto spesso con la creazione di un "fondo di mezzi".
liquidi’sufficiente a fronteggiare le uscite monetarie concentrate in dati periodi dell’anno.
ECONOMICITA’ DELLO STATO E DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
- Si ha economicità dello Stato e degli Istituti della P.A. se si realizzano i fini e si rispettano le condizioni seguenti:
- la produzione e il consumo di beni pubblici “soddisfacenti” per il funzionamento e lo sviluppo sociale ed economico di una collettività;
- la corresponsione di rimunerazioni “adeguate” ai collaboratori e ai finanziatori;
- l’elevata efficienza delle combinazioni economiche realizzata mediante l’adozione di tecniche progredite di gestione, di organizzazione e di rilevazione;
- l’imposizione di tributi che siano ripartiti secondo criteri di equità condivisi dalla collettività;
- l’attuazione di una gestione patrimoniale che produca redditi convenienti;
- la realizzazione di un risultato
- In molte classi di istituti nonprofit solo una parte limitata dei costi è coperta da ricavi provenienti da cessione di beni a terzi; l’equilibrio reddituale si realizza facendo conto su elargizioni volontarie, donazioni, lasciti, ecc., provenienti prevalentemente da soggetti privati ma anche da enti pubblici.
- Lo snodo critico in materia è rappresentato dalla stabilità nel tempo di tali flussi di contributi.
- Il difficile equilibrio reddituale rende fragile anche l’equilibrio monetario e l’insieme di queste condizioni mette a repentaglio la vita dell’istituto o la sua autonomia.
- In particolare, ogni crisi reddituale o monetaria può diventare l’occasione per il formarsi di soggetti economici impropri o per l’alterarsi della natura privatistica dell’istituto nonprofit.
- In molti istituti nonprofit si
presentano problematiche complesse con riguardo alla valutazione dell'efficienza e alla valutazione del grado di soddisfazione degli "utenti".
- Il divieto di distribuire i risultati reddituali riduce la tensione alla minimizzazione dei costi; ciò è particolarmente vero quando l'istituto nonprofit è governato da persone che non sono contemporaneamente i finanziatori o gli utenti.
- Gli istituti nonprofit mostrano una notevole inerzia nel rispondere alla crescente domanda di beni da loro offerti; ciò si spiega, oltre che per la mancanza di incentivi connessi al "profitto", per le difficoltà strutturali nella raccolta di risorse finanziarie.
- La ricerca di nuove donazioni da parte di un istituto nonprofit equivale ad una campagna di promozione del proprio prodotto.
CAP7ANALISI DELL'ECONOMICITA' E DEL CAPITALE EONOMICO
LE sintesi di bilancio e gli equilibri delle aziende di produzione il bilancio di
fine esercizio oltre ad essere obbligatorio per legge per tutelare gli interessi di quanti entrano in contatto o rapporto con l'azienda ma Le sintesi di bilancio permettono di conoscere lo stato di salute dell'azienda di esprimere giudizi su:
- la capacità dell'azienda di rispettare il principio di economicità;
- quali sono le condizioni che potranno favorire l'economicità futura.
Per rendere più efficace la lettura e l'analisi delle sintesi di bilancio si utilizzano due tecniche: (si riscrive il bilancio in modo da evidenziare meglio gli elementi utili e raggrupparli in modo intelligente, non solo storico)
- la riclassificazione;
- la costruzione di indici o quozienti sintetici.
1) riclassificazione
La riclassificazione delle sintesi di bilancio consiste nel riesporre le voci e i valori in esse contenute in un ordine diverso, con l'obiettivo di ottenere informazioni ulteriori rispetto a quelle offerte dagli schemi.
caratteristicaREDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA Risultato della gestione caratteristica REDDITO OPERATIVO Risultato della gestione finanziaria RICAVI E COSTO DEL VENDUTO La classificazione delle operazioni di gestione presentata nel capitolo 3 è utile a questo scopo. Le diverse gestioni costituiscono le fonti primarie dalle quali scaturiscono i flussi reddituali...dalla cui analisi è possibile formulare un giudizio sulla potenzialità di reddito dell'impresa. La riclassificazione del conto economico secondo il criterio a "ricavi e costo del venduto" è volta a mettere in luce il contributo delle singole gestioni alla formazione del risultato reddituale finale (reddito netto).caratteristica+ Risultato della gestione patrimonialeREDDITO OPERATIVORisultato della gestione caratteristica+ Risultato della gestione patrimoniale+ Risultato della gestione finanziariauna sintesiLa riclassificazione del conto economico secondo il criterio a "ricavi e costo del venduto" consente di:- capire i fenomeni che hanno determinato la formazione del risultato reddituale: in particolare i contributi delle singole gestioni;
- avere informazioni utili per l'accertamento della capacità di reddito tendenziale;
- esprimere giudizi sull'equilibrio reddituale e quindi sull'economicità dell'azienda in funzionamento.
Da circa la capacità di componenti straordinari. Reddito tendenziale riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario.
La riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio "finanziario" è volta a mettere in luce la solvibilità a breve e a lungo termine dell'impresa.
Per classificare le voci dello stato patrimoniale si utilizza:
- Per le voci dell'attivo (corrente o fisso) il criterio della liquidità (= attitudine a trasformarsi in tempi più o meno brevi i mezzi monetari senza danneggiare la gestione operativa)
- Per le voci del passivo e del capitale netto si usa il criterio della scadenza (= termine entro il quale si deve fare fronte agli impegni)
L'attivo corrente è composto da:
- Liquidità immediate (fondi liquidi dell'azienda o tenuti presso banche o titoli di stato)
- Liquidità differite (crediti di regolamento che si realizzano entro il periodo di un anno)
disponibilità (rappresentate dalle varie classi di rimanenze...materie prime...semilavorati...prodotti finiti) attivo fisso