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S-S; se invece ho pochi –SH liberi l’impasto ha un network proteico compatto.
In questo modo sono in grado di mappare gli –SH superficiali ma, per mappare quelli
interni al reticolo, utilizzo per prima cosa un tampone fosfato che elimina dal reticolo
albumine e globuline dopo di che utilizzo ‘'
22. Quali effetti comporta un trattamento ad alte pressioni sulle proteine presenti in un
alimento?
Il trattamento ad alte pressioni di una proteina viene utilizzato per la sanitizzazione di
prodotti alimentari sui quali non si possono applicare i classici trattamenti termici.
I trattamenti HPP avvengono a pressioni fino alle 6000-10000 atm, il trattamento genera
una variazione del volume che influenza il fluido, pertanto non sono efficacemente
applicabili su prodotti essiccati o liofilizzati.
Modificando la struttura del solvente si modifica la struttura terziaria della proteina, le
regioni idrofobiche si riarrangiano causando modificazioni conformazionali, la proteina è
dunque denaturata. Si modificano anche le relazioni a H e idrofobiche quindi modifico
anche la struttura secondaria. Il trattamento può riguardare anche la struttura quaternaria
con possibile scambio di disolfuri nelle proteine dove questo risulta possibile.
Questi trattamenti sono di fondamentale utilizzo per l’inattivazione di certi enzimi difficili
da denaturare termicamente come le polifenolossidasi che sono responsabili
dell’imbrunimento enzimatico. Altro impiego è l’aumento della selettività dell’enzima verso
un determinato substrato.
23. Un trattamento ad alte pressioni è più efficiente su un microrganismo Gram positivo o
Gram negativo?
Si è evidenziato che microrganismi gram positivi sono più resistenti a trattamenti pressori
rispetto ai gram negativi, questo perché la parete cellulare dei gram + è più spessa.
24. Perché un trattamento pressorio non modifica la struttura di piccole molecole presenti in
un alimento?
Le piccole molecole come le vitamine non vengono alterate da un trattamento pressorio,
perché sono le ultime strutture ad essere alterate, non vengono quindi raggiunte le
pressioni necessarie alla loro alterazione.
L’innalzamento di pressione provoca un aumento della temperatura tuttavia, durante il
trattamento il sistema viene refrigerato quindi questo effetto indesiderato viene annullato.
25. Quali sono le peculiarità della chimosina?
La chimosina appartiene alla famiglia delle proteasi, ha una grande affinità sul substrato di
k-caseina, forte specificità verso i residui 105 e 106 (fenilalanina e metionina) e può essere
di origine vegetale o animale.
Essa è di particolare importanza per la caseificazione.
26. Quali sono gli eventi molecolari alla base della formazione di un coagulo enzimatico a
partire da latte?
La chimosina andando a idrolizzare i residui 105 e 106 delle k-caseine ne destabilizza la
struttura esponendo le regioni idrofobiche delle proteine stesse.
Le proteine che si trovano in un ambiente acquoso si aggregano quindi in modo idrofobico
in modo da minimizzare l’esposizione delle cariche verso l’ambiente.
Si forma così una rete ben strutturata detta micella, dove l’aggregazione tra proteine
continua nel tempo.
Inizialmente si forma un coagulo ottimale, dopo un po’continuando l’aggregazione va in
sineresi, questo causerebbe una associazione proteica irregolare che espelle acqua,
interferendo con le caratteristiche desiderate. Per evitare quest’ultimo processo è
necessario quindi operare una rottura meccanica del coagulo.
27. Quali eventi caratterizzano la maturazione un formaggio?
Gli enzimi che intervengono durante la maturazione di un formaggio sono: la rennina che
opera una idrolisi controllata e limitata sulle proteine, la plasmina e gli enzimi presenti nei
batteri utilizzati come starters quali proteasi e peptidasi batteriche.
Gli enzimi proteolitici talvolta vengono aggiunti incapsulati in modo che essi agiscano
durante l’ultima fase della maturazione; una loro azione troppo spinta può portare alla
completa idrolisi della alfa e beta caseina con conseguente formazione di peptidi ad alto
peso molecolare che causano sapore amaro.
Durante la maturazione posso anche avere una riorganizzazione strutturale delle regioni
idrofobiche esposte.
28. Quali legami nelle proteine sono più sensibili al trattamento meccanico?
I legami proteici più sensibili al trattamento meccanico sono le interazioni idrofobiche e i
legami disolfuro.
29. Quali modificazioni strutturali si verificano nella membrana del globulo di grasso in
seguito a un trattamento di omogeneizzazione?
Il trattamento di omogeneizzazione serve per rompere il globulo e fare in modo che esso
sia più piccolo in modo evitare la separazione di fase durante il periodo di conservazione
del prodotto.
Il globulo è costituito da una zona centrale lipidica intorno alla quale si trovano altri acidi
grassi che cambiano fase a basse temperature. C’è poi un mono strato di fosfolipidi con la
coda idrofobiche verso il ‘core’ idrofobico del globulo.
Nel globulo si trovano anche proteine coniugate quali lipoproteine e glicoproteine di
membrana e trans membrana, oltre ad alcuni enzimi come la xantina ossidasi.
Con l’azione meccanica il globulo diventa più piccolo ho quindi una maggiore esposizione
della superficie, il globulo viene rivestito con una membrana costituita da pezzi della
vecchia membrana e da caseine che hanno proprietà sia idrofiliche che idrofobiche.
La omogeneizzazione porta quindi ad un aumento della componente caseinica, se
pastorizzo, aumenta anche la quantità di sieroproteine.
30. Quali modificazioni si verificano per azione meccanica che caratterizza la produzione di
burro?
Se l’omogeneizzazione avviene a basse temperature (4°C) non ho la fluidificazione del
grasso, inoltre se lavoro a pressione atmosferica non posso formare una membrana mista.
Con la rottura del globulo di grasso e la formazione di globuli di dimensioni minori, i
fosfolipidi che mettevano in relazione la componente idrofobica con quella idrofilica non
bastano per riformare la membrana di ciascun globulo.
Per minimizzare l’esposizione all’ambiente idrofilico le particelle si associano
idrofobicamente, in questo modo si forma una micella inversa con acqua all’interno e fuori
la matrice ibrofobica.
31. Perché un latte omogenizzato presenta scarsa attitudine alla caseificazione?
Con il processo di omogeneizzazione avviene la rottura della micella caseinica, faccio in
modo che le micelle siano più piccole e tutte uguali tra loro. Dato che sono più piccole e
meno pesanti, sarà più difficile avere la loro precipitazione.
Con l’omogeneizzazione variano anche le proprietà strutturali, questa caratteristica può
essere osservata la luminosità, mano a mano che si forma il coagula, la luminosità varia.
Nel latte omogeneizzato la formazione del coagulo è rallentata, si forma 5/6 minuti dopo il
latte crudo, la luminosità misurata è inferiore.
Il coagulo formato, inoltre è strutturalmente diverso, cambia la struttura del reticolo che
non permette di trattenere globuli di grasso.
32. Quali enzimi vengono impiegati nell’estrazione di succhi vegetali?
Sono enzimi idrolitici utilizzati come coadiuvanti di processo che agiscono sulla frazione
non proteica e non amido. In questo modo recupero le proteine che sono dentro la parete
cellulare senza utilizzare trattamenti acidi o alcalini, lavorando a condizioni di pH e
temperatura non estreme non ho la denaturazione delle proteine.
Gli enzimi sono utilizzati anche per la chiarifica del succo ovvero per renderlo più limpido,
stabilizzando e prevenendo lo sviluppo di torbidità.
33. Cosa si intende per peptidi bioattivi?
I peptidi bioattivi sono piccole molecole composte da 4-5-6 amminoacidi, con funzioni
benefiche per la vita della cellula. Originano dall’azione proteolitica ad opera di pepsina,
endoproteasi (tripsina che agisce sugli AA basici chimotrispsina che agisce su AA idrofobici)
ed esoproteasi.
Possono essere presenti nella matrice, possono derivare da microrganismi aggiunti o
presenti nella matrice presenti nel tratto gastrointestinale; derivano principalmente da
caseine, sieroproteine e glutine.
Le funzioni benefiche principali sono: attività antiossidante per la cellula, immuno
protettori, neurotrasmettitori, inibitori dell’angiotensina (diminuzione della pressione
sanguinea), immuno modulatori, antimicrobica e veicolante di micronutrienti.
Non basta la presenza di peptidi, per essere certi che questi siano bioattivi devo effettuare
dei test in vitro e in vivo al fine di stabilirne l’attività in un determinato alimento.
34. Da dove si originano i fosfopeptidi e quali loro proprietà sono importanti per veicolare il
calcio?
Sono peptidi contenenti un gruppo fosfato, derivanti principalmente da alfa e beta caseina.
Hanno la funzione di chelare il Ca che non è libero in soluzione in quanto insolubile e
tossico.
In questo modo il calcio può essere assorbito, quindi biodisponibile quando necessario.
La capacità del fosfopeptide di chelare il calcio e renderlo più o meno biodisponibile
dipendono principalmente dalla sua struttura quaternaria, la alfa-caseina chela meglio il Ca
non rendendolo più disponibile.
35. Come si può prevenire l’imbrunimento enzimatico in alimenti?
Inattivando gli enzimi responsabili dell’imbrunimento con l’aggiunta di chelanti in quanto
questi enzimi utilizzano Fe o Cu come cofattori. I chelanti più utilizzati in ambito alimentare
sono acido citrico e acido ascorbico; l’aggiunta di questi acidi genera un ulteriore
vantaggio, infatti abbassando il pH la loro efficienza non è massima (hanno un ottimo di
attività a pH 7).
Altra tecnica è quella di conservare l’alimento in atmosfera modificata in assenza di
ossigeno con gas inerti; essendo questi enzimi ossidasici, essi utilizzano l’ossigeno per le
caratteristiche reazioni di ossidazione.
Infine per prevenire l’imbrunimento è meglio evitare l’utilizzo di lame in metallo,
preferendo materiali come la ceramica.
36. In quali alimenti si riscontra una concentrazione elevata di tiramina e quali processi
metabolici posso influenzare?
È fortemente sconsigliata l’assunzione di cibi particolarmente ricchi di tiramina se si
assumono antidepressivi.
Dato che questi farmaci inibiscono le monoamminossidasi, si alzano le concentrazioni di
dopamina e adrenalina con conseguente aumento della pressione sanguinea.
Cibi ricchi di tiramina sono il cioccolato, vini rossi, funghi, formaggi stagionati… La tiramina
in essi presente stimola la produzione di catecolamine una classe di prodott