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Elaborare dei diritti morali
Scegliere bene vuol dire vivere meglio, piuttosto che scegliere a casaccio. Le norme più importanti della morale provvisoria, anche se Cartesio ne aggiungerà una in seguito.
La prima norma: "Dobbiamo obbedire alle leggi e agli usi del nostro paese, mantenere la religione tradizionale con cui siamo stati educati e dobbiamo sempre seguire le opinioni più moderate, rifuggendo dagli eccessi." Si tratta di un concetto già proposto da Aristotele: "In medio stat virtus" ossia "La virtù risiede nella moderazione, nel non cadere in un estremo".
La seconda norma, definita anche come regola della costanza: "Dobbiamo essere fermi e risoluti nelle nostre azioni. Una volta che abbiamo scelto una linea di condotta, che abbiamo deciso di comportarci, di agire in un certo modo, dobbiamo perseguire questa linea con fermezza."
La terza norma deriva dalla filosofia antica, in particolare dalla filosofia stoica.
e dice: "Bisogna sforzarsi di cercare di cambiare i propri desideri irrealizzabili piuttosto che l'ordine del Mondo."Noi siamo delle creature finite: siamo persone libere, ma tuttavia non possiamo controllare l'ordine del mondo. Dobbiamo accettare il fatto che a volte i nostri desideri sono irrealizzabili, e non possiamo fare nulla per cambiare la realtà, anzi, desiderare delle cose irraggiungibili porta solo all'infelicità.
Dunque è importante accontentarsi in determinate situazioni.
Per la morale provvisoria non vale il principio sul piano teorico che seguirà nel percorso del dubbio, ovvero il seguente: "Quello che è soltanto probabile per il momento sarebbe ritenuto falso."
Ma varrà tale principio sul piano pratico e morale: "Quello che è probabile, perché ritenuto da molti, dev'essere ritenuto certo."
La morale definitiva non verrà mai spiegata da Cartesio, tuttavia
tornerà a parlare dell'amorale nella sua ultima opera "Le passioni dell'anima". La prima di queste massime consisteva nell'ubbidire alle leggi e ai costumi del mio paese, conservando inflessibilmente la religione [da me giudicata ottima] nella quale Dio mi ha dato la grazia di essere stato istruito fin dall'infanzia, e regolandomi per tutto il resto secondo le opinioni più moderate e più lontane da ogni eccesso, che fossero generalmente accolte e messe in pratica dalle persone più assennate con le quali avrei dovuto vivere. Cominciando infatti - dato che volevo esaminarle tutte - a non tenere in alcun conto le mie proprie opinioni, ero convinto che non avrei potuto far nulla di meglio se non di seguire quelle dei più assennati. E quantunque fra i persiani e i cinesi possano esserci forse persone altrettanto assennate che da noi, mi sembrava che la cosa più utile fosse di conformarmi alle regole di coloro con iquali avrei dovuto vivere, [...]Ora, tra tante opinioni egualmente diffuse, sceglievo le più moderate, sia perché sono sempre le più confacenti per la condotta pratica della vita (e probabilmente anche le migliori, essendo ogni eccesso di solito cattivo), sia perché, se mi fossi sbagliato, mi sarei in tal modo allontanato di meno dal retto cammino, nel caso che, scelto un estremo, fosse stato invece l'altro quello che si doveva seguire. "Più assennate" si riferisce alle persone sagge.➤Con Nonostante vi siano molte persone sagge nelle altre culture, Cartesio preferisce conformarsi alle regole della sua cultura, quella europea. Secondo lui è meglio seguire la via di mezzo. Pag. 21 Tra gli eccessi ponevo, in particolare, tutte le promesse che in un certo modo tolgono qualcosa alla nostra libertà. Cartesio è importante che ogni uomo sappia di essere libero, nonostante egli sia➤Per consapevole di essere condizionato da questaprima regola.
La mia seconda massima consisteva nell'essere quanto più possibile fermo e risoluto nelle mie azioni, e nel seguire anche le opinioni più dubbie, una volta che avessi deciso di accoglierle, con la perseveranza che mi sarei imposto se fossero state assolutamente sicure, imitando in ciò i viaggiatori che, quando si trovano smarriti in una foresta, non devono vagare volgendosi ora da una parte, ora dall'altra, e meno ancora fermarsi in un posto, ma procedere sempre, il più possibile, in una stessa direzione senza mai cambiarla per futili motivi, per quanto all'inizio, forse, possa essere stato solo il caso a determinare la loro scelta. In tal modo infatti, anche se non si dirigono esattamente dove vorrebbero, alla fine arriveranno pur sempre da qualche parte, dove probabilmente si troveranno meglio che non nel bel mezzo di una foresta. Così, dato che spesso le azioni della vita non ammettono alcun indugio, non c'è
Dubbio che, quando non è in nostro potere distinguere le opinioni più vere, noi dobbiamo seguire le più probabili; e quando non notiamo fra le une e le altre una maggiore probabilità, dobbiamo tuttavia decidere per alcune di esse, non considerandole più, da allora in poi, per quello che concernono l'attività pratica, come dubbie, ma come verissime e certissime, [...]
Questa considerazione basta a liberarmi da tutti i pentimenti e i rimorsi che di solito agitano le coscienze di quegli uomini deboli e oscillanti che, senza fermezza alcuna, finiscono con il compiere, ritenendole buone, azioni che in seguito giudicano cattive.
Scrive la metafora del viandante: egli una volta perso in una foresta deve trovare una via d'uscita, e la scelta più sicura è quella di proseguire sempre su un sentiero dritto e non voltarsi mai indietro, perché, in qualsiasi posto porterà, sarà un luogo verosimilmente migliore.
della foresta. Si sceglie la via più sicura, la più probabile, perché non si conosce in realtà la vera via che porterà al sicuro. Inoltre, se si decide di agire in un certo modo, bisogna essere coerenti e continuare a farlo. Pag. 22
La mia terza massima era di cercare sempre di vincere me stesso piuttosto che la fortuna, e di cambiare i miei desideri anziché l'ordine del mondo e, in generale, di assuefarmi a credere che non vi è nulla interamente in nostro potere, se non i nostri pensieri, [...]
Questa unica regola mi sembrava sufficiente ad impedirmi di desiderare per l'avvenire qualche cosa che non potevo ottenere, ed anche a rendermi soddisfatto. La nostra volontà è infatti portata a non desiderare niente altro se non ciò che il nostro intelletto le rappresenta, in qualche modo, come possibile, per cui non vi è dubbio che se consideriamo tutti i beni fuori di noi come egualmente lontani dal nostro potere,
nonproveremo maggior rammarico ad essere privati di beni che ci sembrano confacenti alla nostra nascita, quando ciò avvenga senza nostra colpa, di quanto non ne proviamo a non possedere i regni della Cina o del Messico; [...] non desidereremo di essere sani, quando siamo malati, o di essere liberi quando invece siamo in prigione, più di quanto desideriamo ora di avere un corpo formato da una materia così poco corruttibile come i diamanti, o delle ali per volare come gli uccelli. È un termine barocco, che verrà ripreso da Cartesio ne "Le passioni dell'anima". Noi dobbiamo ragionare per capire cosa è raggiungibile per noi e cosa non lo è. Riconosco che ci vuole un lungo esercizio e una meditazione spesso rinnovata, per abituarsi a considerare tutte le cose da questo punto di vista, ma io credo che in questo soprattutto consistesse il segreto di quei filosofi che in altri tempi sono riusciti asottrarsi all'impero della fortuna e, nonostante tutti i dolori e le indigenze, a gareggiare in beatitudine con le loro divinità. Infatti non smettendo mai di considerare i limiti prescritti loro dalla natura, essi si convincevano a tal punto che nulla era in loro potere oltre i loro pensieri, che questo solo bastava a impedire loro di avere qualche attaccamento per le altre cose; e dei loro pensieri erano padroni in modo così completo che non del tutto a torto ritenevano di essere più ricchi, più potenti, più liberi e più felici di tutti gli altri uomini che, non professando tale filosofia, per quanto possano essere favoriti dalla fortuna e dalla natura, non dispongono mai in tal modo di tutto ciò che vogliono. L'idea dell'esercizio e dell'allenamento, sostenuta inizialmente dai filosofi stoici, in greco si dice "askesis", da cui deriva la parola ascesi, utilizzata per definire questa regola come ascetica, manon credeva che la ragione potesse risolvere tutti i problemi umani. Egli sosteneva che le passioni umane fossero importanti e che dovessero essere vissute e non represse. Tuttavia, Cartesio riteneva anche che le passioni dovessero essere regolate attraverso la ragione, in modo da evitare che ci travolgessero. Questo equilibrio tra ragione e passione è ciò che Cartesio definiva saggezza. In sintesi, secondo Cartesio, nonostante le nostre ricchezze, potere, libertà, felicità e favori della fortuna e della natura, saremo sempre infelici perché continueremo a desiderare di più. L'uomo non potrà mai ottenere tutto ciò che desidera. La saggezza consiste nel vivere le passioni senza reprimerle, ma regolandole razionalmente per evitare di essere travolti da esse.sulla via della conoscenza. Mi resi conto che la filosofia era la mia vera passione e che attraverso di essa avrei potuto dare un contributo significativo alla comprensione del mondo e alla ricerca della verità. Decisi quindi di dedicarmi interamente alla filosofia, rinunciando ad altre possibili occupazioni che avrebbero potuto distrarmi o limitare la mia ricerca. Mi rendevo conto che questa scelta comportava sacrifici e difficoltà, ma ero convinto che solo perseguendo la mia passione avrei potuto raggiungere una vera realizzazione personale. Il mio stile di vita migliore, secondo me, consiste nel vivere in modo semplice e sobrio, evitando gli eccessi e le distrazioni che possono allontanarmi dalla mia ricerca. Mi concentro sulla mia mente e sul mio spirito, cercando di coltivare la mia ragione e di progredire costantemente nel mio percorso filosofico. Nonostante le avversità esterne e le difficoltà che la vita può presentare, cerco di mantenere una serenità interiore, basata sulla consapevolezza dei miei valori e sulla dedizione alla mia passione. Credo che solo attraverso la ricerca della verità e la coltivazione della ragione possiamo trovare una vera felicità e realizzazione nella vita. In conclusione, sono convinto che le passioni siano fondamentali per l'uomo, ma devono essere vissute con moderazione e consapevolezza. La scelta della professione e dello stile di vita migliore dipende da ognuno di noi, ma per me la filosofia è la mia vera passione e il mio percorso di vita.nella stagione estiva è possibile godersi il sole e il mare, fare lunghe passeggiate in spiaggia e rilassarsi sotto l'ombrellone. È il momento ideale per praticare sport acquatici come il windsurf e il kayak. Inoltre, si possono organizzare escursioni in barca per visitare le isole circostanti e ammirare la bellezza del paesaggio marino. Durante la sera, si possono trascorrere piacevoli serate in riva al mare, gustando deliziosi piatti di pesce nei ristoranti locali. La stagione estiva è davvero un periodo magico per godersi il meglio del mare e della natura.