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Dopo aver stabilito queste massime e dopo averle messe sillogismo falso che possiede però un’apparenza di
da parte “insieme alle verità di fede” (attenzione: verità; Cartesio usa questo termine in un senso diverso,
Cartesio non vuole avere problemi con la Chiesa e allora quello di ragionamento scorretto). E misi in dubbio tutto
dice che accetta le verità della fede senza minimamente quello che avevo imparato fino ad allora, immaginando
discuterle), debbo mettere in dubbio tutte le mie altre che non fosse più vero di un sogno.
opinioni (filosofiche, scientifiche, ecc.). Mettere in Bene. Ma dubitando di tutto, capii che io fossi
dubbio non per dubitare e compiacermene, ma per comunque qualcosa e colsi questa verità
raggiungere delle certezze. Insomma, il dubbio non deve assolutamente indubitabile: penso, dunque sono.
essere un punto d’arrivo, come per gli antichi scettici, Neanche la più stravagante critica degli scettici avrebbe
ma un punto di partenza per raggiungere un potuto mettere in crisi questa verità, e allora pensai che
fondamento certo. Tutto può essere discusso e essere questa verità fosse il primo principio della filosofia
messo in dubbio. Facendo questo è possibile trovare i che andavo cercando (Cartesio dice che la proposizione 6
fondamenti per una filosofia “più certa di quella “penso, dunque sono” non è confutabile perché
tradizionale” (e qui si riferisce alla filosofia scolastica). comunque io provi a confutarla rimango sempre
nell’ambito del pensiero; in altri termini, per negare
Quarta parte. E’ la parte filosoficamente più questa proposizione devo pensare e per pensare debbo
interessante. “Decisi, di rifiutare come falso tutto ciò esistere). Capii, che potevo pensare anche a
che mi faceva venire il minimo dubbio”. Per es. i sensi, prescindere dal mio stesso corpo e perfino dal mondo;
che almeno qualche volta ci ingannano e ci fanno insomma, potevo continuare a supporre che non esistesse
immaginare delle cose che non esistono. E perfino le né il mio corpo né il mondo esterno. Ma non potevo
dimostrazioni della geometria decisi di non accettarle assolutamente mettere in dubbio che pensavo e che
come dimostrazioni: questo perché su certi semplici quindi esistevo. Che significa questo? Significa che io
argomenti di geometria gli uomini cadono in posso pensarmi come essere pensante e in quanto
“paralogismi” (il paralogismo è, in Aristotele, un
essere pensante posso prescindere dalla realtà un criterio per capire quali sono le proposizioni vere.
materiale e dallo spazio fisico. Ebbene, sono vere tutte quelle proposizioni che possiamo
Questo fa capire la “natura” dell’io o dell’anima: non concepire come chiare e distinte, insomma quelle
sono di natura materiale. L’io è cosa pensante (res proposizioni che assomigliano alla proposizione penso,
cogitans), mentre tutto il resto è cosa estesa estensione dunque sono.
(res extensa). Vuol dire che l’io, per esistere, non ha Il dubbio è segno che noi non siamo perfetti ma, se è
bisogno di dipendere dalla sostanza materiale. L’io, così, da dove ci viene l’idea di perfezione?
allora, o l’anima, è qualcosa che è distinto dal corpo, e Evidentemente, dice Cartesio, questa idea ci deve
questo a sua volta vuol dire che l’io o anima non venire da qualcosa che è più perfetta di noi (qui
cesserebbe di essere anche se il corpo non ci fosse (per Cartesio prep
Cartesio, dunque, l’uomo è un essere composto di due ara il terreno alla sua dimostrazione dell’esistenza di
sostanze, le quali, pur essendo unite, restano distinte e Dio). 7
due cose assolutamente diverse l’una dall’altra. Per Non mi preoccupavo di sapere da dove venissero gli altri
questo si parla a proposito della filosofia cartesiana di miei pensieri sulle cose esterne (il cielo, la terra, la luce,
dualismo: dualismo anima/corpo, pensiero/estensione o il calore, ecc.). Perché? Perché nessuno di questi pensieri
spirito/materia. Un dualismo che, per il fatto di porre mi sembrava superiore a me, ed io potevo credere di
due sostanze assolutamente diverse l’una dall’altra, porrà esserne io stesso l’autore. Ma il pensiero, anzi l’idea di
molti difficili problemi, per es. quello del “rapporto” tra un essere più perfetto di me non potevo averla creata
le due sostanze, per es. del rapporto dell’io con il corpo e io stesso, non dipendeva da me. Come credere che
di Dio – che anche lui è sostanza pensante – con il l’idea di perfezione può venire da un essere
mondo materiale). imperfetto e quindi da me stesso? Ecco allora
La proposizione penso dunque sono non è solo una verità un’altra importantissima evidenza – la seconda dopo il
assolutamente evidente, una proposizione “chiara e penso dunque sono (o cogito, in latino): che l’idea di
distinta”, come ama dire Cartesio, ma ci fornisce anche una natura (o di un Essere) perfetta, più perfetta di
quella che sono io, fosse stata messa in me sono sicuro che oltre a me, e anzi prima di me, c‘è Dio.
direttamente da Dio (due cose: primo, il concetto di idea Insomma, vedo, per così dire, che non sono l’unico
in Cartesio è diverso da quello della tradizione, in esistente. Cartesio avanza la sua seconda prova della
particolare di quella platonica. Per Platone, le idee non dimostrazione dell’esistenza di Dio. Dice Cartesio:
erano nella mente del soggetto che conosce, ma delle a) se fossi l’unico essere esistente mi darei tutte le
essenze universali delle cose che si trovavano addirittura perfezioni che potrei e dunque sarei io stesso
in un altro mondo, nel famoso “iperuranio”. Per Dio;
Cartesio l’idea è più semplicemente un contenuto b) invece so benissimo di essere privo di alcune
mentale, un oggetto del pensiero. Secondo: qui Cartesio perfezioni e, dunque,
sviluppa la prima delle tre dimostrazioni dell’esistenza di c) bisogna per forza che esista almeno un altro che
Dio: se per spiegare l’origine delle idee delle cose meno possieda tutte le perfezioni.
perfette di me non ci sono problemi, perché posso Sempre partendo dal penso, dunque sono, Cartesio trae 8
derivarle da me stesso, le cose vanno diversamente per un’altra “evidenza”, che è questa. Pensando, mi
l’idea di un essere più perfetto di me. Infatti; accorgo di avere molte idee di cose che riguardano cose
1. non è possibile derivarla dal nulla, sensibili e materiali. Chi mi assicura che queste idee e gli
2. non è possibile derivarla da qualcosa di meno oggetti di queste idee non sono false? Potrei sempre
perfetto, dubitare e magari immaginare che le sto sognando.
3. non è possibile derivarla nemmeno da me stesso, Insomma, le cose esterne (al pensiero) potrebbero
perché so di essere imperfetto. Non resta allora che anche non esistere affatto e tuttavia non posso
questa idea sia stata posta in me da un Essere che assolutamente dubitare del fatto che le mie idee
possiede in sé tutte le perfezioni, cioè da Dio stesso). esistono realmente nel mio pensiero. Di più: le
Altra conseguenza importante del cogito è questa: che dimostrazioni dei geometri sono certe ed evidenti; ma
dalla scoperta che l’idea di perfezione mi viene da Dio non c’è nulla che mi potesse assicurare circa l’esistenza
stesso posso dedurre che io non sono solo con il mio io e del loro oggetto (per es. di un triangolo): “vedevo bene
che –scrive Cartesio – supponendo un triangolo esistesse solo nell’intelletto, potremmo pensare ad un
bisognava che i suoi tre angoli fossero uguali a due essere che esista anche nella realtà, che sarebbe perciò
retti, ma nulla vedevo che per questo mi assicurasse ancora più grande).
che al mondo c’era pure qualche triangolo”. Insomma, Molti, dice Cartesio, trovano parecchie difficoltà per la
la certezza della geometria, che dovrebbe occuparsi delle conoscenza di Dio, e questo perché sono abituati a far
cose materiali, sta nell’evidenza delle sue dimostrazioni; uso dell’immaginazione (e non della ragione).
ma niente affatto evidente risulta però l’esistenza di L’immaginazione è per lui, almeno qui, un pensare per
quegli oggetti materiali dei quali si occupa. Posso immagini. Chi pensa solo per immagini ha difficoltà
sapere, anzi so, che cos’è un triangolo, ma non so se quando si trova di fronte a qualcosa che non è
esistono veramente i triangoli. La situazione è molto immaginabile (Cartesio avverte qui che non si deve
diversa da quella che riguarda l’esistenza di Dio. In identificare il pensiero con il pensare per immagini), e
questo caso, infatti, l’esistenza è compresa nell’idea di ciò che non è immaginabile per loro non è 9
perfezione (nel senso che non sarebbe perfetto se non comprensibile. A questo punto Cartesio critica
includesse anche la proprietà dell’esistenza) così come l’impostazione che i “filosofi” delle “scuole”, cioè gli
nell’idea di triangolo è compresa l’idea che la somma scolastici, avevano dato al processo della conoscenza.
dei suoi angoli interni è equivalente a 180°. In Dio, Costoro sostenevano (sulla base di quanto aveva già
dunque, l’esistenza non può essere separata detto san Tommaso) che nulla vi è nell’intelletto che
dall’essere, ossia dall’esistere. prima non sia stato nei sensi, ma è certo, obietta
A questo punto Cartesio propone la sua terza prova Cartesio, che le idee di Dio e di anima non sono nate dai
dell’esistenza di Dio, una prova che è una riformulazione sensi (o dall’esperienza sensibile). Insomma, chi vuole
di quella, celebre, avanzata nel Medioevo da usare l’immaginazione per capire Dio e l’anima è come
sant’Anselmo d’Aosta (Dio è ciò di cui non possiamo chi volesse servirsi degli occhi per ascoltare; e più in
pensare nulla di più grande, ne segue che egli non può generale afferma che la vista può ingannarci come gli
esistere solo nel nostro intelletto. Perché? Perché se altri sensi. In altri termini, per Cartesio non tutta la
conoscenza ci viene dall’esperienza sensibile, e sono vere tutte le cose che noi concepiamo in modo
quest’ultima non ci dà garanzie di verità. Se non chiaro e distinto (quindi anche l’idea di io o il cogito
intervenisse l’intelletto, con i soli sensi non potremmo stesso; attenzione: qui sta il famoso “circolo vizioso” di
conoscere effettivamente. Anche perché ci sono idee che Cartesio, perché da un lato egli dice che il cogito &