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DISCORSO SUL METODO
Opera pubblicata nel 1637 anonimamente in Olanda e divisa in 6 parti
PARTE 1
“ il buon senso è la cosa meglio distribuita al mondo. Tutti gli esseri umani ne hanno, la cosa però
che li differenzia è come essi ne fanno uso, motivo inoltre per cui vi è diversità di opinioni, per
esempio.
Sicuramente io non ne ho uno migliore di altri ma nella mia vita ho intrapreso vie che hanno portato
a considerazioni e massime da cui ho dedotto un metodo in grado di innalzare alle più alte vette la
mia mediocre intelligenza.
Questo metodo viene illustrato nel presente libro non per far in modo che altri lo seguano ma solo
per presentare cosa ha fatto da guida al mio intelletto.”
In questa parte poi Cartesio propone critiche a più discipline:
“Fin da giovane ho seguito gli studi di Lettere, pensando che mi avrebbero portato ad una
conoscenza sicura, ma una volta terminati gli studi le uniche cose che mi rimanevano erano dubbi.
Prendendo in considerazione altre attività o discipline, possiamo notare come quasi tutte non
possano dare risposte complete alla mia ricerca di verità, e a volte possiamo considerarle anche armi
a doppio taglio.
Prime tra tutte mi dedicai anche alle scienze più curiose e disparate, mentre mi cimentavo nelle
studio delle lingue, ma a questa ultime bisogna star attenti a non sfociare nel vivere esclusivamente
nei libri degli antichi, dimenticandosi del mondo contemporanea. Studiai e lessi anche favole, ma
queste mancavano di componenti fondamentali e non rappresentavano la realtà a completo. Per
quanto riguarda l’eloquenza e la poetica si può affermare come queste siano più doni naturali
piuttosto che discipline. Di fatti anche l’individuo parlante il più becero dialetto può essere
considerato miglior poeta se ha la capacità di scrivere in modo chiaro e nitido. La filosofia invece è
una scienza dubbia, dove difficilmente i filosofi concordano, e lo stesso vale per quelle scienze che
prendono principi filosofici come propri. La matematica ancora invece, la rilegavo nel mondo della
meccanica, sebbene fossi stupito del fatto che ancora nessuno vi avesse costruito un qualcosa di più
importante sopra. Infine per quanto riguarda il viaggio questo può essere tanto utile quanto
malsano: con un suo sovradosaggio si potrebbe arrivare al punto di non sentirsi più appartenenti al
proprio paese.”
Dopo queste considerazioni Cartesio narra come abbandonò, una volta terminati gli studi, i propri
maestri e si mise in viaggio, con il costante obbiettivo di discernere ciò che è vero da ciò che è
falso.
PARTE II
“Mi ritrovo in Germania, bloccato d’inverno in un quartiere, richiamatovi dalle guerre.
Questa situazione lo portò a pensare a svariate questioni, come, in particolare, un’opera se compiuta
da molti contiene in sé meno perfezione di quanta non ve ne sia in una creata da un unico artista.
Cosi vale anche per le città: quelle costruite da più architetti sono visibilmente meno armoniose
rispetto a quelle costruite o il cui disegno viene creato da uno. Ma questo discorso vale tanto per le
città quanto per la civiltà, infatti si nota come siano imparagonabili due popolazioni di cui una è
nata già civilizzata contrariamente a quanto invece avviene all’altra ovverosia la si civilizza passo
dopo passo. Lo stesso, infine, avviene con il discorso scientifico: un ragionamento si avvicina
maggiormente alla verità se compiuto da un singolo.
Poi pensai anche che tutti gli adulti sono stati bambini e di conseguenza influenzati da due elementi:
precettori e istinti naturali. Quindi, ho deciso di adoperarmi affinché queste opinioni vengano
eliminate o appurate per poi ricondurle sotto l’ambito della ragione. Ma quest’abolizione non è
consigliabile a tutti, infatti vi sono due categorie che vanno a costituire poi la maggioranza del
popolo umano a cui non conviene affatto: coloro che si sopravvalutano e coloro, d’altra parte, che si