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VIENE COSI' SANCITO IL RITORNO AD UNA PENALITA' D'ANTICO REGIME E ALL'IDEA CHE LA LEGGE PENALE DEBBA PREVENIRE IL DELITTO ATTRAVERSO L'INTIMIDAZIONE ESEMPLARE.

3) Le discussioni in Consiglio di Stato

Il 22 maggio 1804 pochi giorni dopo la proclamazione dell'Impero inizia finalmente in Consiglio di Stato il dibattito sul progetto.

Il progetto del 1801 prevedeva che le norme del codice non fossero applicate alle contravvenzioni ai delitti e crimini militari e li definiva con un elenco in 5 punti che innovava rispetto al passato perché sostituiva come criterio di competenza natura del delitto, la qualità degli imputati estendendo quindi misura notevole giurisdizione dei consigli guerra.

A proposito della scala penale materia criminale viene anzitutto approvata dopo una breve discussione e distinzione fra pene afflittive ed infamanti o semplicemente infamanti.

Un'altra preoccupazione ricorrente dei consiglieri è quella che tra la

gravità del reato severità della pena ci sia una effettiva proporzione. Vengono respinti tentativi di derogare principio dell'uguaglianza di fronte a giustizia penale introducendo differenziazione legata la persona dell'autore della vittima del reato.

4) Il testo definitivo

Il Codice si apre con le disposizioni preliminari che iniziano con la classificazione tripartita dei comportamenti sanzionati penalmente (ripresa dalle leggi del 1791) :

  1. contravvenzioni
  2. delitti
  3. crimini

tale distinzione fondata sul tipo di pena comminato, classificazione destinata ad influenzare molti codici posteriori ma oggetto di numerose critiche.

Rispetto codice del 1791 viene abbandonata la distinzione fra azioni e omissioni anche perché i casi di reati omissivi previsti sono molto pochi

Segue la norma che già come la legge del 1796 equipara al crimine il tentativo di crimine.

Vengono poi affermati nettamente principi di legalità e irretroattività.

Pene criminali

(afflittive e infamanti, accessorie, solo infamanti) pene comuni in materia criminale e correzionale (sorveglianza, ammenda, confisca) pene correzionali (prigione, interdizione diritti civili) pene di polizia (prigione, ammenda, confisca) la pena di morte si esegue in pubblico mediante decapitazione Per i reati di parricidio e lesa maestà al condannato viene tagliata la mano destra prima delladecapitazione I condannati ai lavori forzati saranno impiegati in lavori faticosi con una palla di ferro al piede I condannati a deportazione verranno trasportati in un luogo determinato fuori dal territorio continentale dell'impero. la pena di lavori forzati a vita e quella da deportazione comporta la morte civile condannatoi condannati lavori forzati a vita subiranno anche il marchio con il ferro rovente. Il primo libro si chiude con le norme sulla recidiva che segnano parziale ritorno al sistema del diritto comune: il condannato per un crimine che ne commette un altro incorre nella

pena immediatamente più grave rispetto a quella ordinaria (morte invece dei lavori forzati a vita).

Il secondo libro si apre con le norme che equiparano i complici agli autori e poche regole riguardo ai casi di imputabilità.

Al di là del riconoscimento degli innegabili pregi tecnico-formali, quali la chiarezza, la semplicità e la razionale sistematicità, comuni a tutta la codificazione napoleonica e che ne spiegano anche la lunga vigenza, il codice penale è stato oggetto di severe critiche da parte della dottrina già nell'800, nella sua eccessiva severità e nella sua scarsa scientificità, a essere troppo legato alla contingenza del momento in cui viene promulgato.

Vi è chi sostiene comunque che c'è continuità tra il codice della Costituente, il progetto di Target e il codice napoleonico.

L'autore invece sostiene che il progetto del 1801 segna una netta rottura rispetto al codice rivoluzionario, del resto già.

Iniziata con la legislazione precedente. La relazione di Target pone al centro dell'attenzione la tutela dell'ordine costituito anche a scapito dei diritti individuali e segna il ritorno a una concezione che la pena deve certo costituire una punizione proporzionata ma soprattutto deve avere un forte valore esemplare e incutere un salutare un timore. Mentre nel progetto Le Pelletier la funzione di emenda e di educazione del condannato ha un ruolo di rilievo mentre nel progetto Target la concezione della pena è quella di essere una punizione esemplarmente intimidatrice. Infine il codice napoleonico è caratterizzato da un marcato inasprimento della repressione penale poiché vengono introdotte le pene perpetue, e i massimi sono in genere elevati rispetto le pene fisse del 1791 producendo un aumento consistente delle pene temporanee. Il codice del 1810 non consacra il trionfo della prigione ma piuttosto un incremento dei lavori forzati.

CAPITOLO TERZO L'ITALIA

Napoleone del 1791 e la legge sulla procedura penale del 1793.3) Codice penale napoleonicoNel 1810 viene promulgato il Codice penale napoleonico, noto anche come Codice Pénal des Français.Il codice si basa sui principi dell'illuminismo e introduce importanti innovazioni nel diritto penale,come la presunzione di innocenza, la proporzionalità delle pene e la separazione tra reati e contravvenzioni.Il codice viene adottato anche in Italia, dove subisce alcune modifiche per adattarsi alle specificità delterritorio italiano.4) Codice RoccoNel 1930 viene promulgato il Codice Rocco, che rappresenta una riforma del Codice penale italianoispirata al modello napoleonico. Il codice introduce importanti novità nel diritto penale italiano,come l'abolizione della pena di morte per tutti i reati, l'introduzione della pena detentiva come pena principalee la previsione di pene alternative come l'ammenda e la sospensione condizionale della pena.Il Codice Rocco rimane in vigore fino al 1990, quando viene sostituito dal Codice penale italiano attuale.Questa mole di lavoro si rivela tuttavia inutile infatti in con un dispaccio da Parigi viene comunicatoche Napoleone ha deciso di dare al suo regno d'Italia lo stesso codice che ha dato all'ImperofranceseNAPOLIIl caso più rilevante è però quello del regno di Napoli dove nel 1808 Giuseppe Bonaparte (prima dilasciare il trono) assieme a numerose altre leggi pubblica un regolamento per i giudici di pace e itribunali, una legge sui delitti e sulle pene, una legge sulla giurisdizione di polizia che esaurisconotutta la materia penale.Il testo della legge sui delitti e le penne composta da 287 articoli raggruppati in paragrafi costituisce unvero e proprio codice penale che adotta soluzioni anche molto diverse rispetto ai modelli francesisia dal punto di vista strutturale sia dal punto di vista dei contenuti;Inoltre proprio nel regno napoletano sotto Gioacchino Murat si produce anche l'unico tentativo italianodi opporsi alla pura e

semplice estensione del codice penale napoleonico

In seno al Consiglio di Stato dopo lunghe discussioni prevale invece la corrente il filo francese e nel 1812 viene pubblicata la nuova traduzione del codice napoleonico nel quale vengono introdotte alcune modifiche

In conclusione si può osservare che in generale l'imperatore può imporre molto facilmente l'introduzione dei suoi codici anche in Italia senza incontrare gravi ostacoli

4) L'altra Italia

4.1 Territori Austriaci

Il codice austriaco del 1803 costituisce uno sviluppo della legislazione criminale di Giuseppe II

Sempre dal codice Giuseppino deriva la bipartizione nei comportamenti sanzionati penalmente (delitti e gravi trasgressioni di polizia)

Data questa suddivisione il codice del 1803 attribuisce la competenza a giudicare delle trasgressioni alle autorità di polizia sviluppando così ulteriormente la parziale amministrativizzazione del diritto penale

Delitti sono le azioni od omissioni dolose

contrarie alla legge particolarmente gravi o pericolose

Le gravi trasgressioni di polizia sono invece le azioni od omissioni vietate dalla legge con un grado minore di gravità e di pericolosità

Le pene previste per i delitti sono soltanto due: la morte e la ritenzione del Reo in carcere, ponendo in essere un sistema molto complesso e articolato nonché particolarmente severo.

La morte viene comminata con la forca e solo per un numero molto limitato di delitti.

La pena del carcere, che è di tre gradi, comporta sempre l'obbligo del lavoro.

Nel complesso è evidente che il codice austriaco è profondamente diverso da quello napoleonico, soprattutto nella struttura e nella tecnica legislativa, tanto che si può parlare di due modelli contrapposti.

4.2 regno d'Etruria Borbonico

Terminata l'occupazione militare francese nel 1801, il regno d'Etruria viene governato dal sovrano Ludovico I di Borbone.

Già in Ludovico I si può

Rilevare una tendenza inasprimento delle sanzioni penali del codice Leopoldino. Il 28 maggio 1807 il progetto di Crecignani viene approvato e pubblicato. Queste norme sono comunque destinate ad avere breve vita in quanto dopo pochi mesi la Toscana diviene territorio francese.

Lo Stato Pontificio nel 1785 il Papa Pio VI istruì una commissione per predisporre una riforma penale in cui si facesse omaggio alla proporzione delle pene. Il progetto non sortisce alcun effetto anche a seguito degli eventi politici che portano alla fine temporanea del potere temporale dei Papi e alla trasformazione di quei territori in dipartimenti francesi.

La Sicilia in Sicilia la stagione del riformismo settecentesco in campo penale ha trovato le sue espressioni più rilevanti nel dispaccio del viceré Caracciolo che ribadiva l'obbligo per i giudici di motivare i provvedimenti restrittivi della libertà personale. In seguito, nel 1812, il parlamento straordinario affronta una serie di...

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Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
10 pagine
21 download
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Nardi Paolo Luigi.