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BCE.
Svolge le operazioni in cambi, gestisce le riserve ufficiali in valuta degli stati membri, promuove il regolare
funzionamento dei sistemi di pagamento, gestisce tutte le informazioni statistiche. Nel SEBC le banche centrali
svolgono fondamentalmente due compiti, concorrere, tramite il proprio vertice istituzionale, cioè il Governatore, a
determinare le decisioni del Consiglio direttivo della BCE, dare attuazione a tali decisioni entro il confine del proprio
paese.
Attualmente aderiscono all’Euro 18 dei 27 Stati dell’UE.
La Crisi Finanziaria in Europa e la nuova Governance economica
La funzione monetaria è stata integralmente sottratta alle autorità nazionali ed è concepita come attività tecnica,
completamente separata dai poteri politici nazionali e comunitari.
Secondo il meccanismo introdotto con il Trattato di Maastricht a politica monetaria doveva essere condotta a livello
sovranazionale dalla BCE, mentre le politiche di bilancio erano di competenza dei singoli stati.
Il patto di Stabilità e crescita aveva aggiunto una sorveglianza ex post delle politiche di bilancio.
I fatti però hanno dimostrato che questo meccanismo non è riuscito ad imporre la riduzione del debito pubblico e del
disavanzo di bilancio in modo da assicurare il rispetto dei parametri di Maastricht, né ad impedire che gli squilibri
macroeconomici e di bilancio di alcuni Paesi si riflettessero sulla stabilità finanziaria di tutta l'Eurozona.
È aumentato che alcuni Stati non fossero più in grado di pagare i propri debiti, e ne è derivato l'aumento notevole degli
interessi che questi Stati hanno dovuto pagare agli acquirenti dei titoli di debito pubblico.
In questo modo si innesta un circolo vizioso, l'elevato stock di debito pubblico fa aumentare i tassi di interesse, ma
l'aumento dei tassi di interesse significa aumento della spesa dello Stato, che è finanziata con altro debito pubblico.
La conseguenza è stata l'aggravarsi della crisi finanziaria degli Stati il cui volume complessivo di debito è andato
crescendo.
I mercati finanziari hanno prima colpito con la richiesta di alti tassi di interesse uno Stato specifico, ma poi si sono
estesi da uno Stato all'altro, determinando così quello che è stato chiamato Il “Contagio".
Gli Stati hanno messo in comune la politica monetaria ma hanno mantenuto la titolarità delle politiche di bilancio e
non hanno previsto alcun meccanismo che in caso di crisi assicurasse il pagamento del debito pubblico.
Per affrontare la crisi sono state introdotte importanti riforme che vanno nella direzione di un rafforzamento
dell'integrazione europea.
In questo contesto, la nuova governance economica europea ha rafforzato il coordinamento a livello europeo delle
politiche economi che nazionali e reso più efficace la sorveglianza sulle politiche di bilancio degli Stati membri
dell'Eurozona.
Ha come conseguenza una significativa limitazione dell'autonomia decisionale degli Stati, i quali sono tenuti a seguire
le litiche economiche determinate in sede europea e ad adottare le riforme dirette a ridurre il disavanzo di bilancio ed
il debito pubblico e a rendere più competitiva la loro economia.
Le principali innovazioni sono:
a) il semestre europeo, che consiste in una procedura finalizzata al coordinamento preventivo delle politiche
economiche e di bilancio degli Stati membri.
b) la nuova sorveglianza macroeconomica e finanziaria, introdotta con il cosiddetto six pack, che ha modificato il
Patto di stabilità e crescita, e con il two pack.
c) Il Trattato sulla Stabilità, sul coordinamento e sulla governance dell’Unione Europea, al cui parte fondamentale è il
patto di bilancio.
d) L’Introduzione di un meccanismo di solidarietà diretto ad aiutare gli Stati in difficoltà finanziare
e) La creazione di un’unione bancaria diretta a evitare i rischi di Contagio tra sistema finanziario privato e finanza
pubblica degli Stati.
f) Un Nuovo Ruolo della BCE
Il Deficit Democratico dell’UE, le elezioni europee del 2014, la Brexit e le elezioni europee del 2019
Dal rafforzamento della governance economica europea è risultato accresciuto il cosiddetto Deficit Democratico
dell'Unione.
Questa è investita di rilevati competenze, che condizionano i principali aspetti della vita dei cittadini di tutti gli Stati
membri, ma le decisioni che in questo modo vengono prese a livello europeo non sono adottate da organi scelti da
quei cittadini attraverso le procedure democratiche.
Sono piuttosto le politiche europee, che condizionano quelle statali dando luogo al pericolo di una prevalenza della
tecnocrazia sulla democrazia.
Il deficit di democrazia si è aggravato per effetto delle innovazioni introdotte per rispondere alla crisi dei debiti sovrani.
Difatti per accedere ai fondi istituiti per salvare gli Stati che rischiavano la bancarotta, l'erogazione dell'aiuto è stata
subordinata all'attuazione di programmi diretti a rimettere in ordine i conti pubblici.
Pertanto, gli Stati debitori hanno dovuto seguire Politiche di Austerità decise al di fuori del circuito della democrazia
nazionale da parte di istituzioni europee.
La conseguenza è che i cittadini di questi Stati hanno dovuto sopportare i sacrifici derivanti dalle politiche di austerità,
che sono apparse come politiche di Austerità, ma anche i cittadini degli Stati creditori hanno dovuto sopportare gli
oneri finanziari degli aiuti ai Paesi in difficoltà.
Per queste ragioni l'UE si trova davanti a un bivio, tra scegliere se Ritornare Indietro, restituendo agli Stati nazionali una
parte delle competenze perdute oppure Procedere Avanti lungo la strada dell'integrazione.
La prima prospettiva è quella adottata dai partiti populisti che hanno ottenuto consistenti successi nelle elezioni per il
rinnovo del Parlamento europeo della primavera 2014.
Le stesse elezioni hanno visto, un'altra novità importante, che spinge verso un approfondimento del processo
d'integrazione europea.
In queste elezioni i partiti hanno proposto direttamente agli elettori di tutti i Paesi europei un candidato alla carica di
Presidente della Commissione.
La competizione elettorale ha visto il confronto tra i candidati delle due principali famiglie politiche europee, quella
Popolare e quella Socialdemocratica.
Il primo candidato era Juncker, quello della seconda era Schulz, i risultati elettorali non hanno dato la maggioranza dei
seggi parlamentari a nessuno dei 2, rendendo necessaria la formazione di una coalizione.
La prassi è stata abbandonata con le elezioni del 2019, a seguito delle quali è stata formata la Commissione presieduta
da Ursula von der Leyen.
L'appartenenza all'Eurozona si basa sulla fiducia reciproca degli Stati, ognuno dei quali deve avere la ragionevole
aspettativa che gli altri adempiranno lealmente i loro doveri.
La Grecia (Paese a rischio di bancarotta) era accusata dagli Stati creditori, di avere truccato i bilanci creando un debito
pubblico enorme, e di non voler fare i necessari sacrifici.
Di contro, i popoli, come quello greco hanno sofferto le conseguenze pesantissime di una politica di austerità.
Il Principio Democratico è sottoposto a forti tensioni nel sistema di governo multilivello europeo.
Da qui due diverse prospettive politiche istituzionali che si stanno fronteggiando nei tempi presenti.
Da una parte, c'è chi preme per restituire allo Stato nazionale quote di sovranità e di competenze, attualmente
attribuite all'UE.
Dall'altra parte, invece, c'è chi invoca un approfondimento dell'integrazione europea, rafforzando il processo di
trasferimento di poteri dal livello nazionale a quello europeo, e chiede che l'UE sia dotata degli strumenti per seguire
una propria politica economica.
Nel maggio del 2019 le elezioni del Parlamento europeo hanno confermato la crescita dei partiti populisti e critici nei
confronti dell’Europa; tuttavia, la maggioranza del Parlamento è rimasta caratterizzata da forze favorevoli
all'Integrazione Europea, che sono composte dalla famiglia dei partiti popolari e dalla famiglia dei partiti
socialdemocratici cui si sono aggiunti i gruppi della famiglia liberale e i verdi.
L’Unione Europea e la Pandemia
Le politiche sanitarie adottate per contrastare la pandemia da Covid-19 hanno provocato una grave crisi economica
determinata dal blocco delle attività economiche.
L'Unione europea ha reagito ricorrendo a diversi strumenti:
Al fine di assicurare agli Stati membri il necessario spazio di manovra di bilancio per contrastare le conseguenze
sanitarie ed economica della Pandemia da Covid-19, la Commissione europea ha disposto l'applicazione della
clausola (General Escape Clause) del Patto di Stabilità e Crescita che in circostanze eccezionali consente in sostanza
di sospendere il Patto e i vincoli alle politiche fiscali degli Stati.
L'Aumento vertiginoso della spesa pubblica, finanziata con il debito, ha potuto contare sul ruolo attivo della BCE
che ha proseguito con le sue politiche "non convenzionali" acquistando il debito emesso dagli Stati e perciò
fornendo loro le risorse necessarie e evitando un'impennata dei tassi di interesse.
La BCE ha lanciato un nuovo programma di acquisto di titoli pubblici e privati, l'incremento notevole del debito
non si è accompagnato ad un rialzo significativo dei tassi di interesse né, a differenza di quanto avvenuto nel corso
della crisi finanziaria del 2011, ci sono stati timori sulla solvibilità degli Stati.
Inoltre, è stato introdotto uno schema europeo di assicurazione contro la disoccupazione, denominato SURE, si
tratta di uno strumento temporaneo per sostenere gli Stati membri per proteggere i lavoratori contro il rischio di
disoccupazione consiste nell'erogazione di prestiti finanziati dall'UE grazie all'emissione di un proprio debito
pubblico.
La principale risposta dell'UE è stata l'adozione di un nuovo strumento Next Generation EU (NGEU), la cui fonte
normativa si trova essenzialmente nel regolamento UE 2021/241.
Esso mette a disposizione degli Stati membri un ingente quantitativo di risorse finanziarie sotto forma di trasferimenti
finanziari e di prestiti a tassi estremamente convenienti.
La gran parte di queste risorse sono previste in un fondo di nuova istituzione mentre altri gravano su altri programmi
presenti nel bilancio pluriennale dell'UE.
Con Next Generation EU è stato previsto di incrementare il bilancio della UE per l'importo di 750 miliardi di euro a
prezzi costanti 2018, tramite nuovi finanziamenti che sono convogliati agli Stati membri.
Per raccogliere le risorse finanziarie necessarie l'UE emette propri titoli di debito pubblico, cioè si finanzia sui mercati
finanziari internazionali a condizione molto vantaggiose e poi trasferi