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Il profilo della ripartizione territoriale del potere
Per questo si dice che il profilo della ripartizione territoriale del potere attiene tanto alla forma di stato, così come alla forma di governo. C'è chi ha elaborato accanto alle categorie di forma di stato e forma di governo la categoria del tipo di stato, che ha a che fare esclusivamente con la ripartizione territoriale del potere (Mortati).
Quindi:
- forma di stato = relazione fondamentale tra popolo e governo e decisione originaria sul rapporto della libertà e l'autorità;
- forma di governo = relazioni interne all'elemento governo.
Oltre al problema del territorio, anche gli elementi popolo e governo presentano una complessità che finisce per incidere sull'elaborazione dei due concetti.
Occupandosi del concetto di forma di stato ci sono due modi principali per classificare le forme di stato. Vi è chi classifica le forme di stato secondo la loro successione nel tempo: considera le forme di stato riferendosi allo sviluppo.
storico, senza tener conto della sua forma di governo e della relazione tra popolo e autorità. Allo stesso modo, è importante considerare l'ideologia di fondo di uno stato quando si parla della sua forma di governo. De Vergottini, ad esempio, definisce la forma di stato analizzando la componente finalistica nella gestione della relazione tra popolo e governo, tra libertà e autorità. Questo approccio tende a dare importanza all'ideologia di fondo dello stato. Ad esempio, De Vergottini parla di stati di derivazione liberale, stati autoritari, ecc. I concetti di forma di stato e forma di governo sono abbastanza collegati tra loro. Nella considerazione di carattere storico, l'elemento strutturale prevale su quello finalistico, mentre nella considerazione di carattere finalistico funzionale prevale l'orientamento ideale della convivenza. Dovremmo quindi chiederci se ha senso parlare di stato assoluto o feudale senza considerare la sua forma di governo e le sue relazioni con il popolo e l'autorità.carattere finalistico perché in realtà l'idea dell'elaborazione razionale dei fini dello stato, e quindi dell'orientamento della convivenza, è una considerazione che sorge solo in un momento ben preciso dell'evoluzione della forma stato: cioè nel momento in cui si inizia a parlare di stato costituzionale.
Sorge un nuovo elemento problematico: cioè quello dell'incidenza del rapporto tra stato e costituzione sulla definizione di forma di stato.
Perché nel momento in cui la costituzione passa da essere norma fondamentale dello stato ad essere uno strumento che i consociati utilizzano per definire l'orientamento della propria convivenza e quindi per definire le finalità dello stato; quando lo stato da fonte della costituzione passa ad essere oggetto della costituzione è il momento in cui si pone con più forza la qualificazione finalistica della forma di stato.
Nel momento in cui c'è una
costituzione che promana dalla comunità politica stessa, che sceglie attraverso un processo di carattere costituzionale di elaborare le differenze e le scissioni che la percorrono e di farle confluire attorno ad un progetto comune di convivenza è chiaro che a quel punto lo stato diventa uno strumento per la realizzazione di fini condivisi dalla collettività politica, che confluiscono nella costituzione; costituzione che va ad influenzare lo stesso concetto di forma di stato. Per riflettere sulla forma di stato è necessario interrogarsi su quale stato abbiamo a che fare. Quindi se parleremo di forma di stato in relazione allo stato liberale dell'800 o allo stato assoluto o addirittura allo stato feudale (anche se è difficile parlare di stato in relazione allo stato feudale perché siamo in una fase anteriore alla formazione degli stati nazionali) ci relazioneremo con un concetto di stato. Se parliamo invece dello stato costituzionale, quindidell'esperienza della convivenza civile all'interno dello stato del XX secolo, il concetto di forma di stato di cui ci dobbiamo servire è inevitabilmente un altro. Parlare di finalità dello stato o di orientamento dell'esercizio del pubblico potere per realtà come lo stato assoluto non ha molto senso, perché non si era arrivati ad uno stato di consapevolezza del senso della convivenza civile tale da poter formulare degli orientamenti della convivenza civile attorno a formule di convivenza. Mentre invece la considerazione dei fini è centrale nell'analisi dello stato costituzionale del 900, perché c'è un ribaltamento completo del rapporto tra lo stato e il popolo e tra governo e popolo: da sudditi si passa ad essere cittadini e di pari passo con l'affermazione reale della sovranità del popolo si ribalta la forma della relazione tra cittadini e potere politico e lo stato diviene uno strumento per larealizzazione di quella formula di convivenza che la comunità politica sceglie di darsi nel processo costituente. Da questa tripartizione rimangono fuori alcuni aspetti come per esempio il profilo dell'apertura dello stato sul piano delle relazioni internazionali, la partecipazione dello stato a esperienze di integrazione soprannazionale. Questi sono dei carattere che vanno ad incidere certamente sulla definizione di forma di stato. La tripartizione non ci aiuta molto in quanto bisognerebbe passare dall'espressione popolo a quella di popoli, da quella di territorio a quella di territori e da quella di governo a quella di governi. Perché nelle esperienze di relazioni internazionale prima e di integrazione soprannazionale poi è chiaro che c'è una relazione tra popoli, territori e governi. Per esempio le aperture dello stato all'esterno sono un elemento tipico degli ultimi 60 anni che ha inciso profondamente sull'elaborazione del concetto di
forma di stato. Tant'è che c'è stato chi ha teorizzato nell'ambito della forma di stato costituzionale la sottocategoria dello stato costituzionale aperto o chiuso. Un altro elemento che solo in parte emerge dalla tripartizione è quello del pluralismo interno alla comunità politica. Cosa si intende per pluralismo interno alla comunità politica? Finché s'intende come pluralismo territoriale, cioè articolazione della componente personale su una pluralità di territori ciascuno caratterizzato da una sua identità culturale, politica, linguistica (Spagna) in parte siamo aiutati dalla tradizionale tripartizione. Pensiamo invece a tutte quelle scissioni che creano un tessuto pluralistico dal punto di vista delle visioni del mondo, delle convinzioni, delle identità culturali e religiose. Questo pluralismo culturale è un elemento importante nella definizione di forma di stato? Chiaramente si e sempre.mercato in modi completamente diversi. Inoltre, il rapporto tra stato e mercato può variare anche all'interno dello stesso sistema politico, a seconda delle scelte economiche e sociali adottate. Il concetto di laicità, ad esempio, è diventato sempre più rilevante con l'apertura delle frontiere e l'incontro con culture diverse. La laicità si riferisce alla separazione tra religione e stato, garantendo la libertà di culto e l'uguaglianza di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro fede religiosa. Tuttavia, c'è un altro aspetto fondamentale che non rientra in questa tripartizione: il rapporto tra stato e mercato. Nel corso del XX secolo, questo rapporto è passato dall'indifferenza dell'epoca liberale, all'intervento dello stato sociale, fino all'orientamento del mercato verso il perseguimento di fini socialmente condivisi (come previsto dagli articoli 41-42-43 della Costituzione Italiana). Questo cambiamento ha inevitabilmente influenzato la concezione della forma di stato. Le forme di stato di derivazione liberale e socialista, ad esempio, hanno affrontato il rapporto tra stato e mercato in modi completamente diversi. Inoltre, all'interno dello stesso sistema politico, il rapporto tra stato e mercato può variare a seconda delle scelte economiche e sociali adottate.realtà economica e produttiva in maniera totalmente differente.RIASSUMENDO:
Forma di stato è il concetto che cerca di definire la struttura fondamentale della relazione tra libertà e autorità nella esperienza di convivenza civile e politica; descrive questa relazione a livello strutturale in prima battuta ma confluiscono in questa descrizione in considerazione dell’evoluzione storica della forma stato degli elementi di carattere finalistico. Cioè la definizione della forma di stato inevitabilmente finisce per assorbire oltre alla struttura della relazione tra stato e popolo, tra potere politico e popolo il profilo degli orientamenti della convivenza civile. Non solo la struttura della relazione ma la funzione. Il concetto di forma di stato con l’evoluzione storica delle esperienze costituzionali va integrata attraverso il riferimento ad elementi di complessità che sono da un lato l’apertura dello stato al pluralismo ordinamentale esterno.
d'altro canto l'apertura e la considerazione da parte dello stato del pluralismo al suo interno (da un lato lo stato costituzionale aperto o chiuso, dall'altro stato laico e stato confessionale). Ed infine altro elemento problematico il rapporto tra lo stato e la realtà economica. Questi elementi hanno un loro riflesso sulle costituzioni:
Art.2 cost. francese 1958: "La Francia è una Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale. Essa assicura l'eguaglianza dinanzi alla legge a tutti i cittadini senza distinzione di origine, di razza o di religione. Essa rispetta tutte le credenze. L'emblema nazionale è la bandiera tricolore, bleu, bianca e rossa. L'inno nazionale è la "Marsigliese". Il motto della Repubblica è "Libertà, Eguaglianza, Fraternità". Il suo principio è: governo del popolo, dal popolo e per il popolo".
Art.1 cost. spagnola 1978:
a) la Spagna si costituisce in
Uno Stato sociale e democratico di Diritto, che propugna come valori superiori del suo ordinamento giuridico la libertà, la giustizia, l'eguaglianza ed il pluralismo politico.
Art. 20 legge fondamentale tedesca 1949:
La Repubblica Federale di Germania è uno Stato federale democratico e sociale.
Costituzione italiana:
Art.1. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art.2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
La ripartizione territoriale del potere incide sulla forma di stato o sulla forma di governo?
Le risposte sono di due tipi:
- l'incisione è sia sulla forma di stato che su quella di governo
- elaborazione
Di una autonoma categoria, il tipo di stato, per descrivere le esperienze statuali in relazione alla ripartizione territoriale.