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3.ATTORI,LUOGHI E MATERIALI DEL PROCESSO DI EDUCAZIONE LINGUISTICA

3.1. IL GRUPPO CLASSE

L'educazione linguistica si realizza nell'interazione tra:

• gli attori del processo glottodidattico, il gruppo di bambini, insegnante, i responsabili del

processo formativo;

• gli oggetti del processo glotodidattico, la lingua delle varie connotazioni lingua nazionale,

lingua seconda a stranieri, lingua straniera, e la cultura;

• i luoghi reali e virtuali;

• i mezzi, i materiali in primis.

I primi attori sono i bambini che compongono il gruppo classe. Italofoni o no, tutti gli allievi sono

soggetti linguistici creativi che si distinguono per aree di differenze individuali dovuta a: ambiente

socio-culturale di provenienza; motivazione all'apprendimento; stile di apprendimento tipologie di

intelligenza predominante; bisogni formativi. Il bambino attribuisce un valore importante

l'esperienza educativa quando vive un'esperienza significativa. Per il bambino è fondamentale:

-La significatività dell'azione didattica che, a partire dal suo vissuto personale, ingloba nuove

conoscenze facilitandone l'esperienza di apprendimento;

-La significatività dell'esperienza didattica a partire dai suoi bisogni linguistici. Bisogni relativi alla

lingua di scolarizzazione da quelli relativi alle altre lingue;

-La significatività dell'esperienza didattica a partire dalla sua motivazione, le sue vittime e stili di

apprendimento.

L'esperienza educativa diventa significativa quando c'è:

-la negoziazione del percorso didattico, il cosiddetto patto formativo che chiarisce cosa, come,

quando, dove e perché;

-la ricostruita del percorso didattico, attraverso quello che è stato definito "percorso a spirale",

che permette sia la fissazione che l'approfondimento dell'oggetto di apprendimento;

-la pianificazione dell'intervento didattico, cioè la sua scansione efficace in spazi, tempi, attività e

risorse,

-l'offerta di situazioni educative varie e stimolanti che sollecitano l'interesse del bambino e

sostengono la motivazione ad apprendere;

-l'integrazione delle esperienze di apprendimento scolastico con le realtà formative offerte dal

territorio;

-il feedback;

-la gratificazione intesa come rinforzo positivo all'intervento didattico.

3.1.1. GLI STILI COGNITIVI DI APPRENDIMENTO

Per stile cognitivo si intende la modalità preferenziale di organizzazione, elaborazione e gestione

delle formazioni in generale. Lo stile di apprendimento può essere considerato, invece, un

prolungamento dello stile cognitivo nel contesto formativo ed è connesso non solo agli aspetti

cognitivi ma anche a quelli sociali, affettivi, caratteriali, culturali. Lo stile di apprendimento e

anche definito come "la tendenza di una persona a preferire un certo modo di apprendere-

studiare; riguarda la sua modalità di percepire e reagire ai compiti legati all'apprendimento,

attraverso la quale mette in atto, o sceglie, i comportamenti e le strategie per apprendere".

In termini di apprendimento, le modalità sensoriali attraverso cui operiamo si distinguono in:

-visiva

-auditiva

-cinestetica.

i bambini che prediligono lo stile visivo in generale ricordano meglio ciò che possono vedere.sono

comunque suddivisi in due ulteriori categorie: visivo-linguistico e visivo-spaziale. Chi preferisce lo

stile visivo-linguistico impara attraverso il linguaggio scritto, cioè con attività di lettura o scrittura.

Chi preferisce lo stile visivo-spaziale, impara attraverso grafici, tabelle, disegni e videoproiezioni. I

bambini con una prevalenza dello stile uditivo hanno bisogno di ascoltare ciò che devono

imparare. Amano la lettura ad alta voce e a volte ripetere a voce alta o parlano tra sé e sé mentre

studiano. Possono avere difficoltà con i compiti scritti mentre lavorano molto bene nelle situazioni

di dialogo con gli altri studenti. Amano registrare e di ascoltare le lezioni. I bambini orientati verso

lo stile cinestetico hanno bisogno di toccare oggetti e di stare in movimento. Questi bambini non

riescono a concentrarsi si sono costretti a stare immobili per lungo tempo, amano prendere

appunti ed essere coinvolti in varie attività durante le lezioni, hanno necessità di pause frequenti.

VEDI TAB PAG. 62-63-64.

Oltre alla dimensione percettiva ci sono altri fattori che influenzano l'apprendimento come ad

esempio i tratti della personalità come l'essere introverso o estroverso, impulsivo o riflessivo e la

stessa cultura di provenienza.

3.1.2.LA TEORIA DELLE INTELLIGENZE MULTIPLE.

Secondo Gardner tutti gli esseri umani possiedono almeno otto forme di "rappresentazione

mentale", cioè in tre categorie principali:

1) relative alla persona: intelligenza interpersonale, intrapersonale;

2) relative al linguaggio: intelligenza linguistica, musicale;

3) relative all'oggetto: intelligenza cinestetica, logico-matematica, visivo-spaziale,

naturalistica.

Tali intelligenze coesistono e cooperano armonicamente nell'individuo sin dalla sua nascita,

vengono però plasmate dall'interazione con l'ambiente esterno che, insieme alle esperienze

pregresse di apprendimento, spinge verso l'una o l'altra forma di intelligenza fino a farla

prevalere. La cultura di appartenenza gioca un ruolo importante nello sviluppo e nel valore dato

alle diverse intelligenze. È quindi di vitale importanza tener conto di questo aspetto quando ci

troviamo a lavorare con allievi provenienti da altre culture. Non solo i talenti delle diverse

intelligenze possono crescere e svilupparsi, ma anche le strategie di pensiero possono essere

insegnate. VEDI TAB PAG 67-68-69.

Sono disponibili sul Web test sugli stili cognitivi e di apprendimento, sulle intelligenze multiple e

sugli emisferi dominanti, che permettono all'insegnante di osservare le strategie dei bambini

adottano nelle diverse situazioni di apprendimento e di calibrare opportunamente il suo intervento

didattico.

3.2. L'INSEGNANTE

Come dice Balboni, un insegnante è prima di tutto un educatore e in quanto tale deve lavorare in

una logica integrata anche alla culturizzazione, alla socializzazione e all'autopromozione che

sono le mete dell'educazione linguistica. Tali obiettivi sono da raggiungere attraverso una

didattica fresca e bilanciata che consideri fortemente una certa varietà di tecniche e materiali. Un

bravo insegnante mette l'allievo al centro del processo di educazione linguistica, osserva, indaga,

analizza e valorizza le differenze presenti in classe considerando la peculiarità attitudinale e

cognitiva di ogni bambino che, integra in maniera originale forme diverse di intelligenza. La

professionalità efficiente del docente emerge dallo sviluppo di due dimensioni fondamentali:

conoscenze teoriche e capacità operative e metodologiche. La professionalità richiede inoltre più

livelli di capacità:

-capacità di programmare e creare aspettative;

-capacità di guida;

-capacità di relazionarsi agli altri, siano alunni o docenti.

Nel suo agire, il docente, porta anche la sua personale concezione di educazione linguistica in

cui si inserisce anche il suo stile di insegnamento che è il risultato del prevalere, o del latitare, di

determinate competenze. vedi tab pag 72

nello stile di insegnamento dell'insegnante si è anche il suo stile di apprendimento che enfatizza

le modalità e le tecniche che nella sua esperienza pregressa di studente sono state più fruttuose.

Compito dell'insegnante è quello di interrogarsi su come il proprio stile di apprendimento influenzi

e determini alcune scelte didattiche quotidiane.

Nella "guida per lo sviluppo e l'attuazione di curricoli per un'educazione plurilingue e

interculturale", vengono elencati alcuni tipi di "competenze esperte" richieste agli insegnanti

coinvolti nella formazione plurilingue e interculturale:

• competenze relative a come funziona una persona bilingue-plurilingue;

• competenze relative alla definizione degli obiettivi realistici per l'acquisizione della

competenza plurilingue e interculturale;

• capacità di valorizzare repertori linguistici degli apprendenti;

• capacità di attivare strategie di transfer da una lingua all'altra;

• capacità di gestire l'alternanza delle lingue in classe in maniera attenta e controllata.

Il nuovo ruolo che si viene a delineare vede dunque un docente-regista che progetta e coopera

poli con i suoi allievi per realizzare, insieme, un percorso educativo che sia rispettoso dei diversi

stili di apprendimento. Il bravo docente che mira alla realizzazione dell'educazione linguistica

trasforma il suo insegnare in un laboratorio di linguaggi in cui si manifestino e accertino di

continuo tutte le modalità d'uso delle lingue: ascoltare capendo le domande, leggere insieme o da

soli e riferire di letture, discutere tra pari, connettersi ad altri pari lontani per discutere di problemi

comuni, elaborare grafici e tabelle, schemi indici, scrivere dalla punto alla Nato ordinata, per

registrare nuove conoscenze.

La qualità dell'insegnante scaturisce da: motivazione e capacità del singolo; dalle scuole

organizzate con infrastrutture di supporto alla didattica e alla collaborazione tra docenti; da

politiche coerenti e ben testate relative alla formazione iniziale ed in servizio, alla valutazione

dello studente e del docente.

3.3.IL MATERIALE DIDATTICO

Il docente che opera nell'ottica dell'educazione linguistica non si "appiattisce" sulle pagine dei libri

di testo. I materiali e le attività proposte in classe devono avere una certa rilevanza sia sul piano

linguistico che sul piano motivazionale ed emozionale soprattutto considerando che le emozioni

positive sono alla base della motivazione ad apprendere. I materiali e le attività proposte devono

avere anche una certa varietà, fondamentale sia nel mantenimento dell'attenzione che della

motivazione da prendere. Accanto tutto ciò che è o può diventare materiale didattico, l'uso delle

nuove tecnologie nei percorsi di apprendimento assicura sia quella rilevanza che quella varietà,

fondamentali per lo sviluppo delle competenze linguistiche, delle capacità di interazione,

dell'acculturazione. Il progetto di educazione linguistica, intesa come sviluppo di competenze

linguistiche, culturali e procedurali, sottolinea la necessità dell'integrazione dei media nella prassi

didattica in quanto i vantaggi che si traggono dall'innesto delle nuove tecnologie sono evidenti.

L'uso di filmati, audiovisivi, immagini, foto, da somministrare e manipolare attraverso le infinite

possibilità offerte dalle attrezzature tec

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Publisher
A.A. 2014-2015
28 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CECI9389 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica della lingua italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Di Matteo Agnese Carla.