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METODOLOGIE
RAPPORTI INTERDISCIPLINARI
OGNI DISCIPLINA II PARTE TRAGUARDI 5° PRIMARIA
NELLE INDICAZIONI 3° SECONDARIA
3° PRIMARIA
III PARTE OBIETTIVI 5° PRIMARIA
3° SECONDARIA
1. ASPETTI GENERALI
NEL NOSTRO PAESE STORIA: - Sedimentazione di civiltà (segni conservati nel
paesaggio, siti
archeo, nell’arte)
- Patrimonio artistico e culturale
- Passato-Presente-Futuro (coscienza storica,
responsabilità)
METODI: libri, laboratori, uso dei media, conoscenza del territorio
STORIA COME CAMPO DISCIPLINARE: conoscere e interpretare i fatti, conoscere
e comprendere presente, passato e futuro, conoscenza delle fonti
IDENTITA’, MEMORIA, CULTURA STORICA: padronanza di strumenti critici (no
alla strumentalizzazione dei fatti storici); comprendere la complessità di passato
e presente in una società multietnica.
SC. PRIMARIA: dalla comparsa dell’uomo alla tarda antichità
SECONDARIA DI PRIMO GRADO: processi, trasformazioni ed eventi che portano
al mondo di oggi.
Importante l’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva: uso di
fonti, tracce del passati, siti archeologici…
APPROCCIO DIDATTICO: deve essere centrato sui legami fra: conoscenza
storica, comprensione della realtà contemporanea, altre discipline, cittadinanza
attiva. Legami fra locale e globale, storia recente e storia remota.
INTERDISCIPLINARIETA’: ITALIANO: uso della parola orale e scritta
GEOGRAFIA: comprensione storica del territorio
MATEMATICA/LOGICA: mentalità scientifica
LINGUE STRANIERE: comprendere altre culture
2. TRAGUARDI
- Riconosce elementi del passato nel suo ambiente
- riconosce ed esplora le tracce storiche del passato
- usa la linea del tempo per organizzare informazioni
- individua relazioni
-organizza informazioni e conoscenze
- usa carte geo-storiche, anche con strumenti informatici
- racconta fatti e riproduce semplici testi
- comprende avvenimenti, fatti, fenomeni della storia dell’umanità
3. OBIETTIVI (propedeutici al raggiungimento dei traguardi)
OBIETTIVI 3° CLASSE:
- USO DELLE FONTI: individuare tracce e usarle come fonti
- ORGANIZZAZIONE INFORMAZIONI: rappresentare graficamente e
verbalmente attività e fatti; riconoscere relazioni di successione;
conoscere strumenti di misurazione temporale.
- STRUMENTI CONCETTUALI: comprendere vicende storiche e schemi
temporali
- PRODUZIONE E SCRITTURA: rappresentare e riferire.
OBIETTIVI 5° CLASSE:
- USO DELLE FONTI: produrre informazioni con fonti diverse
- ORGANIZZAZIONE INFORMAZIONI: leggere carta storico-geografica;
usare la cronologia; confrontare quadri storici; confrontare quadri storici.
- STRUMENTI CONCETTUALI: usare sistema di misurazione
occidentale (a.C. e d.C.); comprendere sistemi di misura di altre civiltà;
elaborare rappresentazioni e relazioni.
- PRODUZIONE SCRITTA E ORALE: confrontare aspetti delle diverse civiltà;
ricavare e produrre informazioni da grafici e tabelle; esporre concetti;
elaborare testi.
CAPITOLO 2 – CURRICOLO E PROGETTAZIONE PER UNITA’ DI COMPETENZE
Il passaggio dal programma al curricolo e il ruolo centrale della progettazione,
sono una rivoluzione nella scuola tuttora in corso.
Il ruolo centrale della progettazione punta l’attenzione non tanto ai saperi,
quanto a come gli alunni utilizzano conoscenze e abilità.
La stagione delle grandi riforme, in cui il curricolo torna ad occupare un posto
di primo piano nella riflessione pedagogica e dei provvedimenti sulla scuola,
prende l’avvio dal 1996 (Disposizioni dell’UE: Strategia di Lisbona per il
decennio 2000-2010 e Strategia Europa 2010.-2020).
Abbiamo già dei primi cenni di questo passaggio nei seguenti autori:
1977: Stenhouse: “Dalla scuola del programma alla scuola del curricolo”, dove
vengono evidenziati i limiti della pedagogia neoidealista.
1973 – Pontecorvo: il curricolo è un concetto che comprende più aspetti:
comprende al suo interno obiettivi, metodi, materiali, invece che solo
contenuti. Inoltre il curricolo consiste in un lavoro attivo di progettazione.
Vediamo meglio la differenza fra programmi e curricolo
PROGRAMMI CURRICOLO
Erudizione, acculturazione Intenzionalità, personalizzazione
Modello ideale di alunno Il bambino instaura una relazione
Didattica uguale per tutti dialettica con i saperi
Intenzionalità dell’atto educativo che
viene progettato e organizzato
Percorsi didattici personalizzati
Con l’autonomia scolastica (1999) vengono dati maggiori spazi di decisionalità
alle scuole, al fine di migliorarne il funzionamento e innalzare la qualità degli
apprendimenti degli alunni.
L’autonomia è:
DIDATTICA: volta a differenziare l’offerta formativa (entro certi limiti)
ORGANIZZATIVA: per modalità e tempi di insegnamento
DI RICERCA, SPERIMENTAZIONE, SVILUPPO
BUONA SCUOLA (2015): ribadisce l’autonomia per innalzare il livello di
istruzione e delle competenze, contrastare le disuguaglianze, prevenire e
recuperare l’abbandono, realizzare una scuola aperta, laboratorio di ricerca,
sperimentazione, innovazione, partecipazione…
PTOF = Piano Triennale dell’Offerta Formativa (è triennale ma è rivedibile
annualmente). Costituisce l’identità culturale e progettuale delle istituzioni
scolastiche e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico
della realtà locale.
Nella scuola del curricolo, le attività formative degli insegnati sono
obbligatorie; viene valorizzata la funzione progettuale del dirigente scolastico;
c’è un rapporto di scambio fra il centro (Ministero) e la periferia (singole
scuole):
Compito del Ministero è: definire gli obiettivi generali del processo formativo
(ossia la valorizzazione della persona nella sua dimensione evolutiva e sociale,
imparare a vivere e convivere); definire gli obbiettivi specifici di apprendimento
e le competenze (vedi Indicazioni); Individuare discipline e attività obbligatorie
e monte ore, in modo da garantire l’unitarietà del sistema nazionale.
Nella scuola del curricolo abbiamo una quota nazionale (80%) e una quota
locale (20%). La quota nazionale è quella dove vengono indicate discipline e
attività obbligatorie su tutto il territorio nazionale. E’ la porzione di curriculo
comune a tutte le scuole. La quota locale è quella che riguarda le , attività
educative, gli insegnamenti, i progetti scelti dalle scuole.
L’efficacia del curricolo è data dalla sua capacità di generare apprendimenti e
per questo sono necessari:
1. Un’organizzazione scolastica in grado di supportare i processi
apprenditivi
2. una didattica di qualità affidata a docenti esperti.
Rispetto al primo punto, le scelte vengono effettuate a livello politico e da un
punto di vista politico, le disposizioni contenute nel Decreto Legge n. 137 del
2008 convertito in legge n. 169 del 2008, hanno provocato un notevole
arretramento nel funzionamento della scuola primaria in seguito alla
reintroduzione del maestro unico o prevalente, alla cancellazione delle
compresenze, alla riduzione dell’orario dedicato alle attività curriculari, alla
formazione generica dei docenti rispetto ad alcune discipline come ad esempio
la lingua inglese.
Per quanto riguarda la qualità della didattica, questa può essere implementata
attraverso una serie di azioni:
- promuovere la conoscenza e l’attuazione delle Indicazioni da parte dei
docenti (didattica centrata sulla laboratorialità, sull’apprendimento
esperienziale, sul problem solving, sullo sviluppo di processi
metariflessivi…);
- supportare la sperimentazione delle indicazioni fornendo occasioni
formative, gruppi di lavoro e laboratori di progettazione;
- prevedere le risorse finanziarie e umane per sostenere il cambiamento.
La legge 107/2015 ha provveduto all’istituzione dell’organico
dell’autonomia per provvedere alle esigenze didattiche, organizzative e
progettuali (PTOF). Obiettivi formativi individuati come prioritario nella
legge della Buona Scuola sono: valorizzazione e potenziamento delle
competenze linguistiche, delle competenze logico-matematiche; della
pratica e cultura artistica, in materia di cittadinanza attiva, discipline
motorie e competenze digitali, contrasto alla dispersione scolastica…
- superare le difficoltà legate all’attuazione di una didattica per
competenze. Va effettuato un cambiamento nella direzione di una
didattica per problemi, basata sulla ricerca, sulla scoperta, sulla
risoluzione di problemi autentici legati alla realtà che i bambini vivono
dentro e fuori la scuola.
- Promuovere la ricerca-formazione con gli insegnanti e nelle scuole.
Fondamentale per l’insegnante la competenza progettuale, una dimensione
trasversale che tutti i docenti dovrebbero padroneggiare in maniera diffusa. Un
buon percorso didattico, prima di essere realizzato, va pensato e pianificato
accuratamente passando in rassegna le variabili (contestuali, educative,
organizzative, affettive, relazionali. (pag. 99)
Progettare significa partire dall’analisi dell’esistente per proiettarsi verso il
futuro, verso l’individuazione di concreti percorsi di trasformazione della realtà
nella prospettiva del miglioramento continuo. Aspetti della progettazione sono:
- quello ideativo (possibili traiettorie d’azione orientate alla risoluzione di
un problema o alla soddisfazione di un bisogno)
- quello di controllo (ridefinizione degli obiettivi, valutazione dei risultati..)
Nella scuola esistono diversi livelli di progettazione.
Livello macro: coinvolgimento di tutto il personale
Predisposizione piano triennale dell’offerta formativa
Definizione di piani di miglioramento estesi a tutta la scuola
Livello micro: riguarda il singolo insegnante o team
Attività di insegnamento, predisposizione moduli didattici
Unità di lavoro, progetti educativi…
In ogni caso la progettazione deve essere sempre contestualizzata e
intenzionale.
Fasi della progettazione sono (tra parentesi le competenze progettuali. Vedi
schema pag. 103):
1. ANALISI DEI BISOGNI (comprendere ruolo dei diversi attori istituzionali
coinvolti, costruire strumenti di rilevazione, analizzare i dati; comunicare
e documentare le azioni intraprese, verificare e monitorare il grado di
soddisfazione dell’utenza)
2. DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI (partecipare agli organi di governo della
scuola, individuare e condividere priorità, definire le finalità dell’offerta
formativa, individuare le competenze chiave da promuovere, ordinare
gerarchicamente gli obiettivi)
3. STRUTTURA GENERALE DEI C